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Quadro normativo dell'eutanasia negli USA Ottenuta la legalità in 2 Stati su 50 in

2. L'eutanasia in America

2.2 Quadro normativo dell'eutanasia negli USA Ottenuta la legalità in 2 Stati su 50 in

L’avvocato Rita L. Marker, autrice del famoso libro “Deadly Compassion” (“Compassione Mortale”) e Direttore Esecutivo del Patients Rights Council (Ohio, USA),56ripercorse in uno studio da lei stessa presentato, i passi fatti dalle lobby americane per la legalizzazione dell' eutanasia e del suicidio assistito le quali, dopo molti anni e molti cambiamenti, riuscirono a portare a casa il magro risultato dell’introduzione del suicidio assistito in soli due Stati USA su cinquanta.

Tutto ebbe inizio il 17 gennaio 1938, quando il New York Times riporta la notizia della nascita dell’“Euthanasia Society of America”, comunicando che, entro un anno, la Società sarebbe stata in grado di presentare una proposta per legalizzare “la

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Tratto da: Rita L. Marker, “Assisted Suicide & Death with Dignity: Past, Present & Future”, Part I, www.patientsrightscouncil.org/site/rpt2005-part1.

soppressione indolore della vita umana con lo scopo di evitare inutili sofferenze”57. Inizialmente le misure sarebbero state circoscritte all’eutanasia “volontaria”, ma la Società fin dall'inizio puntò a legalizzare anche la messa a morte dei non-volontari grazie all’aiuto dei medici, così come precisato dal presidente della società stessa, il Dottor Foster Kennedy.

Funzione principale della “Società Americana per l’Eutanasia” era quella di diffondere informazioni alla popolazione, mediante tutti i mezzi leciti disponibili, circa la natura, il fine e l’esigenza dell’eutanasia, e di promuoverne l’adozione a livello mondiale. Tale società fece pochi progressi fino al 1967 quando, grazie a due azioni decisive, le cose mutarono: innanzitutto venne costituita l’ “Euthanasia Educational Fund”, presto rinominato “Euthanasia Educational Council” (EEC), quale ramo esentasse di raccolta fondi del gruppo. Inoltre, vi fu l’ideazione di un nuovo documento per la promozione del dibattito sull’eutanasia chiamato “Living Will” (“Testamento Biologico”). La prima proposta legislativa per rendere quest'ultimo un documento giuridicamente vincolante, venne presentata in Florida nel 1968 dal legislatore Walter Sackett, con scarsi risultati, infatti, la bocciatura non tardò ad arrivare. Conseguentemente all'accaduto, l’organizzazione per l’eutanasia consigliò di fare attenzione, evitando una dialettica troppo infuocata su di un tema nuovo e a tal punto delicato quale quello dell'eutanasia, ed a tal fine, durante una conferenza dell’“Euthanasia Educational Council”, agli associati venne comunicata la necessità di rimandare ulteriori progetti in materia, fino al momento in cui la popolazione non avesse accettato il fatto che da lì in avanti, l’uomo avrebbe avuto il diritto inalienabile di morire. Era giunto il momento di affrontare questo nuovo argomento, con l'aiuto di un linguaggio definito "politically correct".

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http://www.libertaepersona.org/wordpress/2013/08/l%E2%80%99eutanasia-negli-usa-2-stati-su-50-in- settant%E2%80%99anni/

Il risultato dell'intervento del politically correct fu l'eliminazione del termine eutanasia da entrambe le denominazioni sociali delle due società, le quali nel 1975 si separarono divenendo la prima da "Euthanasia Society of America" a "Society for the Right to Die”, ovvero società per il diritto di morire, e, nel 1979, l’“Euthanasia Educational Council” si mutò in “Concern for Dying”.

Pare che dopo ben 66 anni, numerosi cambi di nome, e milioni di dollari ricevuti e spesi, l’organizzazione nata come Società Americana per l’Eutanasia abbia cessato di esistere. Tuttavia, la corporazione non è ancora stata ufficialmente sciolta, rimanendo comunque la possibilità di un ritorno sotto un nuovo nome.

Nel frattempo, nel 1993, vi fu la nascita di un un altro gruppo per il diritto a morire, la “Compassion in Dying” (CID), fondata ufficialmente a Seattle nell’aprile 1993 , con a capo Ralph Mero, presidente e fondatore della Hemlock di Washington58; questo piccolo team di attivisti guidato da Mero divenne noto in tutto il paese, come “l’impresa più controversa per il diritto a morire”59. La CID fu il primo gruppo ad ammettere pubblicamente l’offerta di assistenza al suicidio, confessando il proprio coinvolgimento in 24 decessi nei suoi primi tredici mesi di attività. Fu così che Mero e la sua attività finirono in prima pagina sul New York Times Magazine.

La vasta eco riscossa da Mero sui media, catturò l’attenzione di Kathryn Tucker, avvocato di Perkins Coie, il più grande studio legale del Pacifico nord-occidentale. La Tucker, che aveva già dato il suo sostegno come principale consulente esterno durante il

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Società nata il 21 agosto 1980, su proposta di Ann e Derek Humphry : “Hemlock Society”.

“Let Me Die Before I Wake” (“Lasciatemi morire prima di svegliarmi”) è il primo manuale per il suicidio della Hemlock, che consente al gruppo di collocarsi nella mappa nazionale per il diritto a morire. Nel 1982 la Società inizia ad avvalersi di un pubblicista professionale di Hollywood per portare il libro all’attenzione del pubblico e per promuovere apparizioni alla radio e in televisione dei portavoce della Hemlock. Le vendite del libro portano entrate economiche, mentre la pubblicità fa arrivare nuovi soci, donazioni e ancor più pubblicità, trasformando la Hemlock, da piccolo gruppo della West Coast, in un’organizzazione nazionale.

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tentativo fallito di introdurre a Washington il “Death with Dignity Act”, consigliò a Mero e alla società di contestare la costituzionalità della legge dello Stato di Washington che vietava il suicidio assistito. Le cause promosse condussero la Tucker ad assumere un ruolo sempre più importante dentro la CID, la quale divenne un'organizzazione largamente sostenuta ed accettata, e grazie a ciò, la “Compassion in Dying” prevalse sulla Hemlock, proprio grazie alle vicende che la resero famosa sui media, e al suo impegno nei casi giudiziari. La società alla fine perse però tutte le cause, riuscendo comunque ad ottenere un successo enorme in termini di pubblicità e di raccolta fondi.

La difficoltosa impresa della CID, intrapresa contro le leggi statali che vietavano il suicidio assistito si svolse nel periodo in cui, in Oregon, era in corso una campagna per la legalizzazione del suicidio assistito. Gli eventi in corso in questo stato intorno al 1994, come pure le sfide legali della CID contro il divieto di suicidio assistito portarono gli elettori ad approvare il “Death with Dignity Act”60, facendo dell’Oregon il primo e unico Stato a trasformare il reato di suicidio assistito in un trattamento medico.

La legge entrò in vigore tre anni dopo, nell'ottobre ‘97, e disciplinava una particolare modalità di assistenza al suicidio, la quale dava la possibilità al malato incurabile, allo stadio terminale, di ottenere una prescrizione letale di farmaci che avrebbe dovuto, però, essere assunta in maniera assolutamente autonoma. Il malato doveva essere maggiorenne e residente nello Stato dell’Oregon, avrebbe dovuto ricevere informazioni adeguate, dovendo formulare inoltre richieste sia orali che scritte. Dopo aver adempiuto a tutte queste formalità, egli poteva passare all’attuazione del suicidio, assumendo la

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On October 27, 1997 Oregon enacted the Death with Dignity Act which allows terminally-ill Oregonians to end their lives through the voluntary self-administration of lethal medications, expressly prescribed by a physician for that purpose. The Oregon Death with Dignity Act requires the Oregon Health Authority to collect information about the patients and physicians who participate in the Act, and publish an annual statistical report.

https://public.health.oregon.gov/ProviderPartnerResources/EvaluationResearch/DeathwithDignityAct/Pag es/index.aspx

dose di farmaci letale, alla presenza di un medico e di due testimoni. Da questo momento, come si può notare dalla relazione dell'avvocato Maker, lo Stato dell’Oregon venne utilizzato come esempio per affermare come il suicidio assistito fosse nient'altro che una scelta personale che, quando legalizzato, veniva utilizzato raramente, per alleviare il dolore di persone in gravi condizioni cliniche, e sotto linee guida attentamente controllate.

Preme sottolineare come questa legge, che vide per la prima volta coinvolto uno stato americano, fu il frutto di una iniziativa popolare sulla quale i cittadini dello Stato si espressero per ben due volte: il primo voto a favore vi fu in occasione delle elezioni del 1994, con il 51% di voti favorevoli ed il 49% di contrari; dopo un'ingiunzione sollevata nei tre anni successivi, nel novembre del 1997 fu inserita un'altra consultazione popolare sull'argomento nelle schede elettorali, con la quale gli elettori si espressero a favore della legge con il 60% dei voti. Nonostante ciò, i cavilli giudiziari non tardarono a presentarsi, poichè nel 2001 l'allora Procuratore generale del Governo federale John Ashcroft tentò di perseguire penalmente quei medici che prescrivevano dosi letali di medicinali sulla base delle norme federali che regolavano le sostanze proibite. Vi fu quindi un acceso scontro fra legge federale e statale, sul quale ben presto si espresse la Corte Suprema degli Stati Uniti, la quale il 17 gennaio 2006 ha confermato la legittimita' della legge dell'Oregon: con sei voti favorevoli e tre contrari, la Corte ribadì che "il Governo federale non può intervenire nelle questioni del fine vita, sulle quali possono però esprimersi i singoli Stati"61.

Un tribunale federale d'appello confermò nel 2004, il fatto che l'unica legge statunitense che permetteva l'eutanasia, era entrata in vigore nello Stato dell'Oregon. Si è trattato di una sentenza che ha segnato la vittoria per la filosofia federalista di decentralizzazione del potere ed una rivincita nei confronti del presidente G.Bush, che aveva sempre agito

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contro la legalizzazione dell'eutanasia. I giudici hanno più volte, in questa occasione, dichiarato di non essersi pronunciati sulla moralità del "suicidio assistito", ma sull'unico soggetto che potesse avere il potere di decidere in merito, ovvero, gli Stati. Attualmente in America sono quattro gli Stati nei quali la pratica dell'eutanasia è divenuta legale, ovvero, nello Stato di Washington, in Oregon, Vermont e Montana. A questi si è aggiunta solo recentemente la California.