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4. IL CIVIL LAW E LA VIOLENZA DOMESTICA

4.1 Il Family law – The Family Law Act 1996, Part IV

In questo contesto il concetto di famiglia e di violenza si intersecano frequentemente ed è proprio questa intersezione a rendere più difficoltosa la risoluzione delle controversie e la conseguente cessazione delle violenze. Le donne, nei confronti delle quali gli ex partner esercitano violenza o controllo, possono incorrere nel timore che l’ex compagno sfrutti il sistema approntato dal diritto di famiglia per continuare ad abusare di loro e per controllarle17. Nonostante le innovazioni legislative approntate dal Domestic Violence, Crime and Victims Act del 2004 al Family Law Act del 1996, da un report18stilato nel 2008, emerse che in Inghilterra e Galles solo il 10 % dei casi di separazione veniva affrontato in tribunale e in riferimento a questi, la violenza domestica era la questione che veniva sollevata maggiormente.

Di fatto il FLA del 1996 è la principale fonte normativa predisposta dal family law come rimedio alla violenza domestica. Prevede due tipologie di orders: non-molestation orders e occupation orders. Rispettivamente tutelano le vittime da abusi fisici e da altre forme di violenza e offrono tutela al diritto della persona abusata di continuare a risiedere singolarmente nell’abitazione in precedenza condivisa con il proprio aggressore. La suddetta legge è stata congegnata appositamente per essere applicata in un contesto di violenza domestica. Possiamo ritenere che i giudici, in riferimento all’applicazione dei non molestation orders, utilizzino un approccio lungimirante poiché tendono a prendere in considerazione il bisogno di garantire la salute, la sicurezza e il benessere della vittima o del figlio da un punto di vista mentale e fisico e contestualmente perseguono lo scopo di tutelarli da un eventuale

17ANDERSON L., Contact Between Children and Violent Fathers: In Whose Best Interest?, London:

Rights of Women, 1997.

COY M. et al., Picking up the Pieces: Domestic Violence and Child Contact, London: Rights of Women and Child and Woman Abuse Studies Unit, 2012.

18HUNT J. and MACLEOD A., Outcomes of Applications to Court for Contact Orders After Parental

41 abuso emotivo o psicologico. Se ne deduce che la violenza fisica non sia un requisito fondamentale per richiedere l’emanazione dell’ordine. Così come nota Burton19, “la ratio di queste disposizioni la si rinviene nella tutela della vittima; il fulcro della normativa vigente è l’esigenza di protezione della vittima e del proprio figlio, piuttosto che la natura della condotta del responsabile delle violenze”.

Al fine di ottenere un non - molestation order, il richiedente deve rientrare nella branca delle “associated persons”20, anche se, come

viene notato da Reece21, risulta difficoltoso identificare una giustificazione comune che legittimi ad agire tutti i soggetti appartenenti a questa categoria. Prima delle modifiche22 al FLA del 1996 introdotte dal DVCVA del 2004, tale categoria era paradossalmente al tempo stesso ampia sotto certi punti di vista e troppo ristretta sotto altri, poiché vi rientravano un vasta gamma di parenti e ne erano però escluse le coppie omosessuali e le coppie o ex coppie che non avevano mai vissuto insieme.

A tal proposito la sezione 62 del FLA del 1996 elenca tutti i differenti significati da attribuire all’espressione associated persons; per cui due persone si definiscono associated persons qualora siano sposate o lo siano state, siano o siano stati partners civili, siano conviventi o ex conviventi, vivano o abbiano vissuto nella stessa abitazione, eccetto i casi in cui una delle parti fosse employee, tenant, lodger o boarder ossia dipendente, affittuario, inquilino o pensionante. La norma estende la propria efficacia anche ai parenti.

E’ questo il caso di S.G., vittima di abusi da parte del figlio che millanta di essere il proprietario della casa in cui vivono e conseguentemente costringe la donna, contro la propria volontà, ad abbandonare l’abitazione di cui è intestataria. La donna richiede e

19BURTON M., Legal Response to Domestic Violence, Oxford, Routledge – Cavendish, 2008, p.19. 20 FLA 1996, s. 62(3).

21REECE H., The End of Domestic Violence, in Modern Law Review 69(5), 2006, pp. 770 – 791. 22 DVCVA, ss 3-4.

42 ottiene un non molestation order che le permetterà di allontanare il figlio dalla proprietà e rimpossessarsi della casa da cui era stata illegittimamente allontanata. E’ altresì interessante notare il fatto che la legge prende in considerazione come associated persons non solo coloro che abbiano contratto un legame che abbia un riconoscimento giuridico, come il matrimonio o la convivenza civile ma anche coloro i quali abbiano solo l’intenzione di contrarre matrimonio in futuro oppure di porre in essere una convivenza civile; la tutela si estende anche nei confronti di coloro che abbiano o abbiano avuto una relazione intima personale di una durata significativa con la persona responsabile delle violenze oppure abbiano un figlio in comune23.

Alcuni termini utilizzati nella sezione 62(3) per definire l’espressione associated persons sono a loro volta specificati, cosicché relative, in relazione ad una persona, significa essere: padre, madre, padre putativo, madre putativa, figlio, figlia, figlio o figlia adottivi, nonno, nonna, nipote di quella persona o del coniuge,dell’ex coniuge, del partner civile o dell’ ex partner civile; oppure fratello, sorella, zio, zia, nipote o cugino di primo grado di quella persona o del coniuge, dell’ex coniuge, del partner civile o dell’ex partner civile.

La definizione di “cohabitant”, ossia convivente, viene spiegata all’interno della sezione 62, secondo la quale sono conviventi due persone che non sono né sposate né coinvolte in un’unione civile

23 The Family Law Act 1996, s 62 (3):

For the purposes of this Part, a person is associated with another person if— (a)they are or have been married to each other;

(aa)they are or have been civil partners of each other; (b)they are cohabitants or former cohabitants;

(c)they live or have lived in the same household, otherwise than merely by reason of one of them being the other’s employee, tenant, lodger or boarder;

(d)they are relatives;

(e)they have agreed to marry one another (whether or not that agreement has been terminated)

(ea)they have or have had an intimate personal relationship with each other which is or was of significant duration;

(eza)they have entered into a civil partnership agreement (as defined by section 73 of the Civil Partnership Act 2004) (whether or not that agreement has been terminated);

(f)in relation to any child, they are both persons falling within subsection (4); or

43 ma convivono come se fossero marito e moglie o come se fossero partners civili.

Sono definiti invece “former cohabitants” gli ex conviventi, tra i quali non sono inclusi coloro che, successivamente alla convivenza, si siano sposati o abbiano contratto un’unione civile.

E’ interessante notare come la legislazione al riguardo sia particolarmente lungimirante, poiché nella sezione 62(3)(ea) è stata introdotta una definizione più generale di relazione, tramite l’espressione “intimate relationship”. E’ stato chiarito24 che con questa espressione si intende indicare un rapporto di lunga durata, non necessariamente di natura sessuale, ma che implichi un coinvolgimento personale e intimo. Non vi si ricomprendono invece le relazioni platoniche tra amici benché di lunga durata né i rapporti occasionali. Il concetto di “associated persons” è il più ampio concetto di “famiglia”, secondo il diritto inglese. La definizione di relative25 è poi particolarmente estesa, ricomprendendo quelle

relazioni che si fondano su una convivenza e non sul matrimonio o su un’unione civile. Ciò nonostante vi sono delle omissioni discutibili, poiché ad esempio la legge presa in considerazione non protegge i nuovi compagni di coloro i quali si trovavano in una relazione abusiva e proprio nei confronti di questi soggetti si ripercuotono le frustrazioni del precedente compagno violento. Sebbene vi sia indubbiamente un legame tra il terzo e l’ex partner, dal punto di vista giuridico non vi è alcuna menzione di tale ipotetica relazione triangolare abusiva all’interno dell’elenco di ipotesi inerente alle associated persons, per cui non è possibile che il secondo partner possa beneficiare di un non-molestation order ai sensi del Family Law Act del 1996. In questo caso si dovrà ricorrere alla tutela approntata dal diritto civile generale.

24 Explanatory Notes to the Domestic Violence, Crime and Victims Act 2004, par. 24.

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44 La riprova di questo assetto giuridico è il caso di S.D. e del suo nuovo compagno, entrambi vittime dell’ex marito violento di S.D. S.D. subisce violenza fisica, psicologica, finanziaria ed è soggetta a controlling and coercive behaviour da parte del marito, K.A., durante tutti e tre gli anni di matrimonio, dal 2013 al 2016.

Nel caso di specie, S.D. subito dopo aver contratto il matrimonio assiste ad un cambiamento del proprio marito; alla vittima non è più permesso truccarsi o vestirsi liberamente.

“I recall another occasion where I was going to go out shopping and I got wearing my normal make up. The Respondent started to accuse me of dressing up and he didn’t want me to wear any make up, as I said to him he knew this before he got with me he grabbed me and slapped me across my face before forcing me to take the make up off.”

S.D. viene accusata ingiustamente di rivolgere attenzioni nei confronti di altri uomini e per questo subisce punizioni corporali. “In this occasion we had gone out and stopped at a traffic light, the driver of the other vehicle had apparently looked twice into the car at me and the Respondent blamed me as he thought I was showing a bit of my hair despite me wearing a hijab. The Respondent grabbed me by the hair and pulled me back before threatening to assault me”.

Non le è concesso avere accesso ai conti bancari o comunque al denaro, se non sotto il controllo del marito.

“ The Respondent would have all the state benefits in his own name, I asked him that we needed to buy some food and I had no money, the Respondent started to accuse me of just wanting money and slapped me across the face before pulling my hair.

Durante la prima gravidanza K.A. costringe la vittima a dormire in macchina dopo aver scoperto, a seguito di un ecografia, il sesso femminile della nascitura, poiché avrebbe voluto un maschio. Nel 2016 avviene la separazione dal marito, il trasferimento a Luton e successivamente la richiesta di divorzio, che rafforza l’atteggiamento persecutorio dell’ex coniuge.

45 Nel novembre del 2016 K.A. viene a conoscenza del nuovo indirizzo di S.D. , probabilmente rintracciando il cellulare della vittima; una volta recatosi sul posto la minaccia con un coltello con l’intenzione di ricongiungersi a lei, la donna non acconsente. L’uomo chiama la polizia e millanta false accuse, invano, poiché le forze dell’ordine, dando credito a S.D. lo allontanano dall’abitazione.

A gennaio del 2018, K.A. scopre dell’esistenza del nuovo compagno di S.D., acquisisce le sue informazioni personali e inizia a ricattarlo tramite social networks, minacciando di fare del male a S.D. se non avesse posto fine alla loro relazione e infine compie atti vandalici nei confronti della sua autovettura.

“In January 2018, the Respondent found out that I was seeing someone else; the Respondent somehow got his details and started to add him on social media threatening him and if he didn’t finish it with me I would soffer.”

S.D. a febbraio del 2018 richiede ed ottiene un non molestation order mentre il nuovo compagno rimane sprovvisto di tutela.

Riguardo ai casi analoghi a quello appena esplicato, è intervenuta la Law Commission No 207, Family Law: Domestic Violence and Occupation of the Family Home, che ha palesato la necessità di ampliare la gamma dei richiedenti e di includere qualsiasi soggetto che sia legato all’imputato in virtù di un rapporto familiare o di una relazione simile a un tale legame. Si ribadisce la particolarità del fenomeno della violenza domestica, data dalla vicinanza delle parti coinvolte, dal coinvolgimento emotivo dei soggetti in causa, dalla possibilità di una relazione continuativa a causa della presenza di figli e dalla probabilità che i due condividano risorse finanziare ed economiche. Tutti elementi che permettono alla parte abusante di perpetrare indisturbata le proprie molestie e gli abusi. Lo sforzo che si richiede agli operatori giuridici è di andare oltre i confini del diritto di famiglia tradizionale e ampliare i casi di “associated persons”, nell’ottica di un approccio funzionale alla violenza

46 domestica. Se è pur vero che la violenza domestica è un costrutto che tende a verificarsi e a coinvolgere una vasta gamma di relazioni per cui è preferibile evitare classificazioni rigorose, c’è chi ritiene che questa affermazione rischi di condurre ad una minimizzazione della portata del fenomeno che irrimediabilmente fa venir meno la specificità della violenza domestica26. Un simile approccio non riconosce che la violenza domestica è un fenomeno di genere, che si verifica all'interno dei nuclei familiari e mantiene e perpetua le condizioni della disuguaglianza femminile27. Questa visione non soddisfa i requisiti di uno stato che si occupa di affrontare efficacemente la violenza domestica nel suo senso forte, in particolare sfidando il patriarcato28.

26REECE H., The End of Domestic Violence, in Modern Law Review 69(5), 2006, p. 791: “The claim

that domestic violence occurs in every type of relationship seems to be the reverse of minimising domestic violence, but in fact it is another method, because if domestic violence occurs everywhere the domestic violence occurs nowhere”.

27 CARLINE A. And EASTEAL P., Shades of Grey – Domestic and Sexual Violence Against Women,

London, Routledge, 2014, pp.88 – 89.

28MADDEN DEMPSEY M., Toward a Feminist State: What Does “Effective” Prosecution of

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