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gli esiti dell’intervento

Nel documento LE POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO IN ITALIA (pagine 125-132)

l’occuPAzIonE In uMbRIA 37

9.2 gli esiti dell’intervento

Per valutare l’esito dell’intervento e determinare in quale misura abbia contribuito a migliorare l’occupa-bilità dei partecipanti, è stato utilizzato l’approccio controfattuale che ha consentito di confrontare il risul-tato occupazionale dei destinatari dell’intervento con quello dei soggetti che non hanno beneficiato del percorso. Si è stabilito di confrontare il risultato occupazionale dei destinatari che hanno effettivamente avviato il CdR scegliendo il percorso di accompagnamento al lavoro subordinato, pari a 1.203 soggetti, con quello di coloro che, pur avendone fatto richiesta, sono risultati esclusi dall’intervento perché ave-vano una durata di disoccupazione inferiore ai 12 mesi o per aver presentato una domanda incompleta oppure perché collocati in graduatoria oltre la posizione n. 2.000.

Da quest’elenco è stato quindi estratto un campione casuale di 1.203 soggetti con caratteristiche analo-ghe a quelle dei destinatari per i seguenti parametri: sesso, classe d’età, provincia di residenza, livello di scolarità ed anzianità di disoccupazione. Per la definizione del campione sono state considerate, quindi, le principali caratteristiche individuali utilizzate per misurare la distanza di un disoccupato dal mercato del lavoro. Nella Tabella 9.3 è riportata la distribuzione percentuale dei trattati e del gruppo di controllo rispetto alle caratteristiche sopra indicate.

Tabella 9.3 - caratteristiche dei gruppi in analisi (valori percentuali)

caratteristiche Trattati gruppo di controllo

genere Donne 47,0 46,6 Uomini 53,0 53,4 Provincia di residenza Frosinone 20,0 20,7 Latina 14,1 14,1 Rieti 3,4 3,0 Roma 56,5 55,9 Viterbo 6,0 6,2 classe di età 30-39 21,9 27,2 40-49 37,7 40,6 50-59 31,4 26,9 da 60 in su 9,0 5,2 livello di scolarità Basso 28,0 30,3 Medio 55,0 53,2 Alto 17,4 17,4

classe di disoccupazione <18 MESI 51,4 54,1

>18 MESI 48,6 45,9

Fonte: Regione Lazio, Sistema gestionale CDR 2015

La Tabella 9.3 mostra la sostanziale analogia tra i due gruppi e come la differenza osservabile in alcune variabili - classe di età e durata di anzianità di disoccupazione - renda meno distante dal mercato del la-voro il campione utilizzato come gruppo di controllo che dovrebbe, quindi, essere favorito nella ricerca di un impiego.

Per verificare lo stato occupazionale dei destinatari dell’intervento e del gruppo di controllo si è fatto rife-rimento ai dati riscontrati sul sistema delle Comunicazioni Obbligatorie in tre distinti momenti

corrispon-denti: alla conclusione del percorso per tutti i destinatari (fissata al 23 agosto 2016), a distanza di dodici mesi (agosto 2017) e di ventiquattro mesi (agosto 2018) dalla conclusione del percorso stesso.

Sono stati individuati come “occupati” solo coloro che, in ciascuna delle tre date, avevano un rapporto di lavoro attivo della durata di almeno 6 mesi e una tipologia contrattuale riconducibile a: tempo inde-terminato, tempo deinde-terminato, apprendistato, lavoro intermittente, lavoro domestico; nella tabella che segue queste ultime tre categorie sono raggruppate nella voce “altro” per la esiguità dei valori registrati. Dai risultati emerge una maggiore percentuale di occupati tra i partecipanti al CdR rispetto al campione di controllo, con un netto incremento nel tempo delle differenze osservate che passano dai 4,4 punti percentuali del 2016 ai 13,7 del 2018.

Tabella 9.4 - Esiti occupazionali per tipologia contrattuale, anno e gruppo di riferimento (valori assoluti e percentuali)

Esiti al 23 agosto 2016

Tipo contratto stipulato Trattati (1203) gruppo di controllo (1203)

Tempo indeterminato 70* 41

Tempo determinato 115 79

Altre forme§ 13 26

totale 198* 146

Percentuale complessiva attivazioni 16,5% 12,1%

- di cui contratti a tempo indeterminato 35,4% 28,1%

Esiti al 23 agosto 2017

Tipo contratto stipulato Trattati (1203) gruppo di controllo (1203)

Tempo indeterminato 129** 65

Tempo determinato 134 133

Altre forme§ 18 35

totale 281 233

Percentuale complessiva attivazioni 23,4% 19,4%

- di cui contratti a tempo indeterminato 45,9% 27,9%

Esiti al 23 agosto 2018

Tipo contratto stipulato Trattati (1203) gruppo di controllo (1203)

Tempo indeterminato 203** 91

Tempo determinato 194 131

Altre forme§ 28 38

totale 425** 260

Percentuale complessiva attivazioni 35,3% 21,6%

- di cui contratti a tempo indeterminato 47,8% 35,0%

Fonte: Regione Lazio, Data Warehouse delle Comunicazioni Obbligatorie

(§) Altre forme: lavoro domestico, lavoro intermittente, Contratto di Collaborazione (*) p < 0,05

(**) p < 0,01

Le differenze osservate tra i due gruppi nel numero complessivo di occupati sono prevalentemente ri-conducibili ai contratti a tempo indeterminato (Figura 9.1), che nel gruppo dei trattati sono sempre pari a circa il doppio rispetto al gruppo dei controlli, e che nel 2018 rappresentano il 48% del totale dei contratti

Sono stati confrontati i risultati occupazionali ottenuti dai destinatari e dal gruppo di controllo, applican-do il test “Chi quadrato” con 1 graapplican-do di libertà, per verificare se la differenza osservata possa essere con-siderata come “dovuta al caso” o sia invece, “statisticamente significativa”. Il test effettuato, per il totale degli occupati e per quelli a tempo indeterminato, ha evidenziato, come specificato nella Tabella 9.4, una differenza statisticamente significativa in particolare per i contratti a tempo indeterminato.

figura 9.1 - contratti attivati per tipologia, anno e gruppo di riferimento (valori assoluti)

Fonte: Regione Lazio, Data Warehouse delle Comunicazioni Obbligatorie

figura 9.2 - contratti a tempo indeterminato alle date di follow-up (valori percentuali)

Fonte: Regione Lazio, Data Warehouse delle Comunicazioni Obbligatorie

Sono stati inoltre presi in considerazione i risultati occupazionali, in termini di giornate lavorate, conse-guiti dai 1.203 destinatari e dai 1.203 disoccupati del gruppo di controllo nell’arco di tempo che va dal 1° febbraio 2016 (individuata come data conclusiva della prima attività di orientamento specialistico) al 23 agosto 2018.

Nello specifico, nelle tabelle che seguono (Tabella 9.5 e Tabella 9.6), sono stati evidenziati il numero dei lavoratori che hanno sottoscritto almeno un contratto di lavoro di durata non inferiore a 30 giorni, il nu-mero complessivo delle giornate lavorate da ciascun gruppo nel medesimo periodo nonché la relativa media per persona. Le giornate di lavoro riferite ai contratti a tempo indeterminato sono state calcolate fino alla data del 23 agosto 2018.

Tabella 9.5 - occupati per almeno 30 giorni nel periodo 1/2/2016 - 23/8/2018 (valori assoluti e percentuali)

Trattati controlli

v.assoluti % su 1203 v.assoluti % su1203

613 51,0% 554 46,1%

Fonte: Regione Lazio, Data Warehouse delle Comunicazioni Obbligatorie

Tabella 9.6 - giornate di lavoro totali e per persona (valori assoluti)

Trattati controlli giorni di lavoro totali 246.779 199.017

giorni di lavoro per persona 205 165

Fonte: Regione Lazio, Data Warehouse delle Comunicazioni Obbligatorie.

Anche in questo caso emerge un risultato favorevole al gruppo dei partecipanti al CDR sia nel numero di occupati, che prevalgono del 5% rispetto ai controlli, e sia nel numero di giorni complessivi durante i quali hanno svolto un’attività lavorativa. Dalla media calcolata sul totale dei due campioni (ciascuno di 1.203 unità) emerge una differenza di 40 giornate lavorative in meno per il gruppo dei controlli.

Nelle tabelle e nei grafici che seguono (Tabella 9.6 e Figura 9.3 e Figura 9.4) è stato proposto un appro-fondimento sulle caratteristiche dei soggetti - trattati e non - che sono risultati occupati alla data del 23 agosto 2018, considerando le variabili “base” della profilazione ad esclusione, stante il peso di Roma, della provincia di residenza.

Tabella 9.7 - caratteristiche degli occupati (valori percentuali)

occupati alla data 23 agosto 2018

genere Trattati gruppo di controllo

Donne 47,1% 43,8%

Uomini 52,9% 56,2%

classe di età Trattati (425) gruppo di controllo (260)

30-39 25,9% 28,8%

40-49 43,5% 47,3%

50-59 26,6% 20,4%

da 60 in su 4,0% 3,5%

livello di scolarità Trattati (425) gruppo di controllo (260)

Basso 18,6% 28,1%

Medio 63,1% 55,8%

Alto 18,4% 16,2%

classe di disoccupazione Trattati (425) gruppo di controllo (260)

<18 MESI 54,8% 57,7%

>18 MESI 45,2% 42,3%

figura 9.3 - occupati per genere e classe di età nei due gruppi di riferimento

Fonte: Regione Lazio, Data Warehouse delle Comunicazioni Obbligatorie

La distribuzione per genere e classe di età degli occupati segue un trend analogo per tutti i gruppi con un massimo nella classe di età 40-49 anni che è la più rappresentata anche nel campione ma con una percentuale inferiore rispetto a quella registrata per gli occupati; si evidenzia la costante prevalenza dei trattati sul gruppo dei controlli. Da segnalare, in particolare per il gruppo dei trattati, nella classe 30-39 anni una maggiore presenza delle donne rispetto al genere maschile, che invece prevale nelle classi di età più avanzate.

figura 9.4 - occupati per genere, livello di scolarità e durate della disoccupazione nei due gruppi di riferimento

Appare evidente il maggior livello di scolarità mediamente riscontrato nel gruppo dei trattati rispetto a quello dei controlli e del genere femminile in entrambi i gruppi, in particolare rispetto agli uomini con minore durata di disoccupazione.

Non si evidenziano differenze tra i due gruppi a confronto relativamente all’anzianità di disoccupazione, la cui distribuzione negli occupati rispecchia in ambedue i casi quella dei campioni d’origine, con un lieve spostamento a favore della classe con minore anzianità, registrato in entrambi i gruppi.

9.3 conclusioni

Dai risultati dell’analisi emerge un andamento occupazionale crescente nel periodo considerato per en-trambi i gruppi esaminati, ma evidentemente più favorevole per i partecipanti alla misura del Contratto di Ricollocazione, sia in termini quantitativi (maggiore numero di contratti complessivamente stipulati e di giornate lavorate nei due anni considerati) sia qualitativi (maggior numero di contratti di durata superiore a 30 giorni e, soprattutto, a tempo indeterminato); le differenze tra il risultato occupazionale ottenuto dai partecipanti e quello del gruppo di controllo sono sostanziali in ciascuno dei periodi considerati e sottoli-neano, in particolare, come la partecipazione alla misura abbia migliorato l’occupabilità dei partecipanti che hanno fatto registrare una migliore performance soprattutto nel medio/lungo periodo.

L’aver partecipato alla misura, al di là di un complessivo effetto positivo sull’intero universo dei parteci-panti, ha rappresentato tendenzialmente un valore aggiunto per le categorie di default più deboli. Le donne “trattate” hanno avuto un numero di contratti di lavoro in misura percentuale maggiore delle donne facenti parte del gruppo di controllo e tale differenza è attribuibile prevalentemente al numero di contratti a tempo indeterminato, tipologia per la quale lo scarto è di 5 punti percentuali. Analogamente i trattati - uomini e donne - over 50 hanno avuto migliori esiti occupazionali rispetto ai coetanei del gruppo di controllo (il 7% di differenza). In entrambi i casi ha sicuramente funzionato la “care” loro offerta, non solo in termini di ri-motivazione di sé nella ricerca di un nuovo lavoro, ma anche in termini di valutazione/ rivalutazione e, in alcuni casi, aggiornamento delle competenze, anche informali, in proprio possesso. Di tale approccio hanno beneficiato anche i disoccupati con una maggiore anzianità di disoccupazione, a riprova dell’utilità di tale tipologia di misura per coloro che presentano una maggiore distanza dal lavoro, in particolare con riferimento a questo parametro.

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RIfERIMEnTI bIblIogRAfIcI

European Commission - DG Employment, Social Affairs and Inclusion - Unit 3 “Design and commissioning of

PolITIcHE REgIonAlI dI sosTEgno AllE nuovE InIzIATIvE dI

IMPREsA In PuglIA

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Il capitolo riporta l’analisi degli interventi denominati “Nuove Iniziative di Impresa” (NIDI) e “Nuove Imprese Innovative” (TECNONIDI), che rientrano nelle politiche di sostegno alla creazione di nuove imprese del precedente ciclo di programmazione europea in Regione Puglia e che hanno avuto continuità, con alcune innovazioni, nella programmazione europea 2014-2020.

L’attuazione e l’analisi dei due strumenti sono realizzati dall’Agenzia regionale Puglia Sviluppo S.p.A., struttura che opera anche come intermediario finanziario dei medesimi interventi. NIDI è lo strumento di agevolazione finanziaria creato per sostenere la costituzione di nuove imprese con un contributo a fondo perduto e un prestito rimborsabile finalizzato a favorire l’autoimpiego di per-sone con difficoltà di accesso al mondo del lavoro. L’agevolazione è commisurata all’investimento ammesso e alla tipologia di impresa, con un 50% a fondo perduto e un 50% nella forma di prestito rimborsabile. I settori ammessi all’agevolazione della misura vanno dal manifatturiero ai servizi alla persona. I comparti che assorbono la maggior parte degli investimenti agevolati sono quello degli “Alberghi e ristorazione”, seguito da quello relativo ai “Servizi alla persona” e dal comparto delle “industrie alimentari”. Per quanto riguarda la localizzazione degli interventi, si osservano le diverse specializzazioni settoriali a livello provinciale.

L’intervento TECNONIDI, avviato nel settembre 2017, è destinato a piccole imprese per avviare o sviluppare piani di investimento a contenuto tecnologico nelle aree di innovazione, quali: la “ma-nifattura sostenibile”; la “salute dell’uomo e dell’ambiente”; le “comunità digitali, creative e inclu-sive”.

L’analisi degli interventi ha consentito di mettere in evidenza la buona performance dello strumen-to NIDI in termini di promozione della creazione di nuove imprese per la maggior parte attivate da giovani e donne. Un secondo aspetto riguarda la localizzazione delle imprese, concentrate per lo più nella fascia costiera adriatica. La concentrazione territoriale è ancora più accentuata in relazio-ne allo strumento (TecnoNidi), in quanto le imprese interessate risultano localizzate in modo parti-colare nell’area metropolitana del capoluogo, dove probabilmente assumono un ruolo rilevante gli elementi specifici di quel contesto economico e sociale. Pertanto, il medesimo strumento di policy produce effetti diversi nei differenti contesti aumentando anche i divari territoriali come risultato secondario non voluto. In questa direzione, una riflessione da approfondire riguarda l’opportunità o meno di predisporre delle azioni di accompagnamento e di supporto più sistematiche di questi strumenti nelle aree territoriali meno “attive”, in termini di tasso di domanda di agevolazione per impresa per abitante.

52 Il contributo è a cura di: Rocco Vincenzo Santandrea, Alessandro Lombardi, Fausto Cirrillo, Grazia Netti, Vitanio Pietanza - IPRES Istituto Pugliese di Ricerche Economiche e Sociali

Le politiche di sostegno alla creazione di nuove imprese del precedente ciclo di programmazione ha trovato una sostanziale continuità, con alcune innovazioni, nella nuova programmazione in corso dei fondi strutturali dell’Unione Europea 2014-2020, con gli interventi denominati Nuove Iniziative di Impresa (NIDI) e Nuove Imprese Innovative (TECNONIDI).

L’analisi si basa sui dati di Puglia Sviluppo S.p.A., Agenzia regionale che ha lo scopo di concorrere, in attuazione dei piani, programmi e indirizzi della Regione Puglia, allo sviluppo economico e sociale del territorio. Questa struttura opera sia come Organismo Intermedio per l’attuazione di alcune misure del Programma Operativo FESR - FSE 2014-2020 della Puglia, sia come intermediario finanziario degli stessi interventi.

I dati analizzati sono aggiornati al mese di luglio 2018 per quanto riguarda NIDI e a settembre 2018 per quanto riguarda TECNONIDI.

Nel documento LE POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO IN ITALIA (pagine 125-132)