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Progetti migratori

Nel documento Donne in sospeso (pagine 95-98)

5.4 Contesto territoriale di riferimento

6.1.3 Progetti migratori

A seguito delle interviste eettuate si è osservato come le strategie di insedia- mento, conseguenti all'ottenimento del primo permesso di soggiorno, dieri- scano molto in base allo status giuridico posseduto dalle immigrate e alla loro condizione lavorativa. Questo appare evidente sia nei casi in cui la regolariz- zazione è assente o tardiva, sia nei casi di insediamento stabile sul territorio. Alcune delle donne intervistate hanno avuto precedenti esperienze migratorie, prima di spostarsi verso l'Italia, soprattutto in modalità stagionale:

I miei genitori lavorano tutti e due hanno lavorato sempre, io ho lavorato a 13 anni, no ad oggi. Io ho sempre lavorato, Grecia,

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Inghilterra, ho lavorato per la mia famiglia, ho fatto una casa per andare a vivere, ma ho lasciato a loro... perché.. non si poteva vivere insieme Ho lasciato la Romania nel 2007, prima sono andata nel 2005-2006 Inghilterra e in Grecia, poi sono arrivata qua perché vive mia sorella. Il primo viaggio non sapevo dove vado.. come si dice. Io davanti avevo solo un contratto di lavoro, rmato solo. Si aveva già rmato in Romania, in Bucarest. Ma nei miei pensieri dove vado non lo so, se è falso, se .. Perché passano tutte le cose nella mente, tutti i pensieri. Eh, sono andata no in Grecia, perché ho lavorato su un'isola, Rhodos. Sono andata con la nave no a là, sono scesa in Athena, Saloniki, poi sono andata con nave in isola Rhodos. (M, Romania)

non ho mai lavorato in Moldavia, ho lavorato in Russia con il mio ex marito. Facevo lavori interni, pittura... da noi molte donne facevano questo lavoro. In Cecenia ho lavorato. (D, Moldavia)

Questo conferma che l'attitudine allo spostamento non è un fenomeno che queste donne vivono una sola volta nella vita, quanto piuttosto una necessa- ria strategia adottata per il raggiungimento di determinati obiettivi economici. L'emigrazione, con i costi che comporta in termini sociali ed economici, è da tutte accettata come parte integrante dei sacrici da sostenere per il benessere familiare; ed è in nome di questo benessere che le donne arontano mesi o anni di annichilimento e di fatiche in una terra straniera, anni in cui sospendono la propria vita familiare e la loro stessa femminilità per concentrarsi sulla so- pravvivenza propria e del nucleo. Dell'aspetto della sospensione, che viene citato anche nel titolo di questo elaborato, avremo modo di parlare in seguito, nei prossimi paragra dell'analisi, e di considerarlo sotto vari punti di vista

I progetti di insediamento stabile in Italia sono per la maggior parte velati dall'insicurezza rispetto alla possibilità di una vita stanziale e alle concrete possibilità legali ed economiche di riunire il nucleo familiare nel territorio di emigrazione; ciò nonostante viene spesso ribadito con convinzione il desiderio di

proseguire l'esperienza migratoria più a lungo possibile, almeno no a quando non ci sarà possibilità di lavoro.

La decisione di orientare il proprio progetto migratorio verso una condizione di stabilità sul territorio di immigrazione, deve conciliarsi con una strategia familiare che permetta la non dissoluzione del nucleo. La possibilità di farsi ricongiungere da gli o mariti è un fattore discriminante per le donne che cercano di insediarsi in modo duraturo in Italia; essa è però una possibilità che deve fare i conti con un requisito legale (il possesso dei documenti necessari ad avviare un ricongiungimento familiare), un requisito lavorativo (il possesso di un contratto di lavoro e soprattutto una condizione retributiva che permetta di mantenere il nucleo al tenore di vita desiderato in Italia) e un requisito alloggiativo (poco conciliabile ad esempio da chi sceglie un impiego nel lavoro domestico in regime di residenzialità).

Perché io voglio lavorare in Italia... e lavorare... Sto un po' lì a casa... Non so dico io che tornerò, ma non so se ce la farò a lasciare adesso due bambini .. e poi Leonardo è piccolo [...]Mi sono trovata bene qua, mi piace Italia, sono persone brave, ospitali e tranquille. Vorrei tornare in Italia, però per me sarà dicile di nuovo lasciare bambini. Pensi di portarli qui con te? Si ma è È dicile portarli qui, per i documenti. Io se avevo documenti adesso andavo a casa,a ma Leonardo non lo lasciavo a casa.. Io adesso devo rientrare perché mi scadono i documenti. Per rientrare in Italia mi serve un visto turistico...Però se sarò a casa farò domanda per passaporto rumeno, però devi aspettare un anno almeno. Finché ti chiamano, vai in ambasciata... se avevo io i documenti avevo portato anche Loredana prima. È dicile stare senza bambini. Forse faccio passare un anno, che anche per il lavoro qui non è l'anno giusto...però nel mio paese anche non parliamo di lavoro.. (D, Romania)

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Questo tipo di problematiche sono emerse nelle interviste in particolar mo- do da parte dei soggetti più giovani e con una storia migratoria più recente; esse lamentano la mancanza di prospettive, essendo arrivate in Italia in un pe- riodo storico dove i soggetti con un'età più avanzata e gli/glie già sposati in madrepatria, emigrati verso l'Italia per sostentamento alla nuova generazione guardano ad una vecchiaia nel paese d'origine, nella speranza di poter sfruttare le rimesse inviate ai familiari per poter risparmiare loro la fatica di un'ulte- riore emigrazione. Tra le donne intervistate coloro che hanno già intrapreso o concluso percorsi di ricongiungimento o che hanno fondato un nucleo familiare in Italia, guardano al futuro con determinazione, ma anche con un fortissimo senso di instabilità. In questo senso il perpetrarsi di una situazione legale in bilico, l'entrata e l'uscita dal mondo del lavoro, il continuo altalenare tra oc- cupazione e disoccupazione dà la percezione di una situazione che potrebbe in poco tempo non essere più sostenibile. Allo stesso tempo, quasi tutti i soggetti coinvolti segnalano un buon senso dell'orientamento nel mondo dei servizi e della burocrazia, un buon grado di integrazione sul territorio e una buona rete di relazioni sociali, tutti fattori che confermano una tendenza all'insediamento stabile.

Nel documento Donne in sospeso (pagine 95-98)