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I meccanismi di trasmissione delle lacune

5 LE LACUNE DEL SUPER IO

5.3 Le Lacune del Super-Io

5.3.3 I meccanismi di trasmissione delle lacune

I meccanismi educativi mediante i quali si trasmettono le lacune sono principalmente di due tipi: un eccesso di permissivismo ed un at- teggiamento ostile e di ipercontrollo nei confronti del figlio. Ambedue queste modalità possono essere contemporaneamente presenti

5.3.3.1 Permissivismo

Nel caso dei comportamenti permissivi essi vengono camuffati da calore , attenzione , bontà o complicità e speso si traducono in tutta una serie di scuse miranti a neutralizzare la responsabilità del figlio che compie l'atto deviante oppure miranti a nasconderne il suo compimento .

Il repertorio è molto ampio, potremmo citare il comportamento della ma- dre che quando viene a conoscenza del fatto che il figlio ruba sminuisce la responsabilità di quest'ultimo e afferma che il vizio di rubare scompa- rirà con la crescita (cit. , 122) .Il lettore ricorderà che , appena qualche rigo sopra , abbiamo citato il caso della donna la cui figlia rubava e che successivamente confessò di averlo fatto anche lei in giovane età con la “copertura” dalla madre. Bene, all'inizio della terapia anche lei sostene- va che la figlia ladruncola : “con la crescita smetterà da sola...”, in pra- tica copriva la figlia come la madre aveva fatto con lei! Un altro at- teggiamento simile , sempre in tema di piccoli furti , è quello tenuto da un genitore che copre le colpe del figlio con l'altro coniuge: la madre che nega davanti al marito che il figlio abbia prelevato degli spiccioli dal borsellino sostenendo di averli spesi lei (cit. , 161). Altri atteggia- menti che possono rinforzare i comportamenti truffaldini dei figli sono frasi tipo : 'puoi andare al cinema e pagare (senza averne diritto ) il bi- glietto a metà prezzo perché non sembri certamente di 12 anni...'(cit. , 220) . Oppure i genitori possono sminuire la portata immorale di deter- minati atti istituendo delle pericolose eccezioni ad esempio nel caso dei piccoli furti una madre disse alla figlia : '... ma se proprio devi rubare non puoi farlo in famiglia?'(cit. , 161) ,un altro genitore che dice al fi- glio che aveva l'abitudine di appiccare piccoli fuochi :”i fuochi sono pe- ricolosi, ma se devi proprio farli , falli nel lavandino...” (cit. , 220) o , per finire , la complicità della madre che giustifica la figlia che ha mari- nato la scuola con motivazioni inventate (cit. , 162) .

Un'altra modalità molto diffusa che , secondo l'autrice, induce il giovane figlio a compiere degli atti antisociali si estrinseca in una forma più sottile di permissivismo, chiamata dalle Johnson Double Talking, e si sostanzia in atteggiamenti di compiacimento quando il figlio narra le proprie gesta devianti. Magari formalmente il genitore alla fine della

narrazione lo rimprovera , ma fa ripetere al figlio più volte l'episodio , facendoselo raccontare nei particolari , lo ascolta con il sorriso sulle labbra e con una certa eccitata fascinazione . Ad esempio ,nel succitato caso di Steve , il bambino di 6 anni abituato a fuggire da casa dall'età di quattro anni ,il cui padre era un autista di T.I.R. , la Johnson descrive così la scena: “ero stupita nell'osservare questo padre con suo figlio. Egli chiedeva a Stevie di descrivere la sua più recente fuga . Quando il bambino , sentendosi in colpa esitava nel descrivere l'episodio, suo pa- dre lo imbeccava ricordandogli dei particolari intriganti. Quando il ra- gazzo cominciò a raccontare per suo conto il padre era vistosamente af- fascinato dal racconto … ”(cit. , 120) . Caso analogo è il seguente: “I genitori ci raccontarono il comportamento vandalico di Johnny con un sorriso di interesse ovviamente provando un certo divertimento da tale comportamento...”(cit. , 162) .

La casistica più ampia di comportamenti devianti causati da questo modo di comportasi dei genitori riguarda le aberrazioni sessuali.

Sono descritti casi di bambini che, essendo stati seduttivamente spinti dalla madre ad stare nudi nel letto in promiscuità ,si lasciano andare in acting-out nei quali mostrano in pubblico i propri genitali. (cit.,181- 204).

5.3.3.2 Ostilità , svalutazione ed ipercontrollo

La seconda modalità educativa dannosa per lo sviluppo “morale” del bambino , mediante la quale vengono trasmesse le “lacune del super- io” si estrinseca in comportamenti di ostilità , svalutazione e ipercontrol- lo che i genitori -o più spesso la madre , che è usualmente colei che sta più a contatto con i figli - hanno nei confronti dei propri bambini.

La Johnson descrive una casistica molto ampia di tali episodi. Spesso si sostanziano in una qualche forma di ostilità verbale che , in buona sostanza , suggerisce al bambino il comportamento antisociale. In un caso di fuga infantile ,l'autrice lo descrive come causato da una frase che prima o poi tutti i bambini dicono e a cui si reagisce in un modo che nessun genitore dovrebbe fare : “.. a sei anni la bambina potrebbe dire arrabbiata :<< tu non mi vuoi bene , nessuno mi vuole bene , vi odio tut- ti ...>>;molto spesso i bambini ricevono per risposta una frase del tipo : << perché non ti fai le valigie e vai da un altra parte se proprio non ci puoi sopportare?>>. Noi sappiamo che alcuni genitori fanno seguire a questa frase la preparazione di una piccola valigia...” (cit. ,119) . In al-

curatamente al figlio stesso quali saranno i nei della sua futura condotta morale. La Johnson cita innumerevoli casi come quello , dall'esito vera- mente tragico ,descrittole da una collega di lavoro :” … (la collega) vi- sitò un amico che aveva un bambino di nove anni. Lei prese il piccolo bambino in grembo e quando il bambino le strinse le braccia al collo la madre del piccolo con una espressione veramente preoccupata disse :<< spero che mio figlio non diventi un killer...>>. La collega mi riferì che all'età di quindici anni il bambino commise un omicidio...”(cit. ,123), Molto spesso quando il genitore “suggerisce” al figlio il comportamento deviante lo paragona al coniuge o a qualche parente di esso: è il caso di una bambina sofferente di crisi depressive e con tratti psicotici – temeva di essere avvelenata nella caffetteria della scuola – che all'inizio della terapia , confessò alla madre di essere molto in collera con la terapista – la Johnson appunto – e che “prima o poi l'avrebbe uccisa” . La madre ri- spose con orrore : “Marion , non portare altre tragedie in famiglia...”, ovviamente Marion fu molto contrariata da questa risposta e rivolse alla Johnson la seguente domanda: “mia madre attualmente crede che io pos- sa uccidere , in cosa ho sbagliato con lei?”. Solo dopo la studiosa seppe che il padre di Marion era morto con problematiche di natura psicotica. Pertanto la dinamica diventò chiara : la madre inconsciamente incentiva- va la figlia ad avere atteggiamenti psicotici salvo poi biasimarla e dare la colpa di tali comportamenti all'ereditarietà da parte di padre!

In alcuni casi le dinamiche sono anche meno complesse come in quello del dodicenne grande bugiardo. Quando l'autrice ebbe un collo- quio con la madre ,ella rispose : “E' sempre stato un bugiardo , la verità non fa per lui, bastonarlo non lo migliora. Lo ho detto anche a suo padre che è nato mentitore proprio come lo zio paterno..”(cit. ,159). Vale ap- pena far notare che , come la Johnson chiosa, i bambini hanno bisogno di allenamento per imparare cosa si intende per vero o bugia, ma ovvia- mente , la madre aveva già deciso , sin dall'età di quattro anni , che il bambino era un bugiardo patentato come lo zio paterno; “ studi più accu- rati hanno mostrato come la madre sin dalla nascita aveva identificato Mike con lo zio paterno mentitore”.Ella ,inoltre, non voleva il figlio perché quando restò incinta la sua relazione matrimoniale la rendeva in- felice. Il non aver desiderato il figlio e aver vissuto un matrimonio infelice sembra essere una caratteristica comune a tutti questi casi di ostilità e ipercontrollo.