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III. CASI DI STUDIO

III. 2 MORRO DO VIDIGAL

III. 2.1 Gentrificazione

Come già visto in precedenza, quello della gentrificazione è un processo tipico delle città postindustriali e consiste nella modificazione dell’estetica delle aree più depresse delle grandi città, mediante ristrutturazioni, smantellamenti e rinnovamenti, come anche nella sostituzione del tessuto sociale. La gentrificazione è caratterizzata da “forte permeabilità delle arene pubbliche locali agli interessi del capitale privato”89, come si vedrà a breve, infatti, il privato occupa un ruolo attivo nell’avvio del processo. Nel caso di Vidigal, sono stati diversi i fattori che da parecchi anni hanno dato luogo ad una lenta ma comunque visibile gentrificazione. La zona è da sempre considerata una delle più belle e favorevoli di Rio de Janeiro, da un lato per la sua eccezionale visuale sull’oceano, dall’altro per la vicinanza alla zona Sud; inoltre, dal novembre del 2011, la presenza delle UPP ha contribuito ad aumentare la sensazione di sicurezza all’interno della comunità. Oltre a ciò, da sempre Vidigal possiede la                                                                                                                

89 Enciplopedia Treccani

fama del morro dos artistas: la favela è residenza di cantanti, pittori ed attori, che hanno scelto di vivere in questo luogo per il suo charme e la sua vena bohémienne. Infine si ricorda che sono presenti tutti i servizi basici: acqua corrente, elettricità, sistema di trasporti che collega con il resto della città e un’attività commerciale molto dinamica. Tutti questi fattori hanno fatto sì che il terreno del morro sia diventato appetibile per diversi impresari esterni, carioca, brasiliani o stranieri che siano, innescando così il circolo della speculazione edilizia.

Da una parte sono stati costruiti, lungo la via principale, alti edifici anche di otto e nove piani, giustificati attraverso un progetto di miglioramento urbanistico e sociale avviato della Prefettura, ma che effettivamente risultano poco pratici e molto cari, oltre a rovinare il panorama e l’omogeneità del paesaggio. Probabilmente è l’esempio più evidente e rappresentativo della gentrificazione, giacché chi vi è andato ad abitare non sono i favelados, ma una sorte di classe media emergente. Come descrisse Glass nel 1964, poco a poco la gentrification mira a sostituire e modificare non solo l’urbanistica, ma anche quella che è la composizione sociale.

Dall’altra, come denuncia un articolo con “Antes perigoso, hoje impagável” (“Prima pericoloso, oggi impagabile”, Hamman, 2014), emerge un’altra triste verità. Molti abitanti che non sono proprietari della propria dimora, non riuscendo più a pagare l’affitto dell’abitazione in cui vivono, non trovano altra scelta, se non quella di trasferirsi in altri morros della metropoli. I proprietari, per contro, affittano le proprie abitazioni a chi può permetterselo: ed ecco che Vidigal si riempie di abitanti delle città che ricercano un luogo più economico per abitare, di studenti stranieri che optano per un alloggio meno costoso ma sempre vicino alla zona Sud e di turisti che sperimentano la vita in favela. Nonostante Vidigal stia rincarando, per un carioca di città e per gli stranieri, rimane pur sempre economico rispetto a qualsiasi altro quartiere di Rio (che non sia favela). Molto interessante è l’iniziativa di una giovane abitante che ha realizzato un portale web, Albergue da Comunidade90, in cui i moradores possono mettere a disposizione una o più stanze della propria casa, affittandole prevalentemente a studenti stranieri e turisti. Si tratta effettivamente di una                                                                                                                

esperienza di turismo sostenibile come sponsorizzato nel sito? Sì, perché attraverso questa modalità avviene davvero uno scambio culturale tra anfitrione ed ospiti, molto più che mediante un tour, e, soprattutto, gli introiti derivanti dall’attività di accoglienza non si disperdono, ma rimangono dentro la comunità. Infine un altro fattore inevitabile all’interno di questo processo, e forse quello più preoccupante e fastidioso, è l’arrivo di imprenditori esterni. Essendo che Vidigal possiede la fama di favela di tendenza, residenza di artisti e personaggi famosi91, in molti sono arrivati da fuori con il fine di intraprendere la propria attività. Due sono le tipologie di attività instauratesi: locali e bar chic, tutti con vista sul mare e destinati ad un pubblico straniero o che vive nei quartieri ricchi, oppure hotel ed ostelli, a cui accede sempre una clientela straniera, abbiente e che non abita nella favela. Vidigal è diventata sede di feste private per non moradores: i locali o gli alberghi vengono affittati per la nottata e ad accedervi sono esclusivamente gli invitati. Allo stesso tempo, oltre al fatto che i residenti non possono permettersi di entrare in questi locali perché eccessivamente cari e perché spesso sono interamente occupati da feste private, c’è da ricordare che con l’arrivo delle UPP è stato loro vietato di organizzare feste funky. Ad ogni modo, oltre alle evidenti conseguenze sociali e culturali, i benefici non rimangono nel territorio ma si disperdono al di fuori, generando incrementi che gli abitanti non percepiscono. Come era stato detto in uno dei dibattiti del ciclo Fala Vidigal92 “os moradores não conseguem tomar proveito”, ossia gli abitanti

non traggono profitto alcuno da questo tipo di iniziative: non solo gli imprenditori, ma persino coloro che lavorano come camerieri, addetti alle reception e cuochi in questi nuovi locali, non sono favelados. Se già esisteva una sorta di discriminazione al di fuori del morro nei confronti di chi abita nelle favelas, adesso devono sopportarla anche a casa propria: questa è gentrificazione.

Ecco allora che la definizione di gentrificazione di Bostic e Martin (2003 p. 2427) trova reale riscontro:

                                                                                                               

91 Una curiosità: nell’aprile 2014, David Beckham compra una casa a Vidigal, in uno dei punti più alti e isolati del morro, per un milione di reais, all’incirca 333 mila euro.  

92Da comunità cosciente ed intraprendente quale Vidigal è, sono stati organizzati dei dibattiti pubblici tra i mesi di marzo e giugno 2014 (Fala Vidigal – Ciclo de Debates), i quali miravano a discutere proprio i problemi generati dalla gentrificazione, sia a livello economico e commerciale che a livello sociale e culturale.

Processo evolutivo di “quartierato” in cui famiglie benestanti, di solito giovani, si trasferiscono nelle aree indigenti, con la conseguenza che molto dei residenti originari dovranno spostarsi […]. Per argomenti del genere è norma aggiungere anche una dimensione razziale alla gentrificazione, la quale segue uno schema ben definito93.

Anche se la discriminante razziale nei discorsi di gentrificazione non sempre trova rispondenza, nel caso di un Paese multietnico come il Brasile diviene comprensibile, se non addirittura naturale, che si mescoli anche la questione della “razza”. Come sostiene Vandergrift (2006), è importante notare che il sistema di potere che esiste in questa società, permette al bianco della classe media e medio-alta di scegliere dove poter vivere e di essere padrone della propria mobilità, a differenza di tutti gli altri (i non bianchi), che rimangono bloccati dove sono, sempre e quando non vengono forzati ad andarsene. A Vidigal, il processo di espulsione viene proprio chiamato “remoção branca”. La questione dell’abbandono della propria casa è causata principalmente da fattori economici.

Il trasferimento avviene quando i residenti sono costretti a trasferirsi perché non riescono a permettersi di vivere nel quartiere gentrificato a causa di un aumento del costo di vita, della tassa di proprietà e, spesso, a causa del disgregamento della comunità sociale originaria del quartiere (Vandergrift, 2006, p. 5)94.

A Vidigal gli abbandoni avvengono quando gli abitanti non riescono più a pagare la locazione, ma spesso anche quando i proprietari hanno deciso di vendere o affittare la propria casa ed andarsene. Da un dibattito è emerso che                                                                                                                

93 “Neighborhood evolutionary process in which affluent, usually young, households move into and upgrade distressed neighborhoods, with many of the neighborhood’s original residents being displaced […]. It is common for discussions of gentrification also to add a racial dimension to gentrification that follows a well-defined pattern”.  

94 “Displacement is defined as when current residents are forced to move because they cannot afford to live in the gentrifying neighborhood because of an increase in the cost of living, increase in property tax and often because of the loss of the original social community of the neighborhood”.

alcuni tra quelli che hanno venduto la propria abitazione, se ne sono tornati nella regione d’origine (quasi sempre Nord-Est) ed hanno aperto una loro attività, quindi hanno approfittato dell’occasione per ritornare alle origini. Nonostante quella delle favelas sia una cultura a tutti gli effetti, ci sono comunque persone che, perfettamente integrate nella comunità, provano saudade per la loro terra, e non sono in pochi quelli che vivono con il sogno di tornarvi. Non si vive più a Vidigal per mancanza di altre opzioni, non è più l’ultima spiaggia dove finiscono i miserabili. Vivere a Vidigal per un favelado oggi è una scelta, poiché la tentazione di vendere la propria casa agli impresari edili disposti a pagare cifre altissime, od affittarla agli stranieri e uscire così dalla precarietà, è forte. Quello che però distingue gli abitanti delle favelas è che essi amano vivere nella loro comunità, amano i propri vicini, amano il senso di vicinanza che li unisce, ed amano la loro città. Per questo, a dispetto da quanto ci si potrebbe aspettare, (per il momento) il numero di moradores che lascia la propria dimora è relativamente basso rispetto alla domanda di chi vuole entrarvi.

Chi nella bellezza vive, fa spesso fatica a riconoscerla, soprattutto se non ha molti termini di paragone. Oggi non esistono più luoghi esotici, belli ed incontaminati, perché come ripetuto più volte, il turismo è arrivato dappertutto. Quello che però sarebbe giusto è che, in aree delicate e con una storia sofferta come appunto le favelas, venisse portato più rispetto e che non fossero trattate come una mera opportunità di arricchimento.