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La responsabilità per fatto altrui nel Codice Napoleone

Prima di esaminare le disposizioni della responsabilità per fatto altrui nel Codice Napoleone, dobbiamo consultare la trattazione relativa di Pothier, perché questo “padre” del Codice Napoleone ha esercitato una grande influenza su di esso e sulla dottrina francese.

Nella parte della trattazione dei fondamenti dell’obbligazione, il Pothier indicava: “non è obbligata alla riparazione del danno solamente la persona che ha commesso il delitto o quasi-delitto, ma tutte quelle ancora alla podestà di cui trovasi questa persona subordinata, come sono i genitori, i tutori, i precettori allorquando il delitto o quasi-delitto sia stato commesso in loro presenza, e generalmente quando, potendo impedirlo, non lo hanno fatto. Ma se essi non hanno potuto impedirlo, sono esenti da qualunque obbligazione: Nullum crimen patitur is qui non prohibet, quum prohibere non potest. Quand’anche il delitto fosse stato commesso a loro vista e saputa: Culpa caret qui scit, sed prohibere non potest.”112

Secondo le parole citate, accanto alla responsabilità per fatto proprio, è introdotta la responsabilità per fatto altrui, intendendosi come un soggetto risponde del fatto della persona subordinata. Per di più, tale responsabilità è quella sulla base della culpa causata dal mancato impedimento del fatto illecito, corrispondente al sistema intero della responsabilità extracontrattuale costruito dal Pothier in cui questo giusnaturalista esaltava il principio della colpa a dogma del sistema, secondo la quale tutte le responsabilità si basano sulla colpa propria.

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Pothier G., Trattato delle obbligazioni, in Opere di G. R. Pothier (Tomo Primo) (seconda edizione italiana), Livorno, 1841, 94.

Poi, oltre a ricordare i genitori, i tutori e i precettori nell’esemplificazione, il Pothier individuava questa responsabilità nella fattispecie della responsabilità dei padroni: i padroni sono tenuti ai delitti dei loro servitori quando non li hanno impediti pur potendo farlo. Essi sono tenuti anche a quelli che non hanno potuto impedire, quando i servitori li hanno commessi nell’esercizio delle funzioni alle quali erano preposti. Questa disposizione fu stabilita per rendere attenti i padroni a non servirsi che di buoni domestici.113

Nella parte delle obbligazioni accessorie, sono anche indicate altre fattispecie, una è la responsabilità dei committenti per il delitto dei loro commessi. “I commessi obbligano i loro committenti non solamente con il contratto; ma chi ha preposto alcuno ad una qualche funzione è responsabile dei delitti e quasi delitti commessi da questo nell’esercizio delle funzioni a cui era preposto; e se vari sono quelli che l’hanno preposto, tutti ne sono solidalmente tenuti senza alcun benefizio di divisione o di escussione. Per altro, anche la responsabilità dei padri di famiglia appartiene a questo ambito. I padri sono responsabili dei delitti di loro figli minori e della loro moglie, quando non li hanno impediti avendo avuto il potere di farlo. Si presume che avrebbero potuto impedire il delitto quando fu commesso in loro presenza. Quando fu commesso in loro assenza bisogna giudicare, secondo le circostanze, se il padre abbia potuto impedire il delitto o meno. Quello che abbiamo detto dei padri, si applica anche alle madri, quando dopo la morte del marito hanno i figli nella loro podestà. Ciò può applicarsi egualmente ai precettori, pedagoghi, e a tutti coloro che hanno delle persone non adulte sotto la loro direzione.”114

La trattazione del Pothier appena citata passava in gran parte nell’art. 1384 del Codice Napoleone:

“Ciascuno parimente è obbligato non solo per il danno che cagiona per fatto

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Pothier G.., Trattato delle obbligazioni, cit., 94, 238.

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proprio, ma anche per quello che viene arrecato con il fatto delle persone delle quali deve rispondere, o con le cose che ha in custodia.

Il padre, e, in sua mancanza la madre, sono obbligati per i danni cagionati dai loro figli minori abitanti con essi;

I padroni ed i committenti per i danni cagionati dai loro domestici e commessi nell’esercizio delle incombenze alle quali li hanno destinati;

I precettori e gli artigiani per i danni cagionati dai loro allievi ed apprendisti nel tempo in cui sono sotto la loro vigilanza.”

In confronto alla trattazione del Pothier, l’art. 1384 del Codice Napoleone, oltre ad alcuni cambiamenti nel linguaggio, introduce anche alcune modifiche sostanziali. Per esempio, le fattispecie delle responsabilità del marito per il fatto della moglie e del tutore per il fatto del minore trattata dal Pothier non erano incluse nell’art. 1384 del Codice Napoleone; per di più, sembra che l’ambito della responsabilità per fatto altrui nella trattazione del Pothier fosse più ampio di quello nel Codice Napoleone, in quanto i legislatori del Codice, per un atteggiamento prudente verso la responsabilità per colpa presunta, ritenevano che l’ambito della responsabilità per fatto altrui dovesse essere interpretato tassativamente, e non si potesse estenderlo in base all’art. 1384, 1 comma. Dunque, i responsabili per fatto altrui, sono limitati soltanto ai genitori, precettori, artigiani, padroni, committenti;115 invece, il parere di Pothier non è così rigoroso. Secondo il Pothier, la responsabilità del padre (e in mancanza del padre, quella della madre) può applicarsi egualmente a tutti coloro che hanno delle persone non adulte sotto la loro direzione.

Ciò nonostante, l’opinione di Pothier era accolta dalla dottrina dominante d’allora. Secondo l’interpretazione relativa all’art. 1384, la responsabilità per fatto altrui, come l’eccezione della responsabilità normale per fatto proprio, include le fattispecie

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tipiche, ovvero la responsabilità del padre e della madre, la responsabilità del padrone e del committente, la responsabilità dei precettori e degli artigiani. Queste responsabilità per fatto altrui si basano sulle colpe, rispettivamente per difetto di sorveglianza, di educazione riguardo ai genitori, precettori, artigiani e di scelta e direzione riguardo ai padroni e committenti.116