• Non ci sono risultati.

di Maurizio Gentile

4. Metodi cooperativi e recenti svilupp

4.2. Il Group Investigation

Nel Group Investigation gli studenti fanno ricerca cooperando. Lo scopo del metodo è favorire la capacità di individuare problemi, ricercare infor- mazioni, discutere le questioni emerse, realizzare cooperativamente un prodotto finale (Sharah e Sharan, 1998).

I fondamenti pedagogici del Group Investigation richiamano la fi- losofia dell’educazione di Dewey (2004; 2014), la psicologia sociale di Lewin (1947), la teoria dello sviluppo cognitivo di Piaget (1975), la teoria della motivazione intrinseca di de Charms (1971), Deci e Ryan (1985). Per Dewey (2004), l’apprendimento ha luogo in un ambiente sociale ca- ratterizzano da scambi cooperativi per mezzo dei quali i membri di un gruppo hanno eguali opportunità di dare e ricevere dagli altri. È grazie a questo tipo d’interazione che gli alunni possono apprendere i fondamen- ti della società democratica. Per Lewin (1947), le dinamiche dei gruppi umani devono essere visti come un campo sociale. In esso insistono forze, entità, parti, barriere e canali che determinano le dinamiche dei gruppi. Una delle caratteristiche dei gruppi umani è la forza che le sin- gole entità esercitano all’interno del campo. I comportamenti dei singoli non dipendono solo dalle caratteristiche personali. Una chiave di lettura per spiegare le dinamiche dei gruppi è il campo di forze che interagisce con le caratteristiche di ciascun individuo. Nei suoi scritti, Piaget (1958; 1975) ha sostenuto che lo sviluppo del pensiero logico nei bambini può essere favorito da esperienze d’interazione cooperativa. Ad esempio, lo svolgimento in coppia di compiti di ragionamento spaziale produce un numero maggiore di soluzioni esatte rispetto a quando la stessa tipologia di compito è svolta individualmente (Valiant, Glachan e Emler, 1982). Per deCharms (1971), Deci e Ryan (1985) la scuola dovrebbe coinvolgere gli studenti in attività che suscitano interesse e motivazione intrinseca. La realizzazione di questo principio implica attività e ambienti di ap- prendimento che favoriscono curiosità, auto-determinazione, senso di competenza personale, relazioni sociali cooperative. L’attesa è che gli alunni s’impegnino per il gusto in sé di apprendere e investano tempo e energie al di là di quanto richiesto dai docenti. L’educazione dovrebbe proporre contenuti e attività che rispondono a interessi e curiosità perso- nali. In ultimo, per Sharan e Sharan (1998), la ricerca in piccoli gruppi dovrebbe stimolare gli studenti a analizzare, riassumere e organizza- re una rete di informazioni sulla base della quale costruire significato (Bransford et al., 2000; De Beni et al., 2001). L’interpretazione dei dati è un’operazione rilevante per trasformare le informazioni in conoscenza. Nel percorso di ricerca, più che imparare dal docente, gli studenti impa- rano da quanto leggono, vedono, e sperimentano direttamente. Si passa

così da un approccio basato sull’ascolto e la ripetizione, a uno basato sul fare e sul comprendere, caratterizzato da tre macro-operazioni: a) porre domande, b) ottenere informazioni rilevanti per rispondere ai problemi individuati, c) interpretare l’insieme delle informazioni ottenute collegan- dole tra loro.

Sulla scia di quanto presentato fin qui, sono quattro gli aspetti essenziali del Group Investigation (Sharan e Sharan, 1998).

1. Ricerca. Si riferisce ai modi concreti con i quali saranno gestiti i diversi momenti della ricerca: quale deve essere la domanda principale, quali le fonti e i materiali, come gestire la discussione e la formazione dei gruppi? 2. Interazione. Si riferisce all’interazione tra i membri dei piccoli gruppi: di

quali abilità hanno bisogni gli allievi per discutere, prendere decisioni, por- tare avanti la ricerca, giungere a un risultato?

3. Interpretazione. Si riferisce alla comprensione individuale e di gruppo dell’argomento studiato. Nel corso della ricerca gli studenti sono incorag- giati a dialogare ponendo a se stessi e ai compagni simili domande: «Io penso che?». «Che ne pensi su?». «Quali ipotesi posso fare?». «Come si collega quest’argomento con quello precedente?». «C’è una coerenza in quello che stiamo scrivendo?».

4. Motivazione intrinseca. Si riferisce all’interesse e al coinvolgimento susci- tato dalla ricerca. Gli studenti lavorano per il gusto in sé di approfondire l’argomento e portare a termine il lavoro: «Quali dati mancano?». «Che altro possiamo leggere?». «Chi ci può aiutare?». «Abbiamo capito bene?». «Che cosa ci manca?». «È giusto quello che è avvenuto?». «Quali sono state le conseguenze?».

La gestione di una ricerca secondo il Group Investigation implica cin- que fasi (Sharan e Sharan, 1998). Queste non vanno intese in modo rigido. Gli studenti passano da una fase all’altra, alternando momenti di pianifica- zione a classe intera, studio personale, lavoro di gruppo, presentazione e dialogo con tutti i compagni di classe.

1. Individuazione degli argomenti e organizzazione della ricerca. Questa pri- ma fase è articolata in quattro momenti: a) presentazione di un problema generale; b) pianificazione cooperativa a classe intera; c) suddivisione del problema generale in questioni specifiche; d) formazione dei gruppi se- condo l’interesse espresso da ciascuno.

2. Pianificazione cooperativa della ricerca. I gruppi pianificano la ricerca foca- lizzando l’attenzione sulla questione specifica che hanno scelto di affronta- re. Il docente dà un tempo di uno o due ore per discutere e prendere de- cisioni. Ciascun membro, individualmente o a coppie, prenderà in esame un argomento associato alla questione specifica. I gruppi decidono come procedere e di quali strumenti e fonti servirsi: articoli, video, siti, blog, interviste, visite, enciclopedie, biblioteca, ecc. Gli studenti oltre ad ave- re una responsabilità di compito, materiali e risorse, possono assumere

dei ruoli complementari: ricercatore di fonti, verbalizzatore, coordinatore, membro del comitato guida8.

3. Conduzione della ricerca. I gruppi individuano, organizzano, interpretano e integrano quanto hanno scoperto. È la fase più lunga della ricerca: cir- ca tre o quattro ore. I gruppi esplorano le fonti scelte o ne individuano di nuove per approfondire o ampliare i dettagli relativi alla questione scelta. Nell’organizzare e interpretare le informazioni acquisite i gruppi possono utilizzare: mappe, elenchi, riassunti, tabelle, diagrammi di flusso, schemi. In caso d’informazioni contraddittorie, gli studenti si consultano tra di loro o rivolgono domande di chiarimento al docente.

4. Preparazione e svolgimento delle presentazioni. Gli studenti decidono quali informazioni presentare, e con quali strumenti proporranno i risultati principali della ricerca. L’obiettivo principale è dimostrare alla classe quale tra i contenuti acquisiti è il più importante, o quale, tra le idee elaborate, è quella centrale. Facendo riferimento alla scaletta decisa dal comitato gui- da, mentre un gruppo svolge la sua presentazione, tutti gli altri ascoltano come se fossero un pubblico invitato ad un convegno.

5. Valutazione individuale e di gruppo. Il docente può valutare sia le cono- scenze acquisite sia il processo di lavoro che i gruppi hanno seguito. En- trambe le valutazioni possono essere gestite individualmente e in gruppo. Gli strumenti possono consistere in verifiche strutturate, domande riflessi- ve, osservazioni svolte durante il percorso di ricerca, rubriche di valutazio- ne dei prodotti, combinazioni ibride di strumenti valutativi differenti.