I dati nazionali a nostra disposizione per quanto riguarda la salute della popola- zione immigrata si basano per la maggior parte sulle ricerche condotte a partire dalle statistiche di accesso ai servizi sanitari locali. I dati forniti dall'Istituto Superiore di Sanità confermano quanto aermato nei paragra precedenti e ci consegnano quindi il quadro di una popolazione straniera con condizioni di salute simili al quelle della popolazione autoctona, e anzi con un considere- vole bagaglio di salute da spendere sul nostro territorio, fattore che diminuisce considerevolmente il numero di accessi ai servizi. Tutto questo, per l'appunto,
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in linea con un prolo di immigrati di prima generazione che si spostano per progetti di lavoro e che dunque portano con loro un capitale di salute che ne fa mediamente un gruppo più sano. Questo vantaggio rispetto alla popolazione italiana si assottiglia con il passare del tempo e in particolare con l'inclusione di ipotetiche statistiche relative alla popolazione irregolare, che come vedre- mo più avanti presenta delle caratteristiche simili alle fasce più basse della popolazione.
In generale la ricerca indica per gli immigrati un tasso di accesso minore alle prestazioni sanitarie come visite mediche e accertamenti diagnostici (il 18,4% degli stranieri contro il 2,6% degli italiani); in particolare quelli specialistici si dimezzano per la popolazione straniera. Anche i ricoveri in ospedale seguono questa tendenza, sia per gli uomini, che per le donne se si escludono i ricoveri legati al parto, occasione per la quale le donne straniere si rivolgono in misura nettamente maggiore ad un consultorio pubblico rispetto alle italiane (38,3% contro il 13,7% delle italiane). Si registra invece un ricorso maggiore ai servizi sanitari di emergenza, ossia il Pronto soccorso, anche per una maggiore inci- dentalità registrata nella popolazione immigrata7. Esso rappresenta di sovente
la via privilegiata di accesso al ricovero ospedaliero: nel 54,9% dei casi infatti il ricovero è stato consigliato da un medico del pronto soccorso contro il 27,2% del ricovero di cittadini italiani. Per quanto riguarda i servizi di cura e preven- zione, anche qui si riscontrano dierenze importanti: per quanto riguarda ad esempio le donne la pressione arteriosa non è controllata da un 31% delle inter- vistate (contro il 17% delle italiane), mentre agli screening per la prevenzione dei tumori femminili ricorre al massimo la metà delle donne straniere nelle fa- sce d'età raccomandate (51,6% il pap test e 42,9% la mammograa), quando per le italiane i tassi superano il 70%. 8 Per quanto riguarda la periodicità
dei controlli, si registra una quota minore di donne straniere che eettua un
7Sempre questa ricerca registra che tra gli uomini ricoverati, il ricovero per incidente è molto
più frequente per gli stranieri (32,7% rispetto a 17,0%). Tra gli uomini stranieri sono peraltro più elevati gli incidenti sul lavoro: la quota è pari al 7,4% tra i lavoratori stranieri contro il 4,3% di quelli italiani.
8Vedi sopra. Determinate nazionalità di provenienza registrano tassi ancora più allarmanti; è il
caso delle donne provenienti dal Marocco e dall'Albania che solo per un terzo fanno uso dei sopra menzionati sistemi di monitoraggio e prevenzione.
secondo pap test dopo il primo (72, 8% contro 82,8%), ma con una periodicità non molto diversa dalle donne italiane.
La salute delle donne immigrate presenta un prolo simile a quella degli uomini (Perocco and Basso, 2003), ma si distingue per alcuni aspetti legati sia alla tipologia migratoria il percorso migratorio delle donne spesso si divide tra i ricongiungimenti e le immigrate sole del welfare che alla specicità di genere. La salute è un elemento determinante per la comprensione e l'analisi delle disuguaglianze sociali e di genere, anche a livello internazionale; l'espe- rienza dell'emigrazione femminile presenta un prolo particolarmente esposto al rischio poiché somma al suo interno disuguaglianze di genere, sociali e di razza.
La popolazione femminile immigrata presente sul nostro territorio arri- vata mediante ricongiungimento o pioniera del proprio progetto migratorio è prevalentemente composta da donne giovani e in età riproduttiva. La com- ponente di donne arrivate sole viene spesso attratta dal mercato del lavoro di cura, formale e informale e diventa manodopera a basso costo per un mercato internazionale di welfare caratterizzato dalle 3D: dangerous, dirty and deman- ding 9. Lo IOM (International Organizatione for Migration) in un report del
200510individua alcuni dei fattori alla base della condizione sociale delle donne
immigrate:
• i fattori individuali (capacità e risorse personali, età, istruzione, stato di salute, ecc.);
• i fattori sociali riferibili al ruolo delle donne e alle norme culturali (com- portamenti, religione, rapporto tra i sessi, ecc.);
9Dirty, Dangerous and Demanding è un neologismo americato derivato da un contetto asiatico
e si riferisce ad alcune catene sociali del mondo del lavoro occupate dai blue-collar. Il termine ha origine in Giappone dove il segmento peggiore del mercato del lavoro, spesso occupato da lavoratori immigrati è denito con le 3 K: kitanai, kiken, kitsui
10Gender and migration. A paper prepared for the Policy Analysis and Research Programme
of the Global Commission on International Migration by Nicola Piper, Asia Research Institute, National University of Singapore nell'analisi di Lia Lombardi Genere, Salute e disuguaglianze in Europa. Focus sulla salute riproduttiva delle donne migranti.
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• le politiche d'immigrazione stabilite dai paesi di destinazione (regolamen- tazione dei permessi di soggiorno, status legale, diritti sociali e civili, ecc.);
• le reti relazionali (parenti, amici, conoscenti, associazioni e gruppi di sostegno, ecc.).
A questi fattori si sommano quelli relativi alle disuguaglianze di genere espresse, quali le dicoltà di accesso all'istruzione, all'occupazione, alle risorse economico nanziarie, ai modelli culturali di riferimento e alla condizione di fragilità/subordinazione della donna; sempre questa ricerca inoltre aerma che le donne migranti sono più vulnerabili rispetto agli uomini agli abusi verbali, sici e sessuali.
Per quanto riguarda la popolazone femminile è da sottolineare che la mag- gior parte dei ricoveri ospedaliere degli accessi alla struttura sanitaria di donne immigrate avvengono per cause legate a motivi siologici, quali la gravidanza, il parto (55,2% dei ricoveri ospedalieri, seguiti in misura molto minore dalle malattie dell'apparato genito-urinario e digerente) 11 anche in relazione ai tas-
si più elevati di fecondità e abortività. Per quanto riguarda il day hospital il 59,6% dei ricoveri è da addebitare a cause legate alla riproduzione, quasi esclusivamente interruzioni volontarie di gravidanza.
Le condizioni di marginalità sociale legate anche a dure condizioni di la- voro e ad ambienti abitativi piccoli e poco adeguati criticizzano eventi di per sé siologici come gravidanza e parto, causando patologie o complicazioni; ad esse si aggiungono le dicoltà di accesso ai servizi di cura e prevenzione e le dicoltà legate ad una condizione di precarietà imposta, che rendono comples- se le strategie di pianicazione familiare. Inoltre, la mancanza di un entourage amicale e comunitario, capace di dare senso al momento della maternità mo- mento culturalmente pregno di signicato porta a condizioni di isolamento e stress psicologico.. Tutte questi fattori portano a gravidanze ravvicinate, nasci- te pre-termine, basso peso alla nascita, forte ricorso all'interruzione volontaria di gravidanza, scarso uso di metodi contraccettivi moderni.
Nella totalità della popolazione straniera presente sul nostro territorio vi sono poi gruppi e situazioni sociali che meritano particolare attenzione da parte della sanità pubblica: è il caso di rifugiati, detenuti, tossicodipendenti, nomadi e prostitute. La riessione su queste situazione merita un'attenzione peculiare, e non verrà trattata in via generale in questa tesi.