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La migrazione dei rom nell’UE e le sue conseguenze transfrontaliere

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2.3. La migrazione dei rom nell’UE e le sue conseguenze transfrontaliere

L’instaurazione del sistema economico di tipo neoliberale nei paesi ex-socialisti ha aggravato ulteriormente la situazione critica delle comunità rom. Su tutto il continente europeo, e particolarmente nei paesi dell’Europa Centrale ed Orientale, si è verificata un’emarginazione dei gruppi sociali sfavoriti, tra cui, in prima linea, i rom. La transizione politica ed economica ha provocato gravi difficoltà economiche e sociali portando le comunità rom ad un livello di povertà senza precedente. La maggior parte dei rom hanno perso il lavoro e la casa, sono stati vittime di atroci violenze109, le loro abitazioni sono state bruciate ed i loro beni distrutti. Nella ricerca di nuovi posti di lavoro, sono stati discriminati ed emarginati, mentre i loro figli iscritti nelle scuole per i bambini disabili mentali. Questi sono scenari quotidiani della vita delle comunità rom nel periodo post-socialista.

Dunque, per poter evitare la povertà, la violenza, la discriminazione, i rom hanno iniziato un processo di migrazione verso paesi più sviluppati nella ricerca di condizioni di vita migliori. La loro scelta non è stata collegata al rispetto dei diritti civici, umani oppure minoritari110 ma all’aspirazione di avere un tenore di vita più alto.

Il flusso migratorio è iniziato nei primi anni novanta ed è stato caratterizzato dalla possibilità di lasciare il paese di origine quasi sempre nella condizione di clandestinità. Successivamente, il flusso

108 La sua posizione è espressa nella risposta data alla Risoluzione del Parlamento Europeo - “Commission Staff Working Document” pubblicato a luglio 2008.

109 Human Rights Watch 1991 ha dipinto una situazione terrificante dei rom in Romania postcomunista : atteggiamenti di odio e violenza etnica contro i rom che sono stati aggrediti continuamente; le loro case sono state bruciate e sono stati scacciati dai loro villaggi; non gli è mai stato permesso di ritornare; tanti di loro sono stati pestati e tanti hanno perso addirittura la vita. Human Rights Watch, „Destroying Ethnic Identity: The Persecution of Gypsies in Romania” New York: A Helsinki Watch Report, September 1991. Per maggiori informazioni: ERRC, „Sudden Rage at Dawn:

Violence Against Roma in Romania”, National Reports Series, Budapest, 1996, Amnesty International, “Romania:

Broken Commitments to Human Rights”, Maggio 1995; Human Rights Watch/Helsinki, “Lynch Law: Violence against

Roma in Romania”, Vol. 6, N. 17, November 1994.

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si è accentuato considerevolmente come conseguenza dell’apertura delle frontiere nel processo di allargamento dell’Unione Europea. I rom hanno iniziato a spostarsi sul territorio comunitario nella condizione di cittadini europei a tutti gli effetti.

Anche se storicamente considerati un popolo di nomadi, sono centinaia di anni che i rom si sono stabiliti nei paesi europei e sono rimasti negli stessi luoghi creando le loro comunità di solito alla periferia dei centri abitati dalle popolazioni maggioritarie. Oggi, malgrado il loro spostamento all’interno delle frontiere comunitarie, i rom non possono comunque essere considerati nomadi. Se nel passato il loro spostamento era continuo, di intere comunità rom, rimanendo temporaneamente in certe zone per motivi legati ai loro mestieri, oggi i rom si spostano da un paese europeo con lo scopo di stabilirsi in un altro, d’altronde come tutti i cittadini dell’Unione Europea.

Il fenomeno di immigrazione rom ha richiamato un’importante attenzione perché presenta indiscutibilmente alcune caratteristiche particolari. Innanzitutto, lo spostamento dei rom non è uno solitario oppure individuale, e neppure come in passato di intere comunità, è piuttosto di tipo familiare. La particolarità è invece data dal fatto che le famiglie rom sono di tipo allargato con un maggior numero di membri rispetto alle famiglie dei paesi europei. Queste famiglie non hanno l’intenzione come nel passato a spostarsi continuamente ma di stabilirsi nelle regioni dove aumentano le probabilità di trovare lavoro ed avere una vita dignitosa. Il secondo aspetto riguarda il fatto che, una volta arrivati nei nuovi paesi, non ci sono le condizioni e le strutture adatte per ospitarli. Tutto ciò, sommato alla loro condizione precaria, fa si che i rom vivano sempre alla periferia delle città in abitazioni non idonee, vittime della discriminazione, del razzismo e delle violenze111. Ciò crea una serie di conflitti e tensioni con le popolazioni locali che spesso degenerano in atti di violenza e che fanno i titoli di tutti i media.

Sembrerebbe assurdo però che lo spostamento dei rom dai paesi dell’Europa Centrale ed Orientale verso i paesi europei occidentali ha avuto in pratica delle ripercussioni spiacevoli per le comunità rom. Non solo che dal punto di vista economico le circostanze non sono affatto cambiate, ma devono affrontare delle condizioni abitative peggiori112 ed atteggiamenti molto più discriminanti che nei paesi di origine. Lo studio dell’Eurobarometro numero 296 del febbraio 2008 che è stato predisposto dalla Commissione Europea - Direzione Generale sull’Occupazione, Affari Sociali e

111 Atteggiamenti violenti hanno portato all’incendio del campo rom di Ponticelli (Napoli) nel 2008 gesto con ovvie connotazioni razziste

112 Generalmente, i rom emigrati dai paesi ex-socialisti si stabiliscono alle periferie delle città occidentali, nelle baraccopoli in condizioni abitative ed igieniche terrificanti che mettono a rischio la loro salute e spesso anche le loro vite.

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Pari Opportunità ha riconfermato che la discriminazione più diffusa è quella di natura etnica113. Di conseguenza la discriminazione etnica è quella più frequente (62%)114, seguita dalla discriminazione sull’orientamento sessuale (51%) e da quella sulla disabilità (45%). Il tasso della percezione e dell’esperienza della discriminazione etnica nei paesi occidentali come Francia, Italia, Gran Bretagna , Svezia, Belgio è visibilmente più alto rispetto ai paesi est e centro europei come Bulgaria, Romania, Repubblica Ceca, Slovenia oppure Slovacchia cosi come espresso nel seguente grafico.

Figura 1

Il problema è ancora più preoccupante in quanto, la situazione già complicata dei rom, a volte viene manipolata e trattata dalle stesse autorità nazionali in modo discriminatorio. Nonostante le leggi in vigore e gli accordi transfrontalieri a livello comunitario, i cittadini europei vengono trattati in modo discriminatorio su basi etniche. Per i rom la libera circolazione delle persone sui territori degli stati membri UE, consacrata dagli Accordi Schengen, si è dimostrata un’illusione. In tanti paesi comunitari, la libera circolazione dei rom o viene impedita a priori o se permessa essi vengono successivamente rimandati nei paesi originari.

113 La media dell’Unione Europea è di 62%

114 La percentuale dell sondaggio precedente del Eurobarometro del febbraio 2006 era leggermente più alta registrando 64%

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I rom sono stati considerati da sempre immigranti di natura economica per cui vari paesi, per impedire il loro accesso, hanno imposto il sistema di visti per tutti i cittadini di un certo paese. È stato il caso del Canada, Gran Bretagna, Svezia nei confronti di alcuni paesi est e centro europei come la Romania e la Repubblica Ceca.

Le politiche d’immigrazione e di asilo adottate da alcuni paesi comunitari si sono dimostrate anticipatamente discriminatorie e xenofobe. La Gran Bretagna ad esempio ha limitato il libero accesso sul suo territorio dei cittadini europei cercando di evitare in questo modo l’arrivo delle popolazioni rom dai nuovi membri dell’Europa Centrale ed Orientale115. Le restrizioni in materia di immigrazione che fissavano un limite di persone oppure che limitavano i settori lavorativi ad alcuni mestieri soltanto, hanno impedito l’emigrazione delle categorie svantaggiate tra cui al primo posto i rom. Tutte queste misure sono state prese nel contesto di una aggressiva campagna mediatica116 che segnalava il rischio di una vera e propria invasione dei rom come conseguenza del processo di allargamento UE nel Europa Centrale ed Europea.

Solo il 12 Dicembre 2007 la Francia ha espulso 120 persone di etnia rom nel contesto di una strategia di espulsione degli immigrati che ha interessato un totale di circa 24.000 persone nell’anno 2007117.

In Finlandia agli inizi del 2008 più famiglie rom di nazionalità romena sono state rimandate nei paesi di origine alla raccomandazione delle autorità della Protezione del bambino nonostante i loro diritti di risiedere legalmente sul territorio dei paesi membri dell’Unione Europea . Il caso della minorenne di 17 anni che, dopo aver partorito, è stata espulsa insieme a tutta la sua famiglia, ha creato innumerevoli polemiche e reclami da parte dalle organizzazioni per i diritti dei rom.

Un altro esempio lo rappresenta l’Italia dove recentemente, nonostante l’adesione agli Accordi Schengen, conseguentemente alle varie tensioni esistenti tra le popolazioni ospitanti e le comunità rom, si è adottata una misura estrema e discriminatoria118. I rom anche se cittadini europei a tutti gli

115 Karin Waringo, “Who are Afraid of Migrating Roma?” http://www.eumap.org/journal/features/2004/migration/pt2/whoafraid

116 “The Daily Express”, “Sun”, “The Sunday Times”

117 La strategia del Ministero dell’Immigrazione Francese che, anche se riguardava gli immigranti illegali, ha provveduto all’espulsione dei cittadini europei come i rom.

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effetti, sono stati vittime di espulsioni di massa119 e si è decisa la loro identificazione tramite il prelevamento delle impronte digitali.

Inserendo la minoranza rom nell’attuale contesto europeo si osserva facilmente che ha indiscutibilmente un carattere transnazionale. I rom si trovano in tutta l’Unione Europea, in numero notevolmente alto tanto che sono stati riconosciuti ufficialmente la più grande minoranza europea. Non hanno un paese di origine che potrebbe salvaguardare i loro interessi ed i loro diritti come tutte le altre minoranze ciò che porta alla loro completa dipendenza dagli stati nazionali. L’allargamento dell’Unione Europea ha generato inoltre uno spostamento delle sole famiglie rom o di singoli individui da un paese all’altro per motivi esclusivamente economici. Il loro modello d’organizzazione è fortemente basato sulla convivenza in una comunità, sulla condivisione di uno stile di vita tra persone che hanno lo stesso passato, le stesse tradizioni, gli stessi mestieri ed interessi. In queste circostanze diventa evidente la gravità del loro tenore di vita, tanto da interrompere il profondo rapporto con le proprie comunità separandosi da esse. Le nuove comunità che si sono create nei paesi occidentali costituiscono un misto di famiglie o di individui rom da tutta l’Europa.

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