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4. IL CIVIL LAW E LA VIOLENZA DOMESTICA

4.2 Non-molestation orders – Family Law Act 1996, section 42

Ai sensi della sezione 42 del FLA 1996 troviamo la definizione di non-molestation orders come un ordine che proibisce ad una persona di molestarne un’altra che sia ad essa legata oppure sia un “relevant child”29.

Il termine “molestation” non ha una definizione precisa, così come ha specificato la Law Commission30.

“Molestia è un termine onnicomprensivo che copre una vasta gamma di comportamenti. Sebbene non vi sia alcuna definizione legislativa di molestie, il concetto è ben consolidato e riconosciuto dai tribunali. Il termine molestia include certamente la violenza, ma è più ampio31. Comprende qualsiasi forma di grave tormento32 e si applica a qualsiasi comportamento che potrebbe ragionevolmente richiedere l'intervento di un giudice33. Per ottenere un non-

molestation order è necessario fornire la prova della molestia34.

Secondo l’opinione prevalente la riforma della legge in questo settore non dovrebbe ridurre l'attuale livello di protezione dalle molestie nei confronti delle vittime. Inoltre non vi è alcuna prova circa eventuali problemi causati dalla mancanza di una definizione

29The Family Law Act 1996, section 42 (l)

In this Part a "non-molestation order" means an order containing either or both of the following provisions—

(a) provision prohibiting a person ("the respondent") from molesting another person who is associated with the respondent;

(b) provision prohibiting the respondent from molesting a relevant child.

30 Law Com., 1992, para 3.1.

31Davis v. Johnson [I9791 A.C. 264, 334 per Viscount Dilhorne.

“La violenza è una forma di molestia, ma le molestie possono aver luogo anche senza la minaccia o l'uso della violenza e nonostante ciò essere analogamente serie e deleterie per la salute mentale e fisica di un soggetto”.

32 Vaughn v. Vaughari [I9731 1 W.L.R. 1159, 1162 nel caso di specie il convenuto effettuava

chiamate a casa della vittima la mattina e la notte oltre a seguirla sul luogo di lavoro, pur essendo consapevole che la stessa fosse spaventata dal suo comportamento.

33 Horner v. Horner [I9821 Fam. 90, caso in cui si è ritenuto che costituisse molestia inviare

all’attore lettere di minacce e intercettarlo lungo il tragitto per recarsi a lavoro.

Johnson v. Walton [I9901 1 F.L.R. 350 caso nel quale rientrò nel concetto di molestia l’invio da parte del convenuto di fotografie che ritraevano il querelante parzialmente nudo, ad un giornale nazionale, con lo specifico intento di causare stress e disagio alla vittima.

48 legislativa del termine, al contrario è stata espressa una certa preoccupazione nei confronti di una determinazione più restrittiva, che potrebbe condurre a dispute borderline in riferimento al significato di molestia.

Di conseguenza raccomandiamo che i tribunali continuino ad avere il potere di concedere protezione contro tutte le forme di molestie, tra cui la violenza, e si consiglia inoltre che non venga introdotta alcuna definizione legislativa del suddetto termine. In base alla presente legge, le prescrizioni di un non – molestation order possono essere determinate sulla base delle esigenze del caso concreto. Tradizionalmente, nella sua forma più comune, il non – molestation order impedisce al convenuto di aggredire o molestare il richiedente, o comunque interferire con esso. Questo divieto generale può essere seguito da un'ingiunzione più precisa contro particolari comportamenti denunciati.

È importante che questi ordini mantengano questa duplice capacità. L’ordine deve essere specifico laddove vi sia la necessità di limitare un particolare tipo di comportamento, in modo che al convenuto sia chiaro quale sia la condotta da cui deve astenersi. Tuttavia l’ordine deve anche essere sufficientemente generale al fine di coprire qualsiasi altro atteggiamento discutibile tenuto dal convenuto successivamente.

Sebbene la Civil Justice Review35 abbia raccomandato l'uso di forme standard, è altrettanto vero che l’utilizzo di tali forme può comportare l’inclusione di alcuni divieti che nel caso concreto sono inappropriati. Si ritiene perciò che l’utilizzo di formule rigide non sia auspicabile. Si raccomanda pertanto di strutturare i non - molestation orders in modo tale da rendere chiaro che si tratta di ordini flessibili, capaci di essere adattati alle esigenze del caso

35 Lord Chancellor’s Department, Civil Justice Review: Report of the Review Body on Civil Justice,

49 concreto e contestualmente essere in grado di vietare le molestie nella loro forma generale, se il caso di specie lo richiedesse.”

Qualora si rientri tra i soggetti legittimati a richiedere un non molestation order è necessario redigere la propria testimonianza da allegare alla richiesta da presentare presso la Family Court di riferimento. Nel caso in cui lo si ritenga più opportuno per la propria sicurezza si può anche richiedere che i propri dati personali siano consultabili esclusivamente dal giudice. Successivamente si deve provvedere alla notifica alla controparte di una copia della richiesta dell’ordine che indica la data dell’udienza, congiuntamente alla redazione della testimonianza, per mezzo del proprio avvocato qualora se ne disponga di uno oppure facendone espressa richiesta al tribunale, nel caso in cui la vittima si autorappresenti. Durante l’udienza, che ha una durata approssimativa di 30 minuti, il giudice, una volta sentite le parti o la parte, qualora l’imputato non sia presente in aula, decide se concedere o meno un non molestation order nei confronti della parte richiedente.

Nel caso preso in esame in precedenza, il non-molestation order36

emesso in favore di S.D. prevede che al convenuto sia proibito sia individualmente sia congiuntamente con un altro soggetto di:

a) Usare o minacciare qualsiasi tipo di violenza nei confronti di S.D. b) Minacciare, intimidire, molestare o abusare verbalmente in qualsiasi modo di S.D.

c) Recarsi o avvicinarsi ad una distanza inferiore ai 100 metri, presso il domicilio di S.D.

d) Comunicare con S.D. per via epistolare, telefonica, per mezzo di messaggi di testo o qualsiasi altro strumento di comunicazione, se non rivolgendosi direttamente all’ avvocato della parte lesa.

e) Danneggiare, tentare di danneggiare o minacciare di danneggiare qualsiasi cosa di proprietà di S.D. o appartenente alla proprietà condivisa delle parti.

50 f) Al convenuto è inoltre proibito di incoraggiare qualsiasi altra persona a compiere le azioni vietate dal presente ordine.

Un fattore che spesso impedisce alle vittime di chiedere aiuto è il timore di subire ritorsioni, da parte del loro compagno, sia nei loro confronti che nei confronti dei figli qualora ve ne siano, nel periodo di tempo che intercorre tra la notifica della richiesta dell’ordine alla controparte e l’udienza. In questi casi, in cui si ritiene che la vittima si trovi in una posizione particolarmente a rischio, si prevede un ulteriore grado di tutela tramite l’adozione di un non - molestation order ex parte37, ossia un ordine che viene emanato a scopo

preventivo, senza avvisare la controparte.

Generalmente si prevede che l’imputato riceva la notifica del procedimento con almeno due giorni di preavviso ma nel caso in cui vi sia l’eventualità che la querelante o un figlio possano subire un danno rilevante, il giudice può decidere di emanare un non- molestation order basandosi esclusivamente sulla testimonianza della vittima, senza avvisare l’imputato. Solo una volta che l’ordine sia stato concesso sarà fissata la data dell’udienza di comparizione delle parti e verrà notificata al presunto responsabile delle violenze; in questa circostanza la controparte potrà formulare la propria difesa e in questa sede, il giudice deciderà se confermare o meno il non - molestation order garantito in precedenza.

Un caso esplicativo38 al riguardo è quello di M.I., che oltre ad essere un chiaro esempio di control and coercive behaviour, violenza fisica e

37 FLA 1996, s45 –

(1)The court may, in any case where it considers that it is just and convenient to do so, make an occupation order or a non-molestation order even though the respondent has not been given such notice of the proceedings as would otherwise be required by rules of court. (2)In determining whether to exercise its powers under subsection (1), the court shall have regard to all the circumstances including—

(a)any risk of significant harm to the applicant or a relevant child, attributable to conduct of the respondent, if the order is not made immediately;

(b)whether it is likely that the applicant will be deterred or prevented from pursuing the application if an order is not made immediately; and

(c)whether there is reason to believe that the respondent is aware of the proceedings but is deliberately evading service and that the applicant or a relevant child will be seriously prejudiced by the delay involved in effecting substituted service.

51 verbale, permette di apprendere la tempestività con cui le vittime riescono ad ottenere una tutela giuridica efficace nel momento in cui decidono di rivolgersi al giudice.

M.I. e A.B.B. contraggono un matrimonio islamico nel settembre del 2017 e in seguito si trasferiscono in un monolocale in attesa di ricevere una temporary accomodation dall’Home Office. Poco dopo il matrimonio ha inizio il comportamento coercitivo e di controllo del marito che, attraversando varie fasi, sfocerà in violenza fisica. Dalla testimonianza si evince che la donna ha sofferto in passato di abusi compiuti dal padre, violenze di cui il marito è consapevole. Uno dei primi episodi di violenza raccontato dalla vittima vede A.B.B. chiedere alla moglie di giurare la veridicità degli abusi subiti dal padre e in virtù del rifiuto della donna ne consegue un’aggressione verbale e infine una minaccia di percosse.

“The Respondent was aware that I had problems with my family and left the family home due to the physical and sexual abuse I endured at the hands of my father. The Respondent asked me to take an oath on our holy book about the abuse I endured. I refused to do so and the Respondent became angry and verbally abused me. He kept approaching me aggressively as he was going to hit me.”

Successivamente tenta di isolarla dalla propria famiglia, le nega di chiamare la propria madre e quando scopre che la vittima non ha obbedito ai suoi ordini, le scaglia il cellulare sul viso colpendola sul naso e provocandole una ferita. In seguito il marito si scusa per il suo comportamento, affermando che è stato solo un incidente. La donna riporta nella testimonianza la sua incapacità di chiedere aiuto poiché impaurita e completamente dipendente da un punto di vista economico dal marito.

“I was really frightened by the Respondent behaviour and did not know what to do so remained quiet. The Respondent then apologised for his behaviour and told me that it was an accident, at the time I felt really

52 helpless as I had nowhere to go and I was completely reliant on the Respondent so I did as was told”

Nell’ottobre del 2017, in virtù della precedente richiesta presso l’Home Office, le parti riescono ad ottenere un’abitazione temporanea in un appartamento condiviso con altri ragazzi. Questo peggiora la situazione al punto tale che A.B.B. impone alla moglie di non dormire in casa per 15 giorni salvo poi permetterle di tornare a condizione che non interloquisse con i coinquilini, che non si prendesse cura del proprio aspetto e che non indossasse alcun tipo di make-up.

L’ira di A.B.B. si scatena quando dopo aver ricaricato la scheda telefonica di M.I. di 5 sterline, si accorge che il credito sul cellulare di M.I. è diminuito. A questo punto A.B.B. controlla il cellulare e trova 2 messaggi, frutto di un errore, contenenti una serie di numeri digitati casualmente, recapitati a un suo amico. L’uomo diventa aggressivo, accusa la donna di avere un interesse nei confronti dell’amico. Minaccia la moglie di picchiarla ma in modo che nessuno possa essere in grado di dimostrarlo e poi la schiaffeggia ripetute volte.

“The Respondent grabbed me and took me out of the accommodation. It was raining at the time and the Respondent made me sit outside on the grass and then proceeded to threaten me. He threatened to hit me and said that he would do it in such a way that no one would be able to prove it. The Respondent used is phone to hit me several times on the hand and slapped me several times. The Respondent continued to assault me for 2/3 hours e did not allow me to leave”.

Da qui in poi gli episodi di violenza fisica si susseguono per i motivi più futili, quali l’abbigliamento o il modo di rapportarsi agli altri uomini fino al rifiuto di avere rapporti sessuali con lui, che poi inevitabilmente conducono al compimento di violenze sessuali. Il 6 novembre del 2017 avviene la separazione , M.I. chiama la polizia e viene collocata in un’abitazione sconosciuta ad A.B.B.. Da

53 questo momento in poi si susseguiranno minacce di morte telefoniche che condurranno la donna a cambiare il numero di cellulare. A seguito dell’ennesimo episodio di stalking avvenuto il 31 dicembre 2017, la vittima fa richiesta e ottiene il 5 gennaio 2018 un non – molestation order ex parte valido fino al 4 gennaio 2019.

Nella motivazione del giudice, circa la necessità di un non molestation order ex parte, si leggono le seguenti parole:

“ The Court determined that it would make an order even though the Respondent had not been given notice because it considered that there was a risk of significant harm to the Applicant [or relevant child], attributable to the Respondent, if the order is not made immediately.”

Il rischio di un danno rilevante compiuto dall’imputato nei confronti del richiedente giustifica un’azione immediata senza che gli sia notificata la richiesta del non - molestation order. Si fa comunque salva la possibilità da parte del giudice di riconsiderare la validità dell’ordine con una ulteriore udienza, fissata il 16 gennaio 2018, a cui potrà partecipare la controparte e in questa sede presentare le proprie difese.

4.2.1 La violazione di un non molestation order - Breach of non- molestation order .

La violazione di un non - molestation order non è più materia di competenza esclusiva della family court. Il Family Law Act 1996 è stato modificato dal Domestic Violence, Crime and Victims Act del 2004, in virtù del quale la violazione di un non-molestation order rappresenta un reato, per cui si prevede la detenzione fino a un massimo di 5 anni oppure il pagamento di una sanzione pecuniaria. Prima di questa riforma, colui che violava tali ordini commetteva un mero oltraggio alla corte e in quanto tale le forze dell’ordine potevano effettuare l’arresto solo dopo che il giudice avesse

54 conferito loro l’autorizzazione a farlo39. Sia le vittime che gli operatori del diritto hanno accolto tale riforma con entusiasmo40 poiché prima di essa un non - molestation order senza l’autorizzazione del giudice a compiere un arresto si rivelava uno strumento di tutela inutile41.

Ad esempio, nel caso di G.Z. il compagno che ha infranto l’ordine poiché ha minacciato la sorella della vittima e inviato foto private presso il luogo di lavoro di G.Z. è stato condannato al pagamento di una sanzione pecuniaria.

Per converso alcuni studiosi ritengono che punire con una sanzione penale la violazione di un non - molestation order possa diventare un deterrente per le vittime che non vogliono che il proprio partner possa correre il rischio di essere sanzionato penalmente ed essere esautorate dal Crown Prosecution Service, che una volta decisa la colpevolezza dell’imputato prosegue con il procedimento penale automaticamente, a prescindere dal volere della vittima42. La giustificazione di queste affermazioni la si ritrova nelle molteplici ragioni che possono trattenere un soggetto in una relazione abusiva, le più frequenti sono: la dipendenza economica dal partner, l’idea che una separazione dal padre sia dannosa per i figli, il timore di una eventuale vendetta e infine il sentimento di amore che nonostante tutto persiste nei confronti del compagno43; mentre i tratti psicologici che aumentano la probabilità di rimanere incastrate in tali relazioni violente sono la depressione, la percezione di non avere alternative migliori, alti livelli di stress e sentimenti di

39 Vedi FLA 1996 (E/W), ss. 42, 58.

40 HESTER M. et al., Early Evaluation of the Domestic Violence, Crime and Victims Act 2004,

London: Home Office, 2008.

41BARRON J., Not Worth the Paper...? The Effectiveness of Legal Protection for Women and Children

Experiencing Domestic Violence, Bristol: Women’s Aid, 1990, cited in Hester et al., p.19.

42PLATT J., The Domestic Violence, Crime and Victims Act 2004 Part 1: Is it Working?, in Family

Law 38, 642 – 647, 2008, p. 642.

43 MURRAY C. E. - CROWE A. and FLASCH P., Turning Points: Critical Incidents Prompting

Survivors to Begin the Process of Terminating Abusive Relationships, in The Family Journal: Counselling and Therapy for Couples and Families, Vol. 23(3), 2015, p.228.

55 vergogna e auto - colpevolizzazione44. Il legame affettivo e di fiducia che intercorre tra la persona abusata e il responsabile delle violenze, che spesso si scusa e poi torna a compiere abusi, condiziona fortemente il soggetto interessato anche laddove decida di ribellarsi e chiedere aiuto. Difatti questo percorso spesso non è lineare, la vittima può abbandonare il proprio compagno in un primo momento ma può anche ricadere nella relazione molte volte prima di porre fine definitivamente al rapporto.45

Il caso di A.L. rappresenta un esempio esplicativo di come il legame affettivo e la violenza psicologica ed emotiva perpetrata dal compagno siano state le principali cause che hanno condotto la vittima a rimanere a fianco del partner. A.L. conosce E.B. nell’ottobre del 2016, a gennaio del 2017 iniziano una convivenza e nel febbraio del 2017 A.L. scopre di essere incinta, è turbata dalla scoperta della gravidanza inattesa ma è proprio E.B. che la rassicura. Nello stesso periodo A.L. trova un impiego e qui emerge il comportamento controllante di E.B., che non vuole che la donna lavori adducendo come scusante il fatto che in tal modo non avrebbe potuto trascorrere abbastanza tempo insieme a lei e le chiede di abbandonare il lavoro, A.L. rifiuta. In seguito la donna interrompe le frequentazioni con la propria famiglia e i propri amici, poiché anche questo indispettisce E.B., rendendolo aggressivo e geloso.

“The Respondent would then become irate with me on the few occasions that I spent time with my family of friends. His mood and behaviour towards me would completely change and because of this I felt I could no longer keep in contact with my friends.”

E.B. diventa smisuratamente geloso, le controlla il cellulare, chiede ripetutamente durante la giornata con chi si trovi, arrivando al punto di proibirle di parlare con il proprio titolare sul lavoro, poiché di sesso maschile.

44 Ivi, p.229. 45 Ivi p.228.

56 Nell’aprile del 2017, durante un viaggio in Spagna, E.B., ubriaco, vuole costringere A.L. ad uscire la sera benché sia stanca, la donna si rifiuta, E.B. la aggredisce e la schiaffeggia, salvo poi scusarsi e dire che non sarebbe mai più successo. In un altro episodio, la vittima riporta nella testimonianza che E.B., senza un motivo apparente, costringe A.L. ad andare via di casa; la stessa sera, più tardi, si scusa e le chiede di tornare ma A.L. si rifiuta.

“The day after we arrived back in the UK, the Respondent began arguing with me and became irate with me and told me to get out of his property. Later that evening the Respondent contacted me and apologised for his behaviour and asked me to move back in with him. I told him that I did not want to as I could not be sure that he would not kick me out again for no apparent reason”.

Dopo una breve separazione quindi tornano a convivere nel giugno 2017, nella casa di famiglia di A.L., con i genitori; la violenza psicologica di E.B. continua, spesso la sminuisce e la deride, le dice che non sarebbe in grado di sopravvivere senza di lui; la minaccia, dicendole che i servizi sociali finiranno per levarle la bambina e affidarla a lui, poiché si trova in una situazione economica migliore della sua. A seguito di un’altra aggressione fisica avvenuta quando E.B. era ubriaco, i due si separano nuovamente a fine agosto, salvo poi riunirsi a ottobre, quando E. B. si scusa per il proprio comportamento. Nella testimonianza si legge che:

“ It seemed as though he had taken the time to think about his action as we