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Lavoratori delle Merci Varie (CULMV) (1946 al 1969)

4. La containerizzazione a Genova Avanguardia nel Mediterraneo, connessione con gli Stati Uniti, capacità d

4.1. Gestione pubblica e pubblica

Dal 1969 al 1983, il “controllo pubblico” dell’attività portuale fu egemonico nel dibattito pubblico; all’interno di questa cornice teorica si devono collocare i seguenti eventi: la nascita della “Servizi Portuali S.p.a.- Seport”, la creazione del “CAP- impresa” e la realizzazione del cosiddetto “binomio” (CAP-CULMV).

Nel 1975 il Presidente del CAP sostenne che il governo del porto709 dovesse essere gestito direttamente dallo Stato. Il prof. Giuseppe Dagnino si mostrò preoccupato di fronte all’ ipotesi di frammentazione della direzione del porto genovese710.

Nel 1972 la Compagnia Unica teorizzò che l’avanzamento della tecnologia dovesse restringere l’area d’intervento delle imprese e porre al centro il carattere

707 AsCULMV, CULMV, Relazioni e bilancio dell’esercizio del1971, ATA, Aprile 1972, p. 38. La

necessità dell’investimento del governo nazionale nelle infrastrutture era nuovamente alimentato dall’innovazione imposta dagli armatori nordamericani. L’innovazione tecnologica promossa degli armatori nordamericani era utilizzata dalla CULMV per denunciare nuovamente il basso investimento del governo centrale per l’innovazione tecnologica nei porti italiani. La CULMV utilizzava l’accusa del ritardo anche per quanto concerne la “ristrutturazione degli scali marittimi”. Si veda AsCULMV, CULMV, Relazioni e bilancio dell’esercizio del 1972, ATA, Aprile 1973, p. 24.

708 AsAPG, L’assemblea del CAP, in “Porto e aeroporto di Genova, mensile del consorzio autonomo del

porto di Genova”, 1979.

709 G. Dagnino in questo caso utilizzava questa formula per indicare sia la regia dei servizi a favore degli

armatori che il controllo della forza lavoro.

710AsAPGe, Giuseppe Dagnino, Problemi di una programmazione portuale, relazione presentata a Genova dal 19 al 21 febbraio scorso dall’AIESEC e dal CISCO sul tema «Sviluppo portuale e sviluppo economico», in “Porto ed aeroporto di Genova, mensile del Consorzio autonomo del porto di Genova”,

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totalmente pubblico del governo del porto711 . Secondo l’analisi della CULMV, il servizio d’impresa fu foriera di “disfunzioni e gestioni deficitarie712”.

Nell’anno successivo, il segretario provinciale del FILP-CGIL sostenne che il porto fosse “un bene pubblico713ed i sindacati confederali criticarono l’atteggiamento dei diversi governi nazionali, accusati di aver aggirato l’art.110 del Codice della Marineria, sul tema dell’ “autonomia funzionale”714

. In generale, i sindacati confederali appoggiarono gli sforzi delle Compagnie Portuali per promuovere la “gestione pubblica” dei porti in Italia715

.

Secondo la federazione ligure del PCI le autorità dovevano evitare che la containerizzazione del commercio potesse rappresentare il trampolino di lancio per processi di “smembramento e privatizzazione” del porto genovese716.

Quindi, nella seconda metà degli anni Settanta il peso della “mano pubblica” nel governo del lavoro portuale si rafforzò, forte di un notevole riconoscimento politico717.

Superamento delle imprese e la nascita della Seport

Presso il porto di Genova, le imprese private furono sciolte da un decreto del CAP con ordinanza n. 14 del 30 dicembre 1968718. Le imprese di sbarco, imbarco,

711

AsCULMV, CULMV, Relazione e bilancio dell’esercizio 1970, ATA 1970, p. 35. Si veda anche CULMV, Relazione e bilancio dell’esercizio 1972, p. 24.

711 AsStSoLig, Fondo CdL, B. XXI, Fasc. “CULMV e Compagnia portuale lavoratori ramo industriale”,

Bollettino della CULMV, Anno 5, n. 2, Dicembre 1972, Conferenza di Compagnia, 13-14-15 Gennaio 1973, Testo del documento organizzativo approvato dal consiglio di amministrazione, considerazione di carattere generale, p. 5.

712 AsCulmv, CULMV, Relazione e bilancio dell’esercizio 1973, ATA 1974, p. 11.

713 AsStSo, Fondo CdL, B. Misc. XXI, Fasc. «CGIL FILP - Nazionale», Relazione al VII° congresso

provinciale della FILP-CGIL svolta dal segretario Stefano Marrollo 5/6/7 Marzo 1973, Genova, Teatro dell’AMGA, p. 40.

714 AsStSo, Fondo CdL, B. Misc. XXI, Fasc. “FILP-CGIL, FILP-CISL, UILTEP-UIL (1971-1978), FILP-

CGIL, FILP-CISL, UILTEP-UIL, “Proposta di una piattaforma rivendicativa per una nuova politica del settore”, p. 5.

715

Archivio Centrale CGIL, FILP-CGIL, FILP-CISL, UILTATEP/UIL, Atti conferenza nazionale per la riforma della gestione e per la nuova politica portuale, 3-4 Aprile 1975, p. 20.

716AsStSoLig, Busta Misc. XXXV, Fasc. “Bollettino Regionale PCI (1971-1975), Per una disciplina del sistema portuale italiano, in “Bollettino d’informazione del comitato regionale del PCI”, Febbraio 1972

, p. 9.

717 AsStoSocLig, Fondo della CdL, B. XXI, Fascicolo “FULP (1976-1977)”, Relazione del 14.01.1977,

p. 1. All’interno del processo di “pubblicizzazione” di tutte le sfere dell’attività del porto genovese vi è stato l’assorbimento del servizio Soc. Universale e del servizio alle manovre ferroviarie (1971), AsStSoLig, Fondo CdL, B. XXI, Fasc. “CULMV e Compagnia portuale lavoratori ramo industriale”, Bollettino della CULMV, Anno 5, n. 2, Dicembre 1972, Conferenza di Compagnia, 13-14-15 Gennaio 1973, Testo del documento organizzativo approvato dal consiglio di amministrazione, considerazione di carattere generale, p. 10.

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giardinaggio, a conduzione privata (Imar, Sai, Sisa ed Esat) sono state superate719 ed assorbite da una società direttamente controllata dal CAP.

Il 28 marzo del 1969 la “Servizi Portuali S.p.a.- Seport” fu istituita a Palazzo San Giorgio ed assunse la regia di diverse attività (operazioni di scarico e carico, giardinaggio ed altre)720. La struttura societaria della Seport prevedeva la partecipazione del CAP(90%), il Comune(5%) e la Provincia ( 5%)721. Presso la Calata di Sanità e Nino Ronco la Seport fornì le proprie attrezzature al commercio marittimo containerizzato; i suoi lavoratori722 e sperimentarono le innovative procedure di gestione, attraverso la trasmissione automatizzata dei dati in tempo reale, da e per il Centro Elaborazione Dati723. Gli operatori della Seport si impegnarono nel miglioramento del collegamento ferroviario fra il porto e gli interporti724. Essa operò in particolare per la movimentazione dei container sino al febbraio del 1978725.

Superamento della Seport

Dalla prima metà degli anni Settanta, diverse strutture sociali iniziarono a muovere critiche sostanziali alla Seport e perorarono la causa della gestione diretta da parte del CAP. La CULMV ritenne che la creazione della Seport fosse il primo passo verso la gestione diretta delle operazioni da parte del CAP726 e avanzò la proposta di realizzare un Ufficio di Programmazione Centralizzato. Per queste motivazione, dal 1973 la CULMV richiese il “superamento della Seport”727

.

718ASCULMV, CULMV, Relazioni e bilancio dell’esercizio del 1968, ATA, Aprile 1969, p. 13. 719 P. Batini, L’occasionale, op. cit., p. 47.

720

ASCULMV, CULMV, Relazioni e bilancio dell’esercizio del 1968, ATA, Aprile 1969, , p. 14.

721 AsAPGe, La costituzione della Seport, in “Rivista il porto di Genova”, 1969, n. 3 Marzo, p. 201. 722 I lavoratori della Seport erano poco meno di mille unità. AsStoSocLig, Fondo Camera del Lavoro, B.

MiscXXI, doc. “FILP_Cgil, elezione delegati, in data 03.02.1972”.

723AsAPGe, L’attività della Seport nel 1973, in “Porto e aeroporto di Genova”, 1974, Giugno, n.6, p.

641.

724 AsAPGe, Treno bloccato porta-containers tra Genova e Montale, in “Porto e aeroporto di Genova”,

1973, p. 36.

725

AsAPGe, Assemblea generale straordinaria del Cap del 30 novembre 1977, in “Il Porto e aeroporto di Genova”, 1978, n.1, p. 6.

726 AsCULMV, CULMV, Relazione e bilancio dell’esercizio 1974, ATA Genova 1975, p. 27. Sin dal

1971, la Compagnia Unica ha mostrato le sue perplessità verso la logica di fondo della Seport, indicata come colpevole di una mancata innovazione rispetto alle imprese private e di negligenza nell’offerta di risposte significative ai traffici specializzata. AsCULMV, CULMV, Relazione e bilancio dell’esercizio

1971, ATA Genova 1972, p. 29.

727 AsCULMV, Programma di ristrutturazione della Compagnia, in “Notiziario della CULMV”, 1973, P.

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Nel 1975 la FILP-CGIL affermò che la Seport avesse determinato “promiscuità di compiti e mansioni” e ripropose che il “CAP assumesse la gestione diretta dei servizi e l’affidamento alla Compagnia Unica di tutte le operazioni di carici, scarico, trasporto deposito e assistenza delle merci728”. Dopo il superamento della Seport, si pose il problema della realizzazione della cosiddetta “CAP-Impresa”729

; ovvero dal 1978 il CAP gestì direttamente la regia delle operazioni, inglobando le incombenze della Seport e accogliendo i lavoratori di tale struttura730.

Verso il binomio

Dal 1973 la CULMV perorò la causa dell’affermazione del “binomio CAP- Compagnia”731

. Nel 1977 il vicesindaco di Genova mostrò come si dovesse procedere verso un’impostazione che indicava implicitamente al “binomio”, ovvero affidare al CAP il governo di tutte le operazioni e alla Compagnia Unica la direzione dell’attività tecnico-operativa732

Nel 1982 il presidente del CAP comunicò il raggiungimento dell’accordo sul “binomio”, il quale definì un “nuovo modello di organizzazione” per l’unità funzionale del CAP-impresa e Compagnia Unica impegnata nell’erogazione del servizio agli armatori e del lavoro portuale. La nuova organizzazione si basò sul “Centro di Programmazione”, il quale aveva la regia dell’intero ciclo delle operazioni, attraverso la definizione di tutti gli strumenti di lavoro e della manodopera necessari. Al tempo

728 AsAPGe, Conferenza stampa alla Filp –Cgil, “Porto ed aeroporto di Genova, mensile del Consorzio

autonomo del porto di Genova”, 1975, p. 386.

729AsAPGe, Al Cap le funzioni di impresa, in “Porto ed aeroporto di Genova, mensile del Consorzio

autonomo del porto di Genova”, 1978, p. 845.

730 AsStSoLig, Fondo della CdL, B. XXI, Fascicolo “CAP e sindacato”. Nel 1977 il Consiglio di

amministrazione della Compagnia Unica avanzava la tesi che l’innovazione tecnologica internazionale non dovesse annullare la valenza sociale e storica della Compagnia come “organismo operaio” capace di coniugare l’adeguamento del porto genovese e la difesa dei lavoratori. AsCULMV, CULMV, L’ “Organismo operaio”, in “Notiziario della CULMV”, Anno 10, Luglio-Agosto-Settembre 1977, Anno 10, n.2, p. 3.

731 Questa operazione si sarebbe perseguita attraverso “la costituzione dell’impresa pubblica, in

sostituzione delle imprese private. AsCULMV, Programma di ristrutturazione della Compagnia, Notiziario CULMV, 1973, p. 4. Nel 1978 la CULMV sosteneva che al “binomio” doveva spettare il governo dei servizi alla nave, e specificatamente alla CULMV si doveva garantire la gestione tecnica della manodopera nell’area banchina-nave. AsCULMV, CULMV, Conferenza stampa della Compagnia, in “Notiziario della CULMV”, 1978 Anno 11, n.3-4, III-IV trimestre, pp.8-9.

732 Intervento di Luigi Castagnola(Vice sindaco di Genova), in Autore, Atti del convegno sul porto 20-

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stesso si definì che i settori dei container potessero mantenere una programmazione decentrata, in relazione alla specializzazione tecnologica.

Il CAP-impresa deteneva la responsabilità delle operazioni, eseguite sul piano concreto dal “centro di programmazione”733

.

La Compagnia fu coinvolta anche nella programmazione centrale, nella gestione dei mezzi, nella direzione dello stivaggio e nell’amministrazione del servizio di nave734. Materialmente, il binomio fu stipulato nel 1982 per poi essere superato con la conclusione della presidenza del professor Dagnino l’asso successivo.