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Gärdenfors Leggi, controfattuali, radicamento

7. L’interpretazione epistemica delle leggi di natura

7.2 Gärdenfors Leggi, controfattuali, radicamento

Curiosamente, nella summa della sua teoria epistemica, che si ritrova, come ormai sappiamo, in

Knowledge in Flux, Gärdenfors non si sofferma sul problema delle leggi di natura. Asserisce persino

che “al fine di semplificare la presentazione (…) [ha] (…) evitato tutti i problemi concernenti la legisimilità” (KIF p. 189).70 Tuttavia la sua filosofia contiene una importante trattazione delle leggi di natura; venire alle prese con essa ci consentirà di completare l’esposizione incominciata con l’esposizione del modo in cui Gärdenfors interpreta i controfattuali. I due aspetti della teoria infatti sono complementari.

Abbiamo già visto che una contrazione consiste nella cancellazione di una credenza e nella ricerca delle conseguenze di un simile cambiamento epistemico; un controfattuale è un’asserzione che enuncia o propone una conseguenza di tale tipo di mutamento di credenza. Ora, la ricerca della

conseguenza stessa dipende da (e mette in luce) un preesistente ordinamento di importanza epistemica tra le proposizioni. Illustriamo questo punto con un esempio, che derivo

dall’introduzione di KIF (pp. 1-3). Possediamo un anello d’oro e un giorno, mentre stiamo maneggiando dell’acido solforico, ci accorgiamo che esso macchia l’anello. Crediamo che (A) il solo acido che può danneggiare l’oro è l’aqua regia; (B) che l’anello è fatto d’oro; che (C) l’acido che ha danneggiato l’anello non è aqua regia; che (D) l’anello è stato davvero danneggiato (non è un caso di illusione, di allucinazione e così via).

70 Eppure l’esempio del macellaio contiene una sorta di legge, “il sale consumato in grandi quantità è mortale”, che è determinante nel giudizio specifico di causalità (cfr. § 3.5).

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A,B,C,D sono tutte credenze presenti nello stesso insieme K. Ma non possono essere credute allo stesso tempo, a causa del principio di non-contraddizione. D giunge come espansione, e la ricerca delle conseguenze porta a percepire una chiarissima incompatibilità con la congiunzione rispetto a A, B, C; D è una proposizione che contravviene a una credenza. A quale delle tre incompatibili si deve rinunciare? La risposta è B o C. La scelta definitiva dipenderà dal nostro grado di credenza rispettivamente in B e C (grado condizionalizzato per esempio sulla nostra fiducia rispettivamente nel gioielliere e nella drogheria dove abbiamo acquistato l’acido71). Enunciamo dunque: “Se questo anello non fosse d’oro, allora sarebbe danneggiato da un acido che non è aqua regia” o “se questo acido fosse aqua regia, allora danneggerebbe questo anello d’oro”. D’altro canto, non saremmo inclini a dire “Se qualcos’altro di diverso dall’aqua regia potesse danneggiare l’oro, questo anello d’oro sarebbe danneggiato questo acido che non è aqua regia.” La ragione è che A è

la proposizione più radicata72 epistemicamente. Le leggi di natura sono appunto le credenze più profondamente radicate dal punto di vista epistemico. “Più radicato” e “più importante epistemicamente” sono interscambiabili (cfr. Gärdenfors 1984 p. 137 e 147-148).

Riflettere sui controfattuali porta allora Gärdenfors a individuare una gerarchia delle credenze in cui le leggi occupano il posto più alto (o meglio: non occupano il posto più alto perché sono leggi, piuttosto, sono leggi perché occupano il posto più alto). Le leggi sono le proposizioni a cui è più difficile rinunciare nel processo del flusso di credenze e sono, dal punto di vista formale, proposizioni generali, che guidano il ragionamento nei casi specifici. Questa idea di una gerarchia è comune a molte filosofie della scienza e Gärdenfors afferma:

“Questa gerarchia può ora essere interpretata come una rudimentale classificazione di tali proposizioni [quelle di una teoria scientifica] secondo gradi di importanza epistemica, laddove le proposizioni più importanti sono quelle che sono incluse nel ‘paradigma’ o nel ‘nucleo’ della teoria” (Gärdenfors 1984 p. 151).

Come deve essere valutato il grado? Gärdenfors propone un metodo che consenta di capire quale, tra le due (A,B) accolte in uno stesso insieme K di credenze, è quella che più difficilmente si contrae: B A iff A KA & 

. Consideriamo l’esempio già visto dell’aqua regia. B non è né più importante epistemicamente né alla pari di A, in quanto A è compatibile con un insieme in cui la

71 Ma abbiamo visto che in Gärdenfors manca una nozione di condizionalizzazione. 72 Traduco con “radicato” l’aggettivo “entrenched”.

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congiunzione di A e B è contratta. Posso ancora credere che “l’unico acido in grado di danneggiare l’oro è l’aqua regia” mentre rifiuto la congiunzione di quella stessa credenza con “questo anello è fatto d’oro” (un rifiuto, per così dire, obbligato, alla luce del principio di non-contraddizione e delle credenza che l’anello è stato danneggiato da qualcosa che non è aqua regia). In modo complementare, non posso credere che “questo anello è fatto d’oro” rigettando la congiunzione “l’oro è danneggiato solo dall’aqua regia & questo anello è fatto d’oro”. B è indiscutibilmente meno importante, meno epistemicamente radicato di A.

Ovviamente ci sono casi di eguaglianza. Se non facciamo riferimento ad una condizionalizzazione sulla fiducia che nutriamo nei confronti del gioielliere che ci ha venduto l’anello “d’oro” o del commesso di drogheria da cui abbiamo acquistato il flacone di acido che non è aqua regia (o nei confronti della fabbrica che l’ha prodotto), le due credenze B e C dal punto di vista epistemico sono sullo stesso piano. Ci sono alcuni casi in cui nessuna condizionalizzazione di questo tipo può

essere condotta e non ci si può riferire ad alcuna legge di natura. In tali casi più di un

controfattuale può essere accettato nell’insieme di credenza sottoposto a revisione, nonostante ciascuno dei due faccia riferimento a un conseguente che è incompatibile con il conseguente dell’altro. È precisamente quel che accade con il famigerato controfattuale con Verdi e Bizet (cfr. p. 54), che è stato spesso evocato nella letteratura (seguendo Quine) al fine di sollevare posizioni scettiche riguardo all’intera classe dei controfattuali (cfr. Gärdenfors 1984 p. 150). “Se Verdi e Bizet fossero stati compatrioti, allora Verdi sarebbe stato francese” e “Se Verdi e Bizet fossero stati compatrioti, allora Bizet sarebbe stato italiano” non possono essere accettati insieme ma possono essere rigettati insieme (se Verdi e Bizet fossero stati, ad esempio, portoghesi). E dal momento che non vi è alcuna legge né evidenza empirica disponibile al fine di condizionalizzare le rispettive credenze, non saremo mai in grado di decidere quale dovrebbe essere accettato invece dell’altro. Questa analisi del ruolo delle leggi fu estensivamente condotta da Gärdenfors nel suo (1984). Lo portò dunque alla nozione di importanza o radicamento epistemico che, come abbiamo visto, è anche il punto su cui più si avvicina alla più tarda TRF. Nel tracciare la sua teoria, egli lasciò aperti a ulteriori considerazioni due punti di grande importanza; il primo riguarda l’opportunità di prendere in considerazione un elemento pragmatico nel momento in cui si spiega la gerarchia epistemica:

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“Far riferimento a teorie accettate può essere utile quando si separano le leggi dalle generalizzazioni accidentali, ma ho il sentore che le considerazioni teoretiche in molti casi non ci saranno affatto di guida per capire quale proposizione è più epistemicamente importante. Credo che in questi casi ci si debba affidare a fattori pragmatici. Per esempio, quando una persona contrae il proprio insieme di credenze in un dibattito o mentre fornisce una spiegazione, il contesto conversazionale può essere un fattore cruciale nel determinare l’importanza epistemica corrente delle proposizioni considerate” (Gärdenfors 1984 p. 152). Il secondo punto aperto riguarda l’origine stessa degli slittamenti individuali di credenza e la loro ripercussione sul paradigma generale della scienza, come nel caso di Wöhler. Quando egli fece la scoperta della sintesi dell’urea, infatti, il grande chimico tedesco si trovò di fronte a un caso analogo a quello dell’anello d’oro. Eppure egli rigettò la proposizione A, ossia la proposizione che

egli aveva appreso essere una legge di natura! La rifiutò e la sostituì con una nuova, conducendo un cambiamento individuale di credenza (che andava contro la legge del cambiamento di credenza) e che in seguito divenne paradigmatica per la comunità scientifica. Gärdenfors non si

avventura nella spiegazione di simili casi; si limita ad asserire:

“Un altro tema che non è stato discusso è se l’ordine di importanza epistemica cambi quando lo stato di credenza cambia. […] Si può sostenere che un cambiamento nel paradigma […] implichi un cambiamento radicale nell’ordine di importanza epistemica. Seguendo questa strategia, ci si può chiedere se ci siano simili mutamenti e che tipo cambiamento si abbiano durante un periodo di ‘scienza normale’. [Egli ipotizza che] (…) simili cambiamenti possano essere rilevati con l’aiuto dei condizionali controfattuali che siamo disposti ad asserire dati diversi stati di credenza. Questo metodo operazionale ci consente, però, una ridotta comprensione dei fattori soggiacenti che determinano tali cambiamenti di importanza epistemica” (Gärdenfors 1984 pp. 152-153).