9 Interventi essenziali di assistenza tutelare per diversamente abili gravi ed anzian
4.2 Il governo dei sistemi locali di welfare: l’integrazione socio-sanitaria tra Ambiti sociali e i Distretti sanitar
4.2.2 Gli Ambiti Sociali della Provincia di Salerno
In merito alla Provincia di Salerno la delibera regionale n. 1826 del 4/5/2001, recependo le indicazione della legge 328/2000, aveva provveduto a suddividere il territorio in otto Ambiti territoriali (Pdz, Piani sociali di zona) corrispondenti a 12 distretti sanitari ricadenti in 3 ASL.
L’Ambito Sociale S1 era costituito da 12 Comuni appartenenti all’ASL S1 e suddivisi rispettivamente in 6 distretti sanitari di base ; l’Ambito S2 comprendeva 17 Comuni appartenenti all’ASL S2 e suddivisi in 3 distretti sanitari, l’Ambito S3 era composto da 14 Comuni appartenenti all’ASL S1 appartenenti al medesimo distretto sanitario; l’ Ambito S4 era composto da 31 Comuni appartenenti all’ASL S3 e suddivisi in 3
168 distretti sanitari; l’ambito S5 composto da 19 Comuni dell’ASL S2 appartenenti a 4 distretti sanitari; l’ Ambito S6 era composto da 21 Comuni appartenenti all’ASL S3 suddivisi in 2 distretti sanitari; l’Ambito S7 composto da 42 Comuni appartenenti all’ASL S3 suddivisi in 3 distretti sanitari ed infine l’Ambito S8 composto da 2 Comuni compreso il capoluogo di Provincia, Salerno, ricadenti in un unico distretto dell’ASL S2. L’articolazione delle tre ASL sul territorio delinea un profilo in cui gli otto Ambiti Sociali risultano suddivisi rispettivamente in: tre Ambiti, S4, S6,S7, appartenenti all’ ASL S2, tre S2,S5,S8 appartenenti all’ASL S3 e due Ambiti S1,S3 appartenenti all’ASL S1. Tale assetto configura le possibilità di collaborazione ed interazione tra gli Ambiti, ricordiamo infatti che i Comuni afferenti ad un distretto sanitario non potevano aderire a programmi predisposti da distretti compresi in altra ASL, così come delineano il quadro dei rapporti interistituzionali tra comporto sanitario e sociale, in cui l’apporto di entrambi subisce la necessità di rimodularsi, negli interventi realizzati e nelle risorse impiegate, in relazione alla programmazione dei diversi Ambiti coinvolti . In tale ottica in particolare i processi di integrazione socio-sanitaria e l’esigenza di uniformità nei livelli assistenziali sul territorio superano i confini dei singoli PdZ per formularsi come un gioco di equilibri su un territorio più vasto del singolo Ambito Sociale.
Alla fine della prima annualità dei PdZ (anno 2002) l’assetto istituzionale e gestionale degli Ambiti salernitani appariva delineato in tutte e otto le realtà coerentemente alle previsioni regionali, in controtendenza con quanto avveniva nelle altre Provincie campane dove in alcune aree si stentava ad assumere la nuova conformazione del sistema integrato. In particolare in tutti gli Ambiti sociali era stato sottoscritto l’accordo di programma, era stato costituito il coordinamento istituzionale e l’ufficio di piano, erano stati predisposti gli strumenti di monitoraggio e valutazione sia degli interventi implementati che delle risorse impiegate ed attuate le modalità di compartecipazione dei Comuni (nella misura di 3 euro per abitante) alla spesa sociale prevista dal piano. Da questa prima configurazione iniziale del 2001 la riorganizzazione delle ASL e dei distretti sanitari di base così come le esigenze di un maggiore coordinamento ed integrazione tra i Comuni associati hanno determinato una trasformazione dell’articolazione territoriale attraverso una ricomposizione degli Ambiti sociali ed un aumento del loro numero. In particolare allo stato attuate gli Ambiti della Provincia di Salerno sono 10; mentre sono rimasti sostanzialmente invariati gli Ambiti S1 “Agro-
169 Nocerino sarnese”, S2 “Irno Picentini”, S3 “Cava-Costiera Amalfitana” ,S6 “Calore Salernitano-Alburni”, “Ambito S8” , l’Ambito S4 “Valle del Diano-Tanagro” è stato frazionato per cui 12 dei Comuni ivi inclusi sono stati disaggregati per formare l’Ambito S9 “Busento”, con il Comune capofila di Sapri e l’aggiunta del Comune di S. Giovanni a Piro prima appartenente all’ “Ambito Salerno S7” che di conseguenza ha ridotto il proprio numero di Comuni a 41 ed in cui il ruolo di comune capolfila è passato da Agropoli ad Castellabate; infine dall’ “Ambito Salerno S5” il cui comune capofila da Battipaglia è passato ad Eboli, lo scorporo di 10 Comuni ha generato l’Ambito S10 “Alto Sele Tanagro” con comune capofila quello di Palomonte. Per rappresentare i due settori, quello sociale e quello sanitario, sono state elaborate delle carte geografiche del territorio concernenti sia i Pdz, sia i Distretti sanitari. Per ogni Pdz sono stati indicati i distretti sanitari che vi afferiscono. La figura seguente mostra i cambiamenti intercorsi nella dimensione degli Ambiti:
Fig.1 Trasformazione dell’estensione territoriale degli Ambiti sociali dal 2001 al 2011
ASL N°1 ASL N°2 ASL N° 3
La figura seguente mostra invece lo stato attuale della distribuzione dei distretti sanitari di base (dsb), le diverse colorazioni delimitano i confini dei dsb. Come si può notare dei 13 Distretti, uno in più rispetto al 2001, tre ricadono nell’Ambito S1 e tre in quello S2,
Anno 2001 Anno 2011 S6 S1 S7 S4 S5 S2 S8 S3 S1 S3 S8 S9 S6 S7 S5 S4 S10 S2 Anno 2001 Anno 2001 Anno 2001
170 tutto il territorio dell’Ambito S8 così come quello dell’S3 ed S4 delimita i confini di un singolo distratto sanitario, gli Ambiti S10 ed S5, ad esclusione del comune di Eboli che ha un distretto autonomo, appartengono al medesimo distretto ed infine negli Ambiti S6, S7 ed S9 si registra una commistione dei territori tale che i confini del Distretto ricadono in parte nel territorio dell’altro Ambito.
Fig,2 Ambiti e Distretti sanitari nella provincia di Salerno
La scelta di far coincidere gli Ambiti territoriali con i Distretti e i multipli dei Distretti sanitari, risponde alla necessità di rafforzare la necessaria integrazione di prestazioni sociali a rilevanza sanitaria e prestazioni ad elevata integrazione sociosanitaria che richiedono necessariamente una progettazione unitaria dell’offerta in ambito sociale e sanitario. Sono interventi definibili solo attraverso l’integrazione tra attività sociale e sanitaria, in quanto sia la componente sanitaria che la componente sociale sono presenti in misura variabile in relazione ai diversi livelli d’intensità assistenziale. L’integrazione sociosanitaria va attuata, infatti, a livello istituzionale, gestionale, professionale. A livello istituzionale vanno perseguite intese (es. gli accordi di programma per l’approvazione del Piano Sociale di Zona) per effettuare interventi coordinati nell’erogazione dei servizi. A livello gestionale l’integrazione si esplica nel Distretto quale ambito prescelto per la gestione delle attività sociali a rilevanza sanitaria e delle attività socio-assistenziali. A livello professionale l’integrazione si realizza tramite la costituzione di équipe di territorio che vedano il coinvolgimento di professionalità e operatori appartenenti ad enti diversi, nella progettazione di percorsi assistenziali e nella costituzione di unità valutative integrate che favoriscano approcci multidisciplinari ai problemi. Un’articolazione tra Ambiti e Distretti così complessa e variegata come
171 quella rilevabile nella Provincia di Salerno appare a mio avviso un potenziale fattore di ostacolo rispetto ad un’effettiva integrazione gestionale e professionale in quanto ha una notevole incidenza in particolare sull’implementazione dei servizi di natura socio- sanitaria e sulla distribuzione dei servizi sul territorio nonché sull’utilizzo coordinato delle professionalità e delle strutture e la programmazione sinergica tra operatori del sociale e dell’ambito socio-sanitario. Certamente l’assetto attuale richiede una particolare attenzione alla armonizzazione delle norme e dei regolamenti, alla gestione integrata dell’accesso, alla presa in carico integrata, e specificamente alla progettazione e gestione integrata degli interventi e dei servizi.