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I pigmenti più comuni

Nel documento UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CAGLIARI (pagine 31-35)

Capitolo 2: Tecnica dell’affresco

2.3 I pigmenti più comuni

I colori stesi sull’intonaco umido penetrano in esso e vi restano inglobati grazie al processo di carbonatazione della calce (tormento), creando un tutt’uno con l’intonaco. I pigmenti da usare saranno pertanto quelli che si mescolano perfettamente con acqua e calce, quelli che sono stabili all’azione caustica della calce, e che non si scompongono se miscelati con altri pigmenti [8].

I colori si possono classificare in: pigmenti organici derivati da composti organici insolubili nel mezzo di applicazione, e inorganici come sali, ossidi e sali complessi. Nell’affresco sono usati principalmente i pigmenti inorganici minerali composti da ossidi, sali, e solfuri. I colori principali che un pittore possedeva erano: rosso, nero, giallo, verde, bianco, e blu. Questi venivano propriamente mescolati per ottenere sfumature diverse.

Il nero era comunemente ottenuto con la grafite (carbonio). Esistevano due varianti dette propriamente nero di lampada e nero d’avorio, quest’ultimo presenta anche fosfato di calcio derivante dalla composizione ossea [10]. Le righe Raman caratteristiche della grafite sono collocate a 1325 e 1580 𝑐𝑚−1 [11]. Il pigmento nero d’avorio presenta una riga in più dovuta allo stretching simmetrico del 𝑃𝑂4 3− a 961 𝑐𝑚−1.

Il rosso era ottenuto da vari composti, a ognuno si può associare una particolare tonalità.

Annoveriamo l’ematite composta da ossido di ferro (𝛼 − 𝐹𝑒2𝑂3) che presenta una tonalità spenta ed è abbondante in natura. È un pigmento durevole nel tempo adatto per tutte le tecniche pittoriche, in particolar modo per la pittura a fresco. I picchi Raman caratteristici dell’ematite sono posizionati a 223, 286, 404, 614 𝑐𝑚−1 [12]. Le ocre e le terre rosse sono

Figura 16: Tecnica della sinopia Figura 17: Tecnica dello spolvero

29 anch’esse composte da ossidi di ferro. I romani conoscevano cinque tipi di ematite che generavano intensità diverse di rosso, tra i quali va ricordata la sinopia, ocra rossa presa dalla città di Sinope, che era utilizzata anche per la realizzazione del disegno preparatorio negli affreschi. Tali disegni preparatori sono chiamati sinopia per l’uso di quel particolare rosso.

Il colore bianco deriva da pigmenti quali: il gesso che è composto da solfato di calcio (𝐶𝑎𝑆𝑂42𝐻2𝑂) oppure dal bianco di San Giovanni detto anche bianco di calce, formato essenzialmente da carbonato di calcio (𝐶𝑎𝐶𝑂3). Il gesso era usato nel Rinascimento come base bianca per i dipinti, e da esso venivano realizzati anche intonaci per interno. Il suo picco Raman caratteristico è osservabile 1006 𝑐𝑚−1 [13]. Il bianco di San Giovanni è ottenuto dalla carbonatazione della calce spenta. Essendo un carbonato reagisce con gli acidi provocando un deterioramento della pittura. Ad esempio la presenza di atmosfera inquinata potrebbe portare alla formazione del solfato di calcio che è più voluminoso del carbonato, provocando un rigonfiamento della superficie pittorica e successivo distacco. Le sue bande Raman sono collocate a 157, 276 e 1087 𝑐𝑚−1 [14].

Alcuni dei pigmenti gialli usati fin dall’antichità erano le ocre gialle, il giallo di piombo, e l’orpimento. L’ocra gialla è un pigmento contenente goethite (𝛼 − 𝐹𝑒𝑂(𝑂𝐻)) per un colore giallo-bruno e/o lepidocrocite (𝛾 − 𝐹𝑒𝑂(𝑂𝐻) che dava una tonalità giallo- arancio e talvolta vi era anche jarosite (𝐾𝐹𝑒(𝑆𝑂4)2(𝑂𝐻)6). Tutti questi minerali venivano indicati sotto il nome di limonite e tali ocre potevano contenere anche silicati, feldspati, gesso e calcare. Il giallo di piombo noto anche come giallo di Napoli o giallorino era un pigmento sintetico usato già dai Babilonesi, ma fu adoperato largamente nella pittura europea dal XV secolo. È un ottimo pigmento per la tecnica dell’affresco e presenta un’ampia banda Raman intorno a 329 𝑐𝑚−1 e un picco intenso a 140 𝑐𝑚−1. L’orpimento è un solfuro d’arsenico (𝐴𝑠2𝑆3) caratterizzato da una particolare tonalità dorata. Era usato già nel periodo egiziano per decorare sarcofagi e utilizzato nei manoscritti medievali e pitture ottocentesche. In seguito venne abbandonato per la sua tossicità. Non può essere usato in miscela con pigmenti contenenti piombo e rame e con alcuni tipi di leganti; inoltre non era adatto per la pittura a fresco poiché si decomponeva in ossido di arsenico e idrogeno solforato.

La colorazione azzurra si può ottenere dall’azzurrite e dal blu di smalto.

30 L’azzurrite è un carbonato idrato di rame (2𝐶𝑢𝐶𝑂3. 𝐶𝑢(𝑂𝐻)2), caratteristica per la sua tonalità di blu brillante. In generale si trova associata con altri carbonati quali la malachite e la cuprite. Era usato nella pittura murale, ma a causa dell’umidità tendeva a scomparire il blu dell’azzurite e a restare un verde derivato dalla malachite, o a causa dell’acqua con ioni di cloro l’azzurite diventava atacamite, cloruro basico di rame, sempre di colore verde. Fu usato in Europa fino al 1600. Il picco Raman più intenso è 404 𝑐𝑚−1 [14] e ne presenta molti altri più deboli. Il blu di smalto è una vetrosa drogata al cobalto (𝑆𝑖𝑂2𝐶𝑜𝑂) e può presentare anche potassio. La grandezza dei granuli dava gradazioni differenti alla pittura, quindi era venduto con granulazioni diverse. Gli egiziani lo usavano come vetro, nel Rinascimento iniziò a essere guardato da un punto di vista pittorico e si usò anche nella tecnica degli affreschi.

Presenta un elevato picco a 492 𝑐𝑚−1.

Le terre verdi e la malachite sono i tipici pigmenti verdi.

La malachite è un carbonato basico di rame (𝐶𝑢𝐶𝑂3. 𝐶𝑢(𝑂𝐻)2), usato dagli Egizi, Cinesi e Giapponesi. In Europa venne usata per miniature medievali e opere pittoriche, era usata in combinazione con gialli per ottenere un verde più brillante. Abbiamo intensi picchi Raman intorno a 150, 500 e 1450 𝑐𝑚−1 [14].

Le terre verdi sono costituite da due minerali a base di ferro quali la celadonite, un silicato di ferro e magnesio (e pochissimo Al) che si trova in rocce vulcaniche e la glauconite, molto simile alla celadonite ma contiene alluminio in dosi maggiori. É più pregiata la terra composta di celadonite per il suo colore verde chiaro, era estratta vicino a Verona e per questo diede origine al pigmento noto come verde di Verona. La terra basata sulla glauconite era estratta ad esempio in Cecoslovacchia ed era meno usata poiché presentava un colore verde oliva, inadatto a rappresentare prati e alberi. Le terre verdi erano adatte per ogni tecnica pittorica, e usata ampiamente negli affreschi. La terra verde fu usata nel Medioevo anche come base per gli incarnati.

Nella tabella sottostante riassumo le caratteristiche fondamentali dei pigmenti già trattati.

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Azzurrite Azzurro Affresco, tempera

Bianco Tutte 157vw; 282vw; 1088vs

Ematite Rosso Tutte 224vs; 291vs; 407m; 494w; 610m; 660w(sh) Gesso Bianco Affresco 181w; 414m; 493w; 619vw; 670vw; 1006vs;

1135m Nero d’avorio Nero Tutte 961m; ~1325vs(br); ~ 1580vs(br)

Nero di

Ocre rosse Rosso Tutte 220vs; 286vs; 402m; 491w; 601w Orpimento Giallo Tranne

(W= weak, s=strong; vs= very strong; m=medium; sh=shoulder; br=broad)

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