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1.4 Gli insediament

1.4.2 Gestione dell’area aspromontana

Per poter far progredire uno dei territori più marginali d’Italia (purtroppo non solo a livello geografico), negli ultimi anni sono stati istituiti degli enti appositi per poter cambiare l’opinione comune riguardo questi luoghi:

il degrado paesaggistico, esemplarmente rappresentato dalle armature di cemento lanciate contro il cielo nella perenne attesa di un piano superiore da costruire, è lo specchio delle difficoltà incontrate dallo Stato e dalla società locale nel tutelare il territorio e valorizzare le sue potenzialità. Ancora oggi, del resto, nell’immaginario collettivo nazionale il termine «Aspromonte» evoca immagini che rimandano più alla cronaca nera che non a una natura incontaminata o a eredità culturali uniche. (Fonte-Grando-Sacco, 2007, p.3)

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Primo fra tutti il Parco Nazionale dell’Aspromonte, che fondato il 14/01/1994 si interessa dello sviluppo di quei luoghi attraverso diverse iniziative. Numerosi sono i centri di visita, delle vetrine naturali per promuovere le zone emarginate8: le Porte di Accesso di Bagaladi e Scilla; i Centri di Visita di Bova, Mammola, Gerace e Stoccato; il Villaggio De Leo a Sant’Eufemia in Aspromonte; il Centro Equestre di Basilicò. Per non parlare dell’importante Osservatorio Regionale per la Biodiversità della Calabria: creato grazie all’appoggio dell’Università della Calabria, questo strumento permette di conoscere la flora e la fauna del luogo, nonché i problemi dell’impatto ambientale e le aree protette. Moltissimi sono anche i musei che custodiscono la storia difficile dei vari paesi: a Bagaladi il Museo dell’Olio, a Bova quello di Paleontologia e Scienze Naturali, dunque quello Agro-Pastorale dell’Area Ellenofora; di Cittanova il Museo di Storia Naturale; a Gerace, collegato all’imponente Cattedrale, il Museo Diocesano; il MuSaBa (Museo di Santa Barbara) nel territorio di Mammola; Scido istituì il Museo della Civiltà Contadina, a ricordo del popolo di lavoratori che fondò il paese; infine, il Museo Nazionale di Reggio Calabria, che oltre ai Bronzi conserva numerosi reperti della Magna Grecia, sopravvissuti nei secoli alle catastrofi naturali e alle diverse devastazioni degli invasori. Per mantenere vive le tradizioni di un popolo da sempre orgoglioso della propria identità culturale, per tramandare arti antiche e dal valore inestimabile, sono stati organizzati dei Laboratori artigianali: botteghe a Bova per la lavorazione del vetro; le Ceramiche Condò, la Cooperativa Aracne (uno sviluppo dell’antico “salotto delle comari” che in tempi remoti si riunivano per lavorare la tela); a San Giorgio Morgeto lavorazioni di legno di castagno e laboratori di intreccio; quindi il Laboratorio di Musica Popolare di San Roberto. Inoltre il Parco Nazionale, grazie alle varie amministrazioni locali, organizza degustazioni gastronomiche di prodotti tipici di denominazione DOP e IGP, nonché vere e proprie sagre: il pane di grano; i pappaluni, fagioli tipici dell’Aspromonte; la patata d’Aspromonte a pasta gialla o bianca; il capocollo; la ricotta affumicata mammolese; il caprino della Limina; il canestrato (formaggio ovino, caprino vaccino o misto); il torrone di Bagnara Calabra; l’oliva grossa della zona di Gerace; il greco passito di Bianco; lo stocco di Cittanova; il caciocavallo di Cimina; infine il bergamotto, chiuso sul litorale reggino. L’Aspromonte poi è costellato da agriturismi, B&B e hotel che organizzano offerte-

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soggiorno per incentivare comitive e famiglie. L’ente Parco Nazionale, per agevolare l’esplorazione del territorio dall’inestimabile bellezza è costellato di aree campeggio e bivacco, aree picnic, sentieri naturalistici, ippovie, percorsi per mountain-bike, piste da scii e ciaspole, visite guidate ai canyon scavati dalle fiumare. Infine dal sito ufficiale dell’ente è possibile contattare guide e associazioni escursionistiche per organizzare delle visite personalizzate a questi luoghi.

Nella gestione culturale del territorio vicino Corrado Alvaro, fondamentale è il ruolo della Fondazione Corrado Alvaro: negli anni ’70 un Comitato Permanente di volontari ha promosso attività ed eventi per ricordare ed omaggiare uno scrittore unico e poliedrico come il Sanluchese. A San Luca dunque, grazie al Comune, all’Università della Calabria, a un Comitato Scientifico di illustri studiosi e all’allora Presidente Stefano De Fiores (e alla collaborazione di Don Massimo Alvaro, fratello dello scrittore e Presidente Onorario della Fondazione), nasce finalmente nel 1995 questo Ente, insieme all’Associazione Culturale “Il nostro tempo e la speranza” (in pratica il vecchio comitato promotore). Nonostante i tagli delle risorse economiche, questa fondazione non senza difficoltà sta tenendo duro per continuare a proclamare la gloria del più grande scrittore contemporaneo della Calabria. Iniziative con altre fondazioni (quella di Vincenzo Padula), convegni (anche internazionale, come avvenne a Madrid nel 2004), laboratori di scrittura, edizioni di opere e saggi riguardanti l’autore e la sua terra, premi letterari per scuole e studiosi del Sanluchese, festival, costruzione di un fondo librario: tutto questo grazie anche alla già citata Associazione Culturale, la quale si impegna per amministrare la parte “turistica” delle attività, con stampe di brochures, organizzazione di rappresentazioni nelle scuole ed escursioni nei luoghi d’ispirazione alvariani. Infine c’è la questione dell’importanza che ha avuto il Parco Letterario Corrado Alvaro, come si è detto il primo Parco istituito in Calabria per volontà del Presidente dei Parchi Letterari Stanislao Nievo, fondato nel 1996 per far rivivere la memoria letteraria dello scrittore a livello ambientale: un sogno svanito in fretta perché la commissione esaminatrice dei progetti presentati dai Parchi Letterari (per poter ottenere i fondi della Sovvenzione Globale) escluse il Parco Letterario calabrese dai finanziamenti. Nonostante tutti gli ostacoli (istituzionali ma anche delle cosche locali che mal gestiscono il territorio), è evidente che questo territorio sta facendo di tutto per riuscire finalmente ad emergere dall’oblio cui per secoli fu condannato, anche con

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donazioni ed aiuti da privati, affinché questo patrimonio dal valore unico ed inestimabile possa un giorno essere riconosciuto a livello nazionale: è un obiettivo che appare ancora molto lontano, visto le cattive condizioni in cui si trova l’Aspromonte, ma lentamente, grazie al fascino di queste montagne che lasciano a bocca aperta i turisti in visita, i quali decidono di tornare ad ammirare quei luoghi, sembra che qualcosa cominci a cambiare.

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