CAPITOLO II. COMUNICARE LA SOSTENIBILITÀ
2. Gestione delle reti di fornitura
Assumendo come pilastro fondante della presente analisi la constatazione per la quale, affinché un’azienda sia virtuosa, é necessario che questa sia integralmente improntata ai dettami etici di salvaguardia ambientale e ottimizzazione dei processi ad impatto sociale, diventa imprescindibile soffermarsi sui diversi aspetti strutturali, organizzativi e operativi della realtà imprenditoriale, rilevandone le criticità ed esaltandone le positività che inevitabilmente coinvolgono gli stakeholders e tutti i soggetti economici-finanziari con i quali l’azienda inevitabilmente dialoga e interagisce al fine raggiungere gli obiettivi imprenditoriali.
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La ricerca di nuovi approcci alla gestione della filiera produttiva basati sull’allocazione volontaria di risorse a progetti di miglioramento degli impatti sociali e ambientali oltre i confini aziendali trova le sue radici nei rischi associati alla crescente disaggregazione e internazionalizzazione delle filiere produttive (52). Gli studi di settore dimostrano come progetti ambientali di successo siano il logico e imprescindibili corollario di sistemi di offerta di migliore qualità, incremento dell’efficacia produttiva e rafforzata capacità di creare valore per i clienti finali consequenzialmente alla riduzione degli sprechi e al rafforzamento della reputazione.
In linea con quanto testimoniato dai risultati degli studi focalizzati sulla variabile ambientale, l’integrazione di tematiche sociali nelle relazioni di filiera è strettamente connessa all’accumulazione di risorse immateriali di fiducia e reputazione, comportando sia una riduzione del potenziale di comportamento opportunistico e dei correlati costi di transazione e sia l’incremento del coinvolgimento degli attori a monte e a valle e l’allineamento delle aspettative verso obiettivi comuni di qualità, innovazione e valore per il cliente finale .
Così, la sostenibilità della supply chain di una particolare azienda è correlata ad una molteplicità di questioni tra cui il settore di riferimento dell’attività, la posizione geografica, le aspettative degli stakeholders, le priorità aziendali e la cultura organizzativa. Pertanto affrontando e superando i rischi sociali, ambientali ed economici nella supply chain, le aziende possono proteggere la propria quota di mercato e ridurre i costi legati a tali rischi. La capacità di individuare i potenziali rischi e di elaborare soluzioni ad hoc per ridurne le relative conseguenze rientra a pieno titolo nell’ambito strategica della sostenibilità ambientale. In definitiva, l’obiettivo è quello di sviluppare reti di supply chain tanto flessibili da poter rispondere efficacemente a situazioni sempre in rapida evoluzione. Inoltre, la gestione accurata delle problematiche sociali, ambientali ed economiche può agevolare le aziende ad affrontare i rischi legati all’immagine in un’ottica di tutela della brand awarness e della fedeltà dei clienti, onde scongiurare l’impatto sul fatturato aziendale e auspicando di influire positivamente sulla quota di mercato conquistata e detenuta dalle aziende.
La relazione che intercorre tra supply chain e sostenibilità viene erroneamente ritenuta e qualificata alla stregua di un costo aziendale irrecuperabile, mentre accordando merito e valore alle valutazioni realistiche si giunge al risultato contrario. Più nel dettaglio, le realtà imprenditoriali che hanno accolto di buon grado la proposta dell’introduzione proattiva dei
52. Anthony J. Daboub & Jerry M. Calton, Stakeholder learning dialogues: How to preserve ethical responsibility
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concetti legati alla sostenibilità nella propria supply chain hanno risparmiato risorse finanziarie, ridotto i costi e aumentato il valore delle proprie attività. Con l’intento di avvalorare questo dato è stato dimostrato che la gestione sostenibile degli input operativi, quali energia, acqua e materie prime, riduce in modo significativo i costi di approvvigionamento delle aziende e, allo stesso tempo, ottimizza l’impatto ambientale e migliora le condizioni di salute degli operatori della supply chain.
D’altronde, creare una supply chain sostenibile significa veicolare la medesima catena per assicurare un equo trattamento ai dipendenti e per assumere un atteggiamento di apertura al punto tale da considerare stakeholder chiunque diventi protagonista del processo aziendale interattivo. Del resto, il coinvolgimento dei fornitori ha come duplice e finale obiettivo quello di identificare degli assiomi che, nell’ambito della sostenibilità, siano considerabili in modo collettivo quali principi cardine da ossequiare e di collaborare in maniera più stretta attraverso priorità condivise. Le relazioni in discorso possono, a loro volta, fornire alle aziende informazioni cruciali concernenti eventuali tendenze, variazioni di mercato e altri fattori esterni che possono ripercuotersi in generale sul sistema imprenditoriale e nello specifico nella realtà aziendale. Inoltre, quando queste relazioni derivano da decisioni assunte dagli stakeholders, la capacità di garantire buoni risultati aziendali migliora notevolmente.
Una supply chain sostenibile implica anche promuovere buone pratiche etiche e procedure di governance responsabili durante tutto il ciclo di vita di beni e servizi offerti. Impegnarsi con i fornitori su tali questioni aiuta a migliorare la qualità del prodotto, ridurre frodi e minimizzare i relativi costi, migliorare la reputazione aziendale e contribuire alla realizzazione di un ambiente aziendale sostenibile.
Dopotutto, la leva fondamentale della strategia sostenibile è costituita dalla constatazione che i prodotti sostenibili stanno riscuotendo successo in una fascia sempre più ampia di popolazione, che con il passare del tempo ha cominciato ad attribuire massima importanza alla sostenibilità e al pianeta. I consumatori sono sempre più inclini alle decisioni di acquisto ponderate e razionali, che in un’ottica di solidarietà e aspettativa di futuro migliore tengano in considerazione l’impatto sociale e ambientale. Così, rendere i prodotti più sostenibili può costituire il presupposto favorevole alla conquista di un settore di mercato in crescita. Pertanto, si può concludere che le decisioni intelligenti dal punto di vista della sostenibilità possono porre l’azienda in una posizione di privilegio, garantendole maggior competitività e minori rischi.