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I rom, un problema europeo

CATEGORIA PROFESSIONALE

6.2. I rom, un problema europeo

I rom non sono più – se lo sono mai stati – un problema esclusivo degli stati nazionali. I loro disagi sono vecchi quanto la loro permanenza in Europa, con brevi periodi di leggero miglioramento300. La loro dispersione su tutto il continente europeo e le problematiche comuni, avrebbe già richiesto una collaborazione degli stati europei. A maggior ragione oggi, nel contesto dell’Unione Europea e con la conferma dei diritti umani e delle minoranze, le problematiche dei rom devono essere gestite a livello europeo.

La strategia UE di delegare la responsabilità dell’integrazione a livello di ogni stato membro oppure candidato, ha creato un certo tipo di limitazione dell’inclusione. Inoltre, la discriminazione e la violazione dei diritti dei rom da parte degli stati membri e che non ha conosciuto delle ripercussioni sanzionatorie da parte dell’UE, ha creato dei precedenti che generano in pratica un peggioramento della situazione dei rom in tutta Europa.

Non casualmente l’Unione Europea è sempre più spesso accusata di un intervento teorico che esprime la solidarietà per la situazione critica dei rom e la necessità di migliorarla, mentre mancano le azioni pratiche. I diritti espressi ed i valori condivisi su cui si basa l’Unione devono trovare riscontro nella vita quotidiana di tutti i suoi cittadini.

300 Si fa riferimento al periodo socialista quando comunque, grazie alla strategia di assimilazione forzata, hanno beneficiato in qualche maniera di alcuni diritti come il resto della popolazione

CONCLUSIONI

L’aspetto della cittadinanza dei rom è un elemento fondamentale nell’approcciare le loro problematiche e le strategie da adottare. Nel contesto di una cittadinanza europea che garantisce gli stessi diritti a tutti i cittadini europei, trattare i rom come cittadini di “seconda classe” oppure come se fossero solo cittadini dei paesi membri è inaccettabile. La minoranza rom ha, senza dubbio, un carattere transnazionale e non può essere gestita solo tramite la responsabilità a livello nazionale. Lasciando ai governi nazionali la libera gestione della questione, in pratica, si sono istaurate varie strategie cosiddette “d’integrazione” che in modo assurdo ignorano e cancellano principi fondatori della stessa Unione Europea. Ancora più grave, di fronte a queste violazioni dei diritti dei cittadini e dei principi comunitari, l’Unione Europea si è limitata a fornire soltanto raccomandazioni e suggerimenti.

Il caso italiano è esemplare in questo senso. Non è certo l’unico in cui sono state prese delle misure discriminatorie, razziste ed umilianti nei confronti dei rom, però può essere identificato tra i più estremi. L’Italia ha adottato delle politiche nei confronti dei rom in virtù di un’emergenza sulla sicurezza sociale301. In queste circostanze sono state adottate delle misure discriminatorie e razziste che purtroppo non hanno avuto come conseguenza delle sanzioni pratiche da parte dell’Unione Europea in modo da impedire la violazione dei diritti dei cittadini europei. Le azioni a livello comunitario si sono concretizzate in varie raccomandazioni, dei veri e propri suggerimenti che non hanno neutralizzato le iniziative del governo italiano.

L’intervento dell’Unione Europea è stato piuttosto teorico imponendo norme standardizzate sia per i membri sia per i paesi candidati. La relazione che lega i popoli comunitari sembra svolgersi piuttosto in virtù ad un principio economico che dei diritti umani. I valori sociali predicati in tutti i documenti ufficiali dell’Unione vengono facilmente messi da parte e si è creata la convinzione che si cerca di trarre profitto dalla situazione precaria delle classi svantaggiate negando allo stesso tempo i loro diritti basilari302. Per la stabilità e la prosperità dell’Unione è necessario invece un equilibro tra l’aspetto economico e quello sociale.

La situazione difficile e complessa della popolazione rom genera, oltre problematiche di ordine morale e giuridico, anche dei veri e propri squilibri a livello sia nazionale sia dell’Unione Europea.

301 La veridicità dell’esistenza di una vera e propria emergenza sulla sicurezza sociale è un altro aspetto che però non intendiamo analizzare, prendendo comunque in considerazione le valutazioni del governo italiano e la sua necessità di intervenire con delle misure a livello nazionale. Le azioni sono state elencate in precedenza e riguardano i rimpatri, il prelevamento delle impronte digitali.

302 L’Europa, nel contesto di un invecchiamento della propria popolazione e di una mancanza di offerta di lavoro in vari campi, utilizza come forza di lavoro gli immigranti; allo stesso tempo le politiche d’immigrazione in pratica non offrono pari opportunità e condizioni di vita decenti agli immigranti.

CONCLUSIONI

Di conseguenza, si identificano degli squilibri sociali (atteggiamenti di discriminazione, razzismo, aggressioni e violenza, criminalità) ma anche economici (una rapida crescita demografica delle famiglie povere alzerà nel futuro il tasso della disoccupazione e genererà una non indifferente spesa sociale)

• Le scarse opportunità lavorative portano ad un tenore ed uno stile di vita alla soglia della sopravivenza; una profonda povertà tra i membri di questa minoranza che genera lacune nell’istruzione, nella salute e, non per ultimo, un certo livello di delinquenza; come conseguenza i membri di questa società vengono molto spesso esclusi e discriminati, comportamenti che talvolta degenerano in gesti di violenza.

Un movimento migratorio all’interno dell’Unione Europea da un paese che non offre grandi opportunità per queste persone verso altri paesi dove, senza abitazioni, sono costretti ad adottare uno stile di vita diverso che ulteriormente genera discriminazione ed esclusione da parte della popolazione locale (ad esempio le baraccopoli).

Sfortunatamente, cosi come espresso dal presidente della Commissione Europea Jose Manuel Barosso nell’occasione del primo Summit Europeo sui Rom303, “se in queste zone abitate dai rom, come conseguenza della povertà si istaura la disperazione, queste zone diventano posti insicuri sia per i propri abitanti sia per le popolazioni vicine”, episodi che si sono ormai verificati e che tendono a peggiorare.

Le cronache dipingono in modo negativo e peggiorativo l’etnia rom creando degli stereotipi, situazione che condiziona autorità nazionali e politici; il condizionamento dei politici può portare all’adozione di misure contro i diritti umani e civici come è il caso delle misure del governo italiano per le espulsioni in massa dei rom e per il prelevamento delle loro impronte digitali.

• Crisi diplomatiche tra gli stati e tensioni sociali così come è successo recentemente tra la Romania e l’Italia conseguentemente all’espulsione in massa dei cittadini romeni di etnia rom dall’Italia

• La scarsa istruzione e preparazione professionale dei rom accompagnata da una crescita demografica alta tra i membri di questa minoranza con già oggi più della metà degli individui sotto i 15 anni, genererà in futuro un altissimo tasso di disoccupazione che avrà un impatto negativo sulle economie nazionali; da un altro lato l’Europa si troverà con una mediocre se non inesistente professionalità di un importante segmento del totale dei cittadini europei.

CONCLUSIONI