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Km E Perati, Km 5.2 N Kaki Thalassa TE IIIB2 – TE IIIC fin.

Isolotti nella baia di Porto Rafti con abbondante ceramica TE IIIC iniziale e media ritrovata sul versante ovest connessa con l’insediamento di Perati321.

33 - Porto Rafti: Perati (Tav. 45-47)

27 Km. E Atene, 28 Km S Maratona, 21 Km N Thorikos. TE IIIB2 – TE IIIC finale

316 Privitera 2013, p. 149. 317 AD 1966, pp. 98-100 318 Benzi 1975, pp. 348-349, n. 555-567. 319 Phialon 2011, p. 285. 320 Pini 2010, p. 34-35, n. 51. 321 Dickinson 1979, pp. 212-213.

- 76 - La necropoli di Perati, situata sulla sponda settentrionale della baia di Porto Rafti sulla

costa orientale dell’Attica, è uno dei siti più importanti del TE IIIC non solo per questa regione322. L’esistenza di un cimitero in questa località era noto sin dalla metà dell’ottocento, sia per l’attività di alcuni saccheggiatori che per le indagini di V. Stais, che visitò il luogo nel 1892 e intraprese lo scavo di alcune tombe323. Scavi clandestini continuarono fino al 1952 quando si decise di iniziare uno scavo sistematico dell’area che duro ben undici stagioni dal 1953 al 1963, durante le quali vennero alla luce 219 tombe utilizzate dalla fine del TE IIIB al TE IIIC finale324. Questo lavoro di scavo confluì nell’importante pubblicazione di Iakovidis325

a cui seguirono tutta una serie di altri lavori326. La presenza di una necropoli con circa 600 sepolture che coprono un arco temporale di 150 anni prova che nei pressi doveva esserci un insediamento particolarmente attivo in quest’epoca, ma che per il momento non è stato identificato327

.

Le Tombe

La quasi totalità delle tombe è del tipo a camera con dromoi di lunghezza variabile, a seconda del terreno, e una camera utilizzata per più sepolture (in media due/tre). Circa 20 tombe furono utilizzate solo nel TE IIIC iniziale328, 55 nel TE IIIC medio e solo 8 nel TE IIIC finale. Queste tombe non erano orientate secondo uno standard; solo otto di queste tombe vennero trovate vuote, 61 tombe presentano sepolture singole mentre 150 presentano più di una sepoltura329. L’altezza della porta della camera era generalmente di 1 m, mentre la larghezza della camera variava maggiormente: da 3,40 X 3 m a 0,80 X 0,95 m. In alcuni casi la camera veniva allargata grazie a nicchie ricavate lateralmente, il pavimento veniva più o meno livellato, l’altezza della camera era in media di 1 m ma ci sono anche camere alte 1,85 m e 0,85 m. Anche se la maggior parte delle tombe è del tipo a camera sono state ritrovate 26 tombe a “cista” di varie grandezze, la maggior parte con sepolture singole.

322 Dickinson 1979, p. 212.

323 AE (1895), pp. 199-202; AAA 1 (1968), pp. 184-189.

324 Mountjoy assegna la fase iniziale della necropoli, quindi la Perati fase I, sia al periodo transazionale

TE IIIB2-IIIC iniziale che al TE IIIC iniziale. Vedi Mountjoy 1999, p. 496.

325 Iakovidis 1969.

326 Iakovidis 1980, Gale 1982, Tomlinson 1997, Iakovidis 2003a, Iakovidis 2003b. 327 Iakovidis 2003.

328 Iakovidis 1969, Vol. B. 329 Iakovidis 1980, pp. 1-10.

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Sepolture

Generalmente ci sono due sepolture, ma ci sono casi anche con dieci; e considerando anche le tombe saccheggiate dovremmo trovarci di fronte a circa 600 persone seppellite. L’inumazione era la prassi, sia sul pavimento che su uno strato di ciottoli, senza seguire un orientamento preciso. Generalmente i defunti erano in posizione fetale; ma non mancano casi di cremazione come dimostrano le 18 incinerazioni di persone di varia età o sesso. Nella stragrande maggioranza dei casi quando la tomba veniva aperta per far posto a nuove sepolture, quelle precedenti venivano rimosse. Su circa 600 sepolture solo 90 rimasero furono trovate “in situ”. Ma ci sono anche casi di particolari attenzioni al defunto come dimostra un’inumazione nella tomba S3 dove, prima della totale decomposizione del corpo il defunto ha ricevuto ulteriori offerte, particolare che testimonia un interesse particolare nei confronti di questo morto330.

Corredo

Circa il 50% dei defunti aveva un corredo composto da ceramica, pochi non ne avevano, ed il restante aveva ceramica ed altri tipi di oggetti. La maggior parte di questa ceramica è composta da contenitori per profumi, per liquidi, per bere o per mangiare. I bambini ed i neonati erano sepolti con un corredo in “miniatura”, simile a quello dei genitori, solitamente con “poppatoi” e figurine fittili.

La maggiore parte dei rinvenimenti, circa 1200, è composta da ceramica e figurine ma sono venuti alla luce anche oggetti in bronzo e diverse centinaia di oggetti vari. A parte una moneta in bronzo ellenistica, e due frammenti di anfora, tutto il resto dei reperti appartiene alla parte finale dell’Età del Bronzo331.

Ceramica

Sono state ritrovate circa 26 figurine fittili di vario tipo, da quelle a Ψ a quelle di zoomorfe.

330 Iakovidis 1980, pp. 10-23. 331 Iakovidis 1980, p. 25.

- 78 - La ceramica di Perati viene divisa in tre gruppi, secondo la figura 1: al primo

appartengono le forme globulari, ai secondo quelli ovoidali ed, infine, al terzo quelle coniche; anche se tali suddivisioni presentano numerose variazioni.

La mole di materiale ritrovato insieme alla stratigrafia all’interno della tomba ha permesso di creare una periodizzazione, vennero create tre fasi la I la II e la III (che coincidono ai tre periodi del TE IIIC)332.

Perati Fase I

Al primo periodo appartengono 45 tombe di cui 25 rimasero in uso durante i periodi successivi. Questo periodo è caratterizzato principalmente dall’utilizzo delle stirrup jar del primo gruppo, dei spread-necked e piriform stamniskoi, skyphoi con anse sopraelevate, rounded e spool-shaped alabastra, jugs globular e ovali con rounded lip, squat lekythoi e shallow cup. Queste tombe hanno restituito anche sigilli orientali e cremazioni333.

Perati Fase II

La seconda fase è molto più corposa, sono presenti delle ampie varietà di forme e la maggior parte di queste passa da globulari a ovoidali. La decorazione si ravviva con motivi complessi ed impegnativi. Le tombe assegnate a questo periodo sono particolarmente ricche e hanno restituito anche oggetti in oro e argento, scarabei e amuleti egiziani e alcuni sigilli cilindrici, una spada e un coltello334.

Perati Fase III

Nella fase finale le Lekythoi e i trefoil-mouthed jugs diventano comuni, i vasi generalmente tendono al conico. La decorazione si assottiglia, e pochi motivi vengono utilizzati a differenza del periodo precedente. Sei tombe a camera dalla prima fase e 13 dalla seconda rimangono in uso anche durante quest’ultima fase. C’e’ una cremazione ed alcuni oggetti in bronzo. In base ad una cronologia relativa, basata sui rinvenimenti

332 Mountjoy 1999, pp. 496-499. 333 Iakovidis 2003b, p. 127. 334 Iakovidis 2003b, pp. 127-128.

- 79 - incrociati si deduce che la prima fase vada dal 1190/1185 al 1165/1160 a.C. ; La

seconda dal 1165/1160 – 1100 a.C. e l’ultima fino al 1075 a.C335.

Importazioni

Il contenuto di queste tombe prova che il commercio non era del tutto scomparso in questo periodo, infatti, sono stati ritrovati manufatti provenienti dall’Egitto, dal Levante, dalle Cicladi, da Cipro e da Creta; ceramica prodotta a Perati è stata ritrovata nelle Cicladi e nel Dodecaneso. Questi ritrovamenti provano una certa connessione tra l’Attica e le isole dell’Egeo meridionale, anche se non sembrano esserci informazioni per poter parlare di una vera e propria Koine336.

L’importanza di questa necropoli deriva anche dai ritrovamenti oltre la ceramica. Sono stati ritrovati elementi di uso comune quali gioielli, sigilli, amuleti, armi, lavori in avorio pietra o altro materiale e resti di tessuti appartenenti agli abiti funerari dei defunti. Molti di questi erano importati, come testimoniato da diversi sigilli e amuleti di provenienza vicino-orientale ed egiziana. Altri oggetti di uso comune sono costituiti da fibule, bottoni, rasoi, pinzette, specchi, pettini, spille, amuleti337. Da analisi effettuate su anelli in argento ritrovati in questa necropoli hanno dimostrato che il metallo usato proveniva dai giacimenti del Laurion338.

38 - Kaki Thalassa

11 Km. N Thorikos, Km. 7 SE Perati TE III

Nei pressi di una piccola chiesa dedicata ad A. Pandeleimon su di un piccolo promontorio339 sono state ritrovate tracce di ceramica TE III all’interno di una piccola

335 Iakovidis 2003b. pp. 129-130. 336 Mountjoy 1999, p. 498. 337 Iakovidis 1980, pp. 78-89. 338 Gale 1982, p. 100.

- 80 - grotta340. La prossimità di questa grotta al mare ne farebbe sia un riparo naturale che un

luogo di culto341.

43 – Maratona: Vrana (Tav. 56)

13 Km. N Pikermi, Km. 25 SE Skala Oropou TE IIB – TE IIIB2

Nella parte occidentale della piana di Maratona, sulla costa orientale dell’Attica, all’imboccatura della valle di Vrana sono stati localizzati un gruppo di quattro tumuli, di cui due datati al TE e utilizzati fino al TE IIIA2342, contenenti strutture in pietra con diverse sepolture. A circa 1 km a S-E rispetto a quest’ultimo giace una tomba a Tholos343 non in perfette condizioni ma con due sepolture intatte e due cavalli sepolti all’imboccatura del dromos, datata al TE IIB – IIIA1344

. Elemento di una certa importanza è il ritrovamento di una tazza aurea databile al TE IIIB-C integra345.

Tholos: caratteristiche architettoniche

Lo scavo di questa struttura ha riscontrato diverse difficoltà dovute sopratutto agli atti di razzia operati ai suoi danni nonché da un lavoro di scavo in due campagne distanti tra di loro 25 anni346.

La camera, lo stomion e parte del dromos è stato scavato da G. Sotiriadis nel 1933- 34347 anche se durante lo scavo parte del materiale venne depredato, atti di saccheggio ci furono a più riprese fino al 1958 quando I. Papadimitriou completo lo scavo e lo

340 Fimmen 1921, p. 7 341 Hägg 1968, p. 52. 342 Mountjoy 1999, p. 490. 343 Gallou 2005, p. 8. 344 AAA 3 (1970), pp. 63-68, pp. 153-156, pp. 349-357. 345 Marinatos 1970, p. 18. 346 Pelon 1976, p. 228.

347 PAE 1933 (1934), p. 35-38; PAE 1934 (1935), p. 35-37; PAE 1935 (1936) p. 92, n. 1; PAA 1934 p.

- 81 - studio della struttura348. Contemporaneamente a quest’ultimo venne effettuato anche il

lavoro di restauro sotto la direzione di E. Stikas.

Lo stesso lavoro di pubblicazione non è del tutto omogeneo e si riscontrano difficoltà nella ricostruzione delle caratteristiche architettoniche dell’edificio secondo i dati originali di ritrovamento, anche se questa tomba oggi a circa 80 anni dalla sua scoperta è stata adeguatamente restaurata e musealizzata. Tutte le misurazioni fornite sono tutte da intendere approssimative, dato i problemi sopracitati349.

La tholos è architettonicamente ben conservata, è stata ritrovata con un sottile strato di ceneri sul suolo, e sotto due ciste non saccheggiate. Nessun muro di fermo venne ritrovato né all’ingresso del dromos né sullo stomion.

Il dromos è orientato verso E, lungo 25 m e largo 2,80 m all’imboccatura e 1,75 m dinanzi lo stomion. Il dislivello superato è di circa 5,30 m, le pareti sono in doppia muratura tranne una porzione di 1,10 m che precede lo stomion, dove, si forma una sorta di vestibolo largo 2,10 m con le mura laterali che si innalzano per 5,70 m sormontate da una lastra leggermente inclinata che è stata ritrovata nel dromos e poi ricollocata350.

Dentro il suolo roccioso del dromos, a poca distanza dall’ingresso, è stata ritrovata una fossa poco profonda dove alloggiavano gli scheletri di due cavalli posizionati di fianco con la testa rivolta verso l’esterno e con i piedi uniti351

.

Lo stomion è alto circa 2,70 m e profondo 2,60 m al suolo e 2,90 m all’altezza dell’architrave, la larghezza è costante al livello del suolo, 1,60 m, mentre si nota un certo restringimento dal basso verso l’alto e da E verso O (1,40 m sul dromos e 1,15 m sulla camera).

L’architrave è formato da 3 lastre spesse 0,40 m di cui la più larga, quella centrale, misura 1,50 m. La lastra che affaccia sulla camera è adattata alla curvatura della camera, il triangolo di scarico è stato ritrovato mal conservato ed in facciata doveva presentare anche una sorta di cornice sottile in rilievo352.

La camera ha un diametro di 7 m, l’altezza conservata e di 6,90 m nel 1936 e 6,20 m nel 1958. Le pietre del muro sono più o meno rettangolari disposte in assise, mancano però informazioni valide per l’inclinazione della volta.

348 ERGON 1958, p. 23-27.

349 Per questa problematica in particolare vedi: Pelon 1976, p. 230, n.p. 1. 350 Pelon 1976, p. 229, n.p. 4.

351 ERGON 1958, p. 24, fig. 23. 352 Pelon 1976, p. 230.

- 82 - Sul suolo della camera, coperto al momento della scoperta da uno strato di cenere di

circa una dozzina di centimetri, è stata ritrovata una cavità rettangolare lunghe 4,50 m larghe 3 m e profonda 0,70 m, sul fondo della quale ci sono due ciste con pareti in pietra e coperte da delle lastre di scisto orientate E-O contenenti due sepolture353.

44 - Ninoi

20 Km. SE Skala Oropou, Km. 5 NO Vrana TE I – TE IIIB2

Presso la sponda meridionale del lago di Maratona, più precisamente nei pressi della grotta Ninoi tracce di frequentazione dell’età del bronzo sono state ritrovate: oltre uno scalpello in bronzo sono registrati rinvenimenti di ceramica TE I-II e TE III A-B354.

45 - Aphidna

13 Km. S Skala Oropou, Km. 8 O Ninoi TE IIA – TE IIIB2

Questo sito è ubicato sulle pendici meridionali del Pentelico, a N del lago di Maratona, lungo una dei punti di connessione tra l’Attica e la Beozia. Conosciuto per il tumulo funerario della fase iniziale del ME a cui 1,5 km da questo si trova l’Acropoli di Kotroni che ha restituito da indagini di superficie numerosi frammenti ceramici del ME e TE II- IIIB355.

353 Pelon 1976, p. 231.

354 Dickinson 1979, pp. 219-220; Phialon 2011, p. 135. 355 Dickinson 1979, p. 220; Privitera 2013 p. 156.

- 83 -

46 – Skala Oropou

13 Km. NO Aphidna, Km. 5 O Agios Anargiroi TE I – IIIB2

Nella località dell’antica Oropos i ritrovamenti più antichi sono dei frammenti datati al TE I, insieme a delle mura e ceramica del TE IIIB2356. Un alabastron datato al TE IIA è stato scoperto non lontano, in località Sohoria357.

47 – Agios Anargyroi

5 Km. E Skala Oropou, Km. 11.5 N Aphidna TE IIIA1 – TE IIIB

In questa località vennero ritrovati alcuni vasi, tra cui una kylix monocroma datata al TE IIIA1 – IIIA2 ed una giara a staffa con chevron (TE IIIB o IIIC iniz.)358. Sembra che tali reperti provengano da una tomba, forse collegata con la vicina località di Lofos Taktikou359. 356 AD 44B1 1989, pp. 78-79. 357 AD 29A , pp. 95-99, pl. 56.5; Mountjoy 1986, p. 26. . 358 AD 29A, p. 96:2228-2231. 359 Cosmopoulos 2001, p. 42.

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Implicazioni storiche

L’analisi sito per sito, svolta fino ad ora, ci aiuta a dare una panoramica generale sull’Attica durante la Tarda Età del Bronzo. Distribuzione e carattere dei siti saranno analizzati attraverso le tre principali fasi cronologiche e storiche in cui è comunemente suddivisa la civiltà Micenea della Tarda Età del Bronzo:

- TE I – TE IIB (Periodo Pre-Palaziale o I) - TE IIIA1 – IIIB2 (Periodo Palaziale o II)

- TE IIIC iniz. – TE IIIC fin. (Periodo Post-Palaziale o III) 360

Analisi diacroniche dell’evoluzione dei modelli insediativi in Attica sono state condotte in maniera diversa da vari studiosi. Alcuni hanno preferito dare un quadro unitario di tutta la regione361, altri l’hanno invece suddivisa in due ampie aree (Eleusi ed Atene; Mesogaia ed aree costiere) includendo nella discussione la parte finale del ME362; di recente Phialon ha inserito l’Attica in un più ampio contesto geografico comprendente Beozia, Eubea, Locride e Focide363.

Come lecito aspettarsi, in Attica, il maggior numero di attestazioni appartiene al periodo Palaziale (44 siti). Oltre Atene anche Thorikos ha una lunga continuità di utilizzo dal TE I al TE IIIC fin., mentre per il resto dei siti la “vita” media è di circa 250 anni (su di un totale di 550 anni circa).

Seguendo questa ripartizione i siti della regione sono stati distribuiti nelle seguenti aree364 :

360 Shelmerdine 2001. 361 Benzi 1975, pp. 371-392. 362 Privitera 2011, pp. 27-52.

363 Phialon 2011, pp. 109-144. Il cosidetto approche régionale copre un ampio arco cronologico dal ME

al TE, ed un territorio che comprende Attica, Beozia, Eubea, Locride, Focide ed Eubea.

364 I, II, III indicano la presenza di testimonianze del periodo Pre-Palaziale, Palaziale o Post-Palaziale, in

- 85 - 1 Piana di Eleusi 2 Dintorni dell’Imetto 3

Laureotide Mesogaia 4 Maratona 5 ed interno

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