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Gravidanza e parto

Nel documento Donne in sospeso (pagine 124-128)

6.5 Aspettare un bambino in terra straniera

6.5.1 Gravidanza e parto

I dati quantitativi disponibili sull'evento nascita sono ricavati dalle Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO) e dai Certicati di Assistenza al Parto (Ce- DAP), la cui copertura lascia escluso il periodo della gravidanza, se non per pochi dati. In generale il percorso nascita delle donne immigrate appare meno medicalizzato rispetto alle italiane, con controlli meno frequenti e più tardivi. n una ricerca dell'Istituto Superiore di Sanità del 2001 il 17% delle madri pre- se a campione ha dichiarato di aver incontrato dicoltà durante l'assistenza in gravidanza, dicoltà legate soprattutto ai problemi di comunicazione, eco- nomici, e di accesso ai servizi sanitari. Spesso il periodo della gravidanza e del puerperio sono caratterizzati da grande insicurezza, la madre che aronta questi momenti in solitudine incontra dicoltà su più fronti, sopratutto per quando riguarda il processo di trasmissione: il mondo in cui la madre dovrà crescere il proprio bambino appare sconosciuto e per certi versi inospitale, ella non sa se parlare al bimbo in italiano o nella sua lingua madre, i tradizionali sistemi di educazione sono lontani e forse inadeguati, ecc. La gravidanza è per questo motivo costellata di ansie e di paure, accresciute nel caso delle donne immigrate dalla condizione di isolamento e di precarietà economica. Le gioie della maternità di mescolano alle paure del presente e alle incertezze sul futuro.

Eri preoccupata in gravidanza? Si un po' si, perché non mi sentivo bene. Lo sentivo che non sentivo bene. (E, Moldavia)

dopo è arrivata la prima gravidanza. Io la volevo una gravidanza, ma avevo paura di tutto .. pure sai che quando sei incinta ti senti un po' debole, qua... ma io quelle cose gli davo un po' di più da me stessa perchè, dicevo vedi sono qua da sola, qua non mi vede nessuno (J, Albania)

Riporta a tal proposito la dottoressa Laura Lauria: Prendersi cura di que- sto momento della gravidanza, del parto e del dopo parto diventa un obiettivo con un grande risvolto in termini di prevenzione del malessere nelle nuove gene- razioni: infatti spesso succede che se i genitori non hanno elaborato il trauma migratorio, questo può determinare nei gli una costruzione insicura della pro- pria identità. Nella scissione tra il mondo di qui e il mondo del Paese di origine è facile che avvenga un disturbo nella trasmissione da una generazione all'altra. Anche il momento del parto è vissuto con questo senso di paura e incertezza: le narrazioni riportano questo momento tanto delicato con parole dure e confuse.

il 24 è il compleanno di mio marito, siamo andati a fare un pez- zo di carne in montagna, così... e il 26 mi si sono rotte le acque. Aveva 25 settimane compiute, e sono andata in ospedale con lui. Avevo paura.... prima volta, non sapevo cosa fare.. tremavo.. e al- l'ospedale siamo andati lì, mi hanno messo monitoraggio, mi hanno messo la ebo, così, per non fare iniezioni e sono iniziati i dolori e il travaglio..(E, Moldavia)

in gravidanza avevo fatto tutti i controlli, proprio il lunedì 26 avrei dovuto andare per l'ultimo controllo, a fare tutti i controlli, proprio ne ho fatti due e il terzo non sono riuscita. e niente, mi hanno messo lì, 16 ore di travaglio solo io so come ho fatto lì,quanto dolore, quanto dolore... poi alla ne hanno visto che comunque non si poteva na- scere, questo bambino non voleva uscire... voleva uscire, ma troppa dicoltà, mi hanno messo un'epidurale perché stavo malissimo.. e dopo un'ora è nato. Aveva 2.230 grammi, era piccolino, tutto nero..

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(M, Romania)

e mi si sono rotte le acque lo stesso un po' in anticipo, dovevo partori- re il 3 di ottobre e ho partorito il 1 di settembre, perciò 35 settimane e qualcosa.. e ho lavorato no al sesto mese, sono andata all'ispet- torato del lavoro e mi sono fatta... perchè lì si lavorava pesante, i detersivi sopratutto (E, Moldavia)

allora, primo nato 2, 330 kg, il secondo 2, 670 però l'ho partorito subito lui, veloce , perchè era magari uno dopo l'altro, e a lei  dicilissimo- , lei 2, 130. Piccolina. L'hanno messa lì un pochino sul caldo, ma me l'hanno data subito, ha mangiato subito, l'ho attaccata al seno, Ha mangiato per quattro mesi, poi ho avuto una broncolito e non ho più avuto il seno.. (M, Romania)

Come di evince dagli stralci delle interviste tre delle donne hanno incontrato nel percorso due delle complicanze per le quali le donne straniere sono sovra- rappresentate: la gestazione non è stata portata a termine (si parla di 35 o 37 settimane) e il neonato ha riportato un peso molto inferiore alla media ( < 2500 gr). Per quanto riguarda il momento del parto, quasi tutte hanno preferito un parto naturale, quando possibile, secondo natura.

E poi... ho partorito tardi, non quando dovevo partorire, però avevo dicoltà e all'ultimo momento mi hanno fatto il cesario. Perché mi hanno chiesto ma come hai partorito prima? ho detto, naturale, come si deve partorire, normale. E loro hanno provato di farmi prima, perché non è possibile tagliarlo e io io non voglio, perché non mi piacciono le operazioni io non voglio però.... perché una volta tagliato.. sei tagliato tutta la vita. È così, io ce l'ho nel cervello, non mi puoi.. Quel giorno lì, quando ho partorito avevo una paura, Madonna, pensavo a lei, lei sana, basta che... questo c'entra. Poi niente, sono stata là dalla mattina alla sera, poi è arrivato un dottore,

era un dottore tedesco che ha detto No, deve fare cesario perché la bambina si sta soocando. (M, Romania)

Il momento del parto, il momento del dolore è reso ancora più dicile dal fatto di avere i propri cari lontani e di essere da loro dicilmente raggiungibili

3.

E tuo marito era lì la terza volta?

No, neanche il secondo perchè era a Bologna, ha detto E.aspettami, macchè aspettami che io sono già via da casa.. (E, Moldavia)

6.5.2 Contraccezione

Quello della contraccezione è un tema che ha molto a che fare con le strategie di pianicazione familiare; come anticipato in fase teorica l'uso di metodi con- traccettivi risente della provenienza geo culturale della donna e dal suo sistema sociale di riferimento. Questo tema entra in questo lavoro di ricerca sorpattut- to in riferimento alle gravidanze non desiderate e alle interruzioni volontarie di gravidanza, e ci aiuta ad interpretare alcuni dati riferiti alle donne immigrate dall'Est Europa. Per quanto riguarda le donne intervistate si può parlare di una certa reticenza al confronto sul tema; le donne che hanno accettato di parlarne portato alla luce un certo squilibrio nella coppia e una gestione della fertilità che grava sulle spalle della donna. Al contempo la fertilità sembra essere un fenomeno secondario rispetto alle fatiche della migrazione e in questo senso è vissuta in modo sbrigativo.

io dovevo mettermi qualcosa, però non possono mettermi perchè.. il mio corpo non prende quelle così lì, tipo spirale. Mi hanno dato

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la pillola, la pillola l'ho bevuta, ma.. ingrassavo e... niente. Mio marito non vuole queste protezioni. (E, Moldavia)

Questa attitudine è confermata anche dalla dottoressa Cesatti, ginecologa dell'ospedale Santa Chiara di Trento, portando ad esempio i casi clinici di alcune donne che si 'dimenticano' di indossare la spirale per anni, riportando poi complicanze ed infezioni. Vi sarà modo di apporfondire il tema nel paragrafo conclusivo dell'analisi che tratta di `donne in sospeso`.

6.6 Mamma, lavoratrice, immigrata. Storie di discrimi-

Nel documento Donne in sospeso (pagine 124-128)