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I differenti approcci alla “Multifunzionalità”

4 DIVERSIFICAZIONE E MULTIFUNZIONALITA' NEL SETTORE AGRICOLO

4.2 I differenti approcci alla “Multifunzionalità”

4.2.1 L’approccio dell’OCSE

Una delle definizioni più accreditate ed esaurienti a livello internazionale è sicuramente quella proposta dall’OCSE (2001) in “multifunzionality: towards an analytical framework” in cui emerge che oltre all’offerta di cibo e fibre, l’attività agricola tende anche a modificare il paesaggio, provvedere alla gestione sostenibile dell’ambiente attraverso la cura del territorio, la gestione sostenibile delle risorse naturali, la preservazione della biodiversità e il mantenimento della vitalità socio economica delle zone rurali. Da tale teoria emerge quindi che multifunzionale è un attività economica che da luogo a più prodotti congiunti e in virtù di questo può contribuire a raggiungere contemporaneamente obiettivi sociali (OCSE 2001), attraverso lo svolgimento di diverse funzioni, che ormai è di norma classificare in 4 categorie principali: ambiente, sicurezza alimentare, sviluppo rurale e benessere animale. L’attributo “multifunzionale” va riferito alle attività economiche in generale, il fatto che si parli di multifunzionalità quasi esclusivamente in riferimento all’attività agricola dipende dalla natura stessa dell’attività, ovvero il forte legame con l’uso della terra che ne implica la dispersione delle aziende agricole sul territorio, l’alto livello di sostegno pubblico che continua ad avere il settore e non da meno il marcato valore politico-sociale che ha assunto l’agricoltura negli ultimi anni (OCSE 2001). Nello stesso documento la multifunzionalità viene spiegata attraverso due differenti approcci. Il primo, l’approccio

positivo, si basa sull’interpretazione della multifunzionalità come caratteristica di ogni attività economica che ha prodotti ed effetti congiunti. Prodotti che possono essere positivi-negativi, intenzionali o accidentali, complementari o conflittuali, sinergici o alternativi, commodities o non-commodities. Secondo questa spiegazione quindi la multifunzionalità non è una caratteristica dell’agricoltura, ma delle attività economiche in generale. Il secondo approccio, quello normativo , riconosce all’attività agricola varie posizioni. La multifunzionalità quindi, proprio per il fatto di garantire diverse funzioni alla società, cessa di essere una peculiarità e diventa un valore-obbiettivo in sé per il benessere sociale, economico e ambientale di cui può godere la comunità. Per tale ragione implementare e vivacizzare la multifunzionalità in agricoltura può diventare un obiettivo politico da raggiungere con opportuni interventi pubblici.

4.2.2 L’approccio del WTO

Il 15 aprile del 1994, durante la fase conclusiva dell’Uruguay Round20

, è stato sottoscritto l’accordo sull’agricoltura, in cui all’articolo 20 i paesi membri si impegnavano ad iniziare un nuovo negoziato agricolo prima della scadenza del periodo di implementazione dell’accordo stesso e comunque indipendentemente da quanto sarebbe successo sul versante degli altri accordi negoziali. Le discussioni in materia agricola ripresero, secondo gli impegni assunti all’inizio del 2000. Nell’ambito del negoziato agricolo, l’Ue e alcuni paesi fra cui la Norvegia e il Giappone, avanzarono la proposta di riconoscere ufficialmente i molteplici ruoli dell’agricoltura. Sebbene fosse largamente consolidata l’importanza di questi temi, è stato rifiutato ogni esplicito riferimento alla parola “multifunzionalità” per evitare di legittimare strumenti potenzialmente fuorvianti del commercio, quali ad esempio i sussidi alla produzione. Si è deciso tuttavia di individuare le questioni della sicurezza alimentare, della salubrità, dello sviluppo rurale e altre tematiche di interesse collettivo con il nome di non-trade concerns (NTCs), ovvero questioni non commerciali, espressione ritenuta meno ambigua e più accettabile dalla maggior parte dei paesi aderenti al WTO.

Fra gli interessi compresi nei NTCs vi sono sicuramente la sicurezza alimentare, la

protezione dell’ambiente, lo sviluppo rurale, la riduzione della povertà, la salvaguardia delle indicazioni geografiche e il benessere animale, interessi che appunto possono essere compromessi dalla liberazione del commercio. La principale singolarità che distingue l’approccio del WTO dalle altre interpretazioni internazionali di multifunzionalità è che si basa sulla liberazione degli scambi.

4.2.3 L’approccio della FAO

Nonostante la funzione produttiva rimanga la funzione principale dell’agricoltura, viene sottolineata l’esistenza di altre funzioni secondarie che connotano l’attività agricola come multifunzionale, funzioni il cui obiettivo è quello di perseguire un agricoltura sostenibile e lo sviluppo rurale (SARD)21, favorendo il benessere della comunità, attraverso l’eliminazione della povertà e il raggiungimento dello sviluppo socio economico ambito (FAO, 2001 citato da (Vellasquez, 2001b). L’elemento chiave della multifunzionalità secondo la recitazione della FAO è il fatto che viene contestualizzata all’economia del paese che si sta analizzando e quindi al ruolo che l’agricoltura ha nell’economia del paese stesso, ponendo particolare attenzione ai rapporti tra zone rurali e urbane, industrializzate e non. In questo senso l’agricoltura sarà chiamata a esaudire i bisogni primari nei paesi in via di sviluppo (PVS), mentre dovrà onorare funzioni aggiuntive nei paesi sviluppati, dove il problema della sussistenza alimentare è già ampiamente oltrepassato e diventano rilevanti altre questioni. Nei documenti della FAO si sottolinea che le funzioni socio culturali dell’agricoltura si applicano anche a molti paesi con redditi medi e bassi, così come alle società rurali dipendenti dalle aree urbane o da altre forme di attività generatrici di reddito, dove assumono però un duplice ruolo, in parte sociale e in parte legato all’attività economica. Basti pensare al contributo dell’attività agricola alla generazione di occupazione o al bilanciamento dei flussi migratori tra campagna e città (Vellasquez, 2001b).

La cognizione di multifunzionalità secondo questa interpretazione si basa su concetti di equità, sviluppo sostenibile etico, che tengono conto della crescita delle economie a livello globale, della stabilità, della creazione di occupazione (funzione economica),

della produzione di prodotti in quantità soddisfacenti, ma anche del rispetto della qualità (sicurezza alimentare), dell’ambiente e delle risorse naturali (funzione ambientale). 4.4.4 L’approccio dell’Unione europea

Secondo l’unione europea il termine funzionalità sintetizza il legame fondamentale tra agricoltura sostenibile, sicurezza alimentare, equilibrio territoriale, conservazione del paesaggio e dell’ambiente non che la garanzia dell’approvvigionamento alimentare. La funzione dell’agricoltura non è solo quella di produrre prodotti agricoli al minor prezzo possibile, ma anche garantire sicurezza ed un elevato livello di qualità, assicurare la tutela dell’ambiente, salvare le risorse in estinzione, preservare il paesaggio rurale e partecipare allo sviluppo socioeconomico delle aree rurali, anche attraverso la generazione di opportunità occupazionale. La principale differenza rispetto alla definizione della FAO riguarda la produzione primaria di alimenti che secondo la commissione europea deve essere in grado di rispondere alle esigenze dei consumatori in termini di qualità e sicurezza (Vellasquez, 2001b). Dai documenti della commissione europea emerge che il ruolo multifunzionale dell’agricoltura può essere garantito esclusivamente attraverso il sostegno pubblico, giustificato dal cosiddetto “modello di agricoltura europeo” ovvero un agricoltura costituita da elementi particolari come aziende di piccola dimensione, gestione a carattere famigliare e integrazione sul territorio. Il 20 febbraio 2006 il consiglio dell’agricoltura ha assunto una serie di tendenze strategiche comunitarie 22 , le quali dovrebbero riflettere il ruolo multifunzionale che l’attività agricola esegue in termini di miglioramento e diversità dei paesaggi, di prodotti agro-alimentari e di eredità culturale e naturale. Esiste tuttavia una divisione all’interno dell’Ue, infatti da un lato alcuni paesi si fanno sostenitori del sostegno accoppiato, l’unico strumento in grado di sostenere la remunerazione della produzione congiunta, dall’altro lato altri paesi, comprendendo la riforma di medio termine, si fanno sostenitori di aiuti ad hoc ai servizi supplementari provviste dall’agricoltura.

Il disaccoppiamento, la modulazione e l’eco-condizionalità se adeguatamente considerati in termini politico-amministrativo, potrebbero essere dei mezzi utili per

22Decisione del consiglio 20/02/2006 relativa agli orientamenti strategici comunitari per lo sviluppo rurale

l’implementazione delle funzioni legate dell’agricoltura e per la legittimazione degli aiuti pubblici al settore; legittimazione che si rende indispensabile al fine di giustificare agli occhi dei contribuenti e dei consumatori le politiche di sostegno al settore, in particolare all’indomani del fallimento del paradigma produttivista dell’agricoltura.