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Gli strumenti narrativi: correnti artistiche e mondo dell’arte a Taiwan

La cultura dell’Europa occidentale, della Cina, del Giappone e dell’America hanno lasciato un segno nell’isola, facendo sì che l’arte a Taiwan sia inevitabilmente un composto di linguaggi artistici di luoghi differenti. L’arte contemporanea taiwanese è complessa anche nelle sue forme, va dalla pittura a inchiostro dei letterati ai dipinti ad olio e alla modellazione 3D, dall’installazione spaziale ai video e alla fotografia d’arte, fino alla

performance e all’arte concettuale.151

Queste limpide parole dell’ex ministro della cultura152 Chen Yuxiu (陳郁秀, n.1949) offrono una

prospettiva molto dinamica e interessante dell’arte contemporanea a Taiwan. In un paese innegabilmente vittima (o frutto) della globalizzazione, non ha più senso cercare di definire che cosa sia locale e cosa occidentale, se un linguaggio artistico sia “genuino” o un’appropriazione di mezzi stranieri, se sia più “taiwanese” una calligrafia contemporanea o una video installazione. Attualmente, la velocità degli scambi e della trasmissione delle informazioni fa sì che la nascita di un linguaggio artistico sia difficilmente collegabile esclusivamente ad un luogo e tanto meno lo sia il suo uso: esso diviene uno strumento narrativo utilizzabile da voci diverse, per esprimere esigenze differenti, in contesti disomogenei. Senza addentrarsi nell’universo della teoria artistica, si può dire che questi strumenti narrativi, inventati in loco o giunti da altrove, vengano poi vagliati, accettati, rifiutati o resi propri da quello che il grande filosofo Arthur Danto (1924-2013) chiamò “il mondo dell’arte” (the artworld) affermando che:

151 “(⋯⋯)西歐、中國、日本、美國的文化都曾烙印在這個島嶼,使台灣美術不可避免的融

合了來自四方的藝術語彙。台灣當代藝術不僅彙複雜,形式也是如此,從往昔的文人水墨、架 上油畫、立體造型、空間裝著、攝影錄像,一直到行為藝術、觀念藝術等 。”

CHEN YUXIU 陳郁秀(a cura di), Taiwan dangdai yishu zhimei 台灣當代藝術之美 (La bellezza dell’arte

contemporanea taiwanese), Taipei: Diancang yishu jiating gongsi 典藏藝術家庭公司, 2004, prefazione, p. 18.

152 Alla sua fondazione nel 1981 l’ufficio era in realtà chiamato Consiglio per gli Affari Culturali (Wénhuà

Jiànshè Wěiyuánhuì 文化建設委員會) e divenne Ministero della Cultura della ROC (Zhōnghuá Mínguó Wénhùabù 中華民國文化部) solo nel 2012.

to see something as art requires something the eye cannot descry — an atmosphere of

artistic theory, a knowledge of the history of art: an artworld153

È la comunità formata da artisti, curatori, galleristi, critici, storici, collezionisti che decide se ciò che sta loro davanti sia arte oppure no e se il suo linguaggio sia capace di narrazione nel suo momento storico. Questo non significa affermare banalmente che per fare arte nel 2017 si debbano tassativamente utilizzare le più recenti tecnologie o si debba essere alla costante ricerca della novità, piuttosto che l’opera non coincida perfettamente con il suo presente storico, sia in qualche modo inattuale e per questo capace di afferrare il suo tempo, dunque contemporanea.154

In questo capitolo, perciò, si tratteggeranno rapidamente l’ambiente artistico in cui l’artista taiwanese si trova a creare, gli strumenti utilizzati nel tempo per dare forma alla sua narrazione e infine ciò che viene ritenuto arte contemporanea. Si comincerà prendendo in esame le principali correnti artistiche dell’epoca post-coloniale, così da capire con quale realtà locale gli influssi occidentali si siano poi ibridati per dar vita ai linguaggi contemporanei adoperati dagli artisti che costituiscono i casi di studio di questa tesi. Si cercherà poi di delineare i tratti essenziali della comunità artistica a Taiwan, delle sue strutture e istituzioni principali. Per questo ci si concentrerà sul Taipei Fine Arts Museum che, fin dalla sua fondazione, è divenuto fulcro della vita artistica, oggetto di critiche e trampolino di lancio per carriere internazionali. Si esaminerà il percorso compiuto per istituire un sistema curatoriale moderno, esemplificato dalla maturazione della Biennale di Taipei, che porterà il Museo a organizzare quello che a tutt’oggi resta la più importante vetrina per l’arte taiwanese sul mondo: il Padiglione Taiwan alla Biennale di Venezia.

153 ARTHUR DANTO, “The artworld”, in The journal of philosophy, vol. 61, n. 19, 15 Ottobre 1964, p. 580. 154 GIORGIO AGAMBEN, Che cos’è il contemporaneo?, Roma: Nottetempo, 2008, pp. 8-9:

È davvero contemporaneo chi non coincide perfettamente col suo tempo né si adegua alle sue pretese ed è perciò, in questo senso, inattuale; ma, proprio attraverso questo scarto e questo anacronismo, egli è capace più degli altri di percepire e afferrare il suo tempo.

2.1 Elementi di storia dell’arte taiwanese

Se, come emerge dalle parole di Chen Yuxiu, la natura della cultura taiwanese è ibrida e non solo erede di quella del continente cinese, le sue radici visive si possono rintracciare nell’ “arte nativa” o “aborigena” (běntǔ yìshù 本土藝術).155 Essa ebbe principalmente funzione sociale e

rituale con una precisa iconografia e rari cambiamenti stilistici: viene perciò solitamente collocata nelle branche dell’antropologia e dell’archeologia.156 Come affermato in precedenza, Taiwan iniziò

ad essere oggetto d’interesse da parte dell’impero cinese, e dunque a mescolarsi con la sua cultura, solamente nel XVII secolo; prima di allora ci fu un’emigrazione di piccola entità, soprattutto di agricoltori che poco o nulla influirono sull’evoluzione dell’arte taiwanese.

La colonizzazione dell’isola e la sinizzazione del suo patrimonio visivo avvenne quindi a fine 1600, con la costruzione dei primi templi buddhisti e l’arrivo di letterati cinesi, che si dedicarono alla pittura di paesaggio, di fiori e uccelli e ritratti di aborigeni a caccia.157

155 Al contrario di ciò che avviene in molta storiografia ufficiale, in cui si identifica l’arte taiwanese come

branca della cinese. Ad esempio nel volume del 2007 pubblicato dal TFAM si descrive la storiale dell’arte taiwanese come discendente dai dipinti a inchiostro del Fujian. Cfr. HU, 臺北市立美術館, op. cit., p. 28.

156 Per una miglior definizione si veda: JOAN STANLEY BAKER, “What is Taiwan Art History?”, Guoli Tainan

yishu daxue/Xuni yishu cun 國立臺南藝術大學/虛擬藝術村 (Università Nazionale d’Arte di Tainan/ Villaggio artistico virtuale), www.art.tnnua.edu.tw, pp. 2-3.

157 SCHÖBER, Modernity, nationalism and global marginalization, op. cit., p. 50.

Fig. 4

Pescare (Bǔ yú 捕魚), inchiostro e colore su carta,

1746.

Questa immagine fa parte della Raccolta di

immagini delle tribù aborigene (Fānshè cǎi fēng tú 番

社采風圖), commissionata ad alcuni pittori- artigiani cinesi dal censore di Taiwan, Liu Shiqi 六十七, in carica dal 1744 al 1747.

Lo stile che si diffuse fu quello dell’epoca tardo-Ming e Qing: tra i reperti del periodo si ritrovano grandi e medie calligrafie in “semi-corsivo” (xínghuà 行畫) o “corsivo” (xíngcǎo 行草), riproduzioni

a inchiostro di flora e fauna locale, autoritratti e paesaggi.158 Si individuano tracce della presenza di

varie scuole, dai professionisti appartenenti alla “scuola Zhe” (Zhepai 浙派)159 agli adepti del

raffinato “stile dei letterati” (wénrén huà 文 人 畫 ), ma la più diffusa era quella del Fujian, caratterizzata da uno stile poco ricercato ma espressivo, che a Taiwan trovò nuovo terreno fertile..160

Questa fioritura venne però troncata dall’annessione, nel 1895, dell’isola all’impero giapponese, che comportò un duro processo di nipponizzazione della colonia da ogni punto di vista, compreso quello artistico. Fu così che nella scena taiwanese iniziarono a giungere i nuovi stimoli della moderna xilografia, della tecnica della pittura ad olio occidentale (in giapponese chiamata yoga 洋 畫) e soprattutto dal toyoga, lo “stile orientale” giapponese (in cinese dōngyáng huà 東洋畫), che aveva come principale caratteristica una rappresentazione della realtà fedele, variopinta e con abbondanza di dettagli.161 Per accelerare la diffusione degli stili pittorici nazionali nella colonia, nel 1927 fu

fondato un concorso artistico, che esisteva già in tutte le province dell’impero giapponese, chiamato “Mostra d’arte di Taiwan (Táiwān měishù zhǎnlǎnhuì 台灣美術展覽會)”, poi sostituito dalla “Mostra d’arte del governatorato di Taiwan (Táiwān zǒngdū fǔ měishù zhǎnlǎnhuì 台灣總督府美 術展覽會)”, dal 1938 al 1943.162 Queste competizioni erano l’equivalente dei Salon francesi163: una

giuria di accademici aveva il compito di accettare o rifiutare le opere proposte e quindi, essendo queste le uniche manifestazioni artistiche esistenti, aveva il potere di creare un canone.164 Erano

158 STANLEY BAKER, “What is Taiwan Art History?”, op. cit., p.6.

159 Cfr. LIN SUHSIN, 林素辛, “Taiwan miaoyu caihui yu zhepài zhi guanxi-yi - Tainan da tian hougong wei

li 臺灣廟宇彩繪與浙派之關係-以台南大天后宮為例 (La relazione tra i dipinti nei templi di Taiwan e la scuola Zhe. L’esempio del Grande Tempio di Matzu a Tainan)”, in ZHANG Yiqing 張毅請,HE Xiaoying 何曉英 (a cura di), in Mingdai Zhepai huihua. Guoji xueshu yantaohui lun wenji 明代浙派繪畫。國際學術研 討會論文集 (Arte della scuola Zhe durante la dinastia Ming. Atti del convegno internazionale), Hangzhou: Zhejiang renmin meishu 浙江人民美術, 2012.

160 STANLEY BAKER, “What is Taiwan Art History?”, op. cit., pp. 10-15. 161 FANG, Contemporary art in Taiwan after 1987, op. cit., p. 8.

162 JASON C.KUO, “Painting, decolonization and cultural politcs in postwar Taiwan”, in Ars Orientalis,

Chinese painting, vol. 25, 1995, p. 75.

163 SCHÖBER, Modernity, nationalism and global marginalization, op. cit., p. 62.

164 FRANCESCO POLI, Il sistema dell'arte contemporanea: Produzione artistica, mercato, musei, Bari: Laterza, 2011, pp.

quindi un’importante vetrina sociale, oltre che discrete fonti di reddito e divennero il fulcro della vita artistica facendo sì che tra i pittori locali si diffondessero lo yoga e il toyoga, i due stili richiesti nelle selezioni.165