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Green urban platform per la città storica Michela Morett

Nel documento Firenze, la trasformazione del centro antico (pagine 122-130)

La percezione della città di Firenze, consolidata nell’im- maginario collettivo, è quella di una città densamente co- struita intorno al nucleo storico e circondata da un pae- saggio collinare agricolo che ne incornicia le visuali. La percezione di Firenze non è certamente di una città verde, anche se è proprio una serie di giardini e parchi che ne promuovono spesso l’immagine.

Il verde nella città storica, struttura e organizza oggi lo spazio della vita sociale rappresentando luoghi di contatto e socializzazione. Da sempre centri di relazioni, i giardi- ni ed i parchi, sono nati come luoghi di rappresentanza ad alto valore simbolico ed estetico. Oggi alcuni di questi spazi, sono vissuti come “verde pubblico”, spesso attrez- zato come il Parco delle Cascine o il Giardino dell’Orti- coltura, il giardino di Villa Fabbricotti; altri sono rinati nella veste di museo pubblico o privato, come il Giardino di Boboli1, il Giardino Bardini, il Giardino Torrigiani o il Giardino Stibbert. Il verde storico di Firenze è composto da aree che si differenziano per stile e periodo, spesso ri- sultato di trasformazioni secondo le tendenze stilistiche di un preciso momento storico, oggi accumunati dall’uso, si- ano essi pubblici o privati, sono diventati negli anni luoghi di fruizione pubblica, con un uso massivo che spesso ne minaccia la sopravvivenza.

I parchi e giardini storici, esprimono la cultura ed i gu- sti dell’epoca che li ha generati e che molto spesso li ha trasformati, essi costituiscono una parte importante del patrimonio storico-culturale-ambientale. Attraverso di essi è possibile leggere le fasi storiche evolutive della città, comprenderne i legami con il paesaggio urbano e periur-

bano. Come tutti i monumenti anche i giardini ed i grandi parchi storici sono rappresentativi della cultura e del sa- pere del momento, delineando una banca dati informati- va eccezionale sulla cultura, sul sapere tecnologico e sulla sperimentazione.

Se una volta essi erano “locus amoenus” con un forte im- patto emozionale, in grado di suscitare forti sensazioni e affascinare lo spettatore, catturandone l’attenzione e spes- so indirizzandolo alla scoperta di nuovi scenari e visuali, oggi si ritrovano ad essere per lo più luoghi svuotati dei loro significati e delle loro identità, decontestualizzati dall’intorno che nel tempo ha perso i propri caratteri iden- titari, sono oggi frammenti di un sistema che non ha più la sua struttura e la sua organizzazione.

Il sistema del verde urbano nella città storica è organizzato in una cadenza di piccoli spazi aperti per lo più privati, che si mescolano con le aree verdi pubbliche: i grandi par- chi pubblici, i piccoli giardini e le piazze verdi, nonché gli spazi privati aperti al pubblico. Tutti insieme ritmano la città in pieni e vuoti non sempre percepibili, che si aprono in visuali e scorci incorniciati dalle mura cittadine. La gestione e la manutenzione delle aree a verde rappre- sentano una problematica non trascurabile per l’ammini- strazione, che a tal proposito ha già sviluppato un archivio dettagliato di tutte le aree verdi presenti in città, disponi- bile negli OpenData del Comune e un censimento delle alberature che al momento non risulta però organizzato in un sistema informativo e gestionale. Ben più complicata e difficile è senza dubbio la gestione del verde storico, alla quale si connettono una serie di tematiche specifiche da

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tenere sotto controllo attraverso metodologie di gestione programmata.

Il giardino storico, inteso quale “monumento vivente” vie- ne descritto nella Carta per la salvaguardia dei giardini storici2 firmata proprio a Firenze, come “composizione di architettura il cui materiale principalmente vegetale, dun- que vivente e come tale deteriorabile e rinnovabile”, do- vrebbe essere salvaguardato secondo lo spirito della Carta di Venezia3, nel rispetto dei suoi elementi e dei loro legami e ne dovrebbe essere garantito un uso consono nel rispetto dei luoghi e delle identità.

“I parchi, i giardini, gli insiemi naturali, che, alla pari di quelli costruiti, concorrono a formare l’habitat umano..”4 costituiscono un unicum in continua trasformazione, nel quale sono coinvolti tutti gli elementi naturali che li com- pongono; per questo la loro gestione e la loro quotidiana manutenzione richiedono una struttura organizzativa e decisionale fondata su un apparato conoscitivo ben strut- turato e supportato da fonti bibliografiche e storiche e da analisi tematiche di approfondimento. Allo scopo appare sempre più evidente la formazione di una piattaforma5 di gestione dati che sia di supporto degli enti o associazioni che hanno in gestione questi luoghi, ma che al contempo sia anche un veicolo di divulgazione delle informazioni per gli utenti.

In principio anche l’utilizzo di un Sistema Informativo Territoriale con collegato un WebGIS, opportunamente caricato degli strati informativi necessari, permetterà la diffusione dei dati geografici e l’utilizzo dell’Open Data. Il Comune di Firenze in questa direzione ha già seguito le indicazioni della direttiva comunitaria Inspire6 sulla di- vulgazione dei dati, istituendo un servizio di Open Data che mette a disposizione dei cittadini dati geografici re- lativi al territorio metropolitano. Il verde storico, parte integrante del verde urbano, è da considerarsi come “un bene culturale sui generis, in quanto caratterizzato da una prevalenza di materia vivente in continua evoluzione sia per il ciclico succedersi delle stagioni che per l’intervento dell’uomo. I cambiamenti, dovuti alle leggi di natura che regolano i cicli vitali o alla perdita del disegno originario

conseguente alla mancanza di manutenzione”7 sono spes- so alla base delle problematiche del restauro, essi dovreb- bero essere monitorizzati ciclicamente con analisi poiché il giardino è un “archivio vivente di conoscenza in cui di- viene rilevante lo studio delle tracce degli assetti passati”8 allo scopo di controllarne il processo evolutivo.

Per la salvaguardia dell’identità e dell’integrità simbolico- rappresentativa9 appare evidente la necessità di basare le scelte di progetto su analisi storico-bibliografiche, ico- nografiche ed archivistiche, mentre ai fini della sicurez- za è fondamentale strutturare un’organizzazione atta al monitoraggio delle condizioni fitostatiche e fitosanitarie dell’apparato vegetale, nonché controlli continui sulle at- trezzature presenti. Un complesso archivio d’informazioni su supporti differenziati necessità di un accorpamento in un unico sistema gestionale, consultabile dinamicamen- te e che permetta la sovrapposizione di diverse tipologie di dati. Per la gestione di tali luoghi è quindi opportuno pensare a una piattaforma complessa di archiviazione del- le informazioni, basata su dati oggettivi e controllabili che possano essere messi a servizio non solo degli enti ma an- che della cittadinanza10.

La piattaforma digitale potrebbe in prima istanza nasce- re ed essere testata sui giardini storici, la cui quotidiana manutenzione si sovrappone a scelte di restauro ben più complesse, per poi essere allargata alla totalità delle aree verdi dell’intero territorio urbano. Essa permetterà la di- vulgazione di pacchetti informativi differenziati per uten- za e articolati in categorie di domanda legate all’uso, alla struttura o alle informazioni storiche.

Attraverso l’utilizzo di tecnologie e in particolar modo attraverso flussi di dati intelligenti, che siano in grado di raffigurare lo stato dei luoghi in un preciso momento ma anche di predire i futuri movimenti, nonché prevedere le situazioni critiche, sarà possibile migliorare la qualità del- la vita della città.

Un interesse crescente, quello verso i flussi di dati ed i servizi data intelligence, presente anche all’interno delle strategie della città metropolitana11, che esorta ad una ri- flessione sulla necessità di mettere a sistema l’insieme del-

le aree verdi nella città di Firenze, con la creazione di uno strumento gestionale e culturale dinamico ed interattivo. Un dispositivo in grado di generare un nuovo impulso per la creazione di una città capace di comprendere le proprie esigenze alla luce delle trasformazioni passate e presen- ti; una città cosciente che riesce a individuare la propria strategia futura ed a produrre contenuti versi tutti i tipi di utenti. La piattaforma, strutturata per il sistema delle aree verdi del centro storico, deve essere intesa come momento di aggregazione e integrazione dei dati, al fine della co- struzione di uno strumento di controllo e gestione, capace di integrare le problematiche del restauro del verde storico all’interno delle consuete azioni di manutenzione e con- temporaneamente come mezzo culturale di conoscenza e divulgazione.

L’archivio composto dalle informazioni geografiche e tec- niche sulle aree, già in parte presente all’interno delle at- tuali banche dati del comune, sarà integrato dal materia- le storico (cabrei, vecchie mappe, documenti di progetti realizzati, studi specialistici) e potrebbe essere strutturato per accogliere le informazioni geografiche volontarie degli utenti in una specifica sezione12.

Molteplici sono le esperienze, principalmente non italia- ne, dei gestionali e delle mappe interattive, legate al verde urbano. A New York è stata creata una mappa interattiva di tutti gli alberi presenti in città, che sono stati geolocaliz- zati e censiti, in modo da permettere la conoscenza delle loro caratteristiche botaniche. Sempre negli Stati Uniti, il Senseable City Lab del Massachusetts Institute of Techno- logy di Boston ha sviluppato un software che mostra la copertura verde delle grandi città del mondo, ricavando i dati dall’analisi di Google Street View, e calcolando con il il Green View Index (GVI), la percezione visiva del verde. In Italia al momento i censimenti a fini della creazione di piattaforme gestionali, riguardano principalmente il verde urbano non storicizzato e quindi non affronta le proble- matiche di manutenzione e restauro dei contesti storici. Lo stato dell’arte in questo specifico settore deve essere il punto di partenza per lo sviluppo di un sistema inte- grato d’informazioni geografiche e descrittive utili per la

gestione del verde monumentale, per la definizione delle azioni di restauro e la programmazione degli interventi ai fini della salvaguardia degli spazi storici e della tutela degli aspetti identitari dei luoghi.

Occorre “un sistema di rappresentazione sinottico, in grado di porre a confronto le diverse patologie presenti nell’unità di un giardino” capace di “definire le eventuali interrelazioni in termini anche di causa-effetto tra le di- verse componenti materiche”. Serve “proporre un sistema di rappresentazione unitario che costituisca il supporto conoscitivo del progetto di conservazione e informi sulle tecniche di esecuzione, lo stato di conservazione, gli inter- venti previsti.”13

Il progetto del sistema di gestione integrato del verde sto- rico, si lega ad una ricerca partita con lo studio dei giardi- ni medicei fiorentini che si è poi ulteriormente sviluppata all’interno del Laboratorio di Restauro del verde storico dell’Università degli Studi di Firenze14, che negli anni ha affrontato come tema progettuale la gestione ed il restauro di alcune aree verdi storiche urbane, tra le quali il Giardi- no dell’Orticoltura, il Parco delle Cascine, Villa Fabbricot- ti e Piazza dell’Indipendenza.

Alla base del lavoro, la consapevolezza che la gestione del giardino storico debba poggiare su solide basi orientate alla conservazione del patrimonio e ad un uso sostenibi- le del giardino da parte dei visitatori. Il progetto di tale sistema, vede entrare in gioco molteplici attori, che con- tribuiranno, ognuno per il suo specifico settore, a creare il supporto e la struttura dei dati del sistema informativo. “Il punto di partenza è conoscere e capire il giardino, la cui stessa natura effimera è insita nel progetto, nel pensare il giardino come luogo mutevole, che si modifica conti- nuamente in relazione al contesto spazio-temporale….”15 Il momento iniziale è costituito dalla fase organizzativa e di preparazione del sistema informativo, in cui si procede all’analisi dei dati necessari da inserire nel sistema, all’in- dividuazione di un modello concettuale, logico e fisico che risponda alle finalità del lavoro. In questa fase si struttura il modello del database relazionale in cui far confluire tut- te le informazione dei rilievi, si predispongono le tabelle e

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il loro sistema di relazioni. Successivamente si procede alla redazione della carta base e alla definizione delle geome- trie del giardino, partendo dalla suddivisione dello spazio in aree omogenee secondo criteri morfologici, strutturali, compositivi o colturali. Su questa prima discretizzazione spaziale, poggerà il rilievo dei singoli elementi del giardi- no, effettuato attraverso tecniche miste di rilievo.

Lo spazio sarà quindi scomposto in entità geometriche elementari riconducibili a categorie di elementi del giar- dino stesso (gli alberi saranno discretizzati attraverso i

punti, i cordoli, le siepi attraverso linee, le aree a prato at- traverso poligoni)16.

Per ogni entità censita saranno segnate la posizione ge- ografica, le caratteristiche dimensionali, materiche e lo stato di conservazione e quant’altro si ritenga necessario e sarà assegnato un identificativo numerico univoco. Gli elementi che compongono lo spazio verde, descritti in base alla geometria elementare più rappresentativa, sono articolati in tematismi e costituiscono il rilievo geometri- co-descrittivo. In linea generale si possono distinguere i

seguenti layers tematici: alberi, siepi, bordure, vasi, pra- ti, cordoli, superfici, tombini, cestini, corpi illuminanti, elementi architettonici, panchine, etc. (chiaramente non esaustivi ma organizzati dopo un attenta analisi del sito). Ogni tematismo viene poi analizzato con il rilievo diretto e le informazioni vengono riportate all’interno di schede di censimento, che saranno la base delle tabelle descritti- ve associate ai dati geografici. Dobbiamo tenere presente però che “le architetture vegetali sono estremamente mu- tevoli”17 e che di conseguenza appare indispensabile pre-

disporre schede di analisi aggiornabili in più fasi, allo sco- po di avere una fotografia dinamica degli spazi da inserire all’interno del sistema.

I giardini storici devono essere scomposti nelle loro parti elementari e devono essere predisposte schede di rilievo specifiche per ognuna di esse.18 In questo modo si avrà uno specifico database per ogni entità del giardino. Uno fra i più interessanti è sicuramente quello degli alberi, costituito da tutte le informazioni di tipo dimensionale, fitostatico e fitosanitario, dal rilievo fotografico, dalle ana-

Fig. 3 Il Giardino delle Rose

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1Si ricordano anche gli altri giardini medicei delle ville, che non sono

menzionati in quanto collocati in un contesto esterno al centro storico.

2In occasione del VI Colloquio ICOMOS – IFLA, sulla “Conservazio-

ne e valorizzazione dei piccoli giardini storici”, il Comité International des Jardins et Sites Historiques Icomos-Ifla, riunitosi a Firenze il 21 maggio 1981, ha elaborato una carta sulla salvaguardia dei giardini sto- rici, Carta di Firenze. La Carta redatta dal Comitato è stata registrata il 15 dicembre 1981 dall’ICOMOS con l’intento di completare la “Carta di Venezia” in questo particolare ambito.

3Carta di Venezia per il restauro e la conservazione di monumenti e

siti siglata nel 1964.

4U. Carughi, Introduzione, in Canestrini F., Furia F., Iacono M.R., Il Governo dei giardini e parchi storici, Atti del IV Convegno Internazio-

nale, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 2001.

5A. Olsson, A. Vargiu, M. Nassi, Lo sviluppo di un sistema di gestione del verde urbano mediante l’utilizzo di un software WebGIS Open Source. La riduzione della spesa pubblica come stimolo per cercare di mantenere lisi strumentali, importantissimo ai fini della sicurezza e

della fruizione dei luoghi. Sarà inoltre necessario racco- gliere tutto il materiale documentario rintracciabile su ogni giardino storico: gli estratti di mappa catastale, le foto aeree del territorio (con le quali individuare più elementi del giardino), le cartografie IGM e le cartografie tecniche regionali, i disegni ed i catasti storici, le riproduzioni di stampe, gli elaborati grafici di rilievo e progettazione del sito, quali planimetrie e sezioni quotate, rilievi botani- ci con individuazione delle specie, planimetrie tecniche degli impianti, gli studi specialistici quali le analisi fitosa- nitarie delle alberature; i rilievi fotografici. La banca dati fotografica, dovrà inoltre essere appositamente geolocaliz- zata, ad ogni immagine dovrà essere assegnato un identifi- cativo univoco e tutte le informazioni sulla ripresa (autore, tipologia di macchina, data e ora dello scatto, angolo di ripresa).

Quest’ultimo pacchetto di dati sarà utile alla comprensio- ne del giardino e della sua evoluzione e costituirà la base per la scelta della metodologia di restauro, mentre il data- base relazionale dello stato attuale sarà la struttura di base su cui poggerà il database della manutenzione, nel quale ad ogni entità elementare del giardino saranno associate le informazioni sulle diverse lavorazioni stagionali o annuali da farsi per la manutenzione ordinaria. Lo stato delle lavo- razioni sarà aggiornato costantemente dagli operatori tra- mite apposite schede, nelle quali dovranno essere annota- te tutte le informazioni sui lavori eseguiti (conteggio delle ore, tipo di lavorazione, tipo di mezzo utilizzato, etc.). Lo storico delle lavorazioni permetterà il controllo dei costi

di manutenzione e attraverso speciali tabelle sarà possibile organizzare la programmazione delle lavorazioni. Attra- verso un tale modello di catalogazione e gestione delle in- formazioni si potrà gestire in modo efficiente il verde ur- bano e avere sotto controllo in qualsiasi momento tutti gli elementi che compongono tali aree, siano essi vegetali o architettonici, avere una chiara e semplice programmazio- ne degli interventi di manutenzione e gestire in maniera più controllata e capillare gli eventi straordinari. L’organiz- zazione delle singole attività effettuata sulle reali esigenze e sulle effettive disponibilità economiche ed il controllo costante delle spese, costituiscono uno dei punti di forza delle piattaforme di gestione dati. Il sistema propone una semplice visualizzazione grafica di tutti gli elementi censi- ti e l’estrazione degli attributi indicativi; offre la possibilità di ricerca degli elementi di rischio attraverso specifici pa- rametri e, più in generale, la quantificazione monetaria dei costi di gestione. La piattaforma potrà soddisfare le esi- genze legate alla gestione delle aree verdi e nello specifico alla manutenzione dei giardini storici e delle loro peculia- rità, ma deve essere pensata anche come mezzo informati- vo e divulgativo, come portale in cui far confluire i flussi di dati utili alla popolazione per la fruizione di questi spazi. La piattaforma così pensata avrà nell’interfaccia della rete (nei WebGIS e nelle applicazioni per dispositivi mobili) una fase importantissima, in cui con accesso gerarchizzato sarà possibile la continua disseminazione delle informa- zioni. Questo continuo flusso informativo sarà il mezzo con cui la popolazione potrà ritornare ad avere un ruolo attivo e partecipativo nella vita della città e nelle sue scelte.

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