1. INQUADRAMENTO TERRITORIALE
4.2 I concetti di Accessibilità, Visitabilità, Adattabilità e Fruibilità
Nelle disposizioni normative uso si prevede che le varie
rispettino tre livelli qualitativi di fruibilità
Accessibilità: possibilità, anche per
le persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale, di raggiungere l’edificio e le sue singole unità immobiliari e ambientali, di entrarvi agevolmente e di fruirne spazi e attrezzature in condizioni di adeguata sicurezza e autonomia;
Visitabilità: possibilità, anche da
parte di persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale, di acced
relazione e ad almeno un servizio igienico di ogni unità immobiliare. Sono spazi di relazione gli spazi di soggiorno o pranzo dell’alloggio e quelli dei luoghi di lavoro, servizio ed incontro, nei quali il cittadino entra in rapporto con
svolta;
Adattabilità: possibilità di
modificare nel tempo lo spazio costruito a costi limitati, allo scopo di renderlo completamente ed agevolmente fruibile anche da parte
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che implica conoscenze approfondite maggior sensibilità da parte di chi progetta lo spazio e una progettazione l’ottica dell’Universal Design,un concetto che sarà spiegato nei paragrafi successivi.
ccessibilità,
Visitabilità, Adattabilità e Fruibilità
Nelle disposizioni normative attualmente in prevede che le varie tipologie edilizie rispettino tre livelli qualitativi di fruibilità:: possibilità, anche per le persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale, di raggiungere l’edificio e le sue e unità immobiliari e ambientali, di entrarvi agevolmente e di fruirne spazi e attrezzature in condizioni di adeguata sicurezza e
: possibilità, anche da parte di persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale, di accedere agli spazi di relazione e ad almeno un servizio igienico di ogni unità immobiliare. Sono spazi di relazione gli spazi di soggiorno o pranzo dell’alloggio e quelli dei luoghi di lavoro, servizio ed incontro, nei quali il cittadino entra in rapporto con la funzione ivi
: possibilità di modificare nel tempo lo spazio costruito a costi limitati, allo scopo di renderlo completamente ed agevolmente fruibile anche da parte
di persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale.
È bene precisare che nell’art. 2 del D.M. 236/89, in merito alla definizione di accessibilità, si fa presente che la progettazione deve tendere ad un ambiente privo di fonti di pericolo, di fonti di affaticamento o di disagio e necessariamente privo di bar architettoniche. Ad esempio, una scala costituisce una barriera architettonica, una fonte di affaticamento ed anche una fonte di pericolo, che diventa un rischio in presenza dell’utenza. Bisogna tenere sempre presente la necessità di eliminare questi tre elementi: barriere architettoniche, fonti di pericolo e fonti di affaticamento. Se pur il termine accessibilità
all’interno di quello della fruibilità spesso si tende a differenziare i due concetti come viene specificato in una parte
Guida per il superamento delle barriere architettoniche negli edifici di interesse culturale” emanate dal Ministero per i Beni e
le Attività Culturali nel 2008.
specificato che per ciascuno dei tre gradi di fruibilità le normative fissano dei criteri di progettazione e le caratteristiche prestazionali che le varie unità ambientali (porte, servizi igienici, ascensori, spazi esterni, ecc.) devono soddisfare. Inoltre il termine “accessibilità”, esplicitamente definito dalle leggi in vigore,
rispetto di precise disposizioni normative affinché spazi e attrezzature possano essere utilizzati in piena autonomia e sicurezza da persone con disabilità mentre la “fruibilità” fa riferimento alla
di persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale.
È bene precisare che nell’art. 2 del D.M. 236/89, in merito alla definizione di accessibilità, si fa presente che la progettazione deve tendere ad un ambiente privo di fonti di pericolo, di fonti di affaticamento o di disagio e necessariamente privo di barriere architettoniche. Ad esempio, una scala costituisce una barriera architettonica, una fonte di affaticamento ed anche una fonte di pericolo, che diventa un rischio in Bisogna tenere sempre presente la necessità di eliminare ti tre elementi: barriere architettoniche, fonti di pericolo e fonti di affaticamento.
accessibilità sia contenuto all’interno di quello della fruibilità spesso si tende a differenziare i due concetti come viene specificato in una parte delle “Linee
Guida per il superamento delle barriere architettoniche negli edifici di interesse
” emanate dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali nel 2008. Viene specificato che per ciascuno dei tre gradi di o dei criteri di progettazione e le caratteristiche prestazionali che le varie unità ambientali (porte, servizi igienici, ascensori, spazi esterni, ecc.) devono soddisfare. Inoltre il ”, esplicitamente definito dalle leggi in vigore, rimanda al rispetto di precise disposizioni normative affinché spazi e attrezzature possano essere utilizzati in piena autonomia e sicurezza da persone con disabilità mentre ” fa riferimento alla effettiva
possibilità di utilizzazione
un’attrezzatura da parte di persone con disabilità seppur non esplicitamente progettati per tale scopo. Pertanto un ambiente o un’attrezzatura, pur
essendo a norma di legge accessibile, essere comunque fruibile se presenta caratteristiche dimensionali, tipologiche, di raggiungibilità o è oggetto di scelte gestionali che ne permettano l’utilizzo da parte di persone con disabilità. D’altra parte c’è da osservare che ambienti considerati accessibili possono di fatto risultare non fruibili come un percorso di larghezza e pendenza adeguate non è fruibile se lungo di esso vengono posizionati ostacoli di vario tipo (piante, cestini portarifiuti, veicoli, o se presenta parti sconnesse per la mancanza di interventi di manutenzione. Molto spesso viene utilizzato anche il termine di “accessibilità condizionata secondo la definizione normativa, indica la presenza negli edifici pubblici di “ sistema di chiamata per attivare un servizio di assistenza tale da consentire alle persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale la fruizione dei servizi espletati
4.3 Il concetto di Disabilità
Volendo ricevere un insegnamento documenti prodotti dalMondiale della Sanità
che, a differenza dell’idea largamente diffusa dell’associare la disabilità
esclusivamente a persone costrette all’ di sedia a rotelle, le disabilità sono di varia natura e soprattutto ci sono molti gradi di quest’ultime. Il concet
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possibilità di utilizzazione di un ambiente o un’attrezzatura da parte di persone con disabilità seppur non esplicitamente progettati per tale scopo. Pertanto un ambiente o un’attrezzatura, pur non essendo a norma di legge accessibile, può essere comunque fruibile se presenta dimensionali, tipologiche, di raggiungibilità o è oggetto di scelte gestionali che ne permettano l’utilizzo da parte di persone con disabilità. D’altra parte c’è da osservare che ambienti considerati accessibili possono di fatto risultare non n percorso di larghezza e pendenza adeguate non è fruibile se lungo di esso vengono posizionati ostacoli di vario tipo (piante, cestini portarifiuti, veicoli, ecc.) o se presenta parti sconnesse per la mancanza di interventi di manutenzione.
so viene utilizzato anche il accessibilità condizionata” che, secondo la definizione normativa, indica la presenza negli edifici pubblici di “un sistema di chiamata per attivare un servizio di assistenza tale da consentire alle persone tta o impedita capacità motoria o sensoriale la fruizione dei servizi espletati”.
Disabilità
Volendo ricevere un insegnamento dai documenti prodotti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità(OMS), possiamo dire che, a differenza dell’idea largamente diffusa dell’associare la disabilità solo ed persone costrette all’uso sedia a rotelle, le disabilità sono di varia natura e soprattutto ci sono molti gradi di Il concetto di persona con
disabilità è quindi molto ampio comprende chiunque, in maniera permanente o temporanea, si trovi ad avere delle difficoltà motorie (cardiopatici, donne in gravidanza, persone con passeggino, individui convalescenti o con ingessatura agli arti, obesi, anziani, bambini,
con limitata energia disponibile
difficoltà nelle percezioni
(ciechi e ipovedenti, sordi o ipoacusici) difficoltà cognitive. Alla prima
appartengono tutti i casi che vedono coinvolto l’uso degli arti superiori e inferiori, la seconda coinvolge i sensi quali vista e udito e l’ultima fa riferimento ad un funzionamento intellettivo al di sotto della media.
Nel 1980 l’OMS pubblicò un primo documento dal titolo
Classification of Impairments,
and Handicaps (ICIDH)”, che tradotto
significa Classificazione Internazionale delle Menomazioni, Disabilità ed Handicap
viene fatta un’importante distinzione tra:
Menomazione: perdita o anormalità
a carico di una struttura o una funzione psicologica,
anatomica. In altre parole è
biologico che una persona riporta a seguito di una malattia, congenita o meno, o di un incidente
disfunzione è congenita si parla di minorazione;
Disabilità: qualsiasi limitazione o
perdita della capacità di compiere un’attività nel modo o nell’ampiezza considerati normali per un essere
umano e
molto ampio e comprende chiunque, in maniera permanente o temporanea, si trovi ad avere cardiopatici, donne persone con passeggino, convalescenti o con ingessatura arti, obesi, anziani, bambini, persone con limitata energia disponibile, ecc.),
percezioni sensoriali
ipovedenti, sordi o ipoacusici) o . Alla prima distinzione appartengono tutti i casi che vedono coinvolto l’uso degli arti superiori e inferiori, la seconda coinvolge i sensi quali e l’ultima fa riferimento ad un funzionamento intellettivo al di sotto della
Nel 1980 l’OMS pubblicò un primo cumento dal titolo “International Impairments, Disabilities , che tradotto Internazionale delle ed Handicap, in cui distinzione tra: : perdita o anormalità a carico di una struttura o una psicologica, fisiologica o In altre parole è il danno biologico che una persona riporta a seguito di una malattia, congenita o meno, o di un incidente e se tale ne è congenita si parla di
: qualsiasi limitazione o perdita della capacità di compiere un’attività nel modo o nell’ampiezza per un essere rappresenta
l’oggettivazione della menomazione e come tale riflett
della persona;
Handicap: condizione di svantaggio
vissuta da una determinata persona, conseguenza di una menomazione o di una disabilità che limita o impedisce la possibilità di ricoprire il ruolo normalmente proprio a quella persona (in relazione all’età, al sesso e ai fattori socio
parole rappresenta la socializzazione di una menomazione o di una disabilità e come riflette le conseguenze sociali, economiche e ambientali per l’individuo derivano dalla presenza della menomazione e della disabilità.
Queste definizioni chiariscono come la condizione di handicap sia un fattore soggettivo, collegato
persona.
4.3.1 La Disabilità oggi
Il concetto di disabilità è stato codificato, per così dire, nelle classificazioni elaborate dall’ OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità a partire dagli anni ‘70 e l’ultimo atto emesso, ossia l’ICF, costituisce strumento di confronto e verifica per i tecnici, che rivestono un importante ruolo nel condizionare la qualità di vita dell’individuo. In primis si affronta l’argomento con
Classificazione Internazionale malattie” (ICD,1970)
all’esigenza di cogliere la causa delle
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l’oggettivazione della menomazione e come tale riflette disturbi a livello
: condizione di svantaggio vissuta da una determinata persona, conseguenza di una menomazione o di una disabilità che limita o impedisce la possibilità di ricoprire il ruolo normalmente proprio a quella in relazione all’età, al sesso e ai fattori socio-culturali). In altre rappresenta la socializzazione di una menomazione o di una disabilità e come tale riflette le conseguenze culturali, ciali, economiche e ambientali che per l’individuo derivano dalla presenza della menomazione e della
Queste definizioni chiariscono come la condizione di handicap sia un fattore collegato alla disabilità di una
Disabilità oggi
isabilità è stato codificato, per così dire, nelle classificazioni elaborate dall’ OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità a partire dagli anni ‘70 e l’ultimo atto emesso, ossia l’ICF, costituisce strumento di confronto e verifica per i tecnici, che vestono un importante ruolo nel condizionare la qualità di vita dell’individuo. In primis si affronta l’argomento con “La
Classificazione Internazionale delle
ICD,1970) e si risponde all’esigenza di cogliere la causa delle
patologie fornendo per ogni sindrome e disturbo una descrizione delle principali caratteristiche cliniche ed indicazioni diagnostiche.
L’ICD rivela ben presto vari limiti di applicazione e ciò induce l’OMS ad elaborare un nuovo manuale di classificazione in grado di focalizzare l’attenzione non solo sulla causa delle patologie creando “la
Internazionale delle menomazioni, delle disabilità e degli handicap” (
L’ICIDH non coglie la causa della patologia ma l’importanza e l’influ
contesto ambientale esercita sullo stato di salute delle popolazioni quindi non si parte più dal concetto di malattia inteso come menomazione, ma dal concetto di salute, inteso come benessere fisico, mentale, relazionale e sociale che riguarda l’individuo, la sua globalità e l’interazione con l’ambiente. Questo manuale è caratterizzato da tre componenti fondamentali, attraverso le quali vengono analizzate a valutate le conseguenze delle malattie:
Menomazione: danno organico e/o
funzionale;
Disabilità: perdita di capacità
operative subentrate nella persona a causa della menomazione;
Svantaggio (handicap)
l’individuo incontra nell’ambiente circostante a causa della menomazione.
patologie fornendo per ogni sindrome e disturbo una descrizione delle principali caratteristiche cliniche ed indicazioni
L’ICD rivela ben presto vari limiti di applicazione e ciò induce l’OMS ad elaborare un nuovo manuale di in grado di focalizzare l’attenzione non solo sulla causa delle
Classificazione menomazioni, delle
” (ICIDH, 1980). L’ICIDH non coglie la causa della patologia ma l’importanza e l’influenza che il contesto ambientale esercita sullo stato di salute delle popolazioni quindi non si parte più dal concetto di malattia inteso come menomazione, ma dal concetto di salute, inteso come benessere fisico, mentale, relazionale e sociale che riguarda l’individuo, la sua globalità e l’interazione con l’ambiente. Questo manuale è caratterizzato da tre componenti fondamentali, attraverso le quali vengono analizzate a valutate le conseguenze delle
: danno organico e/o
: perdita di capacità operative subentrate nella persona a causa della menomazione;
Svantaggio (handicap):difficoltà che l’individuo incontra nell’ambiente circostante a causa della
Il concetto fondamentale della classificazione ICIDH è
sequenza:
Malattia Menomazione Disabilità
L’Unione dei Disabili Fisici Contro la Segregazione (U.P.I.A.S.) propone una definizione di disabilità in chiave socio politica, sostenendo che la causa dello svantaggio non è la menomazione ma la società intollerante verso ogni forma d’imperfezione biologica . La presenza di limiti concettuali insiti nella classificazione ICIDH ha portato l’OMS ad elaborare un’ulteriore strumento, “
Internazionale del funzionamento e delle disabilità" (ICIDH-2, 1999
l’embrione del modello concettuale che sarà sviluppato nell’ultima classificazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: “La Classificazione Internazionale del funzionamento,disabilità e salute
2001). L’ICF si delinea come una classificazione che vuole descrivere lo stato di salute delle persone in relazione ai loro ambiti esistenziali (sociale, familiare, lavorativo) al fine di cogliere le difficoltà che nel contesto socio-culturale di riferimento possono causare disabilità. Tramite l’ICF si vuole quindi descrivere non le persone, ma le loro situazioni di vita quotidiana in relazione al loro contesto ambientale e sottolineare l’individuo non solo come persona avente malat
soprattutto evidenziarne l’unicità e la globalità. Lo strumento descrive tali situazioni adottando un linguaggio standard ed unificato, cercando di evitare
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Il concetto fondamentale della classificazione ICIDH è basato sulla
Menomazione Disabilità Handicap
L’Unione dei Disabili Fisici Contro la Segregazione (U.P.I.A.S.) propone una definizione di disabilità in chiave socio- politica, sostenendo che la causa dello svantaggio non è la menomazione ma la società intollerante verso ogni forma d’imperfezione biologica . La presenza di limiti concettuali insiti nella classificazione ICIDH ha portato l’OMS ad elaborare un’ulteriore strumento, “La Classificazione
nale del funzionamento e delle
2, 1999), che rappresenta l’embrione del modello concettuale che sarà sviluppato nell’ultima classificazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità:
La Classificazione Internazionale del isabilità e salute (ICF, ). L’ICF si delinea come una classificazione che vuole descrivere lo stato di salute delle persone in relazione ai loro ambiti esistenziali (sociale, familiare, lavorativo) al fine di cogliere le difficoltà che culturale di riferimento possono causare disabilità. Tramite l’ICF si vuole quindi descrivere non le persone, ma le loro situazioni di vita quotidiana in relazione al loro contesto ambientale e sottolineare l’individuo non solo come persona avente malattie o disabilità, ma soprattutto evidenziarne l’unicità e la globalità. Lo strumento descrive tali situazioni adottando un linguaggio standard ed unificato, cercando di evitare
fraintendimenti semantici e facilitando la comunicazione fra i vari utilizzator
il mondo. La novità di quest’ultimo ed attuale sistema classificatorio è rappresentata dal fatto che esso considera tutti quelle modalità e contesti che rendono la vita qualitativamente migliore anche per soggetti con patologie o in stato di disabilità temporanea o permanente, considerando i bisogni di una persona in un particolare stato fisico o mentale nei riguardi degli ambienti in cui vive. Quindi l’OMS, attraverso l’ICF, propone un modello di disabilità universale, applicabile a qualsiasi persona, normodotata o diversamente abile. In conclusione la disabilità è espressione di un complesso rapporto tra condizioni di salute, fattori personali e ambientali per cui gli affetti da handicap non sono incapaci a priori, ma sono persone che vedono limitate le proprie capacità a contatto con ambienti sfavorevoli.
4.3.2 La Disabilità motoria
L’handicap motorio è un disturbo del movimento e della postura che può essere di origine organica o di origine esterna incidente, ed è suddiviso in due gruppi in base alla zona di origine del
stesso:
Disturbi da danni periferici
riguardano l’apparato esecutore hanno un esordio e un decorso variabile e derivano dalla progressiva degenerazione delle fibre muscolari e periferiche fino a fraintendimenti semantici e facilitando la comunicazione fra i vari utilizzatori in tutto il mondo. La novità di quest’ultimo ed attuale sistema classificatorio è rappresentata dal fatto che esso considera tutti quelle modalità e contesti che rendono la vita qualitativamente migliore anche per soggetti con patologie o in stato di abilità temporanea o permanente, considerando i bisogni di una persona in un particolare stato fisico o mentale nei riguardi degli ambienti in cui vive. Quindi l’OMS, attraverso l’ICF, propone un modello di disabilità universale, applicabile a rsona, normodotata o diversamente abile. In conclusione la è espressione di un complesso rapporto tra condizioni di salute, fattori per cui gli affetti da handicap non sono incapaci a priori, ma mitate le proprie capacità a contatto con ambienti
Disabilità motoria
L’handicap motorio è un disturbo del movimento e della postura che può essere organica o di origine esterna, un in due gruppi in base alla zona di origine del disturbo
danni periferici:
l’apparato esecutore, hanno un esordio e un decorso e derivano dalla progressiva degenerazione delle fibre muscolari e periferiche fino ad
una totale compr dell’attività motoria;
Disturbi da
riguardano il Sistema Nervoso Centrale interessato da
che può essere specifica, cioè circoscritta alle sole strutture encefaliche deputate al controllo del movimento, o aspecifica, ossia più diffusa e quindi
strutture deputate al controllo di altre funzioni come ad esempio il linguaggio.
Inoltre l’individuo
prendendo in considerazione i suoi ambiti di movimento, che richiedono ausili e soluzioni differenti
d’azione limitate e definite
Paraplegico: colpito
inferiori, che ha possibilità di azione in avanti, in alto e
ausili necessari sono per sopperire all’inutilizzo delle
rotelle, deambulatori, ecc
Tetraplegico: colpito secondo forme
più o meno gravi anche negli arti superiori, ha scarse se non nulle possibilità di azione;
Emiplegico: colpito solo in una
parte, sinistra o destra del corpo, ha solo le conseg
azione.
4.3.3 La Disabilità visiva
Parlando di disabilità visiva
utile chiarire che ne esistono moltissime varietà più o meno gravi e sono definite
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una totale compromissione dell’attività motoria;
isturbi da danni centrali:
il Sistema Nervoso interessato da una lesione che può essere specifica, cioè circoscritta alle sole strutture encefaliche deputate al controllo del o aspecifica, ossia più diffusa e quindi può coinvolgere strutture deputate al controllo di altre funzioni come ad esempio il
su sedia a ruote prendendo in considerazione i suoi ambiti di movimento, che richiedono ausili e viste le possibilità d’azione limitate e definite, può essere:
colpito solo negli arti inferiori, che ha possibilità di azione in avanti, in alto e lateralmente. Gli ausili necessari sono per sopperire all’inutilizzo delle gambe (sedia a
deambulatori, ecc);
colpito secondo forme più o meno gravi anche negli arti superiori, ha scarse se non nulle possibilità di azione;
colpito solo in una parte, sinistra o destra del corpo, ha solo le conseguenti possibilità di
Disabilità visiva (sensoriale)
disabilità visiva innanzitutto è utile chiarire che ne esistono moltissime meno gravi e sono definite
dalla legge n.138 del 2001 “Classificazione e quantificazione delle minorazioni visive e norme in materia di accertamenti oculistici I soggetti maggiormente interessati da questo disturbo sono gli anziani
delle caratteristiche degenerative di certe patologie e non è da dimenticare che anche persone relativamente giovani
essere affette da ipovisione che nei paesi industrializzati ha una causa essenzialmente genetica, congenita perinatale, mentre nei paesi in via di sviluppo sono prevalentemente infettive e nutrizionali. Ai sensi della legge sopracitata, si distingue un ventaglio di casistiche in