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Gli interventi di completamento con Leopoldo

(1824-1859)

Il quarto granduca lorenese di Toscana Leopoldo II1, fiorentino di nascita, entra in carica il 18

giugno 1824 e i ministri e funzionari dei vari uffici si preoccupano di dimostrare immediatamente l’efficienza necessaria al completamento di numerosi lavori già approvati da suo padre.

Con la dovuta solerzia, nel rispetto delle aspettative del nuovo granduca, il 22 luglio 1824 Luigi De Cambray Digny, quale direttore dello Scrittoio delle Imperiali e Reali Fabbriche, sottoscrive le Istruzioni per gli architetti Poccianti, e Cacialli e, con specifico riferimento a quest’ultimo, fornisce indicazioni mirate al completamento dei lavori alla villa di Poggio Imperiale. Le opere da eseguirsi sono dettagliate per ciascuna zona d’intervento e articolate in cinque punti dal n.° 6 al n.° 10, come appresso indicato:

«Piazza davanti la detta Villa. Presenterà la relazione dettagliata dei lavori che son necessari per ultimare il circolo di detta piazza, accompagnandovi il disegno chiaro ed intelligibile della cancellata, e di quant’altro avesse rapporto alla piazza medesima. […] Soggiungerà 1° quali, tra i lavori che restano a farsi, sono stati ordinati ai manifattori, e quali sono da ordinarsi. 2° la spesa occorrente divisa in ciascuno di detti due articoli, cioè tra i lavori già ordinati, e quelli da ordinarsi. 3° il maggior numero d’operanti, muratori, manuali che si potranno esservi destinati. 4° quanto tempo sarà necessario per il completo perfezionamento e per l’ultimazione del lavoro. N.B. Il disegno primitivo superiormente approvato è nelle mani del signore architetto. [...] Galleria sopra la loggia d’ingresso. Farà il dettaglio dei lavori che restano ad eseguirsi per completamente terminare la galleria suddetta. Ne descriverà la spesa, opportunamente dividendola in due articoli, l’uno dei quali si riferirà a quelli, tra i lavori da farsi, che sieno già stati ordinati, l’altro riguarderà i lavori non ancora ordinati. Soggiungerà qual maggior numero d’operanti, muratori, manuali potranno esservi occupati; e quanto tempo occorrerà per l’ultimazione del lavoro. [...] Quartieri nel locale dell’antica cappella. Farà la relazione dei lavori che restano ad eseguirsi per ultimare i quartieri nel locale dell’antica cappella, ed il contiguo cancello. Accennerà 1° la spesa, dividendola tra i lavori che son già stati ordinati, e tra quelli che dovranno ordinarsi. 2° il maggior numero d'operanti muratori, manuali etc. che potranno esservi impiegati. 3° quanto tempo potrà occorrere per l'ultimazione del lavoro. [...] Giardino del Poggio Imperiale. Presenterà la relazione dei lavori necessari per ultimare la scalinata di granito sopra la grotta di detto giardino. Ne descriverà la spesa, regolando i prezzi sopra quelli d'altra simile scalinata fatta nel giardino di Boboli, su di che il computista è incaricato di dare all'architetto le necessarie indicazioni. Accennerà qual maggior numero d'operanti potrà destinarsi a tal lavoro, e quanto tempo potrà occorrere per ultimarlo. [...] Stanzone delle Piante. Presenterà la relazione dei lavori occorrenti per formare il già ordinato nuovo muricciolone nello stanzone suddetto, e quant'altro ha rapporto con questo lavoro. Farà la descrizione della spesa. Accennerà qual maggior numero d'operanti, muratori e manuali che vi si potranno destinare; e quanto tempo occorrerà per renderlo ultimato con detto numero di operanti. […] Avvertenza generale. Ognuno dei suddetti titoli sarà il soggetto di una relazione e rapporto separato e distinto. Tutti i rapporti e relazioni saranno poi epilogati in uno stato dell'annesso modello che dimostri a colpo d'occhio i resultati delle presenti commissioni direttoriali. Tanto i rapporti e le relazioni, quanto lo stato generale dovranno esser trasmessi all'infrascritto direttore a tutto il dì 30 agosto prossimo»2.

1 Leopoldo II d’Asburgo-Lorena (Firenze 1797-Roma 1870) è il quarto granduca lorenese; figlio secondogenito di

Ferdinando III di Toscana e di Luisa Maria Amelia di Borbone, vive la sua giovinezza in esilio con il padre. Rientrato a Firenze dopo l’abdicazione di Napoleone, regna fino al 1859, quando in clima pre-unitario esilia volontariamente presso la corte viennese.

Come nelle precedenti stagioni lorenesi non mancano temi da trattare per dirimere i complicati equilibri delle situazioni al contorno della villa di Poggio Imperiale; in questo periodo, al fine di chiarire definitivamente un contenzioso - avviatosi nel 1818 tra lo Scrittoio delle Imperiali e Reali Fabbriche e la famiglia pisana dei Tozzi Pini - per l’utilizzo del pozzo in prossimità della residenza granducale, l’avvocato regio fiorentino Capitolino Mutti dall’Ufficio delle Riformagioni - il 14 luglio 1825 - chiede informazioni a De Cambray Digny3. La risposta del direttore è scritta il 9 agosto, affermando che il

pozzo appartiene allo stesso Scrittoio e conferma che

«è situato sul piazzale lungo la strada, che dal Poggio Imperiale conduce nel Piano di Giullari [...] questo pozzo serve al pubblico in tutto il tempo dell’anno in cui la Reale Corte non è in villeggiatura [...] nel tempo della villeggiatura della Reale Corte il giardiniere che tiene le chiavi del registro le consegna agl’impiegati delle Reali Scuderie i quali chiudono al pubblico la cannella che porta l’acqua nella pila esterna, che serve al pubblico stesso [...] il casotto ove esiste il pozzo della tromba è stato costruito da lunghissimo tempo, e si crede fatto sotto il principato di Pietro Leopoldo [...] la tromba fu rifatta, e migliorata nel 1818, ed affondato, e migliorato il pozzo»4.

Il direttore rammenta come lo Scrittoio si sia già pronunciato a favore della continuazione del godimento dei Tozzi Pini il primo ottobre 1818 e il 29 maggio 1820. A distanza di alcuni giorni, il 26 agosto, Leopoldo II - con il visto di Francesco Cempini e Fiaschi - approva la proposta dello Scrittoio suddetto5. Tuttavia la questione presenta ulteriori strascichi: infatti, nonostante il recente rescritto - il 15

settembre - l’architetto Filippo Nini scrive al direttore delle Imperiale e Reali Fabbriche per segnalare il bisogno di supplire alle necessità di acqua reclamata dalle scuderie durante la villeggiatura della corte a Poggio Imperiale e richiama l’attenzione sull’acqua del pozzo, affermando con decisione che «quando al pubblico vien tolta l’acqua i signori Tozzi Pini non posson pretenderla»; suggerisce, pertanto, di mettere una cannella superiore a quella delle scuderie per garantire l’acqua ai signori pisani e per potergliela togliere a piacimento senza esser collegati a quella utilizzata dal pubblico6.

Da questo episodio si coglie appieno la continuità delle vicende che si sviluppano intorno alla fabbrica, anche quelle riconducibili a un piccolo manufatto7 - peraltro già indicato nelle carte dei

Capitani di Parte Guelfa - che assume un ruolo strategico nelle dinamiche - spesso assai complesse - tra le esigenze della corte e quelle dei privati.

All’inizio del 1826 gli architetti dei vari circondari, che fanno capo al Dipartimento delle Imperiali e Reali Fabbriche, forniscono le informazioni necessarie alla compilazione del fascicolo denominato Lavori di miglioramento per le Imperiali, e Reali Fabbriche proposti dagli architetti per l’anno 18268. Nel circondario

di Firenze è presente lo Stato di previsione di lavori di miglioramento, e nuova costruzione proposti dall’architetto Giuseppe Cacialli per l’anno 1826. Tra le varie proposte relative alle fabbriche di prima classe l’architetto Cacialli illustra i lavori necessari alla villa di Poggio Imperiale, segnati agli articoli dei lavori dal n. 6 al n. 10, così descritti:

3 ASF, Scrittoio delle Fortezze e Fabbriche (lorenesi) n. 2097, Filza 117, Ordini, e rescritti dal primo luglio al 31 agosto 1825 dal n:° 1 al n:°

32, fasc. 30, 26 agosto 1825. Tozzi Pini ottengono la continuazione del godimento del’acqua del pozzo della Reale Villa del Poggio Imperiale.

cc.n.nn.

4Ibidem. 5Ibidem. 6Ibidem.

7 La presenza del pozzo, dopo il 1768, sembra messa in discussione da un disegno di Giuseppe Ruggieri (cfr. FIG. 52), che

viene smentito da questa documentazione di epoca successiva.

8 ASF, Scrittoio delle Fortezze e Fabbriche (lorenesi) n. 2099, Filza 118 1.a, Ordini, e rescritti dal primo gennaio al 15 marzo 1826 dal n:° 1

al n:° 32, fasc. Lavori di miglioramento per le imperiali, e reali fabbriche proposti dagli architetti per l’anno 1826. cc.n.nn. Nella

compilazione del fascicolo relativo al circondario di Firenze, oltre alle proposte di Cacialli, si registrano quelle degli architetti Poccianti, Antonio Benini e dell’aiuto Domenico Giraldi.

«Nuova cappella. Per portare a suo termine dai diversi artisti le statue di marmo nelle nicchie interne, e le 2 esterne come ancora il paliotto di Torlvalsen9. Somma occorrente per ciascun articolo di lavoro £ 36.873,7,8 [...] Nuovi quartieri del locale della vecchia cappella. Per portare al suo termine questi nuovi quartieri va fatto gl’intonachi alle pareti, e volte del primo piano, i pavimenti dei due quartieri munire gl’affissi le porte e persiane e decorare di pitture le pareti fare i due bagnetti servitù di condotti caldaie etc. £ 12.000. Nuovo circolo del prato. Per ultimare il circolo del prato avanti la detta villa sarebbero mancanti tutti i tronchi, e panchina dalla parte della cappella, due tronchi vuoti dalla parte del giardino con panchina, e tronco di ribattimento che compreso la muratura £ 18.500. Galleria sopra alla loggia d’ingresso. A questa fabbrica va fatto il pavimento, fare l’imposto alle colonne fare le basi, e capitelli alle medesime ornare il lambri e un bassorilievo sopra all’intercolon e altro ornato sopra la porta, fondeggiare gli stucchi, e munire di persiane i cinque finestroni, che in tutto £ 14.000. Giardino di detta villa. Fare il secondo muricciolone nello stanzone d’agrumi munendolo di panchine di pietra che per tal lavoro £ 2.000»10.

Nell’ambito della formulazione delle proposte per l’anno 1826 si compila anche un altro fascicolo denominato Lavori di mantenimento per le Imperiali e Reali Fabbriche proposti dagli architetti per l’anno 182611. Lo

Stato di previsione di lavori di mantenimento proposti dall’architetto Giuseppe Cacialli per l’anno 1826 include, agli artt. 5, 6, 7, 8 e 10, diverse opere per la villa di Poggio Imperiale:

«I moltissimi affissi di questa villa come ancora le diramazioni de condotti; tettoia meritano delle costanti annue riparazioni, per la ragione anco della villeggiatura che si fa dalla Reale Corte, del che si giudica £ 2.000. Vi sono diversi pavimenti delle stanze dei quartieri nobili che occorrerebbero riverniciarli per essere in uno stato poco decente i quali pongo £ 2.000. Scuderie. Gl’affissi delle scuderie ve ne sono una parte che merita di ritingersi a olio per esser molto danneggiati, e ripiombare diverse vetrate ed altre riparazioni £ 2.000. Stradone. Va ringhiaiato in alcuni posti questo stradone prima di permettere che si degradi avvantaggio e rimuovere due ritti dei lampioni £ 1.600. [...] Giardino della villa del Poggio Imperiale. Gl’affissi delle finestre e persiane dello stanzone meritano dei restauri e verniciarsi, rivedere le tettoie, rinnovare dell’agliaia per le viottole, e riparare le diramazioni de condotti e fontane £ 700»12.

Nell’ottica degli interventi di perfezionamento delle preesistenze è trattata anche la fabbrica annessa alla villa, come dimostra la nota del 13 maggio 1826, con la quale l’ufficio del Guardaroba Generale chiede allo Scrittoio delle Imperiali e Reali Fabbriche di installare delle persiane alle finestre delle scuderie, in sostituzione dei tendaggi esistenti che: «siccome devono essere situate esternamente, sono tanto strappate dal vento [...] sbattendo particolarmente le mazze, che le sostengono, rompono una quantità di vetri». Per lo Scrittoio si attiva l’architetto Domenico Giraldi13 che dopo soli tre giorni

trasmette al direttore De Cambray Digny la Perizia n. 11 - prevedendo la spesa di £ 1.727,5,10 - che viene inserita nei lavori di mantenimento per le fabbriche del Circondario di Firenze14. Giraldi, a

supporto della documentazione trasmessa allo Scrittoio, compila il Rapporto sulla necessità ed utilità dei lavori che formano il soggetto della presente perizia, riportando alcune riflessioni che prendono spunto dalla necessità di ventilare le scuderie in maniera adeguata. Le persiane proposte sono complessivamente 13, di cui 8 per la scuderia dei cavalli da tiro, 3 per quella dei cavalli da sella e 2 per quella dei muli, detta anche spedaletto; nel trattare il dettaglio dei lavori Giraldi scrive che sia fatta la «tingitura delle medesime

9 Cfr. FIG. PT52.j. 10Ibidem.

11Ibidem. In questo fascicolo le competenze all’interno del circondario fiorentino coinvolgono anche l’architetto Nini e il

commesso Giuseppe Martelli.

12Ibidem.

13 Giraldi entra a far parte dello Scrittoio delle Fabbriche il 21 agosto 1819 come ‘aiuto architetto’ a Firenze (cfr. CRESTI -

ZANGHERI 1978, p. 117); per la prima volta il suo nome è accostato alla villa di Poggio Imperiale.

14 ASF, Scrittoio delle Fortezze e Fabbriche (lorenesi) n. 2106, Filza 120, Ordini, e rescritti dal n:° 34 al n:° 30 1827, fasc. 40 19 marzo

con due mani di color bigio a olio, ed una di verde»15. In questa stagione, nonostante i bisogni oggettivi

di migliorare le condizioni delle scuderie, negli ambienti vicini alla corte di Leopoldo II si maturano alcune perplessità sull’intervento e per queste ragioni Giraldi è chiamato a produrre un’ulteriore riflessione sui possibili contenimenti della spesa; lo Scrittoio scrive così le Osservazioni relative alla relazione delle persiane da farsi alla scuderia della Reale villa del poggio imperiale, fatta dal signore aiuto architetto Giraldi, che giustifica una riduzione della perizia a £ 1.452,9,2, operando con «persiane distribuite in due partite del tutto uguali [...] ferramenti [...] soltanto le due partite della tintura potranno essere diminuite di £ 252,3,4, e questa diminuzione per avere anteposto il colore verde al giallo di cui sono tinti tutti gli affissi di detta scuderia [...]»: in conseguenza la spesa complessiva si riduce a £ 1.452,9,216. Nonostante la

riduzione dei costi della perizia operata da Giraldi, il 27 maggio 1826 dalla Imperiale e Reale Segreteria di Corte il principe Rospigliosi scrive al direttore De Cambray Digny che le persiane possono essere fatte nell’anno successivo, «mentre per l’imminente estate farà resarcire nella miglior forma che sarà possibile le tende che esistono», andando a registrare il costo del lavoro nel prossimo stato di previsione dello Scrittoio17.

Se da un lato si procede con molta ‘parsimonia’, magari rinunciando a lavori oggettivamente utili, ma quasi associati a una modifica estetica dei fronti del complesso, dall’altro si avanza con decisione all’ampliamento dei confini della tenuta di Poggio Imperiale. Probabilmente la questione non deve sembrare di poco conto a De Cambray Digny, che fatica a condividere il progetto dal quale indirettamente vede sacrificate le iniziative spettanti al suo Scrittoio. La spiegazione della vicenda - o meglio la comunicazione - a una rappresentanza scritta da Digny al granduca il 3 giugno 1826, viene data al medesimo con una nota molto stringata della Imperiale e Reale Segreteria di Finanze - a firma di Fiaschi - del 6 ottobre 1826, dove si riferisce che il granduca, su istanza presentata dal nobile Alessandro Tozzi Pini, ha firmato il rescritto - lo stesso giorno - che recita: «per interesse dello Scrittoio delle Reali Possessioni sia fatto acquisto dal medesimo Tozzi Pini per il prezzo di scudi quattromilaseicento del di lui podere e villa situata a contatto dei beni della Real Tenuta del Poggio Imperiale»18.

Il funzionamento, ormai a regime, di una porzione della nuova fabbrica è messo in discussione all’inizio della primavera del 1827, quando il primo confetturiere Giovanni Reai scrive una rappresentanza al maestro della Real Casa per segnalare le problematiche della confettureria della villa di Poggio Imperiale, rammentando che è «composta di due sole camere, ed occupandole in una stagione la quale da molto da fare, si rende un poco ristretto, e non è possibile poterci lavorare che malamente, e con sommo incomodo degli inservienti del detto ufizio»19. Con queste motivazioni il confetturiere

chiede «una stanza la quale potrebbe esser quella che serve attualmente di spogliatoio agli ufiziali di cucina [...] mediante l’atterrare una porta chiusa da un semplice mattone per ritto, che corrisponde in detto ufizio, e chiudere quella che conduce nella stanza della rosticceria alla quale è attualmente unita»20.

Dall’Imperiale e Reale Segreteria di Corte - il 22 aprile 1827 - il principe Rospigliosi scrive al direttore De Cambray Digny per ordinargli di far eseguire il lavoro che nel frattempo il granduca ha approvato,

15Ivi, fasc. 40 19 marzo 1827. Stato di previsione. Villa del Poggio Imperiale. Costruzione di n. 13 persiane alle finestre di quelle scuderie.

cc.n.nn.

16Ibidem.

17 Ibidem. Con quest’indirizzo si confermano le attenzioni per il contenimento della spesa che prevaricano anche i

presupposti della razionale utilità perseguita - in generale - dai governi lorenesi.

18 ASF, Scrittoio delle Fortezze e Fabbriche (lorenesi) n. 2104, Filza 119, Ordini, e rescritti dal mese di settembre a tutto il mese di dicembre

1826 dal n:° 121 al n.° 174, fasc. 129 6 ottobre 1826. Tozzi Pini vende allo Scrittoio delle Reali Possessioni una sua villa e podere in prossimità della Reale Villa del Poggio Imperiale. cc.n.nn.

19 ASF, Scrittoio delle Fortezze e Fabbriche (lorenesi) n. 2107, Filza 120 3.a, Ordini, e rescritti dal n:° 51 al n:° 90 1827, fasc. 59 22

aprile 1827. Poggio Imperiale. Ingrandimento dell’ufizio di confettureria. cc.n.nn.

come richiesto da Reai per la confettureria, «cioè con l’aggiunta di una stanza situata a contatto dell’ufizio medesimo, e che ora fa parte dell’altro ufizio di cucina»21.

In continuità con l’azione dello Scrittoio degli anni precedenti, il 29 ottobre 1827 l’architetto Cacialli sottoscrive lo Stato di previsione dei lavori di miglioramento e nuova costruzione proposti per l’anno successivo22; per la villa di Poggio Imperiale la previsione dei lavori è articolata in sette punti come di

seguito dettagliato:

«1. Reale Villa del Poggio Imperiale. Per portare a suo termine da diversi artisti le statue di marmo che devono esser situate nelle nicchie interne e esterne della cappella £ 12.200. 2. Quartiere nel locale della vecchia cappella. Piacendo di ultimare il di contro quartiere vanno intonacate le stanze, e dipinte munire d’affissi le porte, e le persiane alle finestre fare i due bagnetti servitù di condotti, ed altro per finire del tutto i medesimi £ 12.000. 3. Galleria sopra alla loggia d’ingresso. Questa galleria per ultimarla va fatto il pavimento d’ambrogette di marmo, i capitelli e imbasamento delle colonne, impastare di scagliola le colonne munire di persiane i cinque vetraloni ed altro £ 14.000. 4. Cerchio del prato. Volendo portare al suo termine il lavoro già intrapreso nel dicontro prato mancano tutti i tronchi e panchina di bigio dalla parte della cappella e due tronchi vuoti, una panchina, e un tronco di ribattimento dalla parte del giardino, che compreso la muratura, ponti etc. £ 18.500. 5. Giardino di detta villa. La terrazza sopra la grotta è mancante della ringhiera come pure la branca della scala, per questo lavoro occorrerà £ 1.200. 6. Va lastricata il paino della suddetta terrazza che arriva al muro della strada, rimpellare, e intonacare il muro medesimo, e farvi sopra l’accoltellato provvedere di pietrami e imposte la porta che introduce alla grotta, ed altro, per rendere tutto ultimato £ 5.000. 7. Condotto della Reale Villa. Per rendere il tutto completo e in attività di servizio la nuova diramazione fatta a questo condotto, conviene fare la porzione di mina che porti alla conserva montare i tubi di ferro che vi occorreranno in questo tratto come pure fare il cassone di rame onde spartir l’acqua per i diversi servizi provvedere i diversi registri d’ottone £ 9.000. Somma totale £ 71.900»23.

Dopo un mese esatto - il 29 novembre - il direttore De Cambray Digny firma la nota dei «fondi che saranno assegnati per l’anno medesimo [1828] sulla cassa della Reale Depositeria Generale»; nelle fabbriche di prima classe per la villa di Poggio Imperiale è riportato: «la conti novazione dei lavori di scultura per la nuova cappella £ 2.000. Occorrerà nel futuro anno pagare delle somme in conto agli scultori Ricci, e Grazzini»24. In una successiva nota del 21 dicembre l’architetto fiorentino Giuseppe

Martelli (1792-1876)25 scrive al direttore De Cambray Digny che sono stati ultimati i lavori ordinati dal

medesimo direttore con le precedenti lettere del 28 aprile e 26 giugno26.

I motivi di confronto tra il Dipartimento delle Reali Possessioni, titolare delle competenze sulla tenuta di Poggio Imperiale, in termini di gestione degli aspetti funzionali e produttivi, e il Dipartimento delle Fabbriche, competente per le questioni relative all’omonima villa e suoi annessi, risultano sempre alquanto spigolose. Un altro episodio significativo prende avvio il primo settembre 1827, quando Claudio Sergardi - direttore del citato primo dipartimento - scrive a De Cambray Digny che l’agente della reale tenuta del Poggio Imperiale ha visto che molta acqua si perde dalla mina fatta di recente dal Dipartimento delle Reali Fabbriche nel podere denominato Barbadoro. Per raccogliere questa quantità di acqua in esubero Sergardi pensa di fare una conserva, da usare per servizio dello stesso podere e

21Ibidem.

22 ASF, Scrittoio delle Fortezze e Fabbriche (lorenesi) n. 2110, Filza 122, Ordini, e rescritti dal gennaio ma tutto marzo dal n:° 1 al n:° 46

1828, fasc. Imperiali e Reali Fabbriche. Lavori di miglioramento, e di nuova costruzione proposti dagli architetti per l’anno 1828. cc.n.nn.