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3. L'eutanasia in Danimarca,Olanda e Belgio

3.1 Il Belgio

Fin dal 1997 in Belgio, iniziò ad essere preso in considerazione il tema dell'eutanasia, in particolare, i Presidenti della Camera e del Senato sentirono forte il bisogno " d'un règlement légal de l'interruption de vie à la demande des malades incurables (eutanasie); l'estate soins palliatifs; la déclaration de volonté relative au traitement et du "testament de vie"; les propositions de loi actuellement pendantes en la matière"90. La proposta che ne seguì, decadde a causa della fine della legislatura.

Il dibattito sull'eutanasia venne ripreso con l'inizio della nuova legislatura, quando il 14 luglio 1999 la proposta suddetta venne ripresentata dai senatori P. Mahoux e M. Vanlerberghe, motivando che un tema quale quello dell'eutanasia non poteva più essere ignorato. L'attenzione venne posta innanzitutto sul caso dei pazienti incoscienti, poiché era questo il settore nel quale erano più frequenti gli abusi da parte del personale medico; i proponenti sottolinearono, così, le condizioni alle quali doveva avvenire la richiesta di eutanasia: innanzitutto vi doveva essere il colloquio tra medico e paziente, per far sì che quest'ultimo potesse esprimere chiaramente le sue volontà. Dopodiché il medico avrebbe dovuto consultarsi con altri medici; vi doveva essere il coinvolgimento dei parenti più stretti del malato, e, cosa fondamentale, la malattia avrebbe dovuto essere incurabile. Tutto ciò risultò impossibile da realizzare nel caso di persone incapaci di manifestare il proprio volere, e proprio da tale constatazione sorse la necessità di

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Avis n. 1 du 12 mai 1997 concernant l'opportunité d'un règlement légal de l' euthanasie. Cfr. Eutanasia

organizzare un sistema di dichiarazione anticipata, in modo tale da poter individuare un terzo soggetto che avrebbe sostituito il paziente nel rapporto con il medico, per realizzare le volontà del malato, ed un sistema di registrazione e documentazione delle disposizioni di volontà, con meccanismi analoghi a quelli utilizzati per la donazione degli organi.

La proposta di legge prese in considerazione anche le conseguenze del decesso, in relazione alla sottoscrizione da parte del malato di assicurazioni sulla vita, stabilendo che nel caso di morte attraverso la pratica dell'eutanasia, ci si sarebbe trovati di fronte ad una morte naturale91. Inoltre, venne assicurata al medico la possibilità di dichiarare in ogni momento obiezione di coscienza ad intervenire, prevedendo anche l'obbligo per quest'ultimo, di redigere una minuziosa relazione accompagnata con apposita documentazione medica, in modo da poter valutare la correttezza del suo comportamento.

All'interno del dibattito che ci fu in Parlamento, non venne affrontato il problema della natura del diritto alla vita, intesa come interesse diffuso tutelato attraverso lo Stato e le istituzioni, o come diritto individuale, ma si fece riferimento a tale diritto come ad uno dei valori essenziali, principio cardine dell'ordinamento costituzionale belga, caratterizzato dal pluralismo etico. Tutto questo perché il Belgio è sempre stato caratterizzato da una estrema varietà, sia linguistica che etnica, ma soprattutto religiosa; esso vide la presenza di ben sei culti riconosciuti, alcuni di notevole rilievo all'interno del paese. Per tale motivo, l'adozione di un'etica di stato non avrebbe avuto senso, poiché avrebbe urtato contro le regole di convivenza stabiliti dalle diverse componenti della società, e per tale motivo, in relazione all'eutanasia venne individuato un minimo

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Proposition de loi relative aux problèmes de fin de la vie, cit, art. 7 " La personne dècèdèe à la suite de

l'application de la présente loi est rèputèe dècèdèe de mort maturelle pur ce qui concerne l'exécution des contracts auxquels elle ètait partie, en particulier les contrats d'assurance" . Cfr. Eutanasia e diritto, pag.

comune denominatore nella necessità di porre un limite alle cure palliative nel rispetto dei diritti del malato.

Poco tempo dopo, il 20 luglio 1999, il senatore Monfils presentò un'altra proposta di legge92, con la quale intese distaccarsi da chi in quel frangente, paragonava l'eutanasia ai campi di sterminio nazista, dichiarando la sua intenzione di allontanarsi da qualsiasi condizionamento di carattere filosofico, morale o religioso. Egli rivendicava fortemente il diritto di ciascun individuo di decidere della propria vita e morte, riportando la questione nella prospettiva della relazione tra il malato ed il medico; condannò apertamente l'accanimento terapeutico come atto contrario alla dignità umana, sostenendo quale intento della legge in esame, la tutela della volontà del malato espressa mediante il testamento di fine vita, al quale venne conferita piena efficacia giuridica. Tale proposta di legge aveva la stessa struttura della precedente, vennero stabilite all'interno dei primissimi articoli le modalità di formulazione della richiesta di eutanasia, le condizioni in presenza delle quali essa poteva essere revocata, ed introdusse la verifica da parte di un collegio di 3 medici, delle condizioni del paziente ( art 5). Venne prevista altresì, la modifica al codice civile, per ciò che riguardava il libro I, titolo II, capitolo IV, con l'inserimento degli artt. 79 bis e 81 bis, riferiti alla redazione del certificato di morte, e alla documentazione relativa alla richiesta ed all'esecuzione della pratica eutanasica.

Questa proposta, e quelle che ad essa seguirono diedero luogo ad un lungo ed approfondito dibattito, all'interno del quale intervennero numerosi studiosi, associazioni, filosofi, medici e paramedici, ed al termine del quale venne presentato, alle Commissioni riunite Giustizia e Affari sociali, un disegno di legge, il quale venne confrontato con i principi contenuti all'interno della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, e con l'art 6 del Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici.

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M.P. MONFILS , Proposition de loi relative à la demande d'interruption de la vie, Sénat de Belgique 20 luglio 1999, n. 2-22/ 1 e 2. Cfr. Eutanasia e diritto, cit., pag. 158

Al termine del confronto, effettuati i dovuti rilievi, il Senato adottò in seduta plenaria il 25 ottobre 2001 una legge relativa all'eutanasia, trasmessa alla Camera il 5 novembre.93 Tale legge, adottata nel pieno rispetto del pluralismo etico proprio della società belga, riconobbe la sovranità dell'uomo sulla propria vita, riferendosi all'art 78 della Costituzione, e stabilendo all'articolo 2 che doveva intendersi "... par euthanasie l'act, pratiqué par un tiers, qui met intentionellement fin a là vie d'une personne a la demande de celle-ci"94. Si dava, in tal modo, una definizione chiara e univoca della pratica dell'eutanasia, contrastando in maniera decisiva anche la componente cattolica, la quale cercò di limitare con ogni mezzo l'intervento del legislatore in tale materia. La legge regolava minuziosamente le modalità di rilascio della dichiarazione anticipata di trattamento e del testamento di fine vita (fissando a 5 anni la sua durata di validità), stabilendo una netta demarcazione tra il ruolo del medico curante e i medici chiamati a rendere pareri sul decorso della malattia del paziente. Ma l'elemento di grande novità di tale progetto, fu la dichiarazione dei criteri di composizione della Commissione federale di controllo e valutazione95, alla quale il medico che praticava l'eutanasia avrebbe dovuto inviare il proprio rapporto entro 7 giorni dalla morte del paziente (art 5).

Tale commissione doveva essere composta da 18 membri96, mettendo in luce che: “Les membres de la Commission sont només, dans le respecte de la parité linguistique- charge groupe linguistique componant au mois trois candidats chaque sexe- et en

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Proposition de loi relative aux soins palliatifs ( de Mmes Myriam Vanlerberghe, Marie Nagy, Jacinta

De Roeck et Jeannine Leduc et MM. Philippe Mahoux en Philippe Monfils); Sénat de Belgique, sessioni

de 2000- 2001,9/7/2001, n. 22-244 del 26/1,7. Eutanasia e diritto, cit., pag.164

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Projet de loi, Cambre des Répresentants, 5 novembre 2001, doc. 50, 1489/001,3. Eutanasia e diritto,

cit., pag. 164 95

Ibidem.

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6 membri designati in base alle loro conoscenze in materia, 8 medici, di cui la metà almeno docenti universitari; 4 docenti di diritto di Università del Belgio o avvocati, 4 membri provenienti dagli ambienti vicini alle problematiche attinenti alle malattie incurabili. Veniva inoltre stabilità l'incompatibilità tra appartenenza alla Commissione è quella ad assemblee legislative o organi esecutivi ai diversi livelli.

veillant à assurer une raprésentation pluraliste, par arêté royal délibéré en Conseil de ministres, sur une liste doubre présénté per le Sénat, pour un terme renouveable de quatre ans"97. Essa aveva il compito di definire le caratteristiche di un documento con il quale sarebbe dovuta avvenire la registrazione dei casi di eutanasia, assicurando l'anonimato, e valutando entro due mesi la documentazione di ogni singolo caso, avrebbe dovuto deliberare a maggioranza dei due terzi sui casi da trasmettere al Procuratore del Re.

Si ribadiva, infine, l'opportunità dell'obiezione di coscienza da parte del medico, e si accompagnava tale legge con un documento separato concernente i diritti del malato e i limiti posti alle cure palliative. Esso prese vita attraverso la Proposta di legge per la modifica del decreto reale n. 78 del 10 novembre 1967 relativo all'esercizio della professione medica, infermieristica, paramedica e al funzionamento delle commissioni mediche98.

In seguito all’approvazione della legge sull’ incontrate per procurarsi i prodotti necessari per effettuare tale pratica. Per venire incontro alle richieste dei medici, perciò, una casa farmaceutica, la Multipharma, decise di iniziare a vendere nelle 240 farmacie presenti nel territorio belga un kit per dare la dolce morte a casa. Secondo quanto rilevato dalla commissione federale di valutazione della legge sull’eutanasia, infatti, tra le eutanasie praticate ufficialmente in Belgio, il 41% sarebbero state effettuate direttamente a domicilio. Da capillare distribuzione sul territorio dei prodotti acquistare in farmacia un kit, al cui interno ci sono aghi, flebo e i medicinali necessari per praticare l’eutanasia.

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Eutanasia e diritto. Confronto tra discipline, cit. pag. 166 98

Naturalmente, anche in questo caso ci sono regole ferree da rispettare: il medico deve ritirare personalmente il kit, prenotato in anticipo, e riportare i prodotti non utilizzati in farmacia, per evitare che vengano utilizzati per scopi non medici. L’eutanasia praticata presso il proprio domicilio permette, così, a pazienti che si trovano in condizioni inaccettabili di non aspettare altro tempo.

3.2 La legge belga per l'eutanasia sui minori.

Successivamente all'entrata in vigore della legge che rese legale la pratica dell'eutanasia nei paesi di Olanda e Belgio, i dati ufficiali hanno stimato che dal 23 settembre 2002, solamente durante il primo anno dell'entrata in vigore di tale progetto, sono state praticate centosettanta eutanasie, con una media di una ogni due giorni; questo era il dato riguardante la “morte assistita” in Belgio, ma, secondo i dati interni agli ospedali, i casi realmente registratisi furono da due a tre volte superiori. Molti episodi, infatti, non sarebbero stati ufficializzati dai medici, soprattutto a causa delle complesse e rigide procedure che potevano mettere il personale medico a rischio di denunce e sanzioni in caso di infrazioni, anche lievi o formali, nella presentazione della documentazione riguardante le pratiche eseguite sui pazienti. Vennero, invece, smentite le previsioni di un “turismo della dolce morte”, al quale venne dato adito, poiché la legge belga permetteva anche ai cittadini stranieri di far ricorso all’eutanasia in Belgio.

Il Parlamento di Bruxelles è stato, quindi, il secondo al mondo, dopo quello olandese, a riconoscere ai propri cittadini il diritto di scegliere la morte in caso di malattie terminali irreversibili che comportino sofferenze atroci, ed al contrario della legge olandese, in cui il paziente veniva presentato indirettamente attraverso gli occhi del medico curante, la legge belga presentava connotati più “umani”, riuscendo a sviluppare pienamente la componente soggettiva del morente capace di auto-determinarsi.

Le condizioni del paziente sono presentate non solo dal punto di vista medico ma anche dal punto di vista soggettivo del malato, soffermandosi sulla continua ed insopportabile sofferenza che non gli consente più di vivere dignitosamente.

Dopo alcuni anni di silenzio su tale argomento, il Belgio è tornato a far riparlare di se il mondo intero nel 2014, quando, per la prima volta venne approvata la legge che legalizzò la pratica dell'eutanasia sui minori. Tale legge, approvata il 13 febbraio 2014 dalla Camera, e subito trasmessa al Senato per la definitiva approvazione, ha reso legale la pratica dell'eutanasia per i minori senza alcun limite di età. Ad essa si sono opposti soprattutto i responsabili religiosi, cattolici (la confessione prevalente) e altri cristiani, musulmani ed ebrei, mentre più del 70 percento dei cittadini le si dichiarava favorevole; essa stabilisce che l'eutanasia si applichi a minori con malattie terminali, sofferenze "costanti e insopportabili" (fisiche, e non anche solo psichiche, come per gli adulti) e una prognosi di morte prossima, che siano in grado di discernere nella propria decisione - facoltà che va accertata da psicologi e psichiatri- e per i quali ci sia il consenso dei genitori.99

Insomma, i minori dev di comprendere il proprio stato di salute e la scelta di fine vita per poter praticare l’ la legge belga abbia suscitato nell’ , secondo molti, essa presentava una eccessiva apertura nei confronti dell’eutanasia minorile, soprattutto in considerazione dell’assenza di specifici limiti d’età attenta, emerge come la ratio ispiratrice della legge belga risulti coerente, proprio per l’attenzione rivolta all’autodeterminazione del soggetto sofferente, dotato di capacità di giudizio. Anche l’ come, dal punto di vista deontologico, l’ da prendere maggiormente in considerazione rispetto all’

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http://www.repubblica.it/la-repubblica-delle

secondo la legge belga, se il minore ha diritto di essere informato sul proprio stato di salute e di esprimere il proprio parere, quando sia dotato avanzare richiesta di eutanasia attiva. Tali condizioni, affermate in modo chiaro all'interno del progetto, secondo i sostenitori della legge, impediscono errori e abusi, e rispondono efficacemente ad un problema umano; gli avversari della legge, più forti fuori che dentro il Belgio, paese che ha visto crollare la pratica religiosa e il prestigio della gerarchia cattolica, avanzarono, invece, argomenti diversi. Anche Philippe Mahoux, un senatore del Partito Socialista che è stato tra i promotori della legge e di quella del 2002, ha detto in una intervista al New York Times che il provvedimento è un “atto di umanità che permetterà ai medici di intraprendere le azioni più umane per i loro pazienti”, e ha aggiunto che il provvedimento riguarderà un numero molto ristretto di casi.100

Clémence Ross-van Dorp, segretario di Stato per la Salute, il Welfare e lo Sport, e Piet Hein Donner, ministro della Giustizia, presentarono l'11 novembre 2005 quella che ad oggi risulta essere l'unica proposta scritta e formalizzata presentata ufficialmente dai rappresentanti di un governo ad un parlamento. Essa distingueva e analizzava, dal punto di vista legale, due possibili aree di intervento: la prima riguardante i neonati, la seconda i feti ad un avanzato stadio di sviluppo. In tale documento veniva precisato che, nonostante alcuni casi possano costituire un crimine in base alla legge dei Paesi Bassi, una eventuale azione legale poteva essere attivata a discrezione del magistrato. Un'altro elemento molto significativo riguardava la differenziazione tra modalità e motivazioni riguardanti l'eutanasia infantile, precisando che stava alla discrezione del medico decidere in quali casi fosse applicabile l'eutanasia, indicando quale unico criterio per orientare le proprie scelte, il fatto che la sofferenza debba essere o possa prefigurarsi come insopportabile. A ciò si aggiungeva il fatto che all'interno del documento

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venivano delineate chiaramente le categorie legali e le relative procedure decisionali relative ai vari casi, ed i criteri in base ai quali il magistrato avrebbe dovuto giudicare se in uno specifico caso già verificatosi, le modalità di messa in pratica dell'intervento fossero state rispettate.

Il documento prendeva spunto dalle sue proposizioni, da vari consigli, decisioni, richieste pervenute allo Stato dei Paesi Bassi, tra i quali il più noto è il Protocollo di Groningen, già approvato dall'Associazione dei Pediatri dei Paesi Bassi, nel giugno 2005, come indicatore delle linee guida nazionali (il documento in analisi, ricorda però che il protocollo non ha alcun valore legale, e che quindi il magistrato potrebbe, a sua discrezione, ignorarlo).

La legge di cui trattiamo, stabilisce, inoltre, che l'eutanasia infantile possa riguardare bambini che possono essere nati con pochissime prospettive di sopravvivenza o di ragionevole salute nel prosieguo della vita, distinguendo, in particolare, due casi: nel primo si stabilisce che deve essere chiaro che il bambino morirà entro pochi giorni o mesi dopo la nascita, ed in questi è da considerarsi come parte delle normali procedure mediche il fatto di non iniziare o sospendere il trattamento, dichiarando che il bambino sia morto di morte naturale; nel secondo caso invece, si ha la possibilità che, grazie alle cure, il bambino possa avere una limitata possibilità di sopravvivenza, ma che le sue condizioni di salute, durante la vita seguente, possano essere estremamente difficoltose e sofferenti. In questo caso, la decisione del medico è presa compilando una prognosi complessiva dell'attuale e del futuro stato di salute del neonato, prendendo in considerazione la relazione tra diversi fattori quali ad esempio il grado atteso di sofferenza, l'aspettativa di vita, il grado di degradamento delle condizioni di vita legato al trattamento, la capacità attesa di comunicare e di essere auto-sufficiente, e la dipendenza dal settore medico-assistenziale. Analizzando tutti i vari aspetti nel loro specifico, se la situazione risulta grave, si considera normale procedura medica non iniziare il trattamento o terminarlo, e, anche in questo caso, il decesso è considerato

documento, si stabilisce che "solamente l'attuale grado di sofferenza può servire come base per la decisione di terminare la vita"101.

Un altro possibile ambito di applicazione dell'eutanasia riguarda le gravidanze in stato avanzato, cioè dopo le 24 settimane, in particolare di quelle per le quali viene diagnosticato un serio disordine fetale, il quale risulterebbe dalla morte del feto. Anche per questa possibilità vengono distinte due categorie: la prima riguardante i casi nei quali non si ha la possibilità di ritenere che il bambino non nato sarebbe potuto sopravvivere al di fuori del corpo della madre. Tale stato risulta medicalmente intrattabile, ed è quasi certo che il bambino muoia durante il parto o immediatamente dopo la nascita; per questi casi il magistrato non è tenuto a decidere se agire o meno, benché debba essere informato del fatto.

Le modalità di attuazione dell'eutanasia sono specificate, per questi casi, dal novembre 2003 ad opera della Associazione degli Ostetrici e dei Ginecologi dei Paesi Bassi. La seconda categoria comprende invece, anomalie che portano a seri ed incurabili disordini funzionali, ma per le quali esistono alcune possibilità di sopravvivenza.

La legge approvata dal parlamento e firmata dal re il 2 marzo 2014, prese spunto da tale progetto, prevedendo però al suo interno, che nessun medico sarà obbligato ad applicarla, che saranno garantite le cure palliative, e che la richiesta di eutanasia da parte di un minore sarà esaminata dall'équipe medica che ha in cura il paziente.

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3.3 Il primo caso di eutanasia su un ragazzo.

"Non ce la faccio più, il dolore è insopportabile. Dottore, voglio solo farla finita."102, si è dissolto così l'inferno vissuto quotidianamente da un ragazzo belga di appena 17 anni, malato terminale, grazie alla somministrazione di un cocktail di sedativi, i quali prima hanno indotto il coma del ragazzo e poi lo hanno accompagnato dolcemente alla morte. Bruxelles ha, così, per la prima volta applicato la tanto criticata e discussa legge approvata nel 2014, che permette anche ai minori di ricorrere all'eutanasia. "La sofferenza fisica che provava il paziente - spiega Wim Distelmans, presidente della commissione federale della "dolce morte"- era insostenibile"103. Il giovane è stato assistito dai primi giorni, fino all'ultimo istante della sua vita, dai genitori, i quali hanno avuto l'arduo compito di dare il loro consenso per eseguire l'iniezione letale. Tutto questo è avvenuto in una clinica delle Fiandre, con l'assistenza di un medico locale, il quale ha dovuto (secondo quanto dettagliatamente previsto dalla lettera della legge del