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Come dimostra la polemica di Carl Leonhard Reinhold circa la realtà di quella che egli definisce “Massoneria religiosa”, gli Illuminati di Weishaupt e Knigge furono in prima fila nella battaglia contro il proliferare degli “alti gradi” massonici, in odore di

Schwärmerei teosofica, gesuitismo e criptocattolicesimo. La fondazione della società

segreta, avvenuta il primo maggio del 1776, nacque proprio dalla volontà di Adam Weishaupt, professore di diritto canonico e filosofia pratica all’università di Ingolstadt in Baviera, di fronteggiare la diffusione di dottrine teosofiche tra gli studenti della sua facoltà e soprattutto dalla necessità di trasformare la Massoneria in un «allgemeines Sittenregiment»113, in un mezzo, soprattutto politico, di propagazione dei principi della Aufklärung. Il sistema di Weishaupt, elaborato dal 1780 grazie alla preziosa e decisiva collaborazione di Adolph Freiherr von Knigge114, mirando a un’infiltrazione dei suoi membri nei principali apparati dello Stato bavarese al fine di modificarne la composizione – prevalentemente gesuitica, cattolica e conservatrice – e di promuovere riforme politiche “dall’alto”, proponeva una vera e propria filosofia della storia, basata su un modello triadico, il cui obiettivo era la definitiva liberazione dell’individuo e dell’umanità intera dai bisogni secondari, dalle passioni e dagli istinti creati dallo Stato assolutistico e dall’impostura religiosa115. Secondo i cardini guida della filosofia dell’Illuminismo

dalla metà del Settecento. Su questa divergenza si soffermava già Joseph de Maistre nelle sue Soirées de Saint-Pétersbourg (1821): «On donne le nom d’Illuminés à ces hommes coupables, qui osèrent de nos jours concevoir et même organiser en Allemagne, par la plus criminelle association, l’affreux projet d’éteindre en Europe le Christianisme et la souveraineté. On donne ce même nom au disciple vertueux de Saint-Martin, qui ne professe pas seulement le Christianisme, mais qui ne travaille qu’à s’élever aux plus sublimes hauteurs de cette loi divine». J. de Maistre, Les Soirées de Saint- Pétersbourg ou entretiens sur le gouvernement temporel de la Providence, in Id., Œuvres complètes, Slatkine Reprints, Genève 1979, qui Tome V, pp. 1-282, qui pp. 228-229. Anche Hans Grassl ha espresso tale distanza con parole estremamente pregnanti: «Beide Namen „Illuminatentum“ und „Illuminisme“ scheinen zunächst das gleiche auszusagen, obwohl sie doch krasse, unversöhnliche Extreme bezeichnen; kein Wunder, da es in beiden Fällen um eine „illuminatio“, um eine „Erweckung“ und Erleuchtung ging, nur, daß sie auf höchst verschiedenen Ebenen spielte. Die Anhänger Weishaupts suchten auf meditativen Weg das „natürliche“ Licht der Vernunft. Die Rosenkreuzer und neben ihnen die Jesuiten suchten das „Experiment des Glaubens“. Sie wollten im „Siècle de la Science“ die verlorene „Science de Dieu“ zurückbringen, derzufolge der Wissende nun zum Erleuchteten wurde, zum Magier und Verwandler der Natur». Grassl, Aufbruch zur Romantik, cit., p. 14.

113 Cit. in Van Dülmen, Der Geheimbund der Illuminaten, cit., p. 212. 114

Sulla figura e l’opera di Knigge, cfr. lo studio di Freschi, Dall’occultismo alla politica, cit.

115 Sulla dottrina, la struttura interna e le finalità dell’Ordine degli Illuminati, cfr. in particolare Van

più radicale, l’Ordine si proponeva di far sì che l’individuo tornasse nel suo originario stato di natura mediante le pratiche iniziatiche proposte dalla società, tendenti al perfezionamento intellettuale del neofita, e attraverso la riscoperta di un cristianesimo dai tratti etici e razionali, interpretato alla stregua di una religione misterica. La graduale liberazione del singolo dai dogmi religiosi e dai retaggi del passato promossa dall’associazione veniva interpretata da Weishaupt e dai suoi come assecondamento del progresso a cui costantemente spinge la natura, il cui movimento l’iniziato doveva essere in grado di riscoprire attraverso il percorso sapienziale in loggia e mediante un difficile lavoro su di sé, che prevedeva – in base alla rivalutazione delle dottrine greco-romane stoiche ed epicuree, basate, come ha osservato Michel Foucault, sui concetti socratici di “conoscenza” e “cura del sé”116

– esercizi di disciplina, di autocontrollo e di addomesticamento virtuoso delle passioni. In tal senso, l’Ordine interpretava la sua azione riformatrice, all’interno, ma anche al di fuori dell’universo massonico – spiega Wilgert te Lindert – come «Werkzeug der Natur»: «Nach der Freimaurerei wäre der Orden der Illuminaten dazu berufen, die Arbeit der Natur, mit dem Ziel eines Reiches von Freiheit und Gleichheit auf Erden zu errichten, weiter zu führen»117.

Al fine dell’articolazione del sistema, fu per Weishaupt decisivo lo studio dei culti misterici degli antichi, considerati come scuole di sapienza, o vere e proprie accademie scientifiche, e in particolare la lettura del saggio del professore di filosofia all’università di Gottinga Christoph Meiners dal titolo Ueber die Mysterien der

Alten, besonders über die Eleusinischen Geheimnisse (1776)118. Meiners osservava – prendendo a modello la lettura “illuministica” dei misteri proposta già da William Warburton in The Divine Legation of Moses Demonstrated (1738-1741)119 – che il culto misterico eleusino era diviso in tre fasi: una fase di preparazione, con rituali di

perfezionamento e purificazione che introducevano all’iniziazione, i «misteri minori»

e dunque i «misteri maggiori», cui erano ammessi soltanto i migliori e i più adatti ad Freimaurer und deutsche Spätaufklärung, Oldenbourg, München 1987, e il più recente e documentatissimo studio di Gregory, Wissen und Geheimnis, cit.

116

Cfr. in particolare M. Foucault, L’usage des plaisirs (1984), trad. it. di L. Guarino, L’uso dei piaceri. Storia della sessualità 2, Feltrinelli, Milano 2009.

117 W. Te Lindert, Aufklärung und Heilserwartung. Philosophische und religiöse Ideen Wiener

Freimaurer (1780-1795), Lang, Frankfurt a.M. u.a. 1998, p. 43.

118

Cfr. in proposito Neugebauer-Wölk, Esoterische Bünde und bürgerliche Gesellschaft, cit.

119 Cfr. in proposito J. Assmann, Moses der Ägypter. Entzifferung einer Gedächtnisspur (2000),

accedere all’autentica dottrina “esoterica”. Secondo Meiners, il culto di Eleusi ripercorreva in questo modo lo sviluppo e la civilizzazione del genere umano e quindi il graduale passaggio dalla «röhesten Wildheit zur sanften Menschlichkeit und aus dem gesetzlosen Leben zur bürgerlichen Gesellschaft»120. Se al centro dei «misteri minori» vi erano rappresentazioni teatrali con scene allegoriche in cui si mostravano simboli e figure che rimandavano alla fede nel destino, rappresentato in particolare da Demetra, la dea della fertilità, e altre che alludevano all’esistenza di mondo ultraterreno, al fine di agire costruttivamente sui sensi dei profani per convincerli dell’immortalità dell’anima e spingerli a comportamenti più responsabili e virtuosi, nei «misteri maggiori» si dava, al contrario, una spiegazione razionale e filosofica della religione del popolo, svelando agli iniziati l’autentica essenza della divinità, dai tratti puramente naturalistici e spinoziani: «ein einziges vernünftiges, durch Weisheit und Macht alles regierendes Wesen»121.

Weishaupt e Knigge articolarono il sistema degli Illuminati proprio in base a tale distinzione tra misteri “minori” e “maggiori”, che – come osservato – rappresentavano un graduale passaggio dalla «più rozza selvatichezza alla dolce umanità e da uno stile di vita privo di leggi alla società civile». Nei primi gradi, soprattutto in quello “minervale”, il neofita era allora esortato a compiere un percorso di perfezionamento intellettuale, morale, estetico attraverso letture edificanti (delle opere di Wieland, Abbt, Basedow, Rousseau, Montesquieu ma anche di Seneca, Plutarco, Marco Aurelio)122, pratiche iniziatiche e auto-conoscitive – che risentivano, nella volontà dello stesso Weishaupt, del confronto con la pedagogia gesuitica123 –, come la redazione di un diario o di una vera e propria autobiografia, il cosiddetto quibus-licet, inteso come una sorta di specchio o medium attraverso il quale l’iniziato, in virtù della massima socratica del “conosci te stesso”, era chiamato

120

Cit. in Neugebauer-Wölk, Esoterische Bünde und bürgerliche Gesellschaft, cit., p. 27.

121 Cit. in ivi, p. 28.

122 Cfr. Grassl, Aufbruch zur Romantik, cit., “Überblick über die wichtigste Ordensliteratur”, pp. 187-

190.

123

Tale affinità spirituale tra le pratiche e la struttura interna degli Illuminati con quelle dei Gesuiti e la volontà di Weishaupt di utilizzare per “scopi nobili” gli stessi mezzi utilizzati dalla Compagnia di Gesù causarono non poche critiche, anche interne – come dimostra la lite tra Weishaupt e Knigge risoltasi con la defezione di quest’ultimo nel 1784 –, alla direzione dell’Ordine, accusata di voler manipolare e dirigere “come marionette” i membri. Cfr. in proposito Agethen, Geheimbund und Utopie, cit., in particolare il paragrafo dedicato a “Das Vorbild des Jesuitenordens im Feld der Erziehung”, pp. 187-191.

ad affinare il suo spirito critico e d’osservazione affinché si rendesse costantemente trasparente nei confronti dei suoi superiori e più consapevole riguardo le proprie azioni e i propri pensieri124 – una specie di evoluzione letteraria di ciò che era la

confessione presso i Gesuiti125. Nei misteri “maggiori”, al contrario, soltanto ai

migliori, e cioè a coloro i quali dimostravano di aver interiorizzato a pieno i fondamenti valoriali della società, veniva rivelata la dottrina politica e filosofica dell’Ordine. Questo mirava soprattutto a una liberazione dei sudditi dal sistema dell’assolutismo, un mutamento sociale che – come dimostrava la gradualità del percorso iniziatico – doveva dapprima passare per una riforma, lenta ma radicale, dei costumi, delle abitudini, della mentalità dei singoli: da qui, all’interno dell’itinerario sapienziale, i continui richiami all’esercizio della virtù e della morale, poiché «die Moral allein wird diese Veränderungen unmerkbar herbeyführen»126. In altre parole, nel sistema degli Illuminati, il neofita, attraverso le pratiche iniziatiche miranti alla responsabilizzazione, al risveglio della consapevolezza e alla liberazione dalle autorità esterne, doveva dimostrarsi in grado di contribuire individualmente al progressivo piano di emancipazione universale portato avanti dalla natura e, al contempo, alla riforma sociale e politica promossa in segreto dall’associazione.

In realtà, in base a tale consapevolezza, l’esperienza degli Illuminati si caratterizzò soprattutto per il tentativo di agire attivamente – in virtù della sua spiccata vocazione pedagogica – anche al di fuori dello spazio latomistico, nei confronti del mondo profano. Ed è proprio questa circostanza che, tra il 1784 e il 1785, finì per decretare – anche a seguito di scontri interni tra Weishaupt e Knigge circa la conduzione troppo rigida e le idee radicaleggianti del primo – il declino dell’Ordine in seguito all’intervento delle autorità bavaresi, preoccupate per l’azione

124 L’Illuminato Friedrich Münter scrive nella sua “Selbstbiographie”, diretta ai superiori dell’Ordine

della loggia “minervale” di Gotha: «Wie viel mag noch in mir verborgen seyn, das ich nicht ahnde, und das doch alles ausgetilt werden muss ehe meine Seele hinlänglich geläutert ist […]» (cit. in Agethen, Geheimbund und Utopie, cit. p. 200). Sulle tecniche iniziatiche, pedagogiche, mediatiche degli Illuminati, basate sulla conoscenza di sé e sul controllo reciproco dei neofiti, pratiche che la critica ha collocato all’interno di una “microfisica del potere” sulla scorta dell’analisi di Foucault circa i dispositivi soggettivanti caratteristici dell’età moderna, cfr. Agethen, Geheimbund und Utopie, cit., in particolare il capitolo dedicato a “Das utopische Modell im Erziehungssystem der Illuminaten: Disziplinierung als Preis der Freiheit”, pp. 187-224, e Gregory, Wissen und Geheimnis, cit., pp. 253- 268.

125 Cfr. Agethen, Geheimbund und Utopie, cit., p. 192. 126

Anrede an die neu aufzunehmenden Illuminatos dirigentes von A. Weishaupt (1782) o Unterricht im ersten Zimmer, ora in Die neuesten Arbeiten des Spartacus und Philo in dem Illuminaten-Orden, Bohmeier Verlag, Leipzig 2007, pp. 13-37, qui p. 24.

di infiltrazione nelle strutture del potere condotta segretamente dai membri della formazione127. Weishaupt, nella sua Anrede an die neu aufzunehmenden Illuminatos

dirigentes (1782), aveva del resto parlato di «geheime Weisheitsschulen, diese waren

vor allzeit die Archive der Natur, und der menschlichen Rechte, durch sie wird der Mensch von seinem Fall sich erholen, Fürsten und Nationen werden ohne Gewaltthätigkeit von der Erde verschwinden»128, le quali svelavano agli iniziati il modo di poter agire anche sui profani attraverso una doppia ottica, “essoterica” ed “esoterica”, rivolgendo, in particolare, l’attenzione alla dottrina cristiana, che aveva contribuito alla salvezza e alla liberazione del genere umano rivelando al mondo il culto naturale ed edificante della virtù e dell’amore fraterno. Nel grado di “sacerdote” Weishaupt si proponeva dunque di svelare agli iniziati il nucleo “esoterico” della dottrina di Gesù, dai tratti puramente filosofici, e cioè l’impianto etico e costruttivo alla base del cristianesimo129. Tuttavia, per diffondere al meglio tra il popolo tale saggezza, già Cristo era stato costretto a ricorrere a una mediazione, e cioè a rivelarla “essotericamente” attraverso i dogmi metafisici, la cornice “estetica” di una religione. La vera dottrina, razionale e filosofica, non poteva essere comunicata al popolo intero, incapace di comprenderla nella sua profondità e astrattezza, e tuttavia questi andava spinto nella stessa direzione, mediante il ricorso a dogmi religiosi e immagini sensibili, poiché – come afferma W. Te Lindert – «die wahre Lehre über die Welt, Gott und das Ziel des Menschen müßte mit einem religiösen Mantel verhüllt werden, um ihre zivilisatorische Arbeit verrichten zu können»130.

Come si ricava dai documenti che ci sono pervenuti dell’esperienza degli Illuminati, sulla scorta dello studio degli antichi culti misterici, la formazione di Weishaupt era in realtà impegnata, al termine del Settecento, nella ricerca dei modi

127

In tal senso, – è stato notato dalla critica – in Germania, le esperienze massoniche degli Illuminati bavaresi e dell’Ordine della Rosacroce d’Oro, seppur con finalità contrapposte, furono entrambe caratterizzate dalla volontà di intervenire più concretamente nell’ambito politico. Cfr. in proposito il saggio già citato di Horst Möller, Die Bruderschaft der Gold- und Rosenkreuzer. Come già osservato nel caso dello scritto di Reinhold sui Misteri ebraici, gli Illuminati arrivarono addirittura – e non a torto – a tacciare i Rosacroce d’Oro di aver intercesso presso il sovrano bavarese Carl Theodor, in particolare attraverso la mediazione del suo confessore, gesuita e rosa-croce Ignaz Frank, a favore del bando della loro società.

128

Anrede an die neu aufzunehmenden Illuminatos, cit., p. 24.

129 Cfr. in proposito Te Lindert, Aufklärung und Heilserwartung, cit., p. 44. 130 Ivi, p. 71.

più adatti per rendere attrattiva la morale e la virtù non solo per gli iniziati all’Ordine ma anche per l’intera nazione tedesca, che andava gradualmente liberata, emancipata ed educata – seguendo l’esempio di Mosè e di Gesù – attraverso una “doppia ottica”, mediante la mobilitazione delle passioni e della sensibilità, a quella verità astratta, filosofica, e sublime, di difficile comprensione, che veniva rivelata “esotericamente” soltanto agli iniziati ai gradi ultimi del sistema massonico. Spiega Weishaupt:

Dies war schon Christi Absicht, bei Einführung der reinen Religion. Die Menschen sollen weise und gut werden, sollten sich von den Weisern und Beßern leiten lassen, zu ihrem eignen Vortheil. Damals aber, da alles verfinstert war, konnte schon das Predigen hinreichend seyn. Die Neuheit der Wahrheit gab überwiegenden Reiz. Heut zu Tage ist es nicht also. Es müßen kräftigere Mittel als das bloße Lehren angewendet werden, der Tugend äußeren Reiz für den sinnlichen Menschen zu geben. Leidenschaften laßen sich nicht ausrotten, man muß sie nur auf edle Zwecke zu leiten wißen…131

.

Al fine di risvegliare e indirizzare le «passioni» degli individui, si cercava di costituire un’élite intellettuale (di cui fecero parte, tra gli altri, Goethe e Carl August, Nicolai e Bode, Reinhold e Herder) che s’impegnasse nella ricerca dei mezzi più utili all’educazione e alla formazione della nazione: «Man muß um die mächtigen der Erde her eine Legion von Männern versammeln, die unermüdet sind, alles zu dem großen Plan, zum Besten der Menschheit zu leiten und das ganze Land umzustimmen; dann bedarf es keiner äußeren Gewalt»132. Il piano “illuminato” non doveva dunque sfociare nella violenza o in una rivoluzione politica – sebbene, come vedremo, la critica antimassonica diffuse ben presto la leggenda secondo cui l’Ordine fu la matrice “occulta” della Rivoluzione francese –, ma in una pedagogia improntata all’educazione morale e virtuosa del singolo individuo, da cui sarebbe nato l’“uomo nuovo”, liberato dai gravami del passato e, al contempo, riformato in base ai principi della Aufklärung133. Gli Illuminati s’impegnarono dunque in una vera e propria politica culturale ed estetica capace di fare da surrogato, nel Settecento, alla

131 Cit. in Van Dülmen, Der Geheimbund der Illuminaten, cit., p. 115. 132 Cit. in ibid.

133 Cfr. Agethen, Geheimbund und Utopie, cit., in particolare il capitolo «Das Bildungsprogramm des

Illuminatenbundes», pp. 164-224, e Gregory, Wissen und Geheimnis, cit. Quest’ultimo, a proposito del programma pedagogico degli Illuminati e in virtù del cambiamento di paradigma che coinvolge l’essenza del potere dal Settecento in poi, utilizzando un termine caro a Michel Foucault, parla di una peculiare tecnica “pastorale”, volta ad agire, all’interno e all’esterno della loggia massonica, in profondità nelle coscienze dei singoli, come, del resto, dimostra la continua ricerca da parte dei membri dell’Ordine dei mezzi e delle pratiche più adatte a “trasformare” e a educare gli individui alle nuove libertà civili promosse nell’età delle riforme. Ivi, p. 230.

dottrina mosaica e cristiana134. Gli iniziati al grado di “Magus”, ad esempio, «bearbeiten eine Volksreligion, welche der Orden demnächst der Welt geben will»135. Afferma ancora Weishaupt che gli iniziati al grado di “reggente” – grado a cui sappiamo furono iniziati, tra gli altri, anche Goethe e il duca di Weimar Carl August – erano invece chiamati a

des Ordens Pläne ausarbeiten und Schriftsteller, Lehrer und fürsterliche Räte zu gewinnen trachten, suchen die Schulen, Druckereien, Buchhandlungen und staatlichen Ämter in die Gewalt zu bekommen und überlegen, wie diese so mit Ordensmitgliedern besetzt werden könnten, daß alles zum “Besten der Menschheit” geleitet werde136

.

In base al culto – spinoziano – della natura al centro della sua dottrina esoterica, gli sforzi della formazione latomistica, volti – come osservato – all’occupazione dei principali posti di potere negli apparati istituzionali, pedagogici, culturali erano motivati dall’esigenza di contribuire attivamente all’emancipazione della nuova società borghese dai retaggi del passato e dal regime assolutista, come espresso dalle istruzioni al grado di “Minervale”, nel cui rituale si chiedeva al novizio:

Erhält der Mensch in der bürgerlichen Gesellschaft schon alles, was er zu seiner Glückseligkeit nötig hat? Könnte man nicht sagen, daß geheime Gesellschaften der bürgerlichen zu Hilfe kommen? Welche Dinge brauchen in der bürgerlichen Gesellschaft einer weiteren Anstalt, wozu sie selber zu schwach ist?137

Nella ricerca dei mezzi per contribuire attivamente al miglioramento della società civile e insieme al perfezionamento individuale del singolo suddito, – come dimostra del resto la preferenza accordata alla pratica della lettura all’interno dell’Ordine – è probabile che anche la letteratura fosse considerata come uno dei media preferiti per la diffusione della dottrina della formazione latomistica, che mirava a rendere la virtù

134 In una lettera del 13 gennaio 1781 Knigge scriveva significativamente a Weishaupt: «Bald mögte

ich glauben, daß um reine unverfälschte Wahrheit unter die Menschen zu verbreiten und ihnen dieselbe schmackhaft zu machen kein andres Mittel ist, als sie anfangs zu täuschen, wie Moses, Christus gemacht haben, ihnen göttliche Offenbarungen zu versprechen, bis sie dahin kommen einzusehen, daß sie deren nicht bedürfen, um hier glücklich zu seyn, und diejenigen, die das nicht einsehen können durch den Betrug zu beherrschen». La lettera è citata in Gregory, Wissen und Geheimnis, cit., p. 295.

135

Cit. in Van Dülmen, Der Geheimbund der Illuminaten, cit., p. 125.

136 Ibid.

una «moda», anche all’esterno, nei confronti del mondo profano138

. Nelle istruzioni del sistema, infatti, leggiamo:

Da in der Literatur mehrentheils zu einer Zeit gewisse Grundsätze allgemein Mode und und von den schwächeren Köpfen nachgelallt werden, so daß zuweilen religiöse Schwärmereyen, dann unschuldiger Schäferton, dann Ritterwerk, dann Heldenlied, dann Geniewesen u.s.f. das ganze Publikum überschwemmen; so soll man besorgt seyn, unsere auf allgemeines Wohl der Menschheit gehenden Grundsätze auch zur Mode zu machen, damit junge Schriftsteller dergleichen unter das Volk ausbreiten und uns, ohne daß sie es wissen, dienen139.

Come accennato, alquanto significativamente, il primo tentativo di continuare l’esperienza degli Illuminati dopo il bando dell’associazione in Baviera si concretizzò nella fondazione della Deutsche Union di Carl Friedrich Bahrdt, decisa –