5. Le lys dans la vallée
5.2 La dicotomia donna angelo – donna fatale
5.2.1 L’influenza del culto Mariano
Sebbene il XIX secolo francese sia ricollegabile all’età della scienza, della ragione e del materialismo, nello stesso periodo si testimoniò un potente revival mariano. Tra il 1830 e il 1876 in Francia ci furono sei apparizioni della Vergine Maria e tutte ottennero l’approvazione da parte della Chiesa cattolica. Questo revival determinò anche una svolta nell'educazione delle ragazze, offrendo un modello di comportamento virtuoso per le donne in tutte le fasi della loro vita. Le donne erano incoraggiate ad emulare le virtù mariane e a perseguire esclusivamente gli ideali di maternità e verginità, i quali venivano sostenuti anche da centinaia di pubblicazioni rivolte ale donne e alle ragazze; queste pubblicazioni includevano guide e manuali di educazione intesi per aiutare le madri nella formazione delle loro figlie e uno di questi si spinse così oltre da consigliare alle ragazze di imitare la Vergine anche nel modo di vestire.
Di riflesso in letteratura abbiano numerosissime rappresentazioni di donne angelicate, alcune delle quali sono talmente esagerate da poterle interscambiare con le descrizioni della Madonna. Molti critici si sono soffermati nello studio di come il XIX secolo dipinga la donna seguendo i due stereotipi estremi di vergine o bestia, pura o contaminata. Assieme a Balzac con il suo Lys dans la vallée, possiamo citare come esempi anche i fratelli Goncourt con Soeur Philomène e Zola con Lourdes: le protagoniste di questi tre romanzi mostrano tra approcci differenti per quanto riguarda la
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rappresentazione della Vergine. Il tema della bestia è sviluppato predominantemente attraverso personaggi secondari: in Balzac l'immaginario bestiale è direttamente associato all'appetito sessuale eccessivo e alla debolezza morale riuniti nel corpo di una donna esteriormente seducente. Nella sua Introduction aux études des moeurs au XIXe siècle Félix Davin parla della prima regola in letteratura, ossia la «nécessité des contrastes»1: Balzac
classifica i suoi personaggi seguendo degli schemi antitetici e ciò in parte deriva dalle sue letture e dai suoi studi di Swedenborg il quale enfatizza la lotta archetipica tra l'angelo e il demonio.
Il periodo di inizio del revival mariano coincide con quello relativo alla pubblicazione de Le lys dans la vallée in cui Balzac sviluppa il tema verginale attraverso la sua protagonista femminile, Madame de Mortsauf. Il fatto che lei abbia due bambini non le impedisce di reclamare la sua verginità: attraverso la sua purezza, umiltà, obbedienza e senso di maternità, ella impersonnifica la quintessenza dell'angelo del focolare dl XIX secolo. Henriette soddisfa pienamente le aspettative mariane, anzi eccede addirittura superando talvolta quegli standard già impossibili; la sua vita è un continuo atto di abnegazione e martirio. Lei viene dipinta come una creatura celeste sul cui viso si riflette, così come afferma Felix, un alone di martirio e la sua stanza viene paragonata dal giovane alla cella di una suora. Già in una delle loro prime conversazioni Felix immagina un legame spirituale tra Madame de Mortsauf e la Vergine Maria:
En l’écoutant, il me semblait que la harpe de Job de laquelle j’avais tiré de sauvages accords, maintenant maniée par des doigts chrétiens, y répondait en chantant les litanies de la Vierge au pied de la croix.2
1Prendergast C. A., Antithesis and Moral Ambiguity in "La Cousine Bette", «The Modern Language Review», (LXVIII), Aprile 1973, p. 315.
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Uno dei lavoratori sulla proprietà del conte di Mortsauf dice a Felix che se la contessa si fosse mai allontanata dalla valle la santa Vergine stessa ne avrebbe sofferto.
Nonostante il suo sia un matrimonio tragico ed infelice con un uomo ipocondriaco ed egoista, Madame de Mortsauf combatte assiduamente il suo amore per il giovane Felix, perciò quando quest'ultimo esprime la profondità dei suoi sentimenti per lei, la donna gli chiede: «dites! m’aimez-vous saintement? [...] comme une vierge Marie, qui doit rester dans ses voiles et sous sa couronne blanche? [...] comme une mère?»1. Mentre la sua purezza
spirituale rassicura Felix, all'opposto suo marito ne è meno lusingato e avvisa duramente Felix: «Ne vous mariez jamais, Félix [...] une femme est conseillée par le diable; la plus vertueuse inventerait le mal s’il n’existait pas, toutes sont des bêtes brutes»2.
Il conte utilizza il termine bête che verrà in seguito utilizzato per descrivere l'altra donna opposta a madame de Mortsauf. Nonostante sia innamorato di Henriette, Felix è sedotto dall'inglese lady Arabelle Dudley, a proposito della quale dice che «la bête était sublime en elle»3. Caratterizzata
da una passione e un desiderio tempestosi, lady Dudley è spesso descritta da Felix in termini bestiali: questa donna così passionata è frequentemente vista con animali, molte volte appare a cavallo o accompagnata dal suo cane. Il suo piede, piccolo ma muscoloso, assomiglia a quelli di un daino. Inizialmente Felix ne è ammaliato, ma quando lei diventerà progressivamente più moralmente corrotta e cercherà con tutte le forze di coinvolgerlo in questo processo il giovane inizierà a ripensare ad Henriette in modo malinconico e
1Ivi, pp. 186-187.
2Ivi, p. 137. 3Ivi, p. 229.
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proverà forti rimorsi. Dopo poco tempo Felix testimonia la vera natura bestiale di Arabelle:
[...] semblable à la lionne qui a saisi dans sa gueule et rapporté dans son antre une proie à ronger, elle veillait à ce que rien ne troublât son bonheur, et me gardait comme une conquête insoumise [...].1
La vergine non è mai stata tanto desiderabile come in questo momento e Felix comincia a fare delle riflessioni su se stesso e sui suoi bisogni: «Selon mes idées, l’amour veut plus de tranquillité»2. La bestia nel romanzo è, quindi, un
puro e semplice appetito sotto forma di donna.