INTRODUZIONE ...
1. INQUADRAMENTO TERRITORIALE
2. DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
3. STORIA DELLA CERTOSA
4. LE BARRIERE ARCHITETTONICHE
4.1 Definizione ...
4.2 I concetti di Accessibilità, Visitabilità, Adattabilità e Fruibilità
4.3 Il concetto di Disabilità
4.3.1 La Disabilità oggi
4.3.2 La Disabilità motoria
4.3.3 La Disabilità visiva (sensoriale)
4.3.4 La Disabilità uditiva (sensoriale)
4.3.5 La Disabilità cognitiva
4.4 L’Universal Design ...
5. LA NORMATIVA SULLE BARRIERE ARCHITETTONICHE
5.1 Cenni storici ...
5.3 La Deroga ...
5.4 La proposta di legge sull’abbattimento delle barriere architettoniche
5.5 Riferimenti normativi specifici per i luoghi di interesse culturale
5.6 Analisi del vincolo storico
della Certosa di Calci ...
6. GLI STRUMENTI PER IL SUPERAMENTO DELLE BARRIERE
6.1 Segnaletica ...
6.1.1 Il sistema LOGES
6.2 Mappe ...
6.3 Percorsi ...
6.4 Impianti di sollevamento
6.4.1 Piattaforme elevatrici e ascensori
6.4.2 Servoscala ...
7. RELAZIONE SULLO STATO ATTUALE
7.1 Decreto ministeriale del 14 giugno 1989 n. 236
7.1.1 Porte (art. 4.1.1) ...
7.1.2 Pavimenti (art. 4.1.2)
7.1.3 Infissi esterni (art. 4.1.3)
SOMMARIO
...
INQUADRAMENTO TERRITORIALE ...
DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA ...
STORIA DELLA CERTOSA ...
4. LE BARRIERE ARCHITETTONICHE ...
...
4.2 I concetti di Accessibilità, Visitabilità, Adattabilità e Fruibilità ...
4.3 Il concetto di Disabilità ...
4.3.1 La Disabilità oggi ...
4.3.2 La Disabilità motoria ...
4.3.3 La Disabilità visiva (sensoriale) ...
4.3.4 La Disabilità uditiva (sensoriale) ...
4.3.5 La Disabilità cognitiva ...
...
5. LA NORMATIVA SULLE BARRIERE ARCHITETTONICHE ...
...
...
5.4 La proposta di legge sull’abbattimento delle barriere architettoniche
5.5 Riferimenti normativi specifici per i luoghi di interesse culturale
storico-architettonico gravante sul complesso trecentesco
...
6. GLI STRUMENTI PER IL SUPERAMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE
...
...
...
...
ento ...
6.4.1 Piattaforme elevatrici e ascensori ...
...
7. RELAZIONE SULLO STATO ATTUALE ...
Decreto ministeriale del 14 giugno 1989 n. 236 ...
...
Pavimenti (art. 4.1.2) ...
fissi esterni (art. 4.1.3) ...
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...45
... 45
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5.4 La proposta di legge sull’abbattimento delle barriere architettoniche ... 51
5.5 Riferimenti normativi specifici per i luoghi di interesse culturale ... 52
architettonico gravante sul complesso trecentesco
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ARCHITETTONICHE...56
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7.1.4 Arredi fissi (art. 4.1.4)
7.1.5 Servizi igienici (art. 4.1.6)
7.1.6 Percorsi orizzontali (art. 4.1.9)
7.1.7 Scale (art. 4.1.10)
7.1.8 Rampe (art. 4.1.11)
7.1.9 Ascensori (art. 4.1.12)
7.1.10 Servoscala (art. 4.1.13)
7.1.11 Percorsi (art. 4.2.1) e Pavimentazione (art. 4.2.2)
7.1.12 Parcheggi (art. 4.2.3 e art. 8.2.3)
7.1.13 Segnaletica (art. 4.3)
8. RELAZIONE SULLO STATO DI PROGETTO
8.1 Decreto ministeriale del 14 giugno 1989 n. 236
8.1.1 Porte (art. 4.1.1) ...
8.1.2 Pavimenti (art. 4.1.2)
8.1.3 Infissi esterni (art. 4.1.3)
8.1.5 Servizi igienici (art. 4.1.5)
8.1.6 Percorsi orizzontali (art. 4.1.6)
8.1.7 Scale (art. 4.1.9) ...
8.1.8 Rampe (art. 4.1.11)
8.1.9 Ascensori (art. 4.1.12)
8.1.10 Servoscala (art. 4.1.13)
8.1.11 Percorsi (art. 4.2.1) e Pavimentazione (art. 4.2.2)
8.1.12 Parcheggi (art. 4.2.3)
8.1.13 Segnaletica (art. 4.3)
8.2 Barriere insuperabili ...
8.3 Barriere insuperabili al piano terra
8.4 Barriere insuperabili al piano primo
8.5 Barriere insuperabili al piano secondo
8.3 Computo metrico ...
9. CONCLUSIONI ...
Bibliografia ...
7.1.4 Arredi fissi (art. 4.1.4) ...
7.1.5 Servizi igienici (art. 4.1.6) ...
7.1.6 Percorsi orizzontali (art. 4.1.9) ...
(art. 4.1.10) ...
7.1.8 Rampe (art. 4.1.11) ...
7.1.9 Ascensori (art. 4.1.12) ...
7.1.10 Servoscala (art. 4.1.13) ...
Percorsi (art. 4.2.1) e Pavimentazione (art. 4.2.2) ...
(art. 4.2.3 e art. 8.2.3) ...
7.1.13 Segnaletica (art. 4.3) ...
8. RELAZIONE SULLO STATO DI PROGETTO ...
8.1 Decreto ministeriale del 14 giugno 1989 n. 236 ...
...
8.1.2 Pavimenti (art. 4.1.2) ...
fissi esterni (art. 4.1.3) ...
8.1.5 Servizi igienici (art. 4.1.5) ...
8.1.6 Percorsi orizzontali (art. 4.1.6) ...
...
8.1.8 Rampe (art. 4.1.11) ...
8.1.9 Ascensori (art. 4.1.12) ...
8.1.10 Servoscala (art. 4.1.13) ...
11 Percorsi (art. 4.2.1) e Pavimentazione (art. 4.2.2) ...
8.1.12 Parcheggi (art. 4.2.3) ...
8.1.13 Segnaletica (art. 4.3) ...
...
8.3 Barriere insuperabili al piano terra ...
8.4 Barriere insuperabili al piano primo ...
8.5 Barriere insuperabili al piano secondo ...
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Oggetto di questa tesi di laurea è la proposta di soluzioni per il miglioramento dell’accessibilità della Certosa di Calci. Il complesso monumentale della Certosa è stato fondato nel 1366 come monastero di monaci certosini appartenenti all’ordine di San Bruno; ha subito nei secoli molti interventi di ampliamento e modificazione. Dagli anni ’80 in Certosa convivono stabilmente due musei di rilievo nazionale: il Museo Nazionale della Certosa Monumentale di Calci (MIBACT), che permette la visita degli ambienti
e il Museo di Storia Naturale e del Territorio dell’Università di Pisa, che ospita ricche collezioni di mineralogia, paleontologia, zoologia, di rilevante importanza storica e naturalistica. Se da una parte il museo Nazionale della Certosa rap
conservazione dei luoghi, dall’altra il Museo di Storia Naturale è in continua evoluzione, arricchendo le sale con esposizioni temporanee o aumento delle collezioni. Ma le realtà in Certosa non finiscono qui; oltre agli spazi museali, comprensi
didattici e direzionali, convivono le realtà di ricerca dell’Università di Pisa, con i laboratori di restauro del Museo di Storia, archivi e magazzini e gli studi dei ricercatori/curatori. Il polo museale della Certosa costituisce la second
importanza sul territorio di Pisa. Dai dati pubblicati dalla stampa locale, il museo di storia conta circa 50.000 presenze annuali mentre il museo della certosa monumentale si aggira sulle 20.000. Il museo della Certosa monumentale organizza s
INTRODUZIONE
Oggetto di questa tesi di laurea è la proposta di soluzioni per il miglioramento dell’accessibilità della Certosa di Calci. Il complesso monumentale della Certosa è stato fondato nel 1366 come monastero di monaci certosini appartenenti all’ordine di uno; ha subito nei secoli molti interventi di ampliamento e modificazione. Dagli anni ’80 in Certosa convivono stabilmente due musei di rilievo nazionale: il Museo Nazionale della Certosa Monumentale di Calci (MIBACT), che permette la visita degli ambienti cenobitici, e il Museo di Storia Naturale e del Territorio dell’Università di Pisa, che ospita ricche collezioni di mineralogia, paleontologia, zoologia, di rilevante importanza storica e naturalistica. Se da una parte il museo Nazionale della Certosa rappresenta la conservazione dei luoghi, dall’altra il Museo di Storia Naturale è in continua evoluzione, arricchendo le sale con esposizioni temporanee o aumento delle collezioni. Ma le realtà in Certosa non finiscono qui; oltre agli spazi museali, comprensivi degli uffici didattici e direzionali, convivono le realtà di ricerca dell’Università di Pisa, con i laboratori di restauro del Museo di Storia, archivi e magazzini e gli studi dei ricercatori/curatori. Il polo museale della Certosa costituisce la seconda realtà per importanza sul territorio di Pisa. Dai dati pubblicati dalla stampa locale, il museo di storia conta circa 50.000 presenze annuali mentre il museo della certosa monumentale si aggira sulle 20.000. Il museo della Certosa monumentale organizza solo visite
guidate da accompagnatore ed il percorso espositivo si snoda solo su un livello, il primo piano. Il museo di storia ha sale espositive dislocate sui tre piani
percorsi di visita non necessariamente con accompagnatore/guida, organizza laboratori didattici per le scolaresche di ogni ordine e grado e laboratori per malati di Alzheimer inserito in un progetto sanitario regionale. Tutte queste caratteristiche fanno della Certosa un luogo frequentato di ogni tipologia d’utenza e fascia d’età, rendendo un’esigenza primaria il miglioramento dell’acc
complesso storico–museale. La Certosa di Calci è quindi sicuramente un complesso monumentale che offre innumerevoli temi di studio, per quanto è articolato e complesso. Questa tesi di lau
fornire uno studio, un progetto e la proposta di soluzioni per quanto concerne il superamento delle barriere architettoniche. Nell’approccio al superamento delle barriere architettoniche la suddivisione nei due musei è stato un elemento di un cer
da dover considerare, in modo da prevedere soluzioni che riuscissero a mantenere una netta distinzione tra i due percorsi e le due realtà. Come detto, un bacino d’utenza così svariato ed una forte costanza di visitatori, rende l’argomento dell’acce
mai importante ed attuale per la Certosa di Calci. Bisogna precisare che nei locali di competenza dell’Università di Pisa, ossia nel Museo di Storia Naturale, molti interventi sono già stati portati a compimento per migliorare l’accessibi
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guidate da accompagnatore ed il percorso espositivo si snoda solo su un livello, il Il museo di storia ha sale itive dislocate sui tre piani, prevede percorsi di visita non necessariamente con accompagnatore/guida, organizza boratori didattici per le scolaresche di ogni ordine e grado e laboratori per malati di Alzheimer inserito in un progetto sanitario regionale. Tutte queste caratteristiche fanno della Certosa un luogo frequentato di ogni tipologia d’utenza e rendendo un’esigenza primaria il miglioramento dell’accessibilità al museale. La Certosa di Calci è quindi sicuramente un complesso monumentale che offre innumerevoli temi di studio, per quanto è articolato e complesso. Questa tesi di laurea vuole fornire uno studio, un progetto e la proposta di soluzioni per quanto concerne il superamento delle barriere architettoniche. Nell’approccio al superamento delle barriere architettoniche la suddivisione nei due musei è stato un elemento di un certo peso da dover considerare, in modo da prevedere che riuscissero a mantenere una netta distinzione tra i due percorsi e le due realtà. Come detto, un bacino d’utenza così svariato ed una forte costanza di visitatori, rende l’argomento dell’accessibilità più che mai importante ed attuale per la Certosa di Calci. Bisogna precisare che nei locali di competenza dell’Università di Pisa, ossia nel Museo di Storia Naturale, molti interventi sono già stati portati a compimento per migliorare l’accessibilità, come il
posizionamento di rampe, l’installazione di servoscala o la dotazione di una sedia a ruote e di una sedia motorizzata che favorisca gli spostamenti esterni. All’interno dei locali del museo della Certosa monumentale non si apprezzano invece interventi degni di nota.
L’iter che ho seguito per portare a termine questo studio si compone del
tutte le barriere architettoniche che esso presenta, servendosi di rilievo e schedatura puntuale di ognuna; elaborazione di soluzioni e realizzazione esecutiva di quest’ultime; creazione di nuovi percorsi accessibili per tutta l’utenza e definizione di un prospetto di costi per gli
progettati.
Questa relazione tecnica è strutturata in 9 capitoli. I primi affrontano il tema prop
l’installazione di servoscala o la dotazione di una sedia a ruote e di una sedia motorizzata che favorisca gli spostamenti esterni. All’interno dei locali del museo della Certosa monumentale non si apprezzano invece
L’iter che ho seguito per portare a termine questo studio si compone del censimento di architettoniche che esso dosi di rilievo e schedatura na; elaborazione di realizzazione esecutiva di ; creazione di nuovi percorsi accessibili per tutta l’utenza e definizione di un prospetto di costi per gli interventi
è strutturata in 9 capitoli. I primi affrontano il tema proprio
della Certosa di Calci, con l’inquadramento territoriale, la documentazione fotografica ed i cenni storici; il quarto capitolo è dedicato alle barriere architettoniche, con la conoscenza delle stesse, delle principali disabilità e dei concetti propri d
Design; il quinto capitolo è prettamente normativo, affronta la legislazione italiana vigente e in previsione, riguardo le barriere architettoniche; il sesto capitolo è dedicato agli strumenti utili alla progettazione; il settimo e l’ottavo capitolo sono il cuore tecnico della relazione, in quanto, sulla base del commento al D.M.236/89, ho redatto la situazione delle stato di fatto e di progetto in Certosa. La relazione viene chiusa dalle conclusioni in cui si ragiona sul cambiamento dell’acce
degli interventi previsti di spesa.
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della Certosa di Calci, con l’inquadramento territoriale, la documentazione fotografica ed i cenni storici; il quarto capitolo è dedicato alle barriere architettoniche, con la conoscenza delle stesse, delle principali disabilità e dei concetti propri dell’Universal Design; il quinto capitolo è prettamente normativo, affronta la legislazione italiana vigente e in previsione, riguardo le barriere architettoniche; il sesto capitolo è dedicato agli strumenti utili alla progettazione; il apitolo sono il cuore tecnico della relazione, in quanto, sulla base del commento al D.M.236/89, ho redatto la situazione delle stato di fatto e di progetto in Certosa. La relazione viene chiusa dalle conclusioni in cui si ragiona sul cambiamento dell’accessibilità a seguito degli interventi previsti e con un prospetto
1. INQUADRAMENTO TERRITORIALE
Il complesso storico monumentale e museale della Certosa di Pisa
Calci, si trova in Toscana nel Calci, in provincia di Pisa. Calci, con coordinate 10°31′09″E, si estende su una
25,17 km², si trova ad un’altitudine di 50m sul livello del mare, ha 6 399 abitanti (dato aggiornato al 30/09/2018) e dista meno di 20km da Lucca e 10km da Pisa.
presenti molte architetture religiose tra cui
Fig.01 Estratto da Google Maps con il comune di Calci in evidenza
INQUADRAMENTO TERRITORIALE
Il complesso storico monumentale e le della Certosa di Pisa, o Certosa di nel comune di . Il comune di Calci, con coordinate 43°43′28″N si estende su una superficie di altitudine di 50m 399 abitanti (dato aggiornato al 30/09/2018) e dista meno di km da Pisa. Vi sono presenti molte architetture religiose tra cui
la pieve dei Santi Giovanni ed Ermolao e chiesa dei Santi Jacopo e Verano alla Costa d'acqua ma in particolar modo è
proprio per l’importanza della Certosa di Calci.
Estratto da Google Maps con il comune di Calci in evidenza
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INQUADRAMENTO TERRITORIALE
pieve dei Santi Giovanni ed Ermolao e la hiesa dei Santi Jacopo e Verano alla Costa ma in particolar modo è conosciuto ortanza della Certosa di
Sotto è riportato un estratto cartografico che permette di avere una visione più
del contesto circostante e della conformazione pedecollinare
Fig.02 Estratto da cartoteca SITA con individuazione accessi
Sotto è riportato un estratto cartografico di avere una visione più ambia del contesto circostante e della conformazione pedecollinare e in leggera
pendenza del terreno complesso.
Estratto da cartoteca SITA con individuazione accessi
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del terreno su cui sorge l’intero
Nella foto sottostante vengono evidenziati i percorsi di accesso carrabili e pedonali Certosa. Ai primi si accede p
strada provinciale Arnaccio, SP24, provenendo da Pisa o da Castelmaggiore e proseguendo per via Caprili o
mentre per quelli pedonali si prosegue su via Roma oppure si percorre via dei Madonnoni accedendovi da via Caprili. Gli accessi carrabili conducono ad un
Fig.03 Estratto
Nella foto sottostante vengono evidenziati i carrabili e pedonali alla . Ai primi si accede percorrendo la strada provinciale Arnaccio, SP24, provenendo da Pisa o da Castelmaggiore e o per via Roma mentre per quelli pedonali si prosegue su via Roma oppure si percorre via dei Madonnoni accedendovi da via Caprili. Gli accessi carrabili conducono ad un
parcheggio per visitatori
complesso accedendo da via Roma mentre ad un parcheggio riservato
complesso da via Caprili percorrendo poi via Calzezane e infine via della Certosa.
Estratto da cartoteca SITA con individuazione accessi
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parcheggio per visitatori/dipendenti del accedendo da via Roma mentre servato ai dipendenti del da via Caprili percorrendo poi via Calzezane e infine via della Certosa.
Di seguito è riportata una vista planimetrica dell’intero complesso con l’individuazione dei vari ambienti principali
Fig.04 Estratto da cartoteca SITA con individuazione
riportata una vista planimetrica dell’intero complesso con l’individuazione
Estratto da cartoteca SITA con individuazione dei luoghi principali
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principali2. DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
Fig.05 Vista dall’alto del complesso monumentale della Certosa di Calci
Fig.06 Vista dall’alto del complesso monumentale della Certosa di Calci
DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
Vista dall’alto del complesso monumentale della Certosa di Calci
Vista dall’alto del complesso monumentale della Certosa di Calci
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DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
Vista dall’alto del complesso monumentale della Certosa di Calci
Fig.07 Vista dell’ingresso per entrambi i musei dal viale pedonale percorrendo via dei Madonnoni
Fig.08 Vista del cortile d’onore verso la facciata principale con al centro la scalinata monumentale Vista dell’ingresso per entrambi i musei dal viale pedonale percorrendo via dei Madonnoni
Vista del cortile d’onore verso la facciata principale con al centro la scalinata monumentale
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Vista dell’ingresso per entrambi i musei dal viale pedonale percorrendo via dei MadonnoniFig.09
Fig.10 Vista del chiostro piccolo tra la chiesa e il refettorio Fig.09 Vista del cortile d’onore verso la casa bassa
Vista del chiostro piccolo tra la chiesa e il refettorio
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Vista del chiostro piccolo tra la chiesa e il refettorioFig.11 Vista del chiostro grande e del loggiato sulle celle
Fig.12 Vista del complesso dal parco sul lato nord
Vista del chiostro grande e del loggiato sulle celle
Vista del complesso dal parco sul lato nord-est con in primo piano il loggiato della sala “cetacei”
12
est con in primo piano il loggiato della sala “cetacei”Fig.13 Zona del frutteto con la galleria cetacei in secondo piano
Fig.14 Vista dalla sala “cetacei” sulle celle con in primo piano il frutteto Zona del frutteto con la galleria cetacei in secondo piano
Vista dalla sala “cetacei” sulle celle con in primo piano il frutteto
13
Zona del frutteto con la galleria cetacei in secondo piano3.
Al fine di decidere gli interventi più opportuni da realizzare evitando così di minare la bellezza storico-architettonica del complesso monumentale della Certosa opportuno avere una visione della sua evoluzione negli anni. Per avere un quadro abbastanza chiaro, dopo una descrizione generale sulla storia di tutto il complesso, riporta una relazione tramite tabelle dei vari interventi fatti per la costruzione
edificati alla fine dei secoli 1400, 1600 e l’inizio del 1900 utilizzand
iconografiche e documentazioni
disposizione, che risalgono per lo più al XVII secolo e al XX secolo. Di seguito
alcune immagini di fonti storiche iconografiche.
Fig.15 planimetria della Certosa, 1688
3. STORIA DELLA CERTOSA
di decidere gli interventi più opportuni da realizzare evitando così di architettonica del della Certosa è opportuno avere una visione della sua Per avere un quadro dopo una descrizione generale sulla storia di tutto il complesso, si na relazione tramite tabelle dei vari costruzione dei volumi edificati alla fine dei secoli 1400, 1600 e utilizzando fonti e documentazioni tecniche a che risalgono per lo più al XVII Di seguito anche alcune immagini di fonti storiche
planimetria della Certosa, 1688
Fig.16 Stampa antica dell’attuale vestibolo di ingresso
Fig.17 Veduta della Certosa alla fine del XVII secolo
Fig.18 Restauri del grande chiostro, prima metà del XX secolo
Fig.19 Giardino del priore, 1911
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Stampa antica dell’attuale vestibolo diVeduta della Certosa alla fine del XVII
Restauri del grande chiostro, prima metà
Il 30 maggio del 1366 Francesco Moricotti Arcivescovo di Pisa, concedeva la propria autorizzazione alla costruzione della nuova Certosa nella valle di Calci disponendo che venisse intitolata alla Vergine e a San Giovanni Evangelista. Dal 1370 fu delimitata l’area di clausura con un recinto e lo sp fu organizzato secondo i principi certosini con tempistiche di lavoro che si basavano sulle offerte dei fedeli. Il nucleo iniziale era quindi composto da spazi per il ritiro e il riposo di padri e conversi, alla preghiera, al lavoro dei conversi. Nell’impianto iniziale, d’impronta sobria e rigorosa, si vedeva la costruzione della chiesa, della cappella del Capitolo, del refettorio, delle cucine e delle celle dei monaci costruite per addizione progressiva di moduli unitari che si affacciavano sul primo chiostro grande. Le attività produttive erano localizzate al piano terra, dove oggi ci sono le sale del Museo di Storia Naturale e del Territorio dell’università di Pisa. Il nucleo si ampliò quando si rese necessario costruire le foresterie per il Granduca di toscana ed altri ospiti. A partire dal XVI secolo, furono portate a compimento opere di ristrutturazione e di ampliamento, soprattutto per quanto riguarda
coltivato a uliveto e i loggiati dei chiostri che in Certosa sono il chiostro grande, si affacciano le celle dei padri, il chiostro piccolo tra chiesa e refettorio e il chiostro granducale, a corredo della foresteria dedicata. Con l’avvento del priore Maggi, nel XVIII secolo, la Certosa vide opere che la cambiarono drasticamente, appor migliorie con affreschi, demolizione del Il 30 maggio del 1366 Francesco Moricotti Arcivescovo di Pisa, concedeva la propria autorizzazione alla costruzione della nuova Certosa nella valle di Calci disponendo che la Vergine e a San Giovanni Evangelista. Dal 1370 fu delimitata l’area di clausura con un recinto e lo spazio fu organizzato secondo i principi certosini con tempistiche di lavoro che si basavano sulle offerte dei fedeli. Il nucleo iniziale era quindi composto da spazi per il ritiro e il riposo di padri e conversi, alla preghiera, al ’impianto iniziale, d’impronta sobria e rigorosa, si vedeva la costruzione della chiesa, della cappella del Capitolo, del refettorio, delle cucine e delle celle dei monaci costruite per addizione progressiva di moduli unitari che si chiostro grande. Le attività produttive erano localizzate al piano terra, dove oggi ci sono le sale del Museo di Storia Naturale e del Territorio dell’università di Pisa. Il nucleo si ampliò quando si rese necessario costruire le di toscana ed altri ospiti. A partire dal XVI secolo, furono portate a compimento opere di ristrutturazione e di ampliamento, soprattutto per quanto riguarda il cortile i loggiati dei chiostri il chiostro grande, dove si affacciano le celle dei padri, il chiostro piccolo tra chiesa e refettorio e il chiostro granducale, a corredo della foresteria Con l’avvento del priore Maggi, nel XVIII secolo, la Certosa vide opere che la cambiarono drasticamente, apportando migliorie con affreschi, demolizione del
corpo di fabbrica laterale e creando una simmetria nella facciata, ampliando gli spazi con nuove celle per i novizi, biblioteche ed altri locali a
monastica. Fu definito poi il cortile d’ono con i suoi camminamenti in macigno e ampliati considerevolmente gli spazi destinati alle attività lavorative
particolare è del 1700 tutto il corpo di fabbrica a nord, che comprende l’attuale galleria dei cetacei, al tempo un grande loggiato per il ricovero delle messi.
La Certosa come monastero fu soppressa nel 1808 con le leggi napoleoniche e da li passò in mano allo stato ma continuò ad ospitare l’ordine certosino fino al 1972. Nelle prima guerra mondiale gli spazi dedicati alle attività produtti
requisiti e destinati a diventare un ospedale militare e per questo subirono forti superfetrazioni, in parte eliminate, come il tamponamento del grande loggiato che divenne una lunga corsia di degenza. nel 1979, dopo l’abbandono definitivo certosini, una parte della Certosa v ceduta in uso gratuito all’Università di Pisa, che la rese Museo di Storia Naturale
la parte monumentale rimas
per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC) Nello specifico vengono analizzat eventi che riguardano questo complesso
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corpo di fabbrica laterale e creando una simmetria nella facciata, ampliando gli spazi con nuove celle per i novizi, biblioteche ed altri locali a corredo della vita u definito poi il cortile d’onore con i suoi camminamenti in macigno e ampliati considerevolmente gli spazi destinati alle attività lavorative e in del 1700 tutto il corpo di fabbrica a nord, che comprende l’attuale galleria dei cetacei, al tempo un grande
ricovero delle messi.
La Certosa come monastero fu soppressa nel 1808 con le leggi napoleoniche e da li passò in mano allo stato ma continuò ad ospitare l’ordine certosino fino al 1972. Nelle prima guerra mondiale gli spazi dedicati alle attività produttive furono requisiti e destinati a diventare un ospedale militare e per questo subirono forti superfetrazioni, in parte eliminate, come il tamponamento del grande loggiato che divenne una lunga corsia di degenza. Infine el 1979, dopo l’abbandono definitivo del sini, una parte della Certosa venne ceduta in uso gratuito all’Università di Pisa, e Museo di Storia Naturale, mentre monumentale rimase al Ministero
e le Attività Culturali (MiBAC). Nello specifico vengono analizzati numerosi eventi che riguardano questo complesso
ANNO
1370
Vengono iniziati i lavori per la costruzione del monastero e delle mura di clausura del chiostro, concluso nel 1377; contemporaneamente si
le celle dei padri situate nel chiostro grande grazie a donazioni di diversi nobili pisani; per volere dell’Arcivescovo Moricotti, insieme alla nobile famiglia degli Orlandi, viene realizzato il portico del chiostro grande per il lato che guarda il cimitero dei padri mentre gli altri tre lati vengono realizzati contestualmente alle celle dei monaci certosini.
1375
Bartolomeo e Giovanni delle Brache, fanno edificare la cella del priore che trova compimento nel 1375; Lodovico e Tommasa degli Orselli, fatta monaca, fanno una cella nel chiostro dei padri che si configura come la q cominciando dal cellino a fianco della barberia.
1376
Ugolino de Malpighi fabbrica una cella nel chiostro; Pietro d’Albizio dei Visconti da Vicopisano edifica una cella nel chiostro.
cella è attesta come la quinta dalla Stefano, e promise di fabbricarne un’altra
rimane incompiuta; si concludono i lavori della chiesa grazie alle donazioni di Lorenzo della famiglia Ciampolini;
realizzazione delle cappelle Maria Maddalena consentendo oltre a ciò negli anni successivi dona
edifici necessari a completare la costruzione del ed alcune celle.
1378
Giovanni e Lorenzo Marrighi contribuiscono all’edificazione di un’altra
cella nel chiostro che corrisponde alla quarta cella dopo la barberia; Priamo Gambacorti, fa edificare una cella nel chiostro ed altri edifici che servono per condurre la vita all’interno del Monastero. Inoltre vengono portate a termine le cappelle laterali alla chiesa dedicate al Crocefisso e all’Annunciazione; Benedetto Gambacorti fa edificare una cella nel chiostro grande dei frati; questa cella è quella situata verso nord
maestro dei novizi date le maggiori dimensioni rispetto alle altre; Priamo Gambacorti dona denari per la costruzione del ref
refettorio era grande circa la metà di quello attuale, ma a causa di un incendio avvenuto per negligenza dei monaci, venne ricostruito due volte più grande del precedente nel 1390.
1379 L’Arciprete del duomo di Pisa nel chiostro.
1380
Monsignore Lotto di Gherardo Gambacorti fa edificare una cella nel chiostro che corrisponde a quella situata nell’angolo a nord; Andrea Buonconti e Ludovico di Buonagiunta da Cascina
Donna Madonna Lappa fa edificare nel 1380 una cella nel chiostro a proprie spese; Bartolomeo e Jacopo Rossi costruiscono le due celle di fronte al refettorio dove oggi vi sono le cucine e le dispense; Arrigo Bocci fabbricare la cappella di S. Giovanni; Ceo di Bolso dona denari per consentire il proseguire delle opere necessarie alla realizzazione del Monastero, ed in particolare alla realizzazione della vetrata della sagrestia insieme con la parte di portico che corrisponde, nel chiostro grande, alla sagrestia; Donna Simona del Polta fa edificare una cella nel chiostro; Donna Lagia, moglie di Francesco di Coscio Gambacorti fa edificare la cella del padre Vicario nel chiostro grande; Donna Tommasa di Benedetto G
cella, ma non è riportato nelle memorie se tale cella sia situata nel chiostro o altrove.
1382 Realizzazione grazie alle donazioni di Donna Giovanna figlia di Pietro Gambacorti della prima cappella a fianco
1384
Pietro d’Albizio Gambacorti fa costruire due celle situate di fronte alla porta di clausura del Monastero. Queste celle corrispondono con quelle che si affacciano sull’odierna foresteria della Madonna; oltre a queste due celle fa edificare la stanza ad esse contigua adibita prima a foresteria dei conversi come le altre stanze di fianco alla chiesa; I fratelli Marrighi donano denari per permettere la realizzazione di una buona parte del portico del chiostro grande della Certosa che si affaccia sulla cella priorale; allo stesso modo i fratelli Bartolomeo e Giovanni delle Brache contribuiscono alla realizzazione del portico antistante a quello realizzato per beneficienza dei Marrighi; Andrea Galletti si dedica alla realizzazione di un
al centro del chiostro grande completandolo con una fontana; oltre a ciò dona denari per la realizzazione delle foresterie situate nella tomba che comincia dalla porta del coro dei frati fino alla tomba grande. Un’eredità
veniva destinata alla costruzione di una parte del portico attiguo alla sagrestia; con quest’opera, il chiostro fu definitivamente ultimato.
1391 Donna Moccia fa edificare una nuova cella di cui non abbiamo la precisa ubicazione.
OPERA
Vengono iniziati i lavori per la costruzione del monastero e delle mura di clausura del chiostro, concluso nel 1377; contemporaneamente si realizzano le celle dei padri situate nel chiostro grande grazie a donazioni di diversi nobili pisani; per volere dell’Arcivescovo Moricotti, insieme alla nobile famiglia degli Orlandi, viene realizzato il portico del chiostro grande per il lato che il cimitero dei padri mentre gli altri tre lati vengono realizzati contestualmente alle celle dei monaci certosini.
Bartolomeo e Giovanni delle Brache, fanno edificare la cella del priore che compimento nel 1375; Lodovico e Tommasa degli Orselli, fatta monaca, fanno una cella nel chiostro dei padri che si configura come la quarta cominciando dal cellino a fianco della barberia.
Ugolino de Malpighi fabbrica una cella nel chiostro; Pietro d’Albizio dei Visconti da Vicopisano edifica una cella nel chiostro. La collocazione di questa cella è attesta come la quinta dalla parte del priore ora chiamata del Beato Stefano, e promise di fabbricarne un’altra per suo padre che in quell’anno si concludono i lavori della chiesa grazie alle donazioni di famiglia Ciampolini; Priamo dei Gambacorti contribuisce alla realizzazione delle cappelle a lato della chiesa, tra cui quella dedicata a S. Maria Maddalena consentendo l’accesso da una di queste alla chiesa stessa; oltre a ciò negli anni successivi dona denari per la realizzazione degli altri ecessari a completare la costruzione del Monastero, quali il refettorio
Giovanni e Lorenzo Marrighi contribuiscono all’edificazione di un’altra
cella nel chiostro che corrisponde alla quarta cella dopo la barberia; Priamo Gambacorti, fa edificare una cella nel chiostro ed altri edifici che servono per condurre la vita all’interno del Monastero. Inoltre vengono portate a termine le cappelle laterali alla chiesa dedicate al Crocefisso e all’Annunciazione; fa edificare una cella nel chiostro grande dei frati; questa cella è quella situata verso nord-est (d’angolo) e viene assegnata al maestro dei novizi date le maggiori dimensioni rispetto alle altre; Priamo Gambacorti dona denari per la costruzione del refettorio. Originariamente il refettorio era grande circa la metà di quello attuale, ma a causa di un incendio avvenuto per negligenza dei monaci, venne ricostruito due volte più grande L’Arciprete del duomo di Pisa contribuisce alla costruzione di una nuova cella Monsignore Lotto di Gherardo Gambacorti fa edificare una cella nel chiostro che corrisponde a quella situata nell’angolo a nord; Andrea Buonconti e Ludovico di Buonagiunta da Cascina realizzano una cella nel chiostro grande; Donna Madonna Lappa fa edificare nel 1380 una cella nel chiostro a proprie spese; Bartolomeo e Jacopo Rossi costruiscono le due celle di fronte al refettorio dove oggi vi sono le cucine e le dispense; Arrigo Bocci fece fabbricare la cappella di S. Giovanni; Ceo di Bolso dona denari per consentire il proseguire delle opere necessarie alla realizzazione del Monastero, ed in particolare alla realizzazione della vetrata della sagrestia insieme con la parte he corrisponde, nel chiostro grande, alla sagrestia; Donna Simona del Polta fa edificare una cella nel chiostro; Donna Lagia, moglie di Francesco di Coscio Gambacorti fa edificare la cella del padre Vicario nel chiostro grande; Donna Tommasa di Benedetto Gambacorti contribuisce all’edificazione di una cella, ma non è riportato nelle memorie se tale cella sia situata nel chiostro o Realizzazione grazie alle donazioni di Donna Giovanna figlia di Pietro Gambacorti della prima cappella a fianco della sagrestia.
Pietro d’Albizio Gambacorti fa costruire due celle situate di fronte alla porta di clausura del Monastero. Queste celle corrispondono con quelle che si affacciano sull’odierna foresteria della Madonna; oltre a queste due celle fa edificare la stanza ad esse contigua adibita prima a foresteria dei conversi come le altre stanze di fianco alla chiesa; I fratelli Marrighi donano denari per permettere la realizzazione di una buona parte del portico del chiostro grande si affaccia sulla cella priorale; allo stesso modo i fratelli Bartolomeo e Giovanni delle Brache contribuiscono alla realizzazione del portico antistante a quello realizzato per beneficienza dei Marrighi; Andrea Galletti si dedica alla realizzazione di un acquedotto sotterraneo che conduce al centro del chiostro grande completandolo con una fontana; oltre a ciò dona denari per la realizzazione delle foresterie situate nella tomba che comincia dalla porta del coro dei frati fino alla tomba grande. Un’eredità di un fedele veniva destinata alla costruzione di una parte del portico attiguo alla sagrestia; con quest’opera, il chiostro fu definitivamente ultimato.
Donna Moccia fa edificare una nuova cella di cui non abbiamo la precisa
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FONTEBIBLIOGRAFICA
- ACCa, Memorie dei fondatori e dei benefattori della Certosa di Pisa, 1365-1829;
- Aristo Manghi, Storia della Certosa di Pisa no al 1911, Pacini Editore, Pisa, 1911.
1392
Andrea Buonconti fa edificare il Capitolo la cui ubicazione coincide con l’odierna; la cappella del capitolo presente dal 1376 all’interno del Monastero, di cui parliamo era ubicata dove ora vi è la porta che conduce alla chiesa; inoltre, il passaggio che prima serviva per accedere alla chiesa si trovava dove adesso è ubicata la cappella prima intitolata a S. Bruno ed ora a S. Caterina. Nel 1392 Piero di Giovanni da Como realizza la facciata marmorea della chiesa; Termina l’edificazione degli edifici necess
certosina.
1402 Realizzazione di una cappella di fianco alla chiesa.
1403 Giovanni di Ser Cecco Coli fa edificare una cella nel chiostro dei padri.
1417 Pietro D’Albizio dei Visconti di Vicopisano obbliga i propri figli ad una cella nel chiostro grande.
1457
Realizzazione della scalinata marmorea di fronte alla chiesa, pagata direttamente dalla stessa Certosa. Si ha poi notizia di restauri a seguito dei danneggiamenti al campanile e all’abside (presumibilmente al
chiesa ad opera di un fulmine.
1471
Il “chiostrino” dove erano alzate
piccolo chiostro di lato al tempio sul quale oggi si affacciano, il refettorio, la cappella del Capitolo e del Colloquio; il “chiostro di supra” invece si riferisce al piano superiore del chiostro dell’odiern
(attraverso il quale si accede alla loggetta priorale).
1479
Maestro Banco lavora alle vetrate della cappella del colloquio e nel piccolo chiostro attiguo, ma l’esame della muratura laterale a sinistra dell’altare della cappella del colloquio rivela l’esistenza di colonnine murate e
che gli intercolunni della cappella e quelli del chiostrino fossero chiusi da tali vetrate tolte poi per essere sostituite da una muratura che ricoprì l’architettura quattrocentesca.
1483 Maestro Visconte e Maestro Bartolommeo suo fratello, costruiscodel priore”: un portico interno alla cella priorale.
1486 Panche del colloquio ad opera del maestro Zanono.
1488
Si svolsero lavori al refettorio e al corridoio vicino, inoltre fu costruita dal maestro Sperandio una nuova cella dove si documentava l’alacre lavoro delle fornaci di laterizi della vicina Caprona; si organizzano poi gli spazi verdi degli orti e giardini.
1489 Lavori al refettorio, alla tomba e al corridoio vicino, in più è riportata“ristrutturazione” di una cella.
1494
Posta la croce sopra il campanile della Certosa che distrutta da un fulmine venti anni prima; Restauro della “foresteria nova” ad opera di Mariano de Gasparo, e veniva eseguita la “conzatura” del campanile.
a consolidarne le basi.
Andrea Buonconti fa edificare il Capitolo la cui ubicazione coincide con l’odierna; la cappella del capitolo presente dal 1376 all’interno del Monastero, di cui parliamo era ubicata dove ora vi è la porta che conduce alla chiesa; prima serviva per accedere alla chiesa si trovava dove adesso è ubicata la cappella prima intitolata a S. Bruno ed ora a S. Caterina. Nel 1392 Piero di Giovanni da Como realizza la facciata marmorea della chiesa; Termina l’edificazione degli edifici necessari a condurre la vita Realizzazione di una cappella di fianco alla chiesa.
Giovanni di Ser Cecco Coli fa edificare una cella nel chiostro dei padri.
Pietro D’Albizio dei Visconti di Vicopisano obbliga i propri figli ad edificare una cella nel chiostro grande.
Realizzazione della scalinata marmorea di fronte alla chiesa, pagata direttamente dalla stessa Certosa. Si ha poi notizia di restauri a seguito dei danneggiamenti al campanile e all’abside (presumibilmente alle volte) della chiesa ad opera di un fulmine.
Il “chiostrino” dove erano alzate le 8 colonne e le due mezze, non è altro che il piccolo chiostro di lato al tempio sul quale oggi si affacciano, il refettorio, la cappella del Capitolo e del Colloquio; il “chiostro di supra” invece si riferisce al piano superiore del chiostro dell’odierna foresteria nobile in laterizio (attraverso il quale si accede alla loggetta priorale).
Maestro Banco lavora alle vetrate della cappella del colloquio e nel piccolo chiostro attiguo, ma l’esame della muratura laterale a sinistra dell’altare della cappella del colloquio rivela l’esistenza di colonnine murate e lascia supporre che gli intercolunni della cappella e quelli del chiostrino fossero chiusi da tali vetrate tolte poi per essere sostituite da una muratura che ricoprì l’architettura Maestro Visconte e Maestro Bartolommeo suo fratello, costruiscono la “lozeta del priore”: un portico interno alla cella priorale.
Panche del colloquio ad opera del maestro Zanono.
Si svolsero lavori al refettorio e al corridoio vicino, inoltre fu costruita dal maestro Sperandio una nuova cella dove si documentava l’alacre lavoro delle laterizi della vicina Caprona; si organizzano poi gli spazi verdi degli Lavori al refettorio, alla tomba e al corridoio vicino, in più è riportata la “ristrutturazione” di una cella.
Posta la croce sopra il campanile della Certosa che distrutta da un fulmine venti anni prima; Restauro della “foresteria nova” ad opera di Mariano de Gasparo, e veniva eseguita la “conzatura” del campanile. Questa era destinata
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- ACCa, Memorie dei fondatori e dei benefattori della Certosa di Pisa, 1365-1829;
- Aristo Manghi, Storia della Certosa di Pisa no al 1911, Pacini Editore, Pisa, 1911.
- ASPi, Inventario 14, Corp.
rel. sopp., Libro Maestro segnato di Lettera C, n.87, 1457-1483;
- Aristo Manghi, Storia della Certosa di Pisa no al 1911, Pacini Editore, Pisa, 1911, p.55.
- ASPi, Inventario 14, Corp. Rel. Sopp., Libro Maestro segnato di Lettera C, n.87, 1457-1483. - ASPi, Inventario 14, Corp. rel. sopp., Libro Maestro segnato di Lettera E, n.88, 1460-1483. - Aristo Manghi, Storia della Certosa di Pisa no al 1911, Pacini Editore, Pisa, 1911.
- ACCa, Memorie dei fondatori e dei benefattori della Certosa di Pisa, 1365-1829;
- ASPi, Inventario 14, Corp. rel. sopp., Libro Maestro segnato di lettera E, n.88, 1460-1483.
Fig.20 Pianta piano terra con evidenziati i volumi esistenti alla fine del 1400a piano terra con evidenziati i volumi esistenti alla fine del 1400
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a piano terra con evidenziati i volumi esistenti alla fine del 1400Fig.21 Pianta piano primo con evidenziati i volumi esistenti alla fine del 1400Pianta piano primo con evidenziati i volumi esistenti alla fine del 1400
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Pianta piano primo con evidenziati i volumi esistenti alla fine del 1400Fig.22 Planimetria piano secondo con evidenziati i volumi Planimetria piano secondo con evidenziati i volumi esistenti alla fine del 1400
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esistenti alla fine del 1400ANNO
1542 Vengono costruite loggette in pietra all’interno delle celle.
1548
Il gran chiostro fu abbassato di “mezzo braccio” di livello, per meglio fronteggiare la raccolta delle acque meteoriche provenienti dalle coperture dei portici prospicienti
1552
A causa di vicende politiche, il monastero viene a trovarsi in gravi ristrettezze economiche, infatti i documenti del tempo sono di stampo per lo più amministrativo e lasciano
costruzione e decorazione della fabbrica monastica siano d’un tratto state interrotte; Prime notizie di attività riprese per la
del tempio.
1600
Comincia nel Monastero un lungo periodo di opere di ammodernamento che porteranno ad una trasformazione completa dell’eremo, annientando quella nota di semplicità monastica che nei secoli passati aveva rifuggito da ogni sorta di manifestazioni artistiche.
1606
I lavori cominciano nella parte est del monastero con la costruzione della “foresteria nuova”, di una cisterna e con dei restauri parziali nell’ordine superiore del porticato del chiostro priorale dove già nel 1471
Settignano aveva innalzato le colonne di pietra serena.
1607
I Certosini adunati in Capitolo, chiedono al generale dell’ordine l’autorizzazione per finire i
la costruzione di due celle sul lato nord del grande chiostro, la costruzione di una scala di servizio e di spostare il muro che insisteva nel centro della piazza, in un angolo. L’approvazione venne loro conc
1608
Diversi maestri “scarpellini” lavorano alla fabbrica del monastero, primo tra tutti Orazio Bergamini ricordato per il “finimento della cisterna...per andutta delle colonne e pietre del sud. finimento”, l’architrave marmoreo sorretto da colonnette sulla bocca della cisterna del chiostrino attiguo la chiesa, dove ancora oggi è visibile la data MDCVIII.
1613
Don Teofilo Caucchi fa fabbricare la foresteria grande sopra l’orto (si tratta della foresteria nobile), il chiostrino con la cisterna, le stanze dei procuratori e il forno.
1614
Nel chiostrino priorale nell’anno 1608, M. Cosimo scolpisce a macigno la bocca della cisterna; Paolo Cambi ed il Sandrini, lavorano al colonnato quadrangolare, restaurano “colonne, dadi e
ionici”: quest’opera viene terminata nel 1614 con una balaustra marmorea, appoggiata su di otto archi tondi in muratura congiungente i lati opposti del chiostro. Anche in questo chiostro il Bergamini scolpisce nel secondo ordine del porticato che attraversa il chiostro una bocca da cisterna con un architrave sorretto da pilastri che reca l’iscrizione “A.
1616 Terminano le fabbriche al chiostrino, alla cisterna e alle foresterie nuove.
1618
La richiesta dei monaci di poter incrementare l’altezza interna delle celle giudicate troppo basse e insane per via dell’umidità, un primo passo per dare una maggiore elevazione al gran chiostro, aumentando il livello di solai e coperture; dunque la struttura originaria del chiostro in laterizi sarebbe stata sostituita da un porticato a colo
sopraelevazione venne stimato in due braccia e mezza. Quindi la struttura originaria del chiostro andrà a scomparire per essere sostituita da un porticato a colonne.
1634
Realizzazione del nuovo chiostro grande della Certosa con il rialzamento di tutte le celle malsane per l’umidità che causavano notevoli problemi alla salute dei monaci. Opera dell’ architetto Matteo Nigetti. Si pensò poi di fasciare ogni porta di accesso alle 17 celle prospicienti sui lati del chiostro; per uniformità, ad ogni porta furono addossati “pilastri piani” (lesene) con architrave e “gradetto” piano; tutto di marmo venato; e di marmo furono realizzati i finestrini a lato delle celle. Anche la porta di accesso al chiostro così come quella di accesso alla chiesa ebbe la medesima decorazione.
1638
Eletto priore D. Damiano Brancati e al disegno originario vengono aggiunti alcuni particolari; aggiunta la decorazione di quattro “frontespizi” sopra alla contro travata del chiostro; nel centro del recin
vengono circondati da piccole balaustrate a colonnelle i due spazi destinati al cimitero per i monaci e i fratelli conversi e il pavimento dei quattro loggiati viene rivestito di marmo.
1639 Interventi di decorazione e rivestimenti
Monastero.
OPERA
Vengono costruite loggette in pietra all’interno delle celle.
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Certosa di Pisa no al 1911, Pacini Editore, Pisa, 1911 abbassato di “mezzo braccio” di livello, per meglio
raccolta delle acque meteoriche provenienti dalle coperture A causa di vicende politiche, il monastero viene a trovarsi in gravi nfatti i documenti del tempo sono di stampo per lo più amministrativo e lasciano quindi supporre che le opere di costruzione e decorazione della fabbrica monastica siano d’un tratto state interrotte; Prime notizie di attività riprese per la decorazione della fabbrica Comincia nel Monastero un lungo periodo di opere di ammodernamento che porteranno ad una trasformazione completa dell’eremo, annientando quella nota di semplicità monastica che nei secoli passati aveva rifuggito
di manifestazioni artistiche.
I lavori cominciano nella parte est del monastero con la costruzione della “foresteria nuova”, di una cisterna e con dei restauri parziali nell’ordine superiore del porticato del chiostro priorale dove già nel 1471 Lorenzo da Settignano aveva innalzato le colonne di pietra serena.
-
fondatori e dei benefattori della Certosa di Pisa, 1365 1829
I Certosini adunati in Capitolo, chiedono al generale dell’ordine l’autorizzazione per finire i lavori cominciati e cominciarne di nuovi, ossia la costruzione di due celle sul lato nord del grande chiostro, la costruzione di una scala di servizio e di spostare il muro che insisteva nel centro della piazza, in un angolo. L’approvazione venne loro concessa.
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Certosa di Pisa no al 1911, Pacini Editore, Pisa, 1911 Diversi maestri “scarpellini” lavorano alla fabbrica del monastero, primo tra
tutti Orazio Bergamini ricordato per il “finimento della cisterna...per utta delle colonne e pietre del sud. finimento”, l’architrave marmoreo sorretto da colonnette sulla bocca della cisterna del chiostrino attiguo la chiesa, dove ancora oggi è visibile la data MDCVIII.
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rel. sopp., Libro di C segnato di lettera H, n. 146,1606
Don Teofilo Caucchi fa fabbricare la foresteria grande sopra l’orto (si tratta della foresteria nobile), il chiostrino con la cisterna, le stanze dei
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fondatori e dei benefattori della Certosa di Pisa, 1365 1829
Nel chiostrino priorale nell’anno 1608, M. Cosimo scolpisce a macigno la bocca della cisterna; Paolo Cambi ed il Sandrini, lavorano al colonnato quadrangolare, restaurano “colonne, dadi e fascie” e scolpiscono “capitelli ionici”: quest’opera viene terminata nel 1614 con una balaustra marmorea, appoggiata su di otto archi tondi in muratura congiungente i lati opposti del chiostro. Anche in questo chiostro il Bergamini scolpisce nel secondo rdine del porticato che attraversa il chiostro una bocca da cisterna con un
astri che reca l’iscrizione “A. MDCXIIII”.
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rel. sopp., Libro di Cassa segnato di lettera H, n. 146,1606
Terminano le fabbriche al chiostrino, alla cisterna e alle foresterie nuove. -
fondatori e dei benefattori della Certosa di Pisa, 1365 1829
La richiesta dei monaci di poter incrementare l’altezza interna delle celle roppo basse e insane per via dell’umidità, un primo passo per dare una maggiore elevazione al gran chiostro, aumentando il livello di solai e coperture; dunque la struttura originaria del chiostro in laterizi sarebbe stata sostituita da un porticato a colonne. Il livello di sopraelevazione venne stimato in due braccia e mezza. Quindi la struttura originaria del chiostro andrà a scomparire per essere sostituita da un
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Certosa di Pisa no al 1911, Pacini Ed
Realizzazione del nuovo chiostro grande della Certosa con il rialzamento di tutte le celle malsane per l’umidità che causavano notevoli problemi alla salute dei monaci. Opera dell’ architetto Matteo Nigetti. Si pensò poi di fasciare ogni porta di accesso alle 17 celle prospicienti sui lati del chiostro; per uniformità, ad ogni porta furono addossati “pilastri piani” (lesene) con architrave e “gradetto” piano; tutto di marmo venato; e di marmo furono lato delle celle. Anche la porta di accesso al chiostro così come quella di accesso alla chiesa ebbe la medesima decorazione.
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fondatori e dei benefattori della Certosa di Pisa, 1365 1829
- Certosa di
Pacini Editore, Pisa, 1911 Eletto priore D. Damiano Brancati e al disegno originario vengono aggiunti
alcuni particolari; aggiunta la decorazione di quattro “frontespizi” sopra alla contro travata del chiostro; nel centro del recinto sorge una fontana; vengono circondati da piccole balaustrate a colonnelle i due spazi destinati al cimitero per i monaci e i fratelli conversi e il pavimento dei quattro loggiati viene rivestito di marmo.
Interventi di decorazione e rivestimenti marmorei all’interno del
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FONTEBIBLIOGRAFICA
Aristo Manghi, Storia della Certosa di Pisa no al 1911, Pacini Editore, Pisa, 1911.
ACCa, Memorie dei fondatori e dei benefattori della Certosa di Pisa, 1365-1829.
Aristo Manghi, Storia della Certosa di Pisa no al 1911, Pacini Editore, Pisa, 1911.
ASPi, Inventario 14, Corp. rel. sopp., Libro di Cassa segnato di lettera H, n. 146,1606-1617.
ACCa, Memorie dei fondatori e dei benefattori della Certosa di Pisa, 1365-1829.
ASPi, Inventario 14, Corp. rel. sopp., Libro di Cassa segnato di lettera H, n. 146,1606-1617.
ACCa, Memorie dei fondatori e dei benefattori della Certosa di Pisa, 1365-1829.
Aristo Manghi, Storia della Certosa di Pisa no al 1911, Pacini Editore, Pisa, 1911.
ACCa, Memorie dei fondatori e dei benefattori della Certosa di Pisa, 1365-1829;
Aristo Manghi, Storia della Certosa di Pisa no al 1911, Pacini Editore, Pisa, 1911.
1642
Contemporanea alla realizzazione del grande chiostro è l’edificazione della cappella dedicata a S. Bruno nella cella del Priore, successivamente dedicata a S. Giuseppe dopo restauri compiuti agli inizi del XX seco Memorie attribuiscono ancora al monaco Feliciano Bianchi il disegno della fontana del chiostro, che dalle “Ricevute” sappiamo essere stata compiutamente realizzata nel 1682.
1648 Venne realizzata la nuova fontana al centro del chiostro grande.
1665
Il priore D.Basilio Righi e i suoi monaci propongono ai Padri Visitatori di risarcire “la cappella dell’altare maggiore della Chiesa che minaccia rovina” e di adornarla con marmi di Carrara.
1672
Viene realizzato il nuovo vestibolo di ingresso al Mo
precedente viene edificata la farmacia. Insieme al nuovo vestibolo di ingresso si realizzò, al suo fianco, la cappella di San Sebastiano.
1677 Cominciano i lavori all’altare maggiore.
1680 Viene realizzato l’altare maggiore della
delle colonne marmoree.
1681 Viene concluso il lavoro all’altare sotto il priorato di D. Basilio Besozzi. In
questo periodo, cominciano dei lavori di decorazione del tempio.
1685
Viene realizzata la decorazione
Cassiani, procuratore della casa di Lucca; I monaci fanno dipingere a fresco la cupola e i due scomparti laterali dell’altare. Per quanto riguarda vicende storiche e che interessano l’amministrazione dei beni della certosa, assistiamo in questo periodo al recupero del patrimonio della Gorgona.
1695
Un altro fulmine colpisce il campanile causando notevoli danni; si procede quindi con il lavoro di restauro
pietre di macigno.
Fig.23 Pianta piano terra con evidenziati i v
Contemporanea alla realizzazione del grande chiostro è l’edificazione della cappella dedicata a S. Bruno nella cella del Priore, successivamente dedicata a S. Giuseppe dopo restauri compiuti agli inizi del XX secolo. Le Memorie attribuiscono ancora al monaco Feliciano Bianchi il disegno della fontana del chiostro, che dalle “Ricevute” sappiamo essere stata compiutamente realizzata nel 1682.
Venne realizzata la nuova fontana al centro del chiostro grande.
Il priore D.Basilio Righi e i suoi monaci propongono ai Padri Visitatori di risarcire “la cappella dell’altare maggiore della Chiesa che minaccia rovina” e di adornarla con marmi di Carrara.
Viene realizzato il nuovo vestibolo di ingresso al Monastero e al posto del precedente viene edificata la farmacia. Insieme al nuovo vestibolo di ingresso si realizzò, al suo fianco, la cappella di San Sebastiano.
Cominciano i lavori all’altare maggiore.
Viene realizzato l’altare maggiore della chiesa dopo vari tentativi e restauri Viene concluso il lavoro all’altare sotto il priorato di D. Basilio Besozzi. In questo periodo, cominciano dei lavori di decorazione del tempio.
Viene realizzata la decorazione della cupola gratuitamente da Don Stefano procuratore della casa di Lucca; I monaci fanno dipingere a fresco la cupola e i due scomparti laterali dell’altare. Per quanto riguarda vicende storiche e che interessano l’amministrazione dei beni della certosa, assistiamo in questo periodo al recupero del patrimonio della
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Certosa di Pisa a Calci, 1993
Un altro fulmine colpisce il campanile causando notevoli danni; si procede quindi con il lavoro di restauro dello stesso campanile, completandolo con
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fondatori e dei benefattori della Certosa di Pisa, 1365 1829
Pianta piano terra con evidenziati i volumi esistenti alla fine del 15
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Maria Adriana Giusti, La Certosa di Pisa a Calci, 1993.
ACCa, Memorie dei fondatori e dei benefattori della Certosa di Pisa, 1365-1829.
Fig.24 Pianta piano primo con evidenziati i vpiano primo con evidenziati i volumi esistenti alla fine del 15
23
olumi esistenti alla fine del 1500Fig.25 Pianta piano secondo con evidenziati i vPianta piano secondo con evidenziati i volumi esistenti alla fine del 15
24
olumi esistenti alla fine del 1500ANNO
1701
Il nuovo priore Fedeli, con l’intenzione di
ammodernamento e decorazione della certosa, “rimodernò”, narrano le Memorie gli antichi stalli corali. Questo non vuol dire che vengono alterati o restaurati gli stalli di Jacopo di Marco da Villa, ma piuttosto, essendo questi sorretti da regoli e spostati dai pilastri e di conseguenza dalla parete, sono accostati dato che i pittori non volevano alcuna sorta di impedimento per l’innalzamento dei palchi.
1704
Si compiono le Historie Prime sulle pareti perimetrali della chiesa e una lunga serie di affreschi e stucchi; Nel 1704 i Monaci adunati in Capitolo, scrivono al Padre Generale dell’Ordine, lamentando la mancanza del rivestimento marmoreo della pavimentazione dell’abside del tempio, e ciò costituisce un elemento di discontinuità dell’eccellente decorazione del tempio con i suoi marmi e le sue pitture.
1709
I Padri Visitatori danno nel 1709 facoltà di allungare la sagrestia, ampliare il Capitolo e ridurre in miglior forma tutte le cappelle, a condizione che però la struttura non venga cambiata eccessivamente. Di tale concessione si vale ora il Monastero per sottoporre il corpo di fabbrica ad uso di sagrestia cui si accede per una porta laterale nell’abside, ad una completa trasformazione.
1711
D. Bruno Bona, stipula con Giovan Battista Vaccà un contratto in cui si impegna nella realizzazione della pavimentazione del tempio e della “balaustra del Sancta Sanctorum”. Realizzazione del “lettorino dell’Evangelo”. I lavori alla pavimentazione e alla balaustrat
Sanctorum, vengono portati a termine nel 1712.
1718
Si incontrano nelle carte di questi anni notizie di opere di riadattamento compiute nelle adiacenze del Monastero, nonchè dell’edificazione di una piccola foresteria e di alcuni magazzini p
Tuttavia l’opera alla quale il priore Bona si interessa maggiormente e assiduamente riguarda, con la costruzione di una nuova gradinata di accesso al tempio, il rivestimento marmoreo della facciata. Tale rivestimento poi, con acuti accorgimenti artistici ed architettonici, verrà poi portato a termine circa sessanta anni più tardi.
1737 Incarico di lastricare a macigno il piazzale anteriore la chiesa e i viali del grande chiostro.
1750
Viene eretta una nuova cappella presso il chiostrino della chiesa, alla quale si accede tramite il corridoio della foresteria dei cappuccini, e vi viene trasferito il quadro della Vergine del Ro
Nello stesso momento si procede con l’edificazione della cappella del Rosario nell’ala anteriore sinistra del Monastero.
1764
Diventa priore della Certosa di Pisa Giuseppe Alfonso Maggi. Comincia col tagliare i cipressi posti di fronte al nuovo ingresso della Certosa, che ostruivano la vista del monastero, e fa spianare la via d’accesso al vestibolo facendolo affiancare da due muricc
decorazioni dei sopraporti del chiostro grande, dispone l’ordine di decorare la Cappella del Capitolo, dove viene ampliato l’altare e rivestito di marmo il pavimento. Di marmo vengono rivestiti anche i pavimenti di quattro cappelle dalla parte di S.Bruno e delle due tombe laterali, tre finestrini e le due porte del chiostro.
1765
L’architetto Stassi realizzò all’interno delle mura il
piazza semicircolare esterna alla Certosa. Giacinto Cambi lavorò alla parte esterna del monastero, dove costruì due scale, tre vasche e il terrazzino di pietrami.
OPERA
Il nuovo priore Fedeli, con l’intenzione di continuare l’opera di ammodernamento e decorazione della certosa, “rimodernò”, narrano le Memorie gli antichi stalli corali. Questo non vuol dire che vengono alterati o restaurati gli stalli di Jacopo di Marco da Villa, ma piuttosto, essendo i da regoli e spostati dai pilastri e di conseguenza dalla parete, sono accostati dato che i pittori non volevano alcuna sorta di impedimento per l’innalzamento dei palchi.
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fondatori e dei benefattori della Certosa di Pisa, 1829
Si compiono le Historie Prime sulle pareti perimetrali della chiesa e una lunga serie di affreschi e stucchi; Nel 1704 i Monaci adunati in Capitolo, scrivono al Padre Generale dell’Ordine, lamentando la mancanza del della pavimentazione dell’abside del tempio, e ciò costituisce un elemento di discontinuità dell’eccellente decorazione del tempio con i suoi marmi e le sue pitture.
- della 1911, 1911 I Padri Visitatori danno nel 1709 facoltà di allungare la sagrestia, ampliare il Capitolo e ridurre in miglior forma tutte le cappelle, a condizione che però la struttura non venga cambiata eccessivamente. Di tale concessione Monastero per sottoporre il corpo di fabbrica ad uso di sagrestia cui si accede per una porta laterale nell’abside, ad una completa
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fondatori e dei benefattori della Certosa di Pisa, 1365 1829
Bona, stipula con Giovan Battista Vaccà un contratto in cui si impegna nella realizzazione della pavimentazione del tempio e della “balaustra del Sancta Sanctorum”. Realizzazione del “lettorino dell’Evangelo”. I lavori alla pavimentazione e alla balaustrata del Sancta Sanctorum, vengono portati a termine nel 1712.
Si incontrano nelle carte di questi anni notizie di opere di riadattamento compiute nelle adiacenze del Monastero, nonchè dell’edificazione di una piccola foresteria e di alcuni magazzini per l’utilizzo rurale del monastero. Tuttavia l’opera alla quale il priore Bona si interessa maggiormente e assiduamente riguarda, con la costruzione di una nuova gradinata di accesso al tempio, il rivestimento marmoreo della facciata. Tale , con acuti accorgimenti artistici ed architettonici, verrà poi portato a termine circa sessanta anni più tardi.
Incarico di lastricare a macigno il piazzale anteriore la chiesa e i viali del -
Certosa di Pisa no al 1911, Pacini Editore, Pisa, 1911 Viene eretta una nuova cappella presso il chiostrino della chiesa, alla quale
si accede tramite il corridoio della foresteria dei cappuccini, e vi viene trasferito il quadro della Vergine del Rosario, dalla cappella del colloquio. Nello stesso momento si procede con l’edificazione della cappella del Rosario nell’ala anteriore sinistra del Monastero.
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fondatori e dei benefattori della Certosa di Pisa, 1365 1829
nta priore della Certosa di Pisa Giuseppe Alfonso Maggi. Comincia col tagliare i cipressi posti di fronte al nuovo ingresso della Certosa, che ostruivano la vista del monastero, e fa spianare la via d’accesso al vestibolo facendolo affiancare da due muriccioli semicircolari. Terminate le decorazioni dei sopraporti del chiostro grande, dispone l’ordine di decorare la Cappella del Capitolo, dove viene ampliato l’altare e rivestito di marmo il pavimento. Di marmo vengono rivestiti anche i pavimenti di cappelle dalla parte di S.Bruno e delle due tombe laterali, tre finestrini e le due porte del chiostro.
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Certosa di Pisa no al 1911, Pacini Editore, Pisa, 1911
L’architetto Stassi realizzò all’interno delle mura il cortile d’onore e la piazza semicircolare esterna alla Certosa. Giacinto Cambi lavorò alla parte esterna del monastero, dove costruì due scale, tre vasche e il terrazzino di
- Certosa di Pisa no al 1911, Pacini -
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FONTE BIBLIOGRAFICA ACCa, Memorie dei fondatori e dei benefattori della Certosa di Pisa, 1365-1829.Aristo Manghi, Storia della Certosa di Pisa no al 1911, Pacini Editore, Pisa, 1911.
ACCa, Memorie dei fondatori e dei benefattori della Certosa di Pisa, 1365-1829.
Aristo Manghi, Storia della Certosa di Pisa no al 1911, Pacini Editore, Pisa, 1911.
ACCa, Memorie dei fondatori e dei benefattori della Certosa di Pisa, 1365-1829.
Aristo Manghi, Storia della Certosa di Pisa no al 1911, Pacini Editore, Pisa, 1911.
Aristo Manghi, Storia della Certosa di Pisa no al 1911, Pacini Editore, Pisa, 1911;