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Capitolo 4. Corporate Social Responsibility

4.5. Il food sharing

Oggigiorno, il mondo è caratterizzato da fenomeni che, in realtà, dovrebbero essere già stati ampiamente superati da tempo. Si tratta di tre grandi paradossi rilevati dall’analisi

186 http://ristorantisostenibili.it/chi-siamo/ 187 https://ristorantisostenibili.it/piemonte/ 188 https://operatorino.it

degli scenari globali dei giorni moderni, condotta da Barilla Center for Food & Nutrition190. Il primo paradosso evidenzia che, attualmente, ad ogni persona malnutrita

ne corrispondono due obese o comunque in sovrappeso, arrivando a contare 36 milioni di decessi per via della carenza di cibo e 29 milioni per via dell’eccesso di cibo. Il secondo paradosso è che oltre un terzo dell’intera produzione alimentare mondiale è utilizzato per nutrire il bestiame e sempre più terreni sono destinati alla produzione di biocarburante, segnale che indica che si alimentano di più le automobili che gli esseri umani. Infine, il terzo paradosso evidenzia che, ogni anno, circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo commestibile viene gettato determinando uno spreco alimentare devastante per il pianeta, poiché l’ammontare di cibo consumato, e ancor peggio sprecato, è maggiore di quello che gli ecosistemi cui l’uomo appartiene sono in grado di rigenerare191.

Questo permette di comprendere che se ogni singolo individuo, appartenente ad una società che in questa circostanza è identificata con l’intera popolazione mondiale, fosse in grado e volenteroso di assumere un comportamento responsabile, sarebbe anche in grado di soddisfare e congiungere il proprio benessere, inteso come ecologia della persona, con il benessere ambientale, inteso come ecologia del contesto.

In definitiva, è facile comprendere che per condurre uno stile di vita sostenibile non basta solo selezionare accuratamente i prodotti da inserire nella dieta, ma anche le modalità con cui questi vengono preparati e consumati, non solo da parte del singolo cittadino ma dell’intera filiera produttiva.

A tal proposito, al fine di contrastare lo spreco alimentare e contribuire ad una crescita sostenibile a livello globale, le aziende si stanno mettendo in gioco anche attraverso l’uso sempre più massiccio degli strumenti tipici della digitalizzazione. Si tratta sempre e comunque di pratiche poste in essere dagli individui al fine di condividere esperienze e storie, ma anche di perseguire l’unico grande obiettivo collettivo della sostenibilità, dalla lotta contro la fame e la povertà nel mondo alla tutela degli ecosistemi. Per questo, con il passare del tempo, sono nate numerose App e piattaforme dedicate che, in modo molto semplice, permettono a chiunque di dare un contributo e non sprecare cibo192. Si tratta

del cosiddetto food sharing, il quale comprende al suo interno due forme di business

190 Il Barilla Center for Food & Nutrition è il centro che si occupa di proporre nuovi approcci e che affronta

il mondo della nutrizione e dell’alimentazione in modo strettamente correlato alle grandi tematiche dell’economia, della medicina, della nutrizione, della sociologia e dell’ambiente.

191 Barillacfn.com. (2019). L'alimentazione nel 2030: tendenze e prospettive. Available at:

https://www.barillacfn.com/m/publications/alimentazione-2030.pdf

diverse: il food sharing for the community (no profit) e il food sharing for money (orientato al profitto).

Tra queste iniziative è sicuramente possibile annoverare la start up “Soy comida perfecta”, la cui traduzione italiana è “Sono il cibo perfetto”. Nata a Barcellona, si tratta di un negozio online destinato a recuperare tutti gli alimenti non conformi agli standard di mercato per via della loro forma estetica poco accattivante193, oppure con il packaging un

po’ rovinato o stampato male, scaduti ma con la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro”, dunque ancora commestibili per altri sei mesi, etc. Grazie al sito internet o all’apposita app i consumatori hanno la possibilità di ricevere tutte le informazioni relative al prodotto e al danno che esso stesso ha subito, con la possibilità di acquistare a prezzi scontati fino all’80% e di contribuire alla tutela dell’ambiente, ma anche a diminuire la quantità di cibo che finirebbe ingiustamente nella spazzatura194. La startup

si pone anche un altro importante obiettivo, nonché quello di educare i cittadini a un consumo consapevole come stile di vita, per questo motivo sono tantissime le conferenze, eventi e dirette video organizzati dalla stessa e focalizzate sull’attuale tema dello spreco alimentare.

Anche in Italia sono state create piattaforme antispreco offerte dalla rete e che permettono di combattere questa battaglia. Tra le principali App e piattaforme è possibile menzionare Bring the food, Last minute sotto casa, Myfoody, UBO, Puccifrigo e Too Good To Go.

Bring the food è un’App sviluppata nel 2012 a Trento, dalla collaborazione tra la Fondazione Bruno Kessler e la Fondazione Banco Alimentare. Nata per combattere lo spreco alimentare, si propone al pubblico con il motto “L’eccedenza è servita!” e permette a chiunque di iscriversi come donatore di alimenti o come ente beneficiario. In origine, l’App aveva l’obiettivo di far incontrare le piccole aziende alimentari con tutte le organizzazioni di volontariato, impegnate nella raccolta delle eccedenze da distribuire ai meno abbienti e di permettere, contestualmente, alle aziende di semplificare tutta la documentazione ai fini degli sgravi fiscali (compreso quello della riduzione TARI). Anche in questo ultimo periodo storico di pandemia, Bring the food si è proposta come un

193 Ad esempio, nella fase di distribuzione si verificano gli sprechi più consistenti, soprattutto nel caso in

cui si parla di alimenti freschi come frutta e verdura, poiché la forma estetica poco accattivante che la natura stessa ha dato a quel preciso alimento (diversa da quella standard) potrebbe non riuscire a ricevere il consenso dei consumatori, dunque, restare invenduta se non addirittura non immessa nel commercio e direttamente gettata tra i rifiuti.

modello da seguire per organizzare in modo efficiente la lotta contro lo spreco, nonostante la situazione possa accentuarlo per via delle complicazioni e degli ostacoli che si sono presentati in fase di produzione, distribuzione e gestione degli alimenti. Infatti, ad aprile del 2020, i ricercatori della Fondazione Kessler hanno deciso di adattare l’App al fine di sostenere un progetto benefico a Fidenza: radunare cuochi e persone disposte a preparare interi pasti monoporzione a tutto il personale dell’ospedale locale, della Croce Rossa, dei Vigili del Fuoco e delle Forze dell’ordine, riducendo al massimo gli sprechi. Tuttavia, Bring the food, si sta pian piano avviando verso una nuova direzione che la porta ad avviare attività che prescindono dal mero scopo benefico: si presta a diventare una vera e propria vetrina online, del tutto gratuita, che permette ai ristoratori di proporre prodotti semilavorati come conserve o sughi pronti da consegnare a domicilio. Nonostante ciò, Bring the food intende mantenere vivo, reale e palpabile il suo interesse alla lotta antispreco, infatti, impone un vincolo ben preciso all’utente, ovvero quello di dover prenotare almeno un giorno prima così da poter garantire al ristorante in questione di effettuare un approvvigionamento adeguato delle materie prime da utilizzare e, di conseguenza, ridurre al minimo lo spreco195.

Last minute sotto casa è una formula di live-marketing che permette ai negozianti di vendere alimenti freschi in prossimità della scadenza o invenduti durante l’arco della giornata, a prezzi scontati con l’intento di evitare di sprecarli gettandoli nella spazzatura, recuperare quanto speso per l’acquisto e interagire sempre con nuove persone. Il cliente, che si trova nelle vicinanze del negozio, ha la possibilità di ricevere una notifica sull’App del proprio smartphone, riuscendo a risparmiare denaro da impegnare nella spesa e contribuendo anch’egli a ridurre lo spreco alimentare. Ricordiamo che il fatto che il prodotto fresco sia in prossimità di scadenza o sia rimasto invenduto non vuol dire che non sia buono qualitativamente196.

Myfoody è un progetto social innovation, una piattaforma che permette ai consumatori di risparmiare fino al 50% sulla spesa, ridurre lo spreco alimentare, l’emissione di 𝐶𝑂2 legata allo smaltimento dei prodotti, poiché consente di trovare le offerte dei supermercati più vicini. Anche in questo caso i cibi messi a disposizione sono quelli prossimi alla scadenza, ma ancora commestibili e con proprietà organolettiche alte, con

195 https://www.gamberorosso.it/notizie/notizie-ristoranti/bring-the-food-lapp-antispreco-che-ora-si-

mette-al-servizio-dei-ristoranti/

difetti di packaging e alimenti freschi. Ecco che si crea un vantaggio bilaterale, per i consumatori che riescono ad avere una partecipazione attiva nella società e a sostegno della collettività, per le aziende e i punti vendita che riescono a migliorare la gestione delle eccedenze, dunque, anche il loro impegno in responsabilità sociale197.

UBO è l’acronimo di “una buona occasione”. Si tratta di un’iniziativa di sensibilizzazione volta ad informare i consumatori delle corrette modalità di conservazione dei cibi. Infatti, spesso e volentieri il consumatore non sa come conservare correttamente un alimento una volta aperto e, di conseguenza, questo porta ad un ulteriore spreco alimentare che si aggiunge a quello dei cibi già andati a male. È un progetto proposto congiuntamente dal Settore Tutela dei cittadini e dei consumatori della Regione Piemonte e dalla Struttura Commercio della Regione Valle d’Aosta e finanziato dal Ministero dello sviluppo economico. In particolare, scaricando l’app UBO, l’utente può ricevere consigli utili sulle modalità di conservazione di ben 500 alimenti, sugli apporti nutrizionali, sul riutilizzo dei cibi avanzati o scartati, sulla redazione di una lista della spesa utile alla salute, all’ambiente e al portafoglio, infine, la possibilità di interagire direttamente con un esperto del settore attraverso la sezione dedicata “Chiedi all’esperto”198.

Puccifrigo è un’App in grado di ricordare le scadenze degli alimenti che il consumatore ha acquistato e conservato in frigo. Come quando un individuo segna sul calendario un avvenimento importante che deve ricordare, anche in questo caso basterà appuntare la data di scadenza e il nome del cibo ad essa associata. Gli alimenti, disegnati in modo divertente, appaiono sorridenti e felici quando manca ancora molto tempo alla data di scadenza, mentre appaiono tristi e incupiti a pochi giorni dalla stessa. Inoltre, il consumatore è aiutato a monitorare la situazione grazie alla possibilità di scrivere delle note per ricordarsi quando lo ha cucinato o se lo aveva precedentemente conservato nel freezer, oppure ancora grazie a notifiche quotidiane che gli ricordando le date o di aggiornare la lista aggiungendo i prodotti acquistati recentemente ed eliminando quelli consumati199.

Too Good To Go è un’App lanciata nel 2015 in Danimarca e diffusa in Italia già nel 2018. Dando spazio a ristoranti, supermercati, bar e negozi di alimentari, Too Good To Go permette ai consumatori di acquistare una Magic box, il cui costo varia dai due ai sei euro

197 https://www.ciriesco.it/it/buone-pratiche/myfoody 198 http://www.unabuonaoccasione.it/it/

e all’interno della quale vengono inseriti, a sorpresa per il cliente, i prodotti invenduti del giorno. Esso è uno dei casi più rappresentativi dell’incontro tra etica, piacere e senso pratico. Il suo obiettivo, infatti, è duplice: da un lato, combatte gli sprechi alimentari e permette a famiglie, single e gruppi di amici di risparmiare sulla spesa garantendo, comunque, le qualità organolettiche dei prodotti commercializzati; dall’altro lato, invece, mira alla tutela dell’ambiente con diverse pratiche come i pagamenti tramite App che non richiedono di stampare lo scontrino una volta mostrata la conferma di pagamento al negoziante, oppure ancora la riduzione al massimo degli imballaggi, chiedendo ai clienti di portare da casa contenitori e sacchetti in cui inserire la spesa ed evitare, così, l’emissione di 2 kg di 𝐶𝑂2 per ogni Magic Box200.

In definitiva, è possibile affermare che il food sharing rappresenta una pratica molto importante nella creazione di relazioni tra individui poiché funge da collante comunitario. Infatti, esso ha alla base un metodo che viene messo a disposizione dell’intera comunità, permettendo di creare socializzazione e cittadinanza attiva. Dunque, la pratica del food sharing racchiude al suo interno un insieme di azioni accomunate dal desiderio e dalla volontà reciproca di donare o fare del bene al prossimo e all’ambiente201.

200 https://www.panorama.it/too-good-to-go-come-funziona-cibo-scontato

201 https://www.ilgiornale.it/news/economia/food-sharing-contrastare-sprechi-alimentari-

Capitolo 5