A muovere l’interesse di questi nuovi giornalisti sono stati i grandi problemi legati al territorio siculo: la dicotomia tra una dirigenza politica non in grado di riscattare il territorio e la popolazione desiderosa di venir fuori da un contesto sociale ed economico arretrato; la disoccupazione e la mancata tutela dei diritti dei lavoratori e la condizione della donna da inserirsi in tutti i suoi multiformi contesti. Il giornale ha scritto degli scontri dei contadini ad Avola, della modernizzazione dell’ufficio delle tasse, dell’arrivo a Palermo della pillola anticoncezionale, degli scontri durante il governo Tambroni, della vicenda di Franca Viola90, del terremoto del Belice e delle mazzette nel mondo del calcio. Si notava, in questo senso, l’importanza secondo Nisticò, di creare un legame con la popolazione siciliana: è stata la libertà di dire cosa accadeva in Sicilia, senza paura e con grande scrupolo, che ha permesso al giornale di avere il sostegno dei palermitani. L’intelligenza di Nisticò comprendeva quanto fosse necessario rendere partecipi i cittadini e per far questo ha inserito all’interno del giornale una rubrica pensata per loro: chiamata «Città Parla»91, diventata cassa di risonanza dei lettori, un dialogo tra comunità e giornalisti.
90 La vicenda di Franca Viola è entrata nella storia perché è riuscita a scardinare alcuni principi chiave
della consuetudine sociale della Sicilia degli anni Sessanta. Rapita e violentata dal boss del paese nel quale Franca Viola viveva(Alcamo), la ragazza ha rifiutato il matrimonio riparatore proposto dal giovane e imposto dalla società siciliana. Con la suo rifiuto la Viola, non solo ha tenuto testa alla mafia che il giovane rappresentava, ma ha modificato per sempre la storia del femminismo italiano e delle norme penali.
91 Rubrica curata da Giuliana Saladino, in F. Nicastro, M. Figurelli (a cura), Era L'Ora, XL, 2013 pag. 229
Giuliana Saladino, giornalista per “L’Ora”, nata in una famiglia della buona borghesia, come tanti altri suoi colleghi, si era iscritta al PCI giovanissima allontanandosene soltanto dopo i fatti d’Ungheria(1956). Sul giornale palermitano ha scritto sulla condizione femminile e sullo spettacolo, senza tralasciare inchieste importanti come quella sul terremoto del Belice.Per un quadro dettagliato della sua figura si rimanda a G. Saladino, Chissà come chiameremo questi anni, a cura di G. Fiume, Sellerio, Palermo 2010
47 A suscitare l’interesse dei lettori del giornale, sono stati anche gli intensi colloqui intellettuali che nascevano tra le sue pagine. La redazione, infatti, è stata il quartier generale di intellettuali non soltanto siciliani: entrerà nella storia del giornale lo speciale approfondimento intitolato «Il Gattopardo 10 anni dopo»92 nel quale nove intellettuali tra cui Pier Paolo Pasolini, Leonardo Sciascia e Alberto Moravia, hanno discusso criticamente l’opera del Tomasi di Lampedusa. Degne di nota erano poi: la rubrica curata da Vincenzo Consolo93 intitolata «Un siciliano a Milano»94, e quelle di Michele Perriera95 «Palermo scuola» e «Palermo idee»96, che hanno riunito le maggiori firme della cultura sicula.
Ruolo fondamentale per Nisticò, nel rilancio del giornale, è stato giocato dalla cronaca nera che è andata ad occupare molte delle sue pagine, soprattutto dopo il reportage sulla mafia e l’inizio dell’evoluzione all’interno di “Cosa Nostra”. Tuttavia il direttore, pur focalizzando l’attenzione del suo giornale per i fatti che coinvolgevano direttamente la Sicilia, si è preoccupato di dar risalto anche alle notizie estere. Il compito è stato affidato a reporter come Kris Mancuso e Marcello Cimino, perché plurilingue; memorabili resteranno le interviste della Mancuso a Gheddafi, appena salito al potere in Libia e al patriota greco Alekos Panagulis che ha raccontato- come aveva fatto con la Fallaci- cosa significasse vivere sotto il Regime dei Colonnelli in Grecia.
92 E. Fidoria, Il Gattopardo 10 anni dopo, in L’Ora, 1-2 Ottobre 1968
93 Consolo, grande scrittore di romanzi e saggista, è riuscito grazie alla sua prosa a dipingere una Sicilia
piena di contraddizioni, bellissima e sofferente; ha collabora con il giornale “L’Ora” dalla metà degli anni Sessanta, curando le pagine culturali, fino alla sua chiusura. Collaboratore alla Rai di Milano fin dal 1968. Per approfondimenti si veda S. Perrella, In fondo al mondo. Conversazione in Sicilia con Vincenzo
Consolo, Mesogea, Messina, 2014.
94 F. Nicastro, M. Figurelli (a cura), Era L'Ora, XL, 2013
95 M. Perreira, scrittore palermitano, e stato uno dei fondatori del “Gruppo 63”, un insieme d’intellettuali
che portavano avanti quella che loro chiamavano neoavanguardia. Nel 1979, Perriera ha fondato la “Scuola di Teatro Teatès” dedicandosi alla regia e alla sceneggiatura di testi. Non ha abbandonato, tuttavia la sua collaborazione con “L’Ora” , partecipando alle pagine culturali ma soprattutto alle inchieste sulla criminalità organizzata.
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2010/09/11/foto/teatro_addio_a_michele_perriera_il_regista_dell_ani ma_di_palermo-6970117/1/ consultata in data 3 Marzo 2017
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48 Il filo rosso che attraversava tutti gli articoli de «L’Ora», sia essi di natura estera che culturale o nelle inchieste, è stato la politica.
La politica non era mai cosa calata da fuori o giustapposta al giornale, non era mai pensata e rappresentata come gioco dei partiti e dei loro stati maggiori o materia esclusiva dei governi e delle assemblee elettive, bensì era sempre considerata come permeante i sotterranei processi di trasformazione del quadro sociale e dello stesso costume siciliano. Lungi dall’essere relegata nel chiuso di una apposita rubrica, la politica attraversava e permeava l’insieme. Erano politica le inchieste, non soltanto quelle sul mal governo, sulle elezioni, sulla DC[…], ma anche quelle sulle trasformazioni di Palermo e della Sicilia nell’economia, nelle istituzioni, nella cultura.97
La visione così particolare che della politica aveva Nisticò, la si può riscontrare massimamente sia nella prima grande battaglia in cui ha lanciato il giornale, “L’Operazione Milazzo”, sia nella cronaca degli scontri durante il governo Tambroni.