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Il Geisterseher di Schiller e «l’anarchia della Aufklärung»

Se Lessing prende esplicitamente posizione nel dibattito latomistico del suo tempo, proponendo l’idea di un ritorno alla vera essenza dello spirito della Massoneria come espresso nei Gespräche e ponendola altresì al centro del Nathan der Weise, anche il

Geisterseher (1786/89), il romanzo “massonico” di Schiller, può essere compreso se

letto sullo sfondo dello scontro che si apre all’indomani del Convento di Wilhelmsbad del 1782, nel quale viene definitivamente smentita la leggenda templare e nel momento in cui si accende la polemica sull’infiltrazione gesuitica nei sistemi teosofici che oppone frontalmente l’Ordine degli Illuminati bavaresi a quello della Rosacroce d’Oro; mentre dal punto di vista formale si presenta come il primissimo esperimento di Geheimbundroman in ambito tedesco, poiché capace di sfruttare esteticamente e letterariamente le suggestioni “narrative” che provengono dall’ambito esperienziale e rituale massonico. Dal vuoto spirituale che segue il Convento, durante gli anni Ottanta del Settecento – dunque pochi anni dopo la morte di Lessing – dilaga prepotentemente la mania occultistica, che, come dimostra in particolare il “caso Cagliostro”, comincia a preoccupare l’elite intellettuale illuminista e “illuminata” tedesca a ridosso della Rivoluzione francese300. Schiller si propone con il romanzo di richiamare l’attenzione sui pericoli di tale tendenza, andando direttamente alla radice del problema, e cioè quello che riguarda il potenziale destabilizzante del simbolismo massonico quando non sorretto da un saldo impianto filosofico e razionale. Il protagonista del Geisterseher sarà irretito nelle maglie dell’occultismo attraverso una vera e propria “diseducazione estetica”, mediante l’uso distorto di immagini, simboli e racconti, al cui “flusso mediatico” questi si lascia andare senza alcun distacco

critico, i quali, costruiti ad arte dalla «Bosheit» (NA XVI, 45) incarnata nella

misteriosa figura dell’Armeno, hanno la funzione di pentetrare subdolamente nella coscienza del principe, accendere e suscitare passioni e desideri che saranno poi controllati e sfruttati – secondo lo schema complottistico che è alla base del racconto

tramite l’uso dell’intelletto e della ragione». S. Pesnel, Voltaire e Lessing: un teatro della tolleranza, in Lessing dall’‘Emilia’ al ‘Nathan’, cit., pp. 137-145, qui p. 144.

300

Cfr. in proposito M. Freschi, Il Cagliostro di Goethe, in “Cultura tedesca” 17, Annali Goethe 2001/II, Goethe e la scena, pp. 73-88, e W. D. Wilson, Unterirdische Gänge. Goethe, Freimaurerei und Politik, Wallstein, Göttingen 1999.

– a fini manipolatori. Il romanzo301

si presenta dunque come uno studio antropologico, «ein Beitrag zur Geschichte des Betrugs und der Verirrungen des menschlichen Geistes» (NA XVI, 45), un Verbildungsroman – come lo ha definito Ladislao Mittner302 – al cui centro vi è un processo pedagogico alla rovescia – e significativamente di segno opposto rispetto alla prospettiva lessinghiana –, la storia della corruzione di un’anima, di un decadimento morale e spirituale messo in moto dall’esterno per motivi politici e religiosi. Una misteriosa società segreta circuisce il protagonista nel tentativo di corromperlo, per portarlo, attraverso una costante sollecitazione della sfera sensoriale e neuronale, sull’orlo del caos e del nichilismo e spingerlo infine alla “confessione”, alla conversione al cattolicesimo.

Il romanzo di Schiller prende evidentemente spunto dalla tesi del complotto gesuitico e del criptocattolicesimo che comincia a invadere prepotentemente l’orizzonte massonico al termine del Settecento: emissari della Compagnia di Gesù, nonostante lo scioglimento nel 1773 per volere di Papa Clemente XIV Ganganelli, sarebbero decisi a infiltrarsi nei sistemi latomistici per continuare in segreto la loro opera di proselitismo, in particolare introducendo nuovi gradi e dottrine volte a destabilizzare in Germania la religiosità protestante al fine di acquisire il controllo delle coscienze. Il primo a denunciare la presunta congiura fu Bode in un

memorandum303 che inviò al duca Ferdinand di Braunschweig a ridosso del Convento di Wilhelmsbad. L’Illuminato Bode era convinto che «die Jesuiten suchten ihren abolirten Orden mit dem unsrigen zu vereinigen, oder ihn hinter der Hülle des unsrigen fortzusetzen»304, una tesi che discuterà poi a Parigi al congresso dei Filateti

301 Il Geisterseher di Schiller venne pubblicato a puntate sulla “Neue Thalia” tra il 1786 e il 1789 e le

reazioni di pubblico e critica furono da subito estremamente positive. L’opera non mancò di attraversare i confini nazionali e di imporsi presto all’attenzione del pubblico europeo. La prima traduzione oltre-confine fu svedese, poi in tutta Europa il mercato fu letteralmente invaso da traduzioni (in Italia il racconto fu tradotto nel 1810 da Giovanni Berchet) e continuazioni (significativa quella di Ernst Friedrich Follenius del 1797) del romanzo. Questo divenne ben presto precursore e ispiratore del Gothic Novel, nelle sue varianti di Geisterseherromane e Schauerromane. Cfr. in proposito M. Cometa, Il romanzo dell’infinito. Mitologie, metafore e simboli dell'età di Goethe, Aesthetica,Palermo 1990, in particolare le pp. 137-138.

302 Cfr. L. Mittner, Storia della letteratura tedesca. II: Dal pietismo al romanticismo (1700-1820).

Tomo secondo, Einaudi, Torino 1971, p. 472.

303 Cfr. Anbefohlenes, plichtiges Bedenken über das höchstverehrliche, provisorische Circular

S.M.S.O. a Victoria sub dato 19 september 1790, einen allgemeinen Convent betreffend, abseiten Fr. Christoph Eq. a Lilio Convalium.Gedr. als Mspt. in der Privatdruckerei des Verfassers, Weimar den 12. März 1781.

304 [Bode], Anbefohlenes, pflichtmäßiges Bedenken, qui cit. in Wilson, Unterirdische Gänge, cit., p. 37.

nel 1787 e che sarà anche alla base dello scritto di Nicolas de Bonneville dal titolo

Les Jésuites chassés de la Maçonnerie (1788). Del resto era questo uno degli

argomenti che, al termine degli anni Ottanta del Settecento, coinvolgevano direttamente le elite intellettuali a Weimar, come conferma una lettera che lo stesso Schiller scrive a Körner dal ducato il 10 settembre 1787: «Er [Bode] ist sehr mit den Berlinern über die drohende Gefahr des Catholizismus einig […]. Die jetzige Anarchie der Aufklärung meynt er wäre hauptsächlich der Jesuiten Werk»305.

A soffiare sul fuoco del dibattito sull’«anarchia della Aufklärung» provocata dall’azione di disturbo dei Gesuiti entro le logge massoniche nei giorni della scrittura del romanzo di Schiller era stata la pubblicazione del libro dell’ufficiale prussiano Ernst August Anton von Göchhausen dal titolo Enthüllung des Systems der

Weltbürger-Republik (1786). Molti contemporanei pensavano che la denuncia si

riferisse agli Illuminati di Weishaupt e Knigge306, ma, in realtà, la critica che animava lo scritto era rivolta agli alti gradi della “Stretta Osservanza Templare”, di cui l’autore era stato in precedenza membro. In generale, l’autore definiva le logge massoniche «moralische und politische Pesthäuser»307, che, guidate occultamente dai gesuiti, incitavano paradossalmente i neofiti alla critica razionalistica e al libero pensiero e in base a principi cosmopolitici e rivoluzionari aspiravano alla demolizione dei valori tràditi, della fede, dei dogmi religiosi attestati, fino allo scatenamento dell’anarchia:

die Hochgradfreimaurerei der Strikten Observanz. Spätestens Ende der 1770er Jahre hatten Bode und die von ihm beeinflußten Ordensbrüder die These entwickelt, daß praktisch alle bekannten Häupter der Strikten Observanz und verwandter Richtungen entweder selbst (Ex-) Jesuiten seien oder unter deren Kontrolle stunden». Ivi, p. 42. A proposito della tesi di Bode sulla congiura gesuitica, cfr. anche Le Forestier, La massoneria templare e occultista. Tomo III: Il sistema di Wilhelmsbad, cit., pp. 164-170.

305 La lettera è datata 10 settembre 1787 (NA XXIV, 152).

306 Bode, ad esempio, a proposito dell’obiettivo dello scritto di Göchhausen, affermava «Als Enthüller

wollte er gewiß den Illuminatenorden, Herrn von Kniggens wegen herunter reissen» e delineava il seguente ritratto dell’ufficiale e una spiegazione della sua “nevrosi” complottistica: «Häusliche Widerwartigkeiten; Einsames Leben; Ein im denken oft sehr gestörter Kopf; ein empfindliches Herz, das nicht leicht fand, was sein Bedürfnis war; gebeugter, oft wohl niedergeschlagener Stolz, bey einem sonst sehr redlichen Gemüth, haben, nach meiner Meynung, seiner Denkart eine gewissen Härte, und selbst Bitterkeit gegeben, von der ihm wohl selbst nicht träumt, weil er sich noch immer für so wohlwollenden hält, als er gewiß in früheren Jahren war». Bode, Journal von einer Reise, cit., pp. 201-202. Göchhausen, da parte sua, smentì in seguito ogni riferimento agli Illuminati di Baviera in uno Schreiben an den Herausgeber des Taschenbuchs für Frei-Maurer del 12 luglio 1798, in cui si legge: «als ich die Enthüllung schrieb (im Jahre 1785) wußt‘ich noch kein Wort von den Illuminaten» („Taschenbuch für Freimaurer auf das Jahr 1799“, Cöthen 1799, pp. 293-306, p. 303). Secondo Schüttler (il quale prende per certe le affermazioni di Bode) «diese Aussage ist offensichtlich falsch». Bode, Journal von einer Reise, cit., pp. 201 n. (da cui è ripresa anche la citazione di Göchhausen).

307 [E. A. A. von Göchhausen], Enthüllung des Systems der Weltbürger-Republik. In Briefen aus der

Halten Sie es also nie für pure theologische Schattenfechterey, wenn die Kritik den Kanon mustert, exegisiert, berichtigt und ausschneidet, bis am Ende die Bibel zum Dokument des reinen Deism herabgebracht ist. Wenn auch gleich protestantische oder auch blos philosophische, nicht initiirte Künstler dies Handwerk treiben, so ist doch der Geist, der sie anfecht, nichts weniger als pur theologisch, oder ihre Arbeit blos abstract; wenigstens sind es die Folgen nicht. Es ist der Geist der großen tiefen Politik, des Cosmopolitism, der tausend Springfedern hat, alle Finger und Köpfe zu beschäftigen. Er ist es, der zugleich, um das große System der politischen Universalmonarchie Roms zu beschleunigen, die Aufklärung, und alles, was sich durch sie bis in gräntzenlose Bedürfnis für Verstand, Leidenschafft, und Geschmack treiben läßt, auf den höchsten Schwindelpunkt exaltirt. Er spannt alle Hirne zu Industrie und Speculation in jedem Sinn; er nährt und lenkt, unbemerkt (durch Jesuitisch Geld, Lotto, Kunst und Einfluß auf Europens großes Commerz) den Nervenfressenden Luxus; er hebt Fabriken und raffinirten Handelsgeist; zettelt Jalouisien unter den handelden Völkern an; alle trachten nach Uebergewicht; die Staatsschulden mehren sich von Jahr zu Jahr, und Köpfe und Hertzen gerathen in ewigen Wirbel. Er mischt und und knetet Armuth und Reichthum, Unglauben und Aberglauben, Freyheit und Sklaverey so magisch untereinander, dass am Ende Universal-Bankerot ausbrechen muß […]308.

Tutto questo con l’obiettivo di restaurare poi, sulle macerie di questa apocalittica «bancarotta universale», a lungo andare insostenibile, provocata dalla consapevole azione di destabilizzazione delle coscienze da parte dei Gesuiti, la monarchia universale cattolico-romana: «Dencken Sie sich bey Kirche allzeit Rom; bey Rom den Sitz der Cäsarn, und der Universalmonarchie, bey Catholicism, Cosmopolitism; bey Jesuiten Cosmopoliten, und bey Freymaurerey Jesuiterey. Das ist der rechte Schlüssel»309. Al termine del Settecento, il fine della Massoneria “templare” e “occultista” era dunque – secondo Göchhausen e la critica illuministica – «das große System der politischen Universalmonarchie Roms zu beschleunigen».

La tesi di Bode e Göchhausen sull’«anarchia dell’Aufklärung», promossa dai Gesuiti attraverso l’infiltrazione nelle logge massoniche, venne presto recepita dalla pubblicistica tedesca, come traspare soprattutto dalle colonne della “Berlinische Monatsschrift”310. Il periodico berlinese, i cui fondatori erano Friedrich Gedike e

308 Ivi, pp. 285-287. 309 Ivi, p. 271.

310 Sul dibattito mediatico a proposito del criptocattolicesimo e del gesuitismo cfr. in particolare C.

Hippchen, Zwischen Verschwörung und Verbot. Der Illuminatenorden im Spiegel deutscher Publizistik (1776-1800), Böhlau, Köln-Weimar-Wien 1998; H. Zimmermann, Despotie der Aufklärung. Die anti-jesuitische Verschwörungstheorie in der “Berlinischen Monatsschrift”, in Id., Aufklärung und Erfahrungswandel, Studien zur deutschen Literaturgeschichte des späten 18. Jahrhunderts, Wallstein, Göttingen, pp. 65-112, e il più recente e molto informato R. Klaunitzer, Poesie und Konspiration. Beziehungssinn und Zeichenökonomie von Verschwörungsszenarien in Publizistik, Literatur und Wissenschaft 1750-1850, De Gruyter, Berlin 2007.

Johann Erich Biester e che si avvaleva della preziosa collaborazione di Nicolai, rappresentava al tempo uno degli organi più autorevoli di diffusione in Germania dei principi della Aufklärung e si proponeva di promuovere «Eifer für die Wahrheit, Liebe zur Verbreitung nützlicher Aufklärung und zur Verbannung verderblicher Irrthümer»311, un programma che, al termine del Settecento, non poteva non toccare il tema della preoccupante Schwärmerei teosofica e occultistica che si concretizzava nella continua proliferazioni di sistemi massonici a carattere mistico-esoterico e che sembrava rischiare di bloccare il processo di propagazione dell’Illuminismo nei territori di lingua e cultura tedesche, alimentando superstizione e fede cieca:

Nie hat sich der Sektengeist tätiger gezeigt, als in unsern Tagen, welche man die aufgeklärten nennt. Mit Mühe hatten wir den Gipfel der Vernunft erreicht und uns überzeugt, dass unser Geist nicht für alle Gegenstände empfänglich, und einem künftigen Leben die Vervollkommung unserer Kenntnisse vorbehalten sei. Diese Leere gebar den Unglauben. Unzufrieden mit einer Lage, welche uns so viele Wünsche übrig läßt, stürzen wir uns in den tiefsten Grund des Aberglaubens und suchen durch die Greuel des mittleren Zeitalters und der scholastischen Philosophie neue Entdeckungen zu machen. Dieser fast allgemeine Hang zum Wunderbaren wird durch den alle Kräfte der Erwerbung übersteigenden Luxus, und durch das geschwächte Nervensystem der jetzigen Generation ungemein befördert. Unsere Großen suchen den Stein der Weisen, um unsterblich zu werden und durch die Geheimnisse der Alchemie Mittel, ihre Neigungen zu befriedigen. Der Umgang mit Menschen ist für ihre Wißbegierde nicht hinlänglich; einen Lambert, einen Kant zu studiren erfordert zu viele Präliminarkenntnisse, und eine ununterbrochene Anstrengung des Kopfes. Wir hoffen also durch den Umgang mit höheren Wesen, welche wir Geister nennen, neue Eroberungen in den Wissenschaften zu machen. Daher so viele neue Lehren im Glauben, in der Moral, und in der spekulativen Philosophie, deren Apostel entweder Betrüger oder Betrogene sind312.

All’epoca destavano scandalo soprattutto le peripezie occultistiche di Giuseppe Balsamo alias Conte di Cagliostro, il taumaturgo che, grazie ai rituali della “Massoneria egizia” da lui stesso fondata alla metà degli anni Settanta a Strasburgo, era riuscito in breve tempo ad affascinare le corti di mezza Europa, promettendo elisir di lunga vita, offrendo la possibilità di mettersi in comunicazione con l’aldilà e gli spiriti dei defunti, fino a diventare un personaggio mediatico di grande fama, come dimostra, in particolare, l’interesse di Goethe, il quale durante il suo viaggio in Italia cercò di ricostruire le origini dell’ambigua figura, dedicandogli altresì la

311

Cit. in Zimmermann, Despotie der Aufklärung, cit., p. 65.

312 Neuer Beitrag zu einiger Kenntniss verschiedener jetzt existierenden Geheimen Gesellschaften, in

commedia Der Groß-Cophta313. Nel numero di maggio 1786 il periodico berlinese di Biester e Gedicke pubblicava la Nachricht von des berühmten Cagliostro Aufenthalt

in Mitau, curato dalla nobile Elise von der Recke, che Schiller era solito frequentare

durante il suo soggiorno a Dresda314, in cui si narrava dell’incontro con il sedicente mago avvenuto in Curlandia nel 1779:

Ich bin, mit den besten Absichten von der Welt, noch vor wenig Jahren in Gefahr gewesen, in Schwärmerei und finsteren Aberglauben zu geraten. Da ich selbst am Rande des Abgrundes gestanden, so kann ich so viele gute Menschen, welche durch missverstandene religiöse Begriffe sich irre führen, mit wahrer Überzeugung warnen315.

Colpita dalla perdita del fratello, l’autrice era stata dapprima allettata dalla possibilità offertale da Cagliostro di poter tornare in contatto con lo spirito del defunto, ma lentamente aveva compreso la vera natura dell’avventuriero palermitano, che definiva «ein Betrüger, der weit aussehende Pläne hat, welche durchzusetzen er Welt- und Menschenkenntnis genug besitzt und sie dazu auf die unwürdigste Art missbraucht», con l’obiettivo di promuovere «Aberglauben durch Betrügerei»316

.

Importanti a definire il contesto in cui prese forma il Geisterseher sembrano inoltre essere le vicende politico-religiose del ducato di Württemberg, di cui Schiller era originario, cui pare rimandare l’apertura del romanzo: «Den wenigen, welche von einem gewisssen politischen Vorfalle unterrichtet sind, wird sie [...] einen wilkommenen Aufschluss darüber geben; [...]» (NA XVI, 45). Il ducato, di tradizione protestante, era retto da un sovrano cattolico, Carl Eugen, il cui padre, Carl Alexander, aveva abiurato vent’anni prima, mentre l’erede al trono, fratello minore del duca, Friedrich Eugen e i suoi figli si riconoscevano ancora nel protestantesimo.

313

Cfr. in proposito Freschi, Il Cagliostro di Goethe, cit., e D. Gallingani (a cura di), Presenza di Cagliostro. Atti del Convengno Internazionale Presenza di Cagliostro San Leo, 20, 21, 22, Giugno 1991, Centro Editoriale Toscano, Firenze 1994. A proposito della comparsa di Cagliostro nel mondo massonico europeo Le Forestier spiega che «la prodigiosa popolarità di cui godette l’impostore in diversi paesi dell’Europa per qualche anno, si spiega con una sorta di magnetismo che egli sapeva far sprigionare dalla sua persona e dall’abilità con la quale sapeva mettere in opera i processi tradizionali delle scienze dette segrete: alchimia, medicina, ermetismo, operazioni magiche, evocazioni di spiriti. Egli non conosceva che i rudimenti di quelle pratiche, ma la sua imperturbabile destrezza trionfava sulle lacune delle sue vittime, credule ed ignoranti ad un tempo di tali materie e dunque incapaci di sospettare inganni». Le Forestier, La Massoneria templare e occultista. Tomo IV: Gli ultimi templari, cit, p. 73.

314 Cfr. in proposito M. Beaujean, Zweimal Prinzenerziehung: ‘Don Carlos’ und ‘Geisterseher’.

Schillers Reaktion auf Illuminaten und Rosenkreuzer, in “Poetica”, 10 (1978), pp. 217-235, qui p. 218.

315 Cit. in A. von Hanstein, Wie enstand Schillers Geisterseher (1903), ora Gerstenberg, Hildesheim

1977, p. 48.

Lo scandalo scoppiò quando uno dei giovani principi, il terzogenito Friedrich Heinrich Eugen, nel luglio 1786 fece pubblicare sulla “Berlinische Monatsschrift” uno scritto in cui, in risposta al precedente articolo della Recke, riaffermava la possibilità – giustificata d’altronde dal volere divino – di mettersi in comunicazione con il mondo degli spiriti per motivi religiosi:

Gott, der nach seinen Weisen sich vorgesetzten Plan, zur Beförderung der Glückseligkeit unter den Menschen, alle Begebenheiten dieser Welt einrichtet, nur dann, ohne dass ein schwacher Mensch sich erkühnen dürfte, eine Zeit dazu festzusetzen, einen Umgang, der ehedem schon stattgefunden hatte, wiederum bei einigen seiner Verehrer aufkommen lassen kann, wenn es zur Beförderung seiner Endzwecke nötig und erspriesslich ist […]317

.

L’autore della lettera presentava, del resto, questa possibilità come ultima e legittima tappa della ricerca intellettuale sulle “ultime cose” promossa dallo spirito speculativo della Aufklärung:

Alle, welche Vernunft als eine der edelsten Gaben des Urhebers der Natur anerkennen, werden sich freuen, wenn alle Hindernisse aus dem Wege geräumt werden, welche ihr in ihrem Wirkungskreise Schranken setzen. Und wer wünscht mehr echte Aufklärung verbreitet zu sehen, als der, dem es aufrichtig um Wahrheit zu thun ist?318

Lo scritto di Eugen si chiudeva con la citazione dall’Amleto shakesperiano, «Es ist noch viel […] zwischen Himmel und Erden, wovon unsere ganze Philosophie sich nichts träumen lässt»319 che Schiller farà dire al protagonista del suo romanzo. La circostanza che due sorelle del giovane principe “visionario” si fossero già convertite al cattolicesimo fu un campanello d’allarme per l’opinione pubblica, che trasse la conclusione che fosse imminente una nuova conversione, la quale avrebbe compromesso la successione protestante al trono. Anche in questa vicenda si vide un complotto dei Gesuiti al fine di conquistare il ducato alla spiritualità cattolica.

In realtà, sembrano essere soprattutto le vicende politiche legate alla comparsa del sistema massonico della Rosacroce d’Oro a riflettersi inevitabilmente nel romanzo di Schiller. Comprendere la sostanza della dottrina della formazione teosofica significa andare al nocciolo della polemica sul gesuitismo scatenata dagli Illuminati bavaresi e più in generale dall’intera intellettualità illuminista e contemporaneamente individuare l’impianto concettuale che sembra essere alla base

317

Cit. in ivi, p. 54.

318 Cit. in ivi,p. 52. 319 Cit. in ivi, p. 55.

del racconto schilleriano. L’Ordine rosacrociano320 era nato presubilmente tra il 1756 e il 1768 a Sulzbach in Baviera per iniziativa del medico Joseph Schleiss von Löwenfeld321 e in breve tempo si era diffuso in tutta la Germania meridionale, giungendo ben presto a rivestire un notevole ruolo politico in Prussia e in Baviera322, fino a contribuire attivamente al bando degli Illuminati di Weishaupt e Knigge tra il 1784 e il 1785323. Il sistema era attivo soprattutto a Berlino con Johann Christoph von Wöllner e Johann Rudolf von Bischoffwerder nella loggia “Zum goldenen Löwen”, arrivando addirittura a conquistarsi le simpatie del sovrano di Prussia, Friedrich Wilhelm II., il quale, già l’8 agosto 1781, affascinato dalle apparizioni spiritiche organizzate dai due sul Belvedere del castello di Charlottenburg a Berlino, era stato iniziato alla dottrina rosacrociana con il nome di “Ormesus”324