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I membri delle comunità online: non tutti uguali

In un ambiente di apprendimento in presenza, il profilo dei partecipanti è variegato, anche se è più facile capire quale tipo di persone che si ha di fronte, in quanto le si guarda negli occhi, si parla con loro, li si vede muovere insieme al gruppo.

In un contesto virtuale, invece, si hanno di fronte solo tanti nomi, alcune volte una foto e un breve profilo scritto dallo stesso partecipante, per cui è più difficile capire con chi si lavora e soprattutto se la persona con cui si interagisce e collabora è realmente come si presenta in rete. E’ noto che il livello di inibizione, nelle comunicazioni online, è basso, perché non c’è la tensione del sostenere lo sguardo, dell’essere giudicati, del fare brutta figura. Anche se si dice una stupidaggine o si fa brutta figura, non ci si sente a disagio come può accadere in presenza. Questo permette di essere più liberi nel dire ciò che si pensa, anche se a volte non ci si controlla e si oltrepassano i limiti di un corretto operare ed interagire.

Ad ogni modo ognuno ha un suo stile di partecipazione al lavoro del gruppo e un buon e-tutor dovrebbe essere in grado di individuarli e di comportarsi in modo adeguato per non rompere l’equilibrio del gruppo. White81, a tal riguardo, ha individuato una serie di stili e modalità riscontrati comunemente negli ambienti di apprendimento online:

- Il nucleo centrale della comunità: In un gruppo di lavoro, soprattutto online, dove si è meno controllati, non tutti

lavorano con la stessa assiduità, anche se spesso vi è sempre un gruppetto di più volenterosi e produttivi sia nella produzione del materiale che nell’interazione. Trentin82 ha provato a fare una stima del lavoro di questo sottogruppo e afferma che soltanto il 10% dell’intero gruppo di lavoro produce il 90% dell’intera attività. Quando, pertanto, un e- tutor individua questo gruppo ha necessità di riuscire a stimolarlo adeguatamente affinché non perda l’entusiasmo e la voglia di lavorare, dando loro spazio quando si prendono decisioni sull’attività che si sta svolgendo, o si andrà a svolgere, anche per capire come vorrebbero muoversi. Alcuni di loro possono avere delle idee stimolanti per il gruppo e quindi diventare dei community leader, evitando però che alcuni non siano troppo invasivi o dominanti. Chi è più timido e insicuro potrebbe definitivamente abbandonare il gruppo.

- I lettori nascosti: Questi ultimi ti pi di partecipanti, ossia i meno attivi e interattivi, lavorano nell’ombra. In inglese esistono due termini per individuarli, lurker e wall-flower. Il primo termine indica appunto chi resta appiattito nell’ombra, mentre il secondo vuol dire letteralmente tappezzeria di contorno. Proprio come quando si va ad una festa alcune persone non partecipano e non vogliono ballare, ma si appoggiano ai muri a fare da “tappezzeria”. I motivi di tale comportamento sono svariati: carenze tecnologiche, poiché possono essere entrati dopo nel

82 Trentin, G., Apprendimento in rete e condivisione delle conoscenze: i ruoli,

dinamiche e tecnologie delle comunità professionali online, Franco Angeli,

gruppo e quindi non avere ancora familiarità con la piattaforma e gli altri membri, o semplicemente che preferiscono ascoltare in maniera passiva gli interventi altrui;

- i dominatori della scena: Alcuni membri, più produttivi e attivi degli altri, e possono spesso condizionare il lavoro di gruppo. Possono mantenere vivo il lavoro del gruppo, ma al tempo stesso possono scoraggiare chi non riesce a mantenere il ritmo imposto da loro. In questo caso l’ e-tutor dovrebbe contattare queste persone, tramite mail, telefono o messaggi personali, per “coordinare e rallentare” per dare il tempo a tutto il gruppo di raggiungere lo stesso livello e ritmo di lavoro. Bisogna fare però molta attenzione a come si invitano i membri più frettolosi a rallentare il passo, altrimenti potrebbero offendersi e sparire del tutto. Magari si potrebbe chiedere loro di impegnarsi in altre attività che possono servire alla comunità e che magari gli altri, per mancanza di tempo, non riescono a svolgere;

- I connettori, i tessitori e gli “impollinatori”: Questo tipo di membri è più instabile, nel senso positivo del termine, ovvero non resta fermo in un posto ma si muove da un gruppo o da una comunità all’altra. Per questo motivo possono essere molto utili, in quanto la loro trasversalità d’interessi apporta nuova conoscenza e freschezza al gruppo;

- I Provocatori: altra attenzione va rivolta a questi tipi, i quali tendono a inviare al gruppo messaggi ostili e provocatori, solo per il gusto di sfidare gli altri partecipanti e vedere come reagiscono. Tendono, cioè, a “sparare a

zero” su tutto e su tutti, con il solo scopo di destabilizzare il gruppo. Spesso non forniscono motivazioni per il loro disapprovare continuamente le scelte del gruppo. In alcuni casi, però, i provocatori possono anche fornire degli stimoli interessanti, ma devono sempre esser tenuti sotto controllo;

- gli attori e gli umoristi: il calo di inibizione, davanti al monitor del Pc, può provocare delle alterazioni comportamentali nelle persone. Per cui un po’ per propensione e un po’ per attirare l’attenzione, alcuni membri tendono a fornire un’immagine di sé diversa rispetto a quella reale, volendo risultare dei “simpaticoni” usando come principale forma di comunicazione quella umoristica. Se usato con moderazione, questo atteggiamento può essere molto positivo per il gruppo, in quanto alleggerisce il lavoro e serve per “rompere il ghiaccio”. Importante è di non far eccedere onde evitare di mettere a repentaglio la serietà del lavoro per dedicarsi semplicemente agli scherzi e al divertimento;

- i difensori a oltranza: alcune persone o per eccessiva sensibilità, o per precedenti esperienze che li spingono a stare sempre in guardia, tendono a prendere sempre le difese degli altri. La loro pronta intuizione può esser un buon termometro per capire l’andamento del lavoro e del gruppo.

- gli “spammer”: Molte volte capita che per problemi tecnici, per una mancata risposta o per il timore di non essere considerati, alcuni membri inviino uno stesso messaggio più volte, creando quello che nel gergo informatico viene chiamato spam. Questi messaggi ripetuti

sono molto fastidiosi per il resto della comunità, quindi è bene che l’e-tutor contatti direttamente lo spammer per fermare l’invio ripetuto dei messaggi. Magari rassicurandolo sul fatto che i suoi messaggi sono sempre letti da tutta la comunità;

- i martellanti: Molto simili agli spammer, ma con finalità diverse sono i martellanti. Questi ultimi martellano sempre sullo stesso punto, fino a quando non hanno l’occasione di dire il fatidico “te lo avevo detto”. Il loro scopo è di ribadire più volte uno stesso concetto, ma invece di far sì che questo concetto resti impresso, ottengono l’effetto contrario, perché gli altri partecipanti sono più impegnati ad evitare il martellamento che a tentare di capire cosa vuol comunicare.

- il neofita: E’ il new entry del gruppo, colui che ha appena avuto accesso alla comunità e ha bisogno di familiarizzare con l’ambiente e con le persone. In questa prima fase è fondamentale il sostegno dell’e-tutor sia da un punto di vista tecnologico che morale. Bisogna farlo ambientare, introdurlo al gruppo e metterlo a conoscenza del lavoro già svolto e delle attività in programma,

- il politicamente corretto: Questa persona si comporta sempre in maniera onesta e leale, per cui è molto amato e apprezzato dalla comunità. Ma come accade nella realtà, non sempre il buonismo è visto di buon occhio, in quanto alcuni membri potrebbero infastidirsi per questo suo atteggiamento mitigatore e ignorarlo.

- gli irremovibili: Queste persone sono molto determinate e testarde: prendono una posizione e difficilmente si

smuovono; si rifiutano di ascoltare il parere altrui o di prenderlo in considerazione. Anche quando capiscono di aver torto continuano ad insistere sul loro punto di vista.

- gli intoccabili: si tratta dei saggi, di coloro che, per esperienza o per età, ritengono di saperne più degli altri membri. Spesso si tratta di docenti. I loro interventi sono molto apprezzati e se ne fa tesoro, ma è meglio limitarne gli interventi in quanto gli altri membri possono inibirsi e rifiutarsi di rispondere per non fare cattiva figura.

7. Comunicare e collaborare in rete

In un ambiente di apprendimento online, i processi che portano alla conoscenza: la collaborazione e la cooperazione, e il tutto avviene grazie a un’efficiente comunicazione.

Hooper83 sostiene che l’attività cooperativa è processo in cui ciascun componente del gruppo esegue un compito specifico, interessandosi di un segmento dell’intero lavoro; mentre l’attività collaborativi si riferisce ad un processo in cui ciascun componente del gruppo lavora su ognuna delle parti del compito successivo.

Secondo Diaper e Sanger84, invece, la collaborazione è un processo aperto, in quanto non esistono delle regole pre- ordinate per raggiungere gli obiettivi prefissati, poiché è il

83 Hooper S, Cooperative learning and computer-based instruction”, in

Educational Technology Research and Development, vol.40, n. 3, 1992, pp. 11-

18.

84 Diaper D., Sanger C., (eds), CSCW in Practice: an Introduction and Case