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A giudicare dall’evoluzione della responsabilità per fatto altrui nel diritto cinese,

formulazioni del diritto romano e dei precedenti codici civili del sistema romanistico.

Come si è avuto modo di vedere in precedenza, il processo di evoluzione della responsabilità per fatto altrui è iniziato nel diritto romano per poi convogliare nei codici civili moderni, secondo una chiara linea di continuità. Inoltre, il cambiamento delle regole concrete, dovuto al lavoro dei giuristi nei secoli, è stato graduale. Rispetto

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al processo di evoluzione del diritto occidentale, però, lo sviluppo della dottrina riguardo alla responsabilità per fatto altrui nel diritto cinese appare straordinariamente veloce. Nel secolo scorso, a causa dei mutamenti politici, potremmo osservare tre evidenti punti di rottura nel processo di evoluzione:

La prima rottura ebbe luogo all’inizio del secolo scorso. Durante la riforma del diritto, il governo della Dinastia Qing ricalcava il Codice civile tedesco. Però, a causa del regime di urgenza, il legislatore non prestava più attenzione alla tradizione originale, né alle esigenze reali della società cinese d’allora. Per esempio, nella società cinese dell’inizio del secolo XX, la patria potestà non era meno forte di quella della società romana antica. Quindi, l’articolo relativo alla responsabilità dei sorveglianti, che si basava sulla colpa in vigilanza, non era conforme al sistema della famiglia cinese d’allora. Comunque, questa rottura ha prodotto grandi effetti, abbandonando totalmente la tradizione cinese con l’introduzione del sistema romanistico, e in particolare il diritto tedesco, conseguentemente la legislazione e la teoria cinese, in generale, hanno continuato a seguire questa direzione di cambiamento.

La seconda rottura è avvenuta nel XX secolo, precisamente negli anni Cinquanta. Dopo la fondazione della Repubblica Popolare Cinese, il governo centrale dava l’ordine di abrogare tutte le vecchie leggi. Di conseguenza, erano distrutti tutti i prodotti di quasi mezzo secolo di legislazione e teoria giuridica. Il sistema tedesco, almeno nella legislazione, veniva dunque abbandonato. In seguito era introdotto in Cina il diritto sovietico. Anche l’influenza successiva di questa rottura, nel campo della responsabilità per fatto altrui, era piuttosto forte, in particolare in ambito legislativo: per esempio, nella fattispecie della responsabilità dei preponenti, i soggetti responsabili venivano distinti secondo i diversi tipi del sistema di proprietà, come consuetudine del diritto sovietico.

L’ultimo momento di rottura avveniva negli anni Ottanta del XX secolo. A causa della rivoluzione culturale, nuovamente venivano distrutti tutti i sistemi di

legislazione e scienza giuridica, inclusi quelli derivati dal diritto sovietico. Solo dopo la conclusione di questo movimento politico, il governo centrale decideva di ricostruire il sistema giuridico, e ricominciava il lavoro di legislazione e ricerca giuridica. Rispetto ai due precedenti periodi di crisi, questo momento di rottura non fu un vero e proprio cambiamento, quanto un ritorno alle tradizioni precedenti. Nel campo della responsabilità per fatto altrui, dal punto di vista della legislazione, ritornava il sistema sovietico, dai cui articoli il diritto cinese traeva delle formulazioni simili; dal punto di vista della ricerca giuridica, la tradizione romanistica, in particolare quella tedesca, tornava di nuovo in auge, perché in quel tempo, a causa della similarità della lingua di formulazione, la maggior parte della ricerca giuridica consultava il diritto di Taiwan e del Giappone, diritti chiaramente ispirati alla dottrina tedesca.

Secondo l’analisi suddetta, potremmo dire che, riguardo alla redazione della responsabilità per fatto altrui nel diritto cinese, il fattore più importante fu certamente la consultazione dei precedenti stranieri, in particolare del sistema romanistico, poiché noi, al contrario dei paesi occidentali, non avevamo le esperienze sufficienti sia nella legislazione sia nella ricerca giuridica per sviluppare autonomamente una legislazione in merito. Durante le riforme sociali avvenute nel secolo scorso, provavamo a cambiare il rapporto fondamentale e a guidare la richiesta sociale tramite l’imitazione delle esperienze dei paesi occidentali. Ancorché ci siano state alcune rotture nel processo di evoluzione del diritto cinese durante il secolo scorso, la tradizione romanistica ha trovato accoglienza nel diritto cinese. Anche nella nuova legge, la redazione della responsabilità per fatto altrui deve quindi proseguire questa tradizione.

B. Riflessioni sul diritto romano e sui codici civili del sistema romanistico: nella nuova legge sulla responsabilità extracontrattuale, la redazione della responsabilità per fatto altrui non è altro che il risultato del confronto tra i precedenti presenti nel diritto romano e nei codici civili del sistema romanistico.

a) L’accoglimento dei punti simili dei codici civili del sistema romanistico provenienti dal modello comune stabilito nel diritto romano

Riguardo alle somiglianze tra i codici civili del sistema romanistico sulla base del modello comune del diritto romano, come già detto in precedenza, la responsabilità per fatto altrui si riferisce a tre categorie di fattispecie: la prima è la responsabilità dei sorveglianti per il fatto degli incapaci; la seconda è la responsabilità dei genitori, ecc., per il fatto dei minori; la terza è la responsabilità dei preponenti per il fatto dei preposti. Nel sistema della responsabilità extracontrattuale, queste fattispecie della responsabilità, basandosi sui rapporti intercorrenti tra i responsabili e gli autori del fatto, svolgono il ruolo di eccezione in deroga al principio generale della colpa, allo scopo di tutelare la vittima.

Nel campo della responsabilità per fatto altrui del diritto cinese, l’impostazione sistematica unificante e le partizioni che vengono svolte all’interno di essa sono conformi allo spirito sistematico del diritto romano. Come si è visto, nella Legge sui Principi Generali di Diritto Civile, l’art. 106, 2 comma prevede il principio generale della colpa; a fianco del principio generale, nell’art. 133 è prevista la responsabilità dei sorveglianti per il fatto dei minori e degli infermi di mente. In base al sistema costruito dai Principi Generali, poi, nell’interpretazione giurisprudenziale del 2003, gli articoli 7, 8 e 9 prevedono le fattispecie della responsabilità per fatto altrui, cioè la responsabilità delle scuole, gli asili e altri organi educativi per il fatto dei minori, la responsabilità delle persone giuridiche o degli altri enti per il fatto dei direttori e i dipendenti, la responsabilità dei datori di lavoro per il fatto dei dipendenti, ecc. Queste fattispecie, insieme alla fattispecie prevista dall’art. 133 dei Principi Generali, sono eccezioni del principio generale della colpa previsto dall’art. 106, 2 comma della

legge sui Principi Generali di Diritto Civile.

Nella nuova legge sulla responsabilità extracontrattuale, questo sistema è seguito tramite i lavori di redazione. Infatti, la nuova legge sulla responsabilità extracontrattuale, come si è visto, è proveniente dalle leggi precedenti in base alla redazione e alle modifiche. Il principio generale della colpa è previsto nell’art. 7, 2 comma, che è la copia dell’art. 106, 2 comma della legge sui Principi Generali di Diritto Civile. A fianco del principio generale della colpa, si trovano le fattispecie tipiche della responsabilità per fatto altrui, cioè, la responsabilità dei sorveglianti (inclusi i genitori, ecc.) per il fatto dei minori e gli infermi di mente nell’art. 32, la riproduzione dell’art. 133 dei Principi Generali; la responsabilità dei preponenti per il fatto dei dipendenti negli articoli 34, 35, la sintesi degli articoli 8 e 9 dell’interpretazione giurisprudenziale del 2003.

Sulla base della struttura dei relativi articoli, è presentata la costruzione della responsabilità per fatto altrui conforme ai punti condivisi dai vari codici civili del sistema romanistico. Cioè, la responsabilità per fatto altrui include le fattispecie seguenti: la responsabilità dei sorveglianti per il fatto degli incapaci e la responsabilità dei genitori, ecc., per il fatto dei minori nell’art. 32; la responsabilità dei preponenti per il fatto dei dipendenti negli articoli 34, 35. Questi tre articoli si riferiscono ai casi in cui esistono i rapporti intercorrenti tra i responsabili e gli autori del fatto. Dunque, queste fattispecie, allo scopo della tutela delle vittime, derogano il principio generale della colpa in base a tali rapporti speciali.

Però, gli articoli suddetti, mescolati con altri articoli relativi alla capacità di intendere e di volere, al dovere di assicurazione, ecc., sono collocati nella parte “disposizioni speciali per i soggetti responsabili”. Questa collocazione è diversa da quella dei codici civili del sistema romanistico. Quindi, secondo alcuni studiosi cinesi, tale struttura risulta irragionevole e non accettabile, e si dovrebbe dividere questo

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b) La scelta nel caso in cui sussistano differenze tra i codici civili che sono provenienti dal diritto romano.

Oltre alle somiglianze dovute al modello comune del diritto romano, sulla conoscenza della responsabilità per fatto altrui, esistono anche alcune differenze tra i diritti dei diversi paesi.

(I) Dal punto di vista del testo giuridico, in alcuni codici civili le fattispecie della responsabilità per fatto altrui sono previste in modo unitario. Oltre a ciò, si trova anche una clausola generale per indicare le fattispecie, per esempio, l’art. 1384, 1 comma nel Codice Napoleone e l’art. 1153, 1 comma nel Codice civile italiano del 1865. Invece, in altri codici civili, in particolare nel BGB, le fattispecie della responsabilità per fatto altrui sono previste in articoli diversi senza una cosiddetta clausola generale.

A mio avviso, questa è solo una differenza formale che causa, semmai, metodi diversi per quanto riguarda lo studio della responsabilità per fatto altrui, ma non ci sono altre influenze sostanziali. Infatti, gli studiosi di paesi diversi, come si è detto, arrivano ad una concordanza su questa responsabilità speciale: tralasciando le diverse figure nei codici civili, tendono a cercare la caratteristica comune nel rapporto intercorrente tra i soggetti coinvolti.

(II) Riguardo al caso in cui un danno è cagionato dal fatto di minore o di infermo di mente, il BGB lo prevede in modo unitario, cioè la responsabilità dei sorveglianti (in senso lato) per il fatto di minore o di infermo di mente nell’art. 832; mentre il Codice civile italiano del 1942 lo divide in due articoli: l’art. 2047, 1 comma che è dedicato alla responsabilità dei sorveglianti per il fatto degli incapaci, e l’art. 2048 che prevede

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Liang Huixing, L’analisi del progetto della legge sulla responsabilità extracontrattuale ed i consigli di modifica, in Giurisprudenza Cinese, novembre 2009.

la responsabilità dei genitori, ecc. per il fatto dei minori capaci.

Come si è visto nella parte del diritto romano, sono già state proposte le fattispecie tipiche della responsabilità per fatto altrui: la responsabilità dei nautae, caupones, stabularii per il fatto dei dipendenti, la responsabilità del paterfamilias per il fatto dei servi o dei figli di famiglia. Oltre ciò, è accennata appena appena la responsabilità dei sorveglianti per il fatto degli incapaci. Quindi, il diritto romano, basandosi sulla distinzione tra il rapporto di sorveglianza e il rapporto di potestà tra i responsabili e gli autori del fatto, distingue la responsabilità dei sorveglianti dalla responsabilità del paterfamilias. Questa impostazione del diritto romano è seguita precisamente dal Codice civile italiano del 1942. Anche sulla base della impostazione del diritto romano, il Codice civile tedesco, considerando che la sorveglianza ha potenza dinamica tanto da includere i rapporti sia tra i genitori e i minori capaci sia tra i sorveglianti e gli incapaci, ha invece avvicinato la posizione dei genitori (il paterfamilias nel diritto romano) a quella dei sorveglianti. Perciò, nell’art. 832 del Codice civile tedesco sono messe insieme le due fattispecie, ossia la responsabilità dei sorveglianti per il fatto degli incapaci e la responsabilità dei genitori, ecc., per il fatto dei minori capaci.

Facendo il confronto fra le diverse soluzioni dei codici civili che tutte sono provenienti dalla impostazione del diritto romano, nella presente tesi, preferisco accogliere la struttura del Codice civile italiano del 1942. Poiché, la responsabilità dei sorveglianti per il fatto degli incapaci si basa sul rapporto di sorveglianza, secondo il quale i responsabili devono esercitare sugli autori del fatto un controllo idoneo in modo diligente ad impedirne l’attività dannosa. Nel caso in cui un incapace ha cagionato il danno ad altro, questo autore del fatto non risponde del danno in quanto egli non ha capacità di intendere e di volere. Dunque, la responsabilità del risarcimento del danno cade sul sorvegliante in base al rapporto di sorveglianza. La responsabilità dei genitori, ecc., per il fatto dei minori capaci, invece, si basa sul rapporto di potestà dei genitori, secondo il quale i responsabili, soprattutto i genitori,

svolgono il ruolo di sostegno della famiglia, con una dimensione che include molti profili, morale, economico, di difesa, di disciplina all’interno della famiglia che viene sostenuta. In questo quadro, di competenza dei genitori a compiere le valutazioni su ciò che è meglio per la famiglia, e su ciò a cui questa può fare fronte, si inserisce il risarcimento del danno cagionato dal minore. Quindi, sebbene l’autore del fatto debba assumere la responsabilità quanto poiché capace di intendere e di volere, la responsabilità cade ancora sui genitori in base al rapporto di potestà. Insomma, queste fattispecie abbiano le diverse nature, il distinguere queste due fattispecie è la migliore soluzione.

Quindi, nell’interpretazione giuridica nel diritto cinese, è meglio distinguere le fattispecie diverse, cioè la responsabilità dei sorveglianti per il fatto degli incapaci e la responsabilità dei genitori, ecc., per il fatto dei minori capaci, malgrado nell’art. 32 nella nuova legge sulla responsabilità extracontrattuale è accolta la struttura stabilita dal BGB.

C. Riepilogo

Sulla base dell’analisi precedente, potremmo proporre la linea generale della responsabilità per fatto altrui nella legge sulla responsabilità extracontrattuale:

a) il concetto di ‘responsabilità per fatto altrui’ indica una responsabilità speciale secondo cui chi è tenuto al risarcimento non è l’autore materiale dell’evento di danno per il terzo, bensì è un diverso soggetto;

b) tale responsabilità si configura in relazione a tre categorie di fattispecie basate su rapporti fondamentali tra i soggetti responsabili e gli autori del fatto: la prima è la categoria delle fattispecie della responsabilità dei sorveglianti per il fatto degli incapaci basate sul rapporto di sorveglianza; la seconda è la categoria delle fattispecie della responsabilità dei genitori e dei sostituti per il fatto dei minori basate sul rapporto di potestà; la terza è la categoria delle fattispecie della responsabilità dei

preponenti per il fatto dei preposti basate sul rapporto di preposizione;

c) nel sistema della responsabilità extracontrattuale, le responsabilità per fatto altrui, come le fattispecie speciali, derogano al principio generale della colpa.

3. La fattispecie tipica (I): la responsabilità dei sorveglianti

Secondo l’art. 32 della nuova legge, nel caso in cui il danno ad altro è cagionato da una persona senza capacità di agire o con capacità limitata di agire, la responsabilità di danno cade sui soggetti che sono tenuti alla sorveglianza.