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Il documentario fu girato con un’Agfa Movex 30, una macchina da presa con due obiettivi intercambiabili. Fu realizzato per conto del Gruppo Rionale di Porta a Lucca e doveva esaltare l’associazionismo giovanile fascista che tanto interessava al regime.

L’intenzione era quella di comunicare quanto fossero piacevoli le occasioni di divertimento collettivo proposte dalle alte sfere e qui realizzate nell’organizzazione di un’escursione in bicicletta.

Come in altri documentari l’attenzione di Benvenuti cade sui dettagli fin dalle prime inquadrature: un primo piano di una mano che chiude uno zaino e i primi piani dei volti di alcuni ufficiali. L’uso del dettaglio racconta il clima e lo spirito con cui viene affrontata l’escursione.

Seguono immagini della preparazione per la partenza per la gita: è ripreso in campo medio un giovane che gonfia la ruota della bicicletta di una Giovane Italiana. In questa immagine non c’è solo l’atto di gonfiare una ruota di una bicicletta, ma anche il volere raccontare, attraverso quest’immagine, un atto di cavalleria. Anche in questo documentario viene fuori il cinema di Mario Benvenuti e la sua capacità di cogliere dentro un’inquadratura la realtà e gli aspetti più profondi e più intimi.

Giovane che gonfia la ruota della bicicletta di una Giovane Italiana.

Il gruppo parte in bicicletta e la macchina da presa di Benvenuti sottolinea lo spirito gioioso dei partecipanti. A un certo punto troviamo una scena particolare: la macchina da presa è collocata al lato di una strada mentre il gruppo dei gitanti, procede in bicicletta.

Il piano all’inizio coglie i ciclisti in campo medio ma in pochi istanti il movimento progressivamente si evolve finché essi, uno dopo l’altro, sfrecciano davanti all’obiettivo. Attraverso l’uso di un campo lungo, Benvenuti continua a riprendere il gruppo che velocemente si allontana.

La gita continua fino alla prima sosta nel paese di Collesalvetti, come spiega la didascalia.

Didascalia

I giovani scendono dalle biciclette che vengono appoggiate a un muro; la macchina da presa si sofferma sul dettaglio del primo piano di un avanbraccio di un Giovane Balilla mentre subisce una medicazione. Il gruppo riparte e segue una panoramica sulla campagna.

Una didascalia introduce l’incontro fra i gitanti e alcuni ufficiali dell’esercito.

Didascalia

Segue una panoramica dall’alto dei giovani partecipanti all’arrivo a Fauglia. Scesi dalle biciclette vengono ripresi nell’atto di sistemarsi la divisa, mentre le ragazze si pettinano i capelli. La macchina da presa di Benvenuti insiste poi sull’immagine delle ragazze intente a pelare le patate; a loro si unisce un ufficiale che Benvenuti riprende per sottolineare la partecipazione dell’organizzazione fascista nella preparazione del rancio.

Una didascalia annuncia l’ora del rancio.

Seguono immagini di ragazzi che servono i piatti, un primissimo piano di un piatto di pasta, quindi l’inquadratura di un ufficiale a capotavola che prima di iniziare a mangiare si toglie il cappello che rivela la sua calvizia. Seguono una serie di riprese sui tavoli e l’inquadratura su tre ragazze che scherzano, una di esse è ripresa mentre indossa il cappello dell’ufficiale e ride con le compagne vicine. Seguono una serie di inquadrature sui tavoli.

Tre giovani Italiane

Attraverso queste immagini Benvenuti ci descrive una giornata di festa, soprattutto quando la macchina da presa riprende in primo piano un grammofono acceso e dall’alto le Giovani Italiane che ballano su un’aia insieme agli ufficiali.

I giovani e gli ufficiali scherzano e collaborano, come ci viene documentato attraverso il primo piano del fascista ripreso da Benvenuti mentre sbuccia la patata per il pranzo. L’ironia di Benvenuti evidenzia l’ufficialità dei capi fascisti che partecipano alla gita, ma nello stesso tempo sottolinea la loro mediocrità nel momento in cui viene inquadrato l’ufficiale che si toglie il cappello e senza volerlo mostra l’inizio della pelata.

Finito il pranzo, segue l’immagine del primo piano del grammofono che ci introduce la danza dei giovani su un’aia.

Primo piano del grammofono

Il ballo

L’ultima didascalia, che indica il ritorno con merenda nella pianura della Piccola Maremma, annuncia che la gita sta per giungere al termine, infatti Benvenuti riprende, attraverso l’uso della panoramica, i giovani in procinto di partire. In una delle ultime inquadrature la macchina da presa è posizionata al centro della strada; in campo medio i giovani avanzano verso l’obiettivo, in testa

Il ritorno a casa

Alla fine, questo documentario si trasforma in una festa di paese, in quanto la scena del ballo ricorda una festa contadina su un’aia. Contribuisce a questo il venir meno di certe ragioni formali e lo sguardo ironico del regista, uno sguardo attento ai dettagli che vuole andare a filmare il lato umano delle cose.

I Canottieri

I Canottieri è un provino realizzato nel 1941. Nonostante l’eseguità dei

fotogrammi questo filmato è un frammento interessante, perché presenta un uso particolare della luce ed è costruito quasi totalmente su dettagli di oggetti e di figure umane; sono presenti solo un paio di campi medi e un campo lungo.

Dettaglio del primo piano dello scalmo

Dettaglio del braccio del canottiere

Campo lungo dei canottieri

Dal filmato emerge la passione del regista, per il quale un servizio su un allenamento di canottaggio costituiva un soggetto da studiare, tenendo anche conto del paesaggio circostante.

Canottieri e la Traversata invernale di Pisa a nuoto sono gli unici filmati che

giocano sugli attributi del movimento.

Benvenuti girò questo filmato sui canottieri seduto al posto del timoniere e questo gli permise di cogliere da vicino la muscolatura contratta di un canottiere e il particolare dei remi che fendevano l’acqua.

L’importanza di essere riuscito a cogliere questi dettagli, sta proprio nell’avere ripreso l’allenamento direttamente dall’imbarcazione, cosa che non avrebbe potuto realizzare se avesse filmato da terra.