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Strategie di prezzo e status dei teatr

I dati forniti all’interno degli Annuari EDT dell’opera lirica in Italia, hanno reso possibile, inoltre, un’analisi riguardante le strategie di prezzo realizzate da parte dei teatri durante gli anni presi in analisi, dunque tra il 1989 e il 2012. Sono stati osservati i prezzi di tutti i teatri riguardanti: • Il prezzo minimo di un abbonamento; • Il prezzo massimo di un abbonamento; • Il prezzo minimo di un biglietto singolo; • Il prezzo massimo di un biglietto singolo. 10 9 9 8 6 0 2 4 6 8 10 12 Teatro alla Scala (Milano) Teatro Comunale di Ferrara Teatro Comunale di Modena Teatro Comunale di Bologna Teatro Amilcare Ponchielli (Cremona)

Per gli anni compresi tra il 1989 e il 2000, i dati sono stati ricavati direttamente dagli Annuari EDT dell’opera lirica in Italia. Gli Annuari forniscono infatti importanti informazioni, oltre quelle relative alle recensioni, come ad esempio il totale degli incassi per abbonamenti e biglietti; il totale dei contributi statali e il totale dei contributi forniti dai privati. Fra queste indicazioni, sono presenti anche i dati relativi al prezzo minimo e massimo degli abbonamenti e il prezzo minimo e massimo dei biglietti singoli. Per gli anni successivi al 2000 fino al 2012 è stata effettuata una media, sulla base dei prezzi delle ultime due stagioni. Durante la fase di raccolta dati si è potuto evincere, inoltre, che non tutti i teatri, negli anni presi in considerazione, hanno deciso di adottare una modalità di abbonamento rivolta ai propri consumatori. È il caso specificatamente dei festival, come il Rossini Opera Festival o il Festival della Valle D’Itria che non presentano nessun dato sull’abbonamento tra il 1989 e il 2000. I dati raccolti sono stati tutti convertiti in euro e attualizzati al 2019, secondo i coefficienti di conversione forniti dall’ISTAT. Questo ha permesso di avere minori incongruenze nella disparità tra la vecchia moneta delle lire e quella attuale. Come sostengono Brunetti e Ferrarese (2007), la determinazione del prezzo dell’offerta teatrale non è un problema semplice. Nella sua determinazione, infatti, intervengono considerazioni di varia natura: politica, sociale e culturale, oltre che valutazioni di tipo economico. Il teatro, pertanto, deve stabilire il livello medio dei prezzi di vendita tenendo conto della sua molteplice finalità: economica, sociale e artistica. Tuttavia, combinare qualità artistica ed efficienza economica per i teatri è una delle sfide più grandi. Infatti, anche accogliendo solamente la dimensione economica non è pensabile che il botteghino possa coprire tutti i costi di una rappresentazione e, pertanto, il livello minimo dovrebbe assicurare almeno la copertura dei costi variabili (Brunetti e Ferrarese, 2007). Come notano Brunetti e Ferrarese (2007) vi sono delle eccezioni all’interno dello scenario italiano, come l’Arena di Verona che, con il suo festival all’aperto, attira un numero di 15 mila spettatori a spettacolo.

Un’altra questione attinente ai prezzi è quella relativa la loro struttura. Infatti, gli abbonamenti e la vendita di singoli spettacoli sono le soluzioni più adottate dai teatri italiani. Spesso, inoltre, oltre alla differenziazione per posto a sedere, per giornata della settimana o per il livello di notorietà del titolo e

dell’interprete, viene applicata una differenziazione per finalità di agevolazione e promozione, come nel caso degli abbonamenti specifici rivolti ai giovani o agli anziani (Brunetti e Ferrarese, 2007).

L’analisi svolta ha permesso di rilevare importanti considerazioni riguardanti i teatri che applicano i prezzi più alti, sia nel caso dell’abbonamento sia nel caso del prezzo singolo del biglietto.

Grafico 23 | Prezzi degli abbonamenti elaborati dai teatri (1989-2012)

Fonte: elaborazione personale.

- € 500,00 € 1.000,00 € 1.500,00 € 2.000,00 € 2.500,00 € 3.000,00 € 3.500,00 € 4.000,00 € 4.500,00 € 5.000,00 € Arena di Verona

Festival della Valle D'Itria

Festival Pucciniano (Torre del Lago) I Teatri (Reggio Emilia)

Lirica in Piazza (Massa Marittima) Marialisa de Carolis (Sassari) Petruzzelli e Teatri di Bari

Ravenna Manifestazioni

Rossini Opera Festival (Pesaro) Sferisterio (Macerata)

Teatri di Piacenza Teatri S.P.A. (Treviso)

Teatro Alfondo Rendano (Cosenza) Teatro Alfonso Rendano (Cosenza) Teatro alla Scala (Milano)

Teatro Amilcare Ponchielli (Cremona) Teatro Carlo Felice (Genova)

Teatro Coccia (Novara)

Teatro Comunale di Bologna Teatro Comunale di Ferrara Teatro Comunale di Modena

Teatro Comunale e Auditorium (Bolzano) Teatro del Giglio (Lucca)

Teatro del Maggio Musicale Fiorentino Teatro dell'Opera di Roma

Teatro dell'Opera Giocosa (Savona)

Teatro di San Carlo (Napoli) Teatro Donizetti (Bergamo) Teatro G. Fraschini (Pavia) Teatro G.B. Pergolesi (Jesi) Teatro Goldoni (Livorno) Teatro Grande di Brescia Teatro La Fenice (Venezia) Teatro la Gran Guardia (Livorno) Teatro la Gran Guardia (Livorno)

Teatro Lirico di Cagliari Teatro Massimo (Palermo)

Teatro Massimo Bellini (Catania) Teatro Politeama Greco (Lecce)

Teatro Regio di Parma Teatro Regio di Torino Teatro Sociale di Como Teatro Sociale di Rovigo

Teatro Verdi (Pisa) Teatro Verdi (Trieste)

Grafico 24 | Prezzi dei biglietti singoli elaborati dai teatri (1989-2012)

Fonte: elaborazione personale.

- € 20,00 € 40,00 € 60,00 € 80,00 € 100,00 € 120,00 € 140,00 € 160,00 € 180,00 € Arena di Verona

Festival della Valle D'Itria

Festival Pucciniano (Torre del Lago) I Teatri (Reggio Emilia)

Lirica in Piazza (Massa Marittima) Marialisa de Carolis (Sassari)

Petruzzelli e Teatri di Bari Ravenna Manifestazioni Rossini Opera Festival (Pesaro)

Sferisterio (Macerata) Teatri di Piacenza

Teatri S.P.A. (Treviso)

Teatro Alfondo Rendano (Cosenza) Teatro Alfonso Rendano (Cosenza) Teatro alla Scala (Milano)

Teatro Amilcare Ponchielli (Cremona) Teatro Carlo Felice (Genova)

Teatro Coccia (Novara)

Teatro Comunale di Bologna Teatro Comunale di Ferrara Teatro Comunale di Modena

Teatro Comunale e Auditorium (Bolzano) Teatro del Giglio (Lucca)

Teatro del Maggio Musicale Fiorentino Teatro dell'Opera di Roma

Teatro dell'Opera Giocosa (Savona)

Teatro di San Carlo (Napoli) Teatro Donizetti (Bergamo) Teatro G. Fraschini (Pavia) Teatro G.B. Pergolesi (Jesi) Teatro Goldoni (Livorno) Teatro Grande di Brescia Teatro La Fenice (Venezia) Teatro la Gran Guardia (Livorno) Teatro la Gran Guardia (Livorno)

Teatro Lirico di Cagliari Teatro Massimo (Palermo)

Teatro Massimo Bellini (Catania) Teatro Politeama Greco (Lecce)

Teatro Regio di Parma Teatro Regio di Torino Teatro Sociale di Como Teatro Sociale di Rovigo Teatro Verdi (Pisa)

Teatro Verdi (Trieste)

Gli istogrammi riportati presentano i prezzi degli abbonamenti e dei biglietti singoli scelti dai teatri durante gli anni 1989 e 2012. Nel caso degli abbonamenti, si può notare che, nella complessità, sono presenti anche teatri che non prevedono l’inclusione di abbonamenti all’interno della loro strategia di vendita. È il caso del Festival della Valle D’Itria o del Festival Pucciniano. Dalla lettura del grafico si evince immediatamente che il teatro che applica il prezzo più alto, sia minimo che massimo, per gli abbonamenti è il Teatro alla Scala di Milano. Il prezzo massimo, che scaturisce come detto in precedenza da una media degli anni presi in analisi, è pari a più di 4000 euro, mentre il prezzo minimo si aggira intorno ai 1300 euro. Il Teatro alla Scala presenta all’interno della propria strategia di vendita diverse tipologie di abbonamenti, rivolti agli amanti dell’opera ma anche a target specifici come per esempio La Scala Under 30. Gli altri teatri che presentano i prezzi più elevati per quanto riguarda gli abbonamenti sono il Teatro dell’Opera di Roma e il Teatro San Carlo di Napoli. Per entrambi i teatri il prezzo massimo degli abbonamenti supera gli 800 euro, mentre il prezzo minimo è al di sotto dei 500 euro. Una prima considerazione dalla lettura del grafico suggerisce, pertanto, che i teatri che applicano i prezzi più alti negli abbonamenti sono Fondazioni Lirico-Sinfoniche che detengono, altresì, uno status e un prestigio elevato.

È stato riportato, inoltre, un istogramma che presenta l’offerta dei prezzi dei biglietti singoli – prezzo minimo e prezzo massimo – attribuiti a ciascun teatro. Tale istogramma presenta, rispetto a quello sugli abbonamenti, una situazione più variegata. Il teatro che presenta il prezzo del biglietto singolo più alto è il Teatro Comunale di Ferrara, il cui prezzo del biglietto massimo è di più di 150 euro. Anche il Rossini Opera Festival, che non prevede come sottolineato in precedenza la possibilità di usufruire di abbonamenti, presenta un costo massimo di un biglietto singolo elevato pari a 150 euro. Segue poi, nuovamente, il Teatro alla Scala di Milano il cui prezzo massimo di un biglietto singolo è pari a 148 euro. Nel caso dei biglietti, dunque, non solo Fondazioni lirico-sinfoniche applicano un prezzo elevato ma anche i Teatri di Tradizione e i Festival. La variazione del prezzo può essere determinata da vari elementi, tuttavia, si evince che la tradizione di un’istituzione e la qualità portata in scena dall’istituzione stessa, come nel caso del Teatro alla Scala, sono due fattori che incidono anche sulle strategie di prezzo.

Grafico 25 | Prezzi abbonamenti per i teatri valutati positivamente dalla critica (1989-2012)

Fonte: elaborazione personale.

Dato l’interesse nei confronti della valutazione della critica nella tesi di ricerca qui presentata, si è voluto anche rilevare quale fascia di prezzo, per abbonamenti e per biglietti singoli, applicassero i teatri valutati positivamente da parte della critica. Sono stati quindi selezionati i teatri riportati nel grafico 19, che presentavano il numero maggiore di recensioni positive effettuate dalla critica. Come detto in precedenza, nel caso degli abbonamenti l’istituzione che presenta il prezzo più elevato per l’abbonamento è il Teatro alla Scala di Milano. Dal grafico è evidente la forte disparità rispetto agli altri teatri, che presentano dei prezzi inferiori. Tuttavia, anche il Teatro San Carlo di Napoli e il Teatro dell’Opera di Roma, insieme al Teatro Regio di Torino presentano un abbonamento con un prezzo superiore ai 500 euro. È importante sottolineare che l’analisi sugli abbonamenti, tuttavia, può presentare dei limiti. Non tutti i teatri infatti presentano una programmazione di lunga durata, come ad esempio l’Arena di Verona che è solita basare la sua attività durante i periodi estivi e che applica quindi, preferibilmente, un prezzo massimo maggiore per la vendita dei biglietti singoli. Inoltre, non tutti i teatri, seppur con una tradizione lunga nel tempo, possono vantare le stesse possibilità, in termini specialmente di risorse finanziare, di fondazioni lirico sinfoniche di alto prestigio. - € 500,00 € 1.000,00 € 1.500,00 € 2.000,00 € 2.500,00 € 3.000,00 € 3.500,00 € 4.000,00 € 4.500,00 € 5.000,00 € Teatro Verdi (Trieste) Teatro Regio di Torino Teatro La Fenice (Venezia) Teatro di San Carlo (Napoli) Teatro dell'Opera di Roma Teatro del Maggio Musicale Fiorentino Teatro Comunale di Bologna Teatro Carlo Felice (Genova) Teatro alla Scala (Milano) Marialisa de Carolis (Sassari) Arena di Verona

Grafico 26 | Prezzi biglietti singoli per i teatri valutati positivamente dalla critica (1989-2012)

Fonte: elaborazione personale.

Come sottolineato in precedenza dalla lettura dei grafici elaborati su tutti i teatri, la situazione riguardante l’offerta dei prezzi dei biglietti singoli appare differente. Il grafico 26 ad istogramma riporta la media del prezzo massimo e del prezzo minimo per la vendita di un biglietto singolo per i teatri che sono stati valutati positivamente dalla critica. Anche in questo caso, il teatro che presenta il prezzo massimo per un biglietto singolo è il Teatro alla Scala di Milano, il cui prezzo massimo supera i 140 euro. Segue poi, come visto dai grafici spiegati precedentemente, il Teatro San Carlo di Napoli e il Teatro dell’Opera di Roma. Anche il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino presenta un prezzo massimo per biglietto elevato, rispetto agli altri teatri, che supera i 100 euro così come L’Arena di Verona e il Teatro Regio di Torino. Questi ultimi due teatri citati presentano un prezzo massimo per biglietto che supera gli 80 euro. Il Teatro Comunale di Bologna e il Teatro Massimo di Palermo prevedono un prezzo massimo per il biglietto singolo intorno a 80 euro. Fra i teatri di tradizione, il Teatro Regio di Parma, presenta un prezzo massimo per la vendita di un biglietto singolo che supera i 60 euro mentre, il Marialisa de Carolis di Sassari, vende al botteghino un biglietto singolo ad un massimo di 40 euro.

L’approssimazione, effettuata attraverso una media degli anni presi in analisi, riguardante i prezzi degli abbonamenti e i prezzi singoli per biglietto dei

- € 20,00 € 40,00 € 60,00 € 80,00 € 100,00 € 120,00 € 140,00 € 160,00 € Arena di

Verona Marialisa de Carolis (Sassari) Teatro alla Scala (Milano) Teatro Carlo Felice (Genova) Teatro Comunale di Bologna Teatro del Maggio Musicale Fiorentino Teatro dell'Opera di Roma Teatro di San Carlo (Napoli) Teatro La Fenice

(Venezia)

Teatro Massimo (Palermo)

Teatro Regio

di Parma Teatro Regio di Torino

diversi teatri ha messo in luce diversi elementi. In primo luogo, è possibile notare che gli abbonamenti con un prezzo elevato sono in media realizzati dalle fondazioni liriche che presentano risorse maggiori rispetto ai teatri di trazione. Fra queste, il Teatro alla Scala di Milano si distingue: ad un prezzo elevato dell’abbonamento corrisponde, infatti, la vasta offerta di rappresentazioni – sia regie tradizionali sia regie moderne – messe in scena dal teatro; ma anche il suo elevato prestigio in termini di status e di tradizione lirica. Per quanto riguarda la vendita dei biglietti singoli, non solo fondazioni liriche presentano un prezzo elevato. Il prodotto culturale, tra cui il prodotto opera lirica, è un prodotto esperienziale il cui consumo da parte del consumatore si basa, appunto, sull’esperienza stessa. Nella determinazione del prezzo incidono pertanto anche la qualità delle rappresentazioni che il fruitore osserva durante l’esperienza di consumo, così come l’immagine e il prestigio che l’istituzione vuole comunicare al suo pubblico. Un’istituzione che desidera veicolare un’immagine di qualità può determinare, infatti, il prezzo di conseguenza (Colbert, 2009). È il caso pertanto di diverse fondazioni liriche, che sono state valutate positivamente per di più dalla critica, come il Teatro alla Scala di Milano, il Teatro Regio di Torino o il Teatro Carlo Felice di Genova ma anche di teatri di tradizione che si distinguono nel settore per i livelli di prestigio e la lunga tradizione che detengono, come il Teatro Regio di Parma. Alcune organizzazioni infatti, come i teatri di tradizione, potrebbero decidere di studiare un’immagine che trasmetta sia prestigio sia accessibilità (Colbert, 2009). Tale decisione si manifesta, ad esempio nello statuto del Teatro Regio di Parma dove la diffusione della cultura musicale e la coesione sociale della comunità sono gli obiettivi primari:

«Essa promuove la diffusione dell’arte e della cultura teatrale, musicale, di

danza, cinematografica e dello spettacolo in genere, nonché la formazione professionale dei quadri artistici e tecnici e l’educazione musicale della collettività. Essa persegue, altresì, finalità di sostegno delle attività di formazione superiore e di ricerca, di organizzazione di eventi ed iniziative di natura culturale, in particolare, musicale e di agevolazione della produzione culturale innovativa, di sviluppo della domanda e dell’offerta orientata alla coesione Sociale della comunità, alla

divulgazione della cultura moderna e della sua necessaria simbiosi con l’uso razionale delle risorse naturali del pianeta e con un’economia sostenibile». 18 Tale finalità è dimostrata anche dalla strategia di prezzo adottata dal Teatro Regio di Parma che prevede un prezzo minimo del biglietto singolo fra i più accessibili, ma allo stesso tempo, presenta un prezzo massimo per il biglietto singolo piuttosto elevato. Una strategia di questo tipo suggerisce la volontà da parte del Teatro di posizionarsi nel settore come teatro accessibile, purtuttavia volendo ribadire il proprio livello di prestigio e di status nel settore.

18 https://www.teatroregioparma.it/writable/Uploads/StatutoFondazioneTeatroRegiodiParma30-

Conclusioni

La tesi di ricerca si è proposta di contribuire alla letteratura sul tema dell’innovazione artistica e di fornire un contributo rispetto al ruolo svolto dalla critica nella valutazione delle regie moderne di opere liriche. La ricerca si è posta come primo obiettivo quello di comprendere come i teatri d’opera italiani introducano innovazioni nelle proprie strategie di programmazione per poi valutare ed esaminare la percezione da parte della critica sulle innovazioni introdotte dai teatri. La critica svolge, infatti, il ruolo di garante nel processo di legittimazione e consacrazione culturale delle opere considerate innovative nel mondo della lirica.

La lettura delle recensioni durante l’analisi dei dati ha permesso di elaborare delle considerazioni importanti relative alla percezione della critica sulle innovazioni in ambito operistico. Fra le modalità di attualizzazione delle regie moderne, analizzate durante gli anni presi in analisi, è stato possibile evidenziare che le modalità di attualizzazione dell’astrazione e della trasposizione, considerate nei database analitici, sono quelle accolte in misura più favorevole da parte della critica. L’astrazione, specificatamente, è risultata essere la modalità preferita dalla critica. Il cambiamento di libretto, invece, se non realizzato in maniera adeguata, potrebbe svilire il messaggio originario del titolo rappresentato e altresì storpiare l’intera messa in scena, con conseguente rifiuto da parte della critica e del pubblico. L’astrazione e la trasposizione, invece, comunicano l’opera lirica attraverso un linguaggio nuovo, simbolico e in grado di trasmettere il genere rappresentato anche a chi non è un fruitore abituale dell’opera. In particolare, l’astrazione permette di avere una visione scenografica nuova e simbolica in grado di immergere lo spettatore nella rappresentazione; mentre la trasposizione, soprattutto con dei riferimenti alla contemporaneità, consente di immedesimarsi maggiormente con la rappresentazione. Se pertanto l’astrazione e la trasposizione possono essere considerate come delle innovazioni incrementali, il cambiamento di libretto può essere ritenuto un’innovazione più radicale e rischiosa rispetto alle altre due modalità.

Dalle recensioni analizzate è, infatti, emerso che la critica dimostra di non escludere a priori le innovazioni ma, l’inclusione di elementi innovativi nelle regie di opere liriche, deve presentare determinate caratteristiche. Le innovazioni nella forma, infatti, sono state accettate e accolte positivamente dalla critica quando hanno dimostrato di rispettare le caratteristiche essenziali del prodotto opera lirica, pur presentando degli elementi ritenuti nuovi. La comunanza empatica con tutti gli elementi della scena, il rispetto del messaggio dell’opera rappresentata, anche con l’inclusione di innovazioni nella forma, sono elementi imprescindibili ai fini di ottenere una valutazione positiva da parte della critica. Le innovazioni sono pertanto accettate e legittimate, ma devono pur sempre rispettare il genere rappresentato. Innovazioni che non rispettano il messaggio principale dell’opera saranno ritenute pertanto negative dato che andranno a modificare eccessivamente il prodotto.

Dal campione esaminato, si evince che le scelte realizzate dai registi nell’innovazione del form sono quindi fondamentali, ai fini di una percezione positiva da parte della critica. Registi irriverenti e più aperti all’innovazione sono stati recensiti positivamente quando hanno rispettato il messaggio originale dell’opera trasmessa. Ad esempio, non è sufficiente solamente trasporre la Carmen ai giorni nostri, ma dare una visione registica appropriata, come è stato realizzato dal regista Calixto Bieito – vincitore del Premio Franco Abbiati - che ha trasposto l’opera intorno alla metà degli anni Ottanta del Novecento, potrebbe essere una scelta decisiva ai fini di una legittimazione da parte degli esperti. I fattori che incidono in una valutazione positiva da parte della critica verso i registi outsiders sono il rispetto per il significato dell’opera rappresentata; la comunanza empatica con la musica; una scenografia in grado di risaltare l’opera, anche in maniera non convenzionale rispetto alla tradizione; richiami ad altri mondi artistici – come il teatro di prosa e moderno, l’arte contemporanea o il musical – che si accostino perfettamente con la rappresentazione.

Le valutazioni da parte della critica anche nei confronti dei teatri hanno messo in luce che gli esperti sono soliti giudicare positivamente i teatri che accolgono, all’interno del loro repertorio, oltre che regie tradizionali anche regie moderne. Infatti, durante la ricerca è stato possibile riscontrare che le istituzioni che si dedicano maggiormente all’inclusione di forme d’innovazione all’interno del loro

repertorio, sono rappresentate dalle Fondazioni Lirico-Sinfoniche e dai Teatri di Tradizione, le quali sono state anche valutate positivamente dalla critica. Un repertorio ricco che prevede la realizzazione di regie moderne, permette infatti ai teatri di comunicare con un’audience più ampia, attraendo anche un pubblico più moderno, oltreché che di essere giudicati positivamente dalla critica per promuovere sia la diffusione della tradizione lirica sia l’innovazione. Tale finalità è riscontrabile in una strategia di prezzo che ribadisce sia lo status detenuto dal teatro sia l’accessibilità alla programmazione.

Le considerazioni qui proposte in merito alla valutazione da parte della critica nel settore operistico, mostrano che sarebbe necessario per i teatri includere maggiormente all’interno del proprio repertorio operistico forme di innovazione, che verrebbero apprezzate, con gli elementi sopracitati, dalla critica e da audience eterogenee. Le innovazioni all’interno del settore operistico sono pertanto considerate fondamentali per la sopravvivenza delle organizzazioni culturali nel tempo. Data la valutazione positiva fornita da parte della critica nei confronti dei registi considerati outsiders, sarebbe utile, a fini strategici, per i teatri coinvolgere in misura maggiore nella propria attività registi aperti all’innovazione.

Nonostante l’importanza che l’innovazione ricopre nella maggior parte dei