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I parametri adottati per la valutazione della critica

La ricerca presentata si propone di identificare quali sono i fattori che incidono nella valutazione della critica nei confronti delle innovazioni registiche moderne nell’ambito dell’opera lirica. Il ruolo della critica nel valutare come vengono realizzate, in generale, le regie tradizionali di opere lirica e, più nel dettaglio le regie moderne, è fondamentale ai fini di un’apertura sempre maggiore verso l’innovazione in questo settore. La critica, infatti, incide sull’accettazione delle innovazioni registiche, dunque su una maggiore sperimentazione nel campo della lirica e, attraverso la sua attività, agisce da intermediario tra il settore e il pubblico.

Durante la fase di raccolta dati si è deciso, pertanto, di procedere con la lettura delle recensioni realizzate dagli esperti delle rappresentazioni considerate, per tutti i 42 teatri. Le recensioni sono state suddivise in: • Recensioni positive; • Recensioni neutre; • Recensioni negative. Durante la lettura, sono stati estrapolati, direttamente dalle recensioni considerate, dei commenti identificativi il tono della recensione. Tali commenti sono stati inseriti all’interno dei database. Sono stati valutati, inoltre, i toni delle recensioni con riferimento a: la regia, l’allestimento e la musica. Si è data grande importanza, ai fini di valutare la percezione della critica verso l’innovazione, ai commenti riguardanti le regie moderne.

Tabella 1 | Criteri per la valutazione adottati dalla critica

Fonte: elaborazione propria.

La tabella identifica i criteri principali che vengono osservati dalla critica durante la fase di analisi di una rappresentazione operistica. Dall’analisi qualitativa dei commenti estrapolati durante la fase di catalogazione dei dati, si è notato che per la critica, i registi, devono rispettare alcuni fattori, soprattutto nel caso decidano di attuare un’innovazione nella regia. Questi fattori sono:

• Il rispetto e l’omogeneità delle diverse componenti dell’opera lirica;

• La congruenza al libretto e al genere dell’opera lirica rappresentata;

• Una lettura registica (soprattutto nelle regie moderne) in comunanza empatica con l’opera originale.

Per quanto riguarda l’allestimento anche in questo caso sono presenti dei fattori imprescindibili ai fini di ottenere una buona valutazione da parte della critica. L’allestimento deve infatti essere congruente rispetto al libretto e al genere dell’opera lirica rappresentata, così come i costumi. Ad esempio, una recensione sarà positiva se l’allestimento accompagnerà l’osservatore nella comprensione dell’opera rappresentata, anche se di regia moderna, e non sarà d’intralcio nella totalità degli elementi messi in scena. Inoltre, nel caso di innovazioni registiche, l’allestimento deve sì innovare nella forma l’opera rappresentata – attraverso una

rispetto e omogeneità delle diverse componenti dell'opera lirica

congruenza al libretto e al genere dell'opera lirica

lettura registica (soprattutto nelle regie moderne) in comunanza empatica con l'opera originale

congruenza al libretto e al genere dell'opera lirica

costumi appropriati anche nell'innovazione delle regie

coordinazione tra direttore d'orchestra e orchestra

empatia musicale rispetto al testo rappresentato Regia

Musica Allestimento

scena astratta o costumi che rimandano ad una trasposizione temporale ad esempio– ma deve comunque rispettare il messaggio dell’opera originale. È quello che ha per esempio condotto il regista Hugo De Ana nella rappresentazione di

Sansone e Dalila attraverso una regia astratta, durante la stagione 2001-2002 del

Teatro alla Scala di Milano. Nella recensione realizzata da OperaClick, il magazine riporta:

«L'interpretazione che ne da il regista Hugo De Ana, è di una Palestina senza tempo in cui passato e futuro coesistono, di un popolo disperato tra rottami e cassonetti, di una povertà che ci ritorna alla mente attraverso il ricordo di immagini simili viste e riviste in tv, di bambini che non hanno niente se non dei rottami, delle lamiere che sono l'unica ricchezza e arma in loro possesso, ed è questo quello che vediamo all'apertura del sipario, un popolo oppresso che si circonda di oggetti perduti cercando di reagire. L'immagine è suggestiva, il resto della scenografia è un’impalcatura di acciaio, ed una specie di ponte-levatoio che ogni volta porta in scena il Grande Sacerdote di Dagon, e sullo sfondo delle gabbie modernissime, dove, soprattutto nel terzo atto gli ebrei affioreranno ad implorare il proprio eroe, in modo commovente e avvolgente, e che saranno anche lo strumento per creare dei suggestivi giochi di luce durante il baccanale o nel sorprendente effetto finale»

Viene presentata inoltre una tabella che mostra degli esempi di commenti tratti dalle recensioni della critica, ognuno dei quali corrisponde ad un tono della recensione: positiva, negativa e neutra.

Tabella 2 | Commenti critica

Fonte: elaborazione propria.

Come si evince, una recensione è considerata positiva quando rispetta tutti i canoni di cui si è parlato in precedenza. In una recensione positiva, innovazione e tradizione, scenografia e musica sono in perfetta armonia tra loro. Un regista giudicato positivamente dalla critica è colui che è riuscito a coordinare tutti gli elementi teatrali della messa in scena, musicali e attoriali, permettendo un’esperienza totalmente immersiva al pubblico.

Positiva

La Carmen vista da Bieito è infatti ambientata in una non meglio precisata seconda metà degli anni Ottanta (il marchio Apple su uno degli scatoloni dei contrabbandieri è un evidente termine post quem) nell’enclave spagnola in Marocco di Ceuta, dove i legionari controllano inutilmente il confine che i contrabbandieri oltrepassano con le loro Mercedes anni ’70. Proprio le Mercedes erano l’elemento principale dei due atti centrali dell’opera, sostituendo non solo i muli dei contrabbandieri ottocenteschi ma anche la taverna di Lillas Pastia. Un particolare, come la cabina del telefono dalla quale entra in scena Carmen per l’Habanera, che si ricollega a quanto visto da Bieito appunto in Marocco, durante il viaggio alla ricerca dell’ispirazione per questo allestimento. Spunti che ad alcuni sono sembrati arbitrari e discutibili, ma che invece Bieito inserisce in un allestimento sempre

rispettoso della musica (OperaClick)

Neutra

La regia di Liliana Cavani ha spostato l'ambientazione rinascimentale nella Firenze degli anni Venti, come per fare di Giordano un contemporaneo di Moravia: soluzione bella a vedersi ma evidentemente rischiosa (Annuari EDT: La Stampa)

Negativa

La regia di Graham Vick, ripresa da Lorenza Cantini, è fortemente condizionata dalla presenza del gigantesco cubo realizzato da Maria Bjornsson, che fece molto scalpore alla sua prima apparizione. Giralo e rigiralo (a costo anche di insopportabili cigolii) il cubo rimane cubo per quattro atti e perde di attrattiva rapidamente. Il regista poi è uno di quelli che del libretto, e del Bardo, se ne fanno un baffo. Quindi niente barbe alle streghe, niente alberi semoventi ad avvalorare l'ultima profezia. Tutto bene se le mancanze fossero sostituite da idee geniali, ma così non era nel 1997 e così non è. L'ingombrante presenza del totem costringe i cantanti a rifugiarsi sul proscenio, con grande vantaggio acustico, ma a grave detrimento dell'azione e delle varianti gestuali (Gdm-Giornale della musica)

Una recensione neutra, invece, presenta spesso degli elementi in contrasto l’uno con altro. In una recensione neutra i giornalisti e gli autori dei testi, possono apprezzare determinate scelte registiche ma non scenografiche, possono rimanere colpiti dalla direzione musicale ma non dal rendimento dell’orchestra. Una recensione neutra, pertanto, non fornisce una preferenza netta – né completamente positiva né completamente negativa – da parte della critica. Un altro esempio al riguardo è rappresentato dalla recensione realizzata dal Giornale della musica su La

Traviata portata in scena nella stagione 2011-2012 dal Teatro Comunale di Modena:

«Più che corretta, quindi, la strada intravista dalla regista Rosetta Cucchi, orientata verso un allestimento contemporaneo (bello l’impatto con il richiamo ai cieli e agli alberi surrealisti di Magritte del secondo atto) pensato per scuotere l’odierna società, nella consapevolezza di dover fare i conti con i limiti datati del libretto. Tuttavia, avrebbe potuto osare di più e mostrare in modo più provocatorio gli odierni eccessi parigini (e non) di un night d’alto borgo (le terrazze, il divano bianco a forma di camelia, gli specchi, il tavolo da gioco risultano come già noti), di un’entraîneuse libertina e raffinata, di una vita elegante e dispendiosa in contrasto con la purezza e la sincerità di un sentimento provato e testimoniato nonostante tutto»

La recensione negativa, infine, mette in risalto un giudizio totalmente negativo e netto da parte della critica. Nella recensione negativa nessuno dei criteri per la valutazione della rappresentazione messa in scena viene rispettato. In una valutazione negativa è possibile identificare diverse lacune: un allestimento che distorce l’opera stessa senza coinvolgere lo spettatore; nessuna coordinazione fra direttore d’orchestra e orchestra; attori poco partecipativi nella loro performance, sia a livello canoro sia a livello attoriale. Molte recensioni negative, tuttavia, possono presentare un unico elemento – come ad esempio una pessima scenografia – che limita il resto dei professionisti presenti sulla scena, danneggiando così completamente la rappresentazione. Viene riportato un esempio di recensione tratta dal Giornale della musica de La Favorita, messa in scena nel 2002 al Teatro Comunale di Bologna:

«Dove lo spettacolo precipita è invece sul piano visivo: dopo il tonfo di "Manon Lescaut", la caduta è - se possibile - ancor più fragorosa con questo allestimento che alla maggior parte del pubblico è parso privo di qualsivoglia sensatezza, fondato su idee ormai stantie che non scaturiscono dal testo, ma che al testo vengono sovrapposte come avrebbero potuto esserlo a qualunque altra partitura: ciò che vediamo non è lo spettacolo, ma una prova dello spettacolo allestito su un palcoscenico spoglio di scenografie, con i cantanti in borghese che si appoggiano sulle spalle frammenti di costume. Walter Pagliaro, Alberto Andreis e Alberto Verso considerano poi gli spettatori tanto sprovveduti da propinar loro atteggiamenti didascalici d'indicibile pesantezza»

Capitolo V: I risultati della ricerca

Il Capitolo V presenta i risultati che sono stati elaborati durante la fase di ricerca e la raccolta dei dati inseriti all’interno dei database analitici. L’analisi ha previsto un doppio approccio: quantitativo e qualitativo. La ricerca ha infatti preso in considerazione la lettura delle recensioni condotte dalla critica e riportate all’interno degli Annuari EDT dell’opera lirica in Italia fino agli anni 2000. Sono state poi utilizzate per gli anni successivi fino al 2012, allo scopo di comprendere la valutazione da parte della critica, le recensioni disponibili online e contenute all’interno dei seguenti magazine: Gbopera Magazine, OperaClick e Gdm-giornale della musica. La lettura delle recensioni ha permesso di individuare i toni della critica e, specificatamente, come questa accolga e percepisca l’innovazione. I parametri usati nel definire le tipologie di recensioni – positive, negative e neutre – sono stati esposti all’interno del Capitolo IV. L’analisi quantitativa ha invece evidenziato in termini di percentuali la propensione da parte dei diversi di teatri ad innovare attraverso la programmazione nel repertorio di regie moderne, oltre che di quelle tradizionali. Inoltre, le regie moderne sono state clusterizzate in base alle diverse modalità che possono presentare – trasposizione, astrazione e cambiamento di libretto – ed è stata messa in risalto, anche in questo caso, la valutazione da parte della critica. Considerazioni quantitative sono state effettuate anche nei confronti dei registi, con particolare riferimento ai registi considerati outsiders all’interno del settore. I registi sono stati infatti selezionati, rispetto alla totalità del settore, in base alle loro scelte irreverenti in ambito registico e in base alle onorificenze e ai premi, in particolare il Premio Franco Abbiati, che hanno conseguito. Si è voluto evidenziare quale sia la propensione ad innovare, in termini di percentuale, da parte di tali registi e come questa innovazione sia percepita, valutata e, conseguentemente, consacrata dalla critica.

Infine, sono stati anche osservate le strategie relative alla programmazione e alla strategia dei prezzi attuate dai teatri presi in analisi. Scopo ultimo di questo tipo di analisi, che si avvale anche in questo caso di risultati espressi in percentuali, è quello di considerare la propensione da parte dei teatri ad innovare e come questi, di conseguenza, si posizionino nel mercato.

5.1 La variabile d’innovazione della regia moderna

All’interno del Capitolo 1 è stato approfondito il concetto di innovazione, distinto in innovazione nel contenuto e innovazione nella forma. È stato anche messo in luce come il fenomeno di innovazione si esprima nelle innovazioni registiche nel settore dell’opera lirica. L’innovazione in ambito registico è, spesso, un’innovazione nella forma. Nell’opera lirica esistono infatti, principalmente, due modalità di rappresentazione di un’opera: la ricostruzione e l’attualizzazione. Il regista può, infatti, decidere di ricostruire l’opera così come era stata pensata dall’autore e si rende interprete dei voleri degli autori, riproponendo la rappresentazione nella sua ambientazione originaria secondo quanto richiesto dalla tradizione. I melodrammi storici, o storicamente connotati, sono quelli che secondo la tradizione richiedono solitamente una messa in scena di ricostruzione.

Tuttavia, il regista può anche scegliere delle modalità di esecuzione del titolo differenti, considerate maggiormente innovative e moderne, che ricadono nell’ambito dell’attualizzazione: il cambiamento di libretto, l’astrazione e la trasposizione. L’attualizzazione è considerata una risorsa, data la possibilità di poter coinvolgere un target di pubblico più giovanile e ampio e consentire, dunque, un maggior numero di fruitori. Inoltre, l’attualizzazione viene apprezzata da numerosi registi, soprattutto quelli più aperti all’innovazione dato che consente di comunicare l’opera lirica tramite un linguaggio più contemporaneo e comprensibile a molti. Attraverso il cambiamento di libretto, il regista decide di modificare alcuni elementi del libretto originale dell’autore. L’astrazione, invece, sintetizza gli elementi portatati dell’opera e li ripropone scenicamente in chiave mitica e simbolica. Le opere di ambientazione mitologica e quelle in cui emergono con maggior chiarezza i valori universali si prestano perfettamente alla ricostruzione astratta. La trasposizione consiste, invece, nell’eseguire l’opera in un’ambientazione storica differente rispetto a quella originale. La trasposizione, spesso adottata dai registi più aperti all’innovazione, è sicuramente la modalità che da maggior adito a polemiche, in quanto viene realizzata spesso sulla base di congetture arbitrarie, soggettive e personali da parte del regista. Per suscitare l’effetto sperato e dunque essere apprezzata dal pubblico e dalla critica, la trasposizione non deve essere pretestuosa

o forzata, ma deve partire da una comunanza empatica tra l’ambientazione originaria e quella trasposta.

Le tre tipologie di attualizzazione della messa in scena sovra elencate, possono anche ibridarsi tra loro, ad esempio quando una ricostruzione nei momenti topici si avvicina all’astrazione o prevede dei momenti trasposti in un’altra collocazione temporale.17

L’analisi ha previsto in primo luogo l’osservazione della propensione da parte dei 42 teatri considerati durante la ricerca di includere, all’interno della loro programmazione, le regie considerate tradizionali e le regie moderne. Questo tipo di analisi introduce delle considerazioni importanti non solo nei termini dell’innovazione, ma anche sull’identità dei teatri stessi. La scelta di accogliere, infatti, una tendenza registica più tradizionale rispetto ad una più moderna, determina il posizionamento sul mercato da parte di un teatro. I teatri, infatti, che decidono di dare un’immagine orientata all’innovazione puntano sull’innovatività della regia che, solitamente, attraverso letture dei titoli più moderne e con un linguaggio contemporaneo, sono degli indicatori importanti nel campo dell’innovazione nel settore dell’opera lirica.

Viene riportato qui di seguito un grafico che mostra la composizione del repertorio in indice di percentuali, suddiviso in regie tradizionali e regie moderne, dei 42 teatri presi in analisi negli anni compressi tra il 1989 e il 2012. È possibile notare che numerosi teatri, sia le Fondazioni e i Teatri di Tradizione sia i Festival, decidono di accogliere l’innovazione nel loro repertorio. Questi sono, ad esempio: lo Sferisterio di Macerata, il Teatro Goldoni di Livorno, il Teatro Comunale di Ferrara, il Rossini Opera Festival, ma anche fondazioni quali il Teatro Comunale di Bologna, il Teatro La Fenice di Venezia, il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. Alcune fondazioni che godono di uno status molto alto, come il Teatro alla Scala, il Teatro Carlo Felice di Genova, il Teatro Regio di Torino, insieme a Teatri di Tradizione come il Teatro Regio di Parma e il Teatro Comunale di Modena, si collocano a metà del grafico, dimostrando pertanto, di avere un repertorio che include sì l’innovazione, ma ancora basato sulla rappresentazione di regie tradizionali. Infine, è possibile riscontrare che alcuni teatri si sono dimostrati poco aperti all’inserimento di nuove

17 https://albertomassazza.wordpress.com/2014/04/27/osservazioni-sulla-regia-dopera-musica-

modalità registiche nel loro repertorio. Un caso emblematico di una fondazione che presenta una programmazione basata sulla regia tradizionale, dunque più legata alla creazione di un repertorio fondato sulla convenzione, è quello dell’Arena di Verona.

Grafico 1 | Repertorio dei teatri (1989-2012)

Fonte: elaborazione propria.

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% Sferisterio (Macerata) Teatro Goldoni (Livorno)

Teatro Comunale di Ferrara Rossini Opera Festival (Pesaro)Teatro Comunale di Bologna

Petruzzelli e Teatri di Bari Marialisa de Carolis (Sassari)

Festival della Valle D'ItriaTeatro La Fenice (Venezia)

Teatro del Maggio Musicale Fiorentino Ravenna Manifestazioni

Teatro di San Carlo (Napoli) Teatro Verdi (Pisa) Teatro G. Fraschini (Pavia)

I Teatri (Reggio Emilia)

Teatro Amilcare Ponchielli (Cremona) Teatro Donizetti (Bergamo)

Teatro Carlo Felice (Genova)Teatro alla Scala (Milano) Teatro Lirico di Cagliari Teatro Comunale di ModenaTeatro Grande di Brescia

Teatro Regio di ParmaTeatro Verdi (Trieste) Teatro dell'Opera di Roma Teatro Massimo Bellini (Catania)

Teatro Regio di TorinoTeatri S.P.A. (Treviso) Teatri di Piacenza

Festival Pucciniano (Torre del Lago)Teatro Alfondo Rendano (Cosenza)Teatro la Gran Guardia (Livorno) Teatro Sociale di ComoTeatro Sociale di Rovigo

Teatro Comunale e Auditorium (Bolzano)

Teatro del Giglio (Lucca)Teatro Massimo (Palermo)Teatro Coccia (Novara) Teatro dell'Opera Giocosa (Savona)

Teatro G.B. Pergolesi (Jesi) Lirica in Piazza (Massa Marittima)

Arena di Verona

Teatro Alfonso Rendano (Cosenza)Teatro Politeama Greco (Lecce) Regie tradizionali Regie moderne