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Il “caso” Idea Store

Nel documento Le biblioteche pubbliche nell'era "social" (pagine 152-157)

3. La “crisi perenne” delle biblioteche pubbliche italiane: analisi storica ed istituzionale

4.5 Il “caso” Idea Store

Gli Idea Stores inglesi rappresentano un modello significativo di istituzione culturale con un forte orientamento ai concetti di apprendimento permanente, di accesso all'informazione locale nonché, come rilevato da GALLUZZI [2008], un'interessante esperienza di costruzione di nuove biblioteche integrate nel contesto urbano, dotate di servizi innovativi ed attraenti ed appositamente realizzate con un linguaggio architettonico tipico delle grandi strutture commerciali.

Il progetto di costruzione è stato avviato nel 1999 per conto della municipalità di Tower Hamlets111, quartiere cosmopolita londinese che, all'epoca, puntava a fronteggiare il declino delle

biblioteche di quartiere (GALLUZZI [2008]). Prima della creazione di queste strutture - la prima

della generazione di biblioteche moderne e ibride in Scandinavia [BECH-PETERSEN 2017]; e, FryskLab, in Olanda, il primo FabLab europeo su ruote iniziato da una biblioteca (Biblioteca provinciale Friesland, 2012) [CASO 2016]. 110 Pur non essendo ancora una realtà ben consolidata, in Italia si possono comunque menzionare due esempi interessanti di makerspace nelle biblioteche pubbliche. Essi sono l'American Corner YouLab presso la Biblioteca San Giorgio di Pistoia, e l'Hubout Makers Lab presso il Centro culturale/Biblioteca del Pertini di Cinisello Balsamo.

Gli American Corner (detti anche American Space) sono spazi ospitati presso istituzioni culturali di vari paesi del mondo, nei quali il Dipartimento di Stato del Governo degli Stati Uniti, con l’appoggio operativo della locale Missione Diplomatica, finanzia la realizzazione di iniziative culturali, eventi, conferenze, incontri e altre opportunità rivolte alla popolazione locale, con l’intento di promuovere la conoscenza della lingua e della cultura degli Stati Uniti [RASETTI 2015]. L'American Corner YouLab di Pistoia è un progetto nato nel 2013 dalla collaborazione tra l’Ambasciata USA in Italia e la Biblioteca San Giorgio di Pistoia, con lo scopo di creare un centro di innovazione digitale aperto principalmente ai ragazzi e ai giovani, i quali possono utilizzare una ricca dotazione di strumentazione audio-video ed informatica per apprendere nuove competenze e maturarle fino ad arrivare alla realizzazione di prodotti digitali spendibili anche sul mercato. I progetti saranno poi condivisi in una rete di apprendimento sociale che incrementerà la partecipazione e la collaborazione con la comunità locale e con gli Stati Uniti [BIBLIOTECA SAN GIORGIO PISTOIA 2013].

L'Hubout Makers Lab del Pertini di Cinisello Balsamo viene aperto una volta alla settimana, il giovedì dalle ore 18, per lo sviluppo di progetti e percorsi sul territorio con stampanti 3D, Arduino, plotter da taglio [COMUNE DI CINISELLO BALSAMO 2017].

111 Tower Hamlets è un quartiere dell’East End londinese, un’area centrale densamente popolata seppur economicamente fra le più disagiate della città e caratterizzata da un alto tasso di analfabetismo. Vi abitano più di 270.000 residenti di cui circa il 50% è costituito da immigrati, in particolare dal Bangladesh e quindi di religione islamica [WIKIPEDIA 2020i].

delle quali inaugurata nel 2002 e l'ultima aperta nel 2013112 - nel quartiere di Tower Hamlets solo il

18% dei residenti utilizzava i servizi di biblioteca a fronte di una media nazionale britannica del 48% [FOSSATI 2011 p. 32]. A tal fine fu svolta un'indagine di mercato coinvolgendo gli utenti potenziali dell'area di riferimento, dai quali emerse che le biblioteche sarebbero state maggiormente sfruttate se queste fossero state collocate in aree di maggiore frequentazione, in particolare in contesti con un'offerta più variegata di servizi e di attività per il tempo libero e vicini alle aree commerciali, alle stazioni dei mezzi pubblici ed ai luoghi di ristorazione (GALLUZZI [2008]).

Il brand Idea Store si identifica, appunto, come una rete di centri polivalenti, uno spazio aperto per le idee, una zona di contatto tra saperi dotata di servizi bibliotecari, corsi di formazione e per il tempo libero per adulti e famiglie, servizio informazioni, caffetterie e gallerie d’arte. Per la realizzazione di questo brand i responsabili del progetto, tra i quali vi figura anche l'italiano Sergio Dogliani, hanno coinvolto uno studio di Londra che si occupava non solo di architettura ma anche di comunicazione e marketing [AGNOLI 2008]. Il successo dei cinque stores finora realizzati si è basato sulla creazione di un'immagine dell'istituzione in netta contrapposizione con quella austera delle biblioteche inglesi di età vittoriana, che sembrava scoraggiarne la frequentazione e la partecipazione degli utenti. Inoltre il termine “store” racchiude in un'unica struttura concezioni diverse della biblioteca: non soltanto luogo di deposito, di conservazione e di preservazione dei saperi ma anche un luogo finalizzato ad un'offerta commerciale e specchio delle molteplici identità urbane ivi presenti (GALLUZZI [2008]).

I principali punti di forza del progetto Idea Store si possono sintetizzare come segue113:

1) gli stanziamenti economici sono stati notevoli e, soprattutto nella fase iniziale del progetto, sono state investite molte risorse in attività promozionale (localizzazione dei nuovi edifici e pubblicizzazione dei servizi);

2) gli Idea Stores puntano a un'apertura su sette giorni alla settimana, sono aperti con orario continuato e, possibilmente, sono coordinati con gli orari dei negozi circostanti ed in linea con i ritmi e l'organizzazione di vita propri della società contemporanea;

3) i servizi sono fortemente orientati all'utente e rispondenti ai bisogni locali;

4) il brand punta al superamento dell'immagine tradizionale delle biblioteche e delle strutture per la formazione degli adulti, innovandole sia in termini di immagine sia nei servizi;

112 TOWER HAMLETS COUNCIL [2019].

113 In base alle analisi svolte rispettivamente da GALLUZZI [2008, punti 1-5], AGNOLI [2009 p. 89-90, punti 6-10] e FOSSATI [2011, punto 10].

5) tutte le strutture si propongono come luoghi dove le persone possono incontrarsi e godere della compagnia reciproca, giocando un ruolo sociale significativo e contribuendo ad accrescere la qualità della vita all'interno del quartiere;

6) le biblioteche sono collocate in contesti ed edifici di nuova realizzazione, attraenti ed accessibili, oppure inserite in mercati preesistenti. In entrambi i casi lo scopo è quello di invitare le persone a trascorrervi il proprio tempo libero;

7) tutte le strutture hanno un accesso a livello della strada che immette direttamente nei servizi, senza gradini o altre barriere;

8) per la realizzazione degli edifici sono stati usati materiali tipici delle strutture commerciali e dell'industria del divertimento (es. linoleum, sedie e tavoli di uso corrente, grandi cartelli segnaletici, schermi televisivi al plasma);

9) tutte le strutture offrono punti di ristoro (caffetteria);

10) la gran parte del personale ingaggiato è di origini etniche simili a quelle degli abitanti del quartiere, con una formazione customer-oriented; indossa una divisa di riconoscimento e si qualifica come staff floorwalking avendo infatti il compito di circolare per i reparti anziché di stare chiuso in ufficio o in postazioni fisse dietro ai banconi114.

Secondo FOSSATI [2011 p. 33] e GALLUZZI [2008] le caratteristiche più incisive che distinguono l'esperienza del brand Idea Store dalle biblioteche pubbliche tradizionali sono lo stretto legame creato tra il servizio bibliotecario e la formazione permanente. Non a caso, il logo Idea Store è corredato dalla dicitura “Library Learning Information” (fig. 4) volta ad evidenziare la caratteristica di queste strutture di essere “biblioteche circolanti” a misura della comunità, favorendo un'alta circolazione del materiale bibliografico in quanto dotate di una significativa sezione di reference e di un'ampia collezione di libri, cd e dvd. Per la collocazione del materiale viene ancora adottata la Classificazione Decimale Dewey ma le strutture sono dotate di scaffali ricurvi e di arredi espositivi che ricordano le grandi librerie multimediali (fig. 5), rendendo più semplice il browsing e la scelta dei “prodotti” a disposizione (GALLUZZI [2008]).

114 La politica del personale adottata negli Idea Stores ha suscitato diverse critiche all'interno della comunità bibliotecaria in particolare per quanto attiene all'aspetto professionalità e alle competenze richieste ai nuovi assunti, ai quali non si chiede di avere una formazione approfondita in biblioteconomia ma piuttosto di essere in possesso di alcuni requisiti, quali la capacità di interagire con le persone, l'intraprendenza, “l'amichevolezza”, oltre alla conoscenza della realtà sociale in cui si opera [FOSSATI 2011 p. 36-37].

Fig. 4. Il logo Idea Store. Fonte: sito Web istituzionale <https://www.ideastore.co.uk/> (ultima consultazione: ottobre 2020).

Allo stesso modo le vetrine esterne degli edifici sono utilizzate per esporre materiale bibliografico attraente e di attualità (fig. 6). All'interno si trovano diversi punti di quick choice per un'offerta di proposte di lettura ancora più rapida. L'offerta dei servizi alla persona è ampia e caratterizzata da biblioteca, corsi di formazione e per il tempo libero, informazione, Internet gratuito, caffetteria, nido temporaneo per i genitori che frequentano le attività formative.

In merito alla variegata offerta di corsi - che spaziano dal cucito alla danza - l'obiettivo è quello di accrescere il livello culturale, le possibilità professionali e l'integrazione sociale dei cittadini residenti sia inglesi che immigrati, prevedendo anche corsi gratuiti per i disoccupati, totalmente finanziati con contributi statali e finalizzati al rilascio di una qualifica professionale (FOSSATI [2011 p. 33-34]).

Un’altra tendenza consolidatasi nel tempo è stata la convergenza fisica con alcuni servizi offerti dalle autorità locali pur mantenendo distinte le finalità e il personale: infatti in alcuni giorni della settimana vengono messi a disposizione del Comune degli spazi destinati agli “One Stop Shop”, ovvero a servizi che corrispondono grosso modo ad una versione itinerante degli Uffici Relazione con il Pubblico presenti in Italia [GALLUZZI 2011 p. 9].

Infine negli Idea Stores vengono realizzate alcune iniziative collaterali a servizio della comunità a dimostrazione dell'importanza “di creare partnerships con altri enti pubblici e privati per offrire servizi formativi e culturali più articolati e completi ai cittadini” [GALLUZZI 2010].

Tra questi vi figurano:

1. Legal advice: consigli legali per questioni attinenti alla casa, accesso a contributi pubblici, problemi di debiti, impiego, immigrazione.

2. Employability: attività di supporto alla ricerca e all'offerta di lavoro.

3. Feel better with a book: gruppi di lettura per persone con problemi di disagio, gestiti da personale specializzato.

4. Golden time: incontri di aggiornamento sui nuovi acquisti rivolti agli ultracinquantenni.

5. Toy library: scambio di giocattoli per i bambini sino a cinque anni, gestiti da genitori volontari. 6. Healthy living: servizio di informazione sull'assistenza sanitaria115.

Nel documento Le biblioteche pubbliche nell'era "social" (pagine 152-157)