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Km SE Glyka Nera, Km 4.5 NE Karelia TE IIB – TE IIIA1 ; TE IIIB1 – TE IIIC med.

Situata nel cuore della Mesogaia, sulla collina di Magoula a poche centinaia di metri ad ovest del villaggio. In seguito ad una frana Stamatakis esploro due tombe a camera, le quali anche se erano già state depredate restituirono numerosi oggetti, oltre ad essere particolari dal punto di vista architettonico280.

A NO una tomba a camera rettangolare preceduta da un lungo dromos accessibile attraverso uno stomion profondo, rinvenuta vuota.

A circa dodici metri a SE una tomba di dimensioni ancora più grandi si articolava con un dromos di 22 m ed una porta alta 3 metri che portava a tre grandi camere raccordate tra di loro attraverso brevi corridoi. Tale tomba anche se saccheggiata restituì numerosissimi oggetti, e grazie al recupero del diario di scavo ha permesso di identificare centinaia di oggetti e il modo di rinvenimento281. Tra i rinvenimenti ricordiamo circa 100 vasi per la maggior parte integri (anfore a staffa kylixes e skyphoi)282, 1400 vaghi ed elementi di gioielli in pasta vitrea decorata con motivi geometrici, marini e vegetali, un centinaio di vaghi e lamine in oro, 429 oggetti in avorio e osso di ippopotamo, 258 dei quali lungo il dromos 169 nella prima camera e solo 2 nella terza, 43 zanne di cinghiale inerenti ad un elmo, 500 frammenti di ossidiana come punte di frecce lame e nuclei non lavorati con paragoni da altri centri in Attica283. Incerto il numero dei seppelliti, cronologia tra il IIB/IIIA1 e IIIC medio per la grande tomba, con due periodi di utilizzo.

279 Stubbings 1947, p. 23; Dickinson 1979, pp. 210-211; Mountjoy 1999, p. 489; Phialon 2011, p. 138. 280 Milchhoefer 1877a, 1877b; Haussoullier 1878; Athenaion 1877, tav. Z.

281 Schliemann 1879 ; Grammenos 1992, 1995-1996. 282 Mountjoy 1999, p. 490.

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Laureotide (s. 40-42)

40 - Thorikos (Tav. 48-51)

Km. 9.5 SE Brauron; Km. 13.7 E Vari TE I – TE IIIC iniz.

Località sulla costa sud-orientale dell'Attica, situata a 9.5 km a sud/est di Brauron e 13.7 km ad est di Vari. Il sito si trova sulla collina di Velatouri (144 m), a circa 3 km a nord rispetto alla moderna città di Lavrion di fronte l'isola di Makronisos.

I primi scavi furono condotti nell'ultimo decennio dell'Ottocento dall'allora eforo, Valerios Staïs, e ripresi solo nel 1963 dalla missione Belga, che continua ad occuparsi della ricerca sul sito. Le tracce di attività umana in questo sito sono riconducibili con ogni probabilità all'attività di estrazione dell'argento e risalgono a periodi molto antichi, come dimostrano i materiali dalla miniera n. 3 databili all'AE II, anche se non sono presenti indicatori di attività di trasformazione relativi a questo periodo. Le prime testimonianze riferibili a questo tipo di attività legate al ritrovamento di litargirio284, si riscontrano nella prima parte del TE, nello stesso periodo in cui comincia l'uso del sito come necropoli. Quattro tombe databili al ME-TE sono state rinvenute sulle pendici nord della collina di Velatouri ed un'altra è posizionata sulle pendici orientali. Nella miniera n. 3 (nella zona del teatro) è stato inoltre rinvenuto un deposito ceramico databile al TE IIIB2 – IIIC finale.

Tomba 5

E' la tomba più antica e si trova 5 m a S della tomba 4. E’ una tomba a “cista” circondata da un recinto di 7,80 m per 5,80 m, una sorta di “megaron” interamente coperto da un tumulo circondato da un muro di contenimento di 17,50 m di diametro. A N del muro di contenimento è presente una bassa piattaforma rettangolare, il cui uso è forse riconducibile ad una pratica funeraria285. Questa tomba è più antica rispetto alla

284 Laffineur 2010, p. 712. 285 Mussche 1984, p. 61.

- 66 - tomba 4, il terreno che è scivolato da quest'ultima è stato ritrovato sopra la piattaforma

della tomba 5. La datazione risulta problematica dal momento che la tomba è stata depredata e non molto è sfuggito ai saccheggiatori. A livello architettonico, è possibile fare dei confronti con le tomba I e II da Vrana-Maratona datate tra la fine del ME e l'inizio del TE. All'interno del “megaron” sono stati ritrovati due frammenti di una brocca in marmo e la parte superiore di un askòs, la cui forma è riconducibile agli esemplari del ME III e TE IA dalla tomba Ypsilon del Circolo B di Micene.

Tomba 4, “Oblunga”

La tomba ha una particolare forma allungata, e perciò è detta anche “oblunga” non può essere definita tholos poiché tale definizione implica una camera a pianta circolare286. La tomba fu scoperta da A. Milchöfer nel 1887 e scavata tra il 1888 e 1893 da V. Staïs, il quale trovò dei frammenti di vasi micenei, delle piccole spade in bronzo e dei resti ossei con tracce di bruciato. La tomba presenta un largo e corto dromos non perfettamente in asse con lo “stomion”, ed una camera rettangolare con due estensioni semicircolari sui lati corti. Tutto intorno corre un peribolo di 30 m di diametro che si innesta direttamente sulla roccia, adattandosi al declivio naturale della collina. Sul lato orientale dove la pendenza è maggiore lo spessore e l'altezza sono maggiori (3 m di larghezza per 1,5 m di altezza) rispetto a quelli del lato settentrionale (0,50 m di larghezza per 0,70 m di altezza). La chiusura del dromos è irregolare, non mostra tracce di smantellamento successive ed è costituito da grandi blocchi di prassinite nella parte inferiore e piccole pietre di calcare nella parte superiore. Sul fondo del dromos le pareti si arrotondano. Il rapporto tra la lunghezza e la larghezza del dromos è di 1 : 2,33 , mentre l'asse tende verso ovest. Lo stomion, che non è allineato con il dromos, non ha proporzioni “canoniche”. Le pareti della camera, che misura 9,5 m per 3,5 m per 5 m di altezza, sono leggermente incurvate e proseguono parallelamente in maniera dritta fino a formare un sesto acuto (che è crollato in parte), quasi a ricordare la chiglia di una nave. Il piano di calpestio è leggermente inclinato verso l'ingresso.

Considerando il materiale utilizzato il livello dell’opera è considerevole, anche se è in cattivo stato di conservazione. La planimetria della tomba non ha paralleli nel mondo egeo. Sembra possibile ipotizzare che si tratti di una sorta di sperimentazione. Infatti,

- 67 - nonostante la presenza di alcuni caratteri tipici delle tholoi, come il peribolo circolare ed

il triangolo di scarico, l'andamento del dromos, le cinque lastre in calcare sul pavimento della camera e l'andamento della copertura rappresentano degli elementi di novità. Nonostante la tomba sia stata depredata nell’antichità, alcuni dei reperti hanno permesso di stabilirne la cronologia. Tra questi si ricordano: un ornamento in foglia d'oro decorato a sbalzo con motivo a farfalla e altri due con motivo a papiro, che trovano un parallelo in una tomba da Micene287; due dischetti in oro con decorazione di un grifone a riposo: un foglio d’oro decorato con tre file parallele di spirali correnti, decorazione già conosciuta a Micene288; un piccolo cucchiaio in oro; una piccola verga in oro con la parte centrale più stretta molto simile ad un'altra da una tomba di Micene289. La maggior parte della ceramica è datata al TE I ed insieme agli oggetti in oro dovrebbe appartenere al momento di costruzione della tomba, anche se è presente ceramica minia e a vernice- opaca che dovrebbe rappresentare il retaggio mesoelladico. Frammenti di una giara databile al TE IIA indicano l'ultimo periodo di utilizzo della tomba.

Tomba 3

La tomba n. 3 è l'unica che può, invece, essere definita propriamente una tholos. Presenta una camera con un diametro di 9,25 m, ed un dromos il cui asse è perpendicolare al peribolo. Tale particolarità è dovuta a ragioni esclusivamente topografiche. Inoltre come nella tomba 4, il triangolo di scarico è incompleto. All'interno della camera i mattoni della copertura sono disposti in filari progressivamente rientranti: ciò fa pensare alla possibile presenza di una volta completa, esperimento in parte riuscito per la tomba 5. I ritrovamenti vengono datati al TE IIA ed il TE IIIA2 – IIIB.

Tomba 1 e 2

La tomba 1 ha una forma allungata ed un corto dromos. Sulla base dei reperti rinvenuti la tomba si data al TE IIA.

287 Mussche 1984, p. 49. 288 Mussche 1984, p. 50 289 Branigan 1974, t. 34, 174.

- 68 - La tomba 2 ha una forma ad “L” che ricorda alcune tombe da Eleusi, ed un lungo

dromos che conduce alla camera rettangolare. Sul pavimento di quest'ultima sono state rinvenute delle ossa umane associate ad alcune kylikes datate al TE IIIA2 – IIIB. Nove vasi acquistati nel 1906 ad Atene come provenienti da Thorikos ed ora al Musèe d'Art di Ginevra, databili al TE IIIA2 – IIIB1290.

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Miniera n.3

Durante lo scavo del 1975291 fu rinvenuto in questo sito della ceramica micenea, studiata e pubblicata da P. A. Mountjoy292. La miniera n. 3 è situata sulle pendici sud della collina di Velatouri, ad ovest del teatro, ed è stata utilizzata fino al periodo tardo- classico per l'estrazione del piombo e dell'argento. La ceramica micenea è stata ritrovata non stratificata a 7-20 m dall'entrata attuale. La presenza di ceramica dell'AE in un'area più vicina all'ingresso suggerisce che la miniera fu utilizzata anche in quel periodo. La ceramica ritrovata può essere distinta in due gruppi, il primo è databile alla prima parte del TE IIIC293 ed il secondo al TE IIIC medio/finale. La ceramica di quest'ultimo trova confronti da Atene e Perati294. Altri depositi appartenenti a questa fase, sono quelli dalla casa sulle pendici nord dell'acropoli di Atene, quello di Iria295 in Argolide, quelli relativi alla fase 4 a Korakou296 in Corinzia, e quelli dal Menelaion in Laconia.

Poiché nessuna traccia di insediamento per il TE III C è presente nelle vicinanze, tali materiali non possono essere definiti di scarto anzi, la grande quantità di tripodi da cucina e di attingitoi (non comuni negli abitati), è probabilmente legata all'utilizzo dell'acqua durante i processi di estrazione.

Indagini recenti

Dal report di scavo del 2005297 risulta che sull'acropoli di Velatouri sono state identificati: nuove tombe, parte di una struttura a sud-ovest della tomba 5, un probabile recinto funerario a sud-ovest rispetto della tomba 2, la porzione di un peribolo e parte di un dromos a sud-ovest rispetto del “bothros” scoperto da Staïs, un possibile dromos a sud della tomba 2. Nel 2006 vennero aperte delle trincee nella zona precedentemente esplorata298. Infine, nel 2007299, in prossimità della tomba 5, è stata rinvenuta una pietra con un segno, interpretato come un numerale in lineare B.

291 Spitaels 1982. 292 Mountjoy 1995b, pp. 195-228. 293 Vitale 2006, p. 200. 294 Mountjoy 1995b, p. 195. 295 Mountjoy 1995b, n. p. 8. 296 Mountjoy 1995b, n. p. 28. 297 BSA A.R. 2005-2006, p. 12. 298 BSA A.R. 2006-2007, p. 8. 299 BSA A.R. 2007-2008, p. 8.

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41 - Laurion: Grotta Kitsos

27.6 Km. SO Vouliagmeni, Km. 9.2 S Thorikos