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4. LUBUNCA: LO SLANG QUEER DEL TURCO

4.2 Funzioni: lubunca ogg

4.2.4 Il lubunca e l’attivismo LGBTQ

Alla luce di quanto detto sull’argot/slang nel primo capitolo, possiamo considerare il

lubunca sia come un jargon, nel senso della lingua di mestiere dei sex workers, sia

come uno slang associato ad un determinato gruppo.

Questo gruppo si può definire, piuttosto che come la comunità LGBTQ, una comunità di pratica (cfr 2.1.4.1), cioè quella coinvolta in una serie di associazioni e gruppi legati all’attivismo e al movimento LGBTQ in Turchia. E’ importante parlare di comunità di pratica, sia perchè non tutte le persone che si identificano come queer conoscono e padroneggiano il lubunca, sia perchè, al contrario, per un certo numero di persone che appartiene a questa comunità di pratica, il lubunca assume una funzione simbolica e stilistica importante.

Per quanto riguarda i nostri intervistati, la quasi totalità di essi non è coinvolta in attività di sex work e ha avuto esperienza del lubunca, in modo diretto o indiretto, tramite l’attivismo LGBTQ.

Infatti molti affermano di aver sentito il lubunca per la prima volta quando sono entrati in contatto con le associazioni LGBTQ (in particolare Lambda, in quanto la maggior parte di essi è originario di Istanbul) e coloro che conoscono e utilizzano lubunca affermano di averlo imparato negli anni della pratica dell’attivismo.

Inoltre nel secondo questionario il fattore più importante di uso risulta essere il trascorrere il tempo con altri individui LGBTQ (46%).

Risulta evidente, dunque, l’importanza del network delle associazioni LGBTQ nell’apprendimento e nella conoscenza del lubunca ai nostri giorni.

Informatore D: “a Istanbul, dopo che ho finito il liceo, sono andato a Lambda, ho conosciuto attivisti trans*, avevo 17-18 anni, là all’associazione le persone hanno cominciato a insegnarmi lubunca, all’inizio non capivo ma era divertente. Quando ho iniziato la lotta (mücadele) nell’associazione ho imparato lubunca. Per quanto mi riguarda è senza dubbio una cosa legata all’attivismo.”

Informatore C: “Quando ho iniziato a fare attivismo, circa 9 anni fa [nel 2008], ho avuto anche primo contatto con persone trans* e la prima volta che ho sentito parlare del lubunca è stato tramite il movimento trans*. Poi ho cominciato a sentirlo qualche volta nell’ambiente ma non lo capivo e non sapevo cosa fosse, piano piano cominciando a conoscere persone e parlando con loro ho imparato le parole (chiedevo sempre “questo cosa significa?”), l’ho imparato ascoltandolo dalle persone che negli anni ’90 lo utilizzavano per scappare alla violenza della polizia”.

Informatore E, che non conosce e non utilizza molto il lubunca, afferma: “Non ho mai frequentato tanto Lambda e le altre associazioni ma con i miei amici che lavoravano o facevano volontariato là, quando ci vedevamo fuori, sentivo molte espressioni da loro”.

Informatore A " per noi [attivisti] era un po' strano all’inizio, perchè noi venivano da famiglie di classe sociale media, non facevamo i sex workers. Poi piano piano la gente ha iniziato ad acquisirlo, a sentirlo, a saperlo, usarlo. Ora è molto conosciuto nell’ambiente, almeno quasi tutti sanno cosa è”.

In particolare a partire dal 2006, l’associazione Lambda cresce, il movimento LGBTQ si amplia e i trans* entrano definitivamente a farne parte. Da questo periodo in poi, grazie al contatto con gli individui transgender, anche gay e lesbiche cominciano ad usare lubunca, emulando le parole e le espressioni in uso tra i trans*, ma lo fanno in un modo differente in quanto questo uso non è legato al sex work. Nel primo decennio del 2000 assistiamo dunque ad una diffusione più massiccia del lubunca

nell’ambiente dell’attivismo. Inoltre, durante gli eventi di Gezi Park del 2013 , il 50

movimento LGBTQ compare come uno dei gruppi più attivi nelle proteste e guadagna molta visibilità pubblica. Gli eventi di Gezi Park rappresentano un momento molto importante per le associazioni LGBTQ della Turchia, che vengono accettate, incluse e creano alleanze con altri gruppi politici . 51

E’ plausibile che una serie di parole lubunca, le più usate e rappresentative (cfr 3.2) si siano diffuse al di fuori della comunità di pratica dell’associazionismo LGBTQ e dei

sex workers, e siano oggi conosciute anche in un ambiente più vasto, seppur limitato

a coloro che intrattengono rapporti, di natura personale o politica, con gli attivisti LGBTQ.

Informatore A: “ Durante Gezi noi attivisti ci siamo resi conto che, al di fuori del nostro gruppo ristretto di attivismo, c’erano tanti altri individui LGBTQ che abitavano in tutta la città, e tra queste persone, anche se non molto come tra noi, c’era chi sapeva cosa fosse lubunca, erano persone che avevano amici trans* o avevano conosciuto qualcuno o avevano fatto ricerche su internet”.

Informatore B: “La parola ayol , che ora è molto popolare, era lubunca prima, dopo 52

Gezi e durante Gezi c’è stata una normalizzazione della parola ayol, anche tra

Gli eventi di Gezi (Gezi Oylaları) sono una serie di proteste avvenute tra Maggio e Giugno del 2013

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contro il governo dell’AKP presieduto dall’allora presidente del consiglio Recep Tayyıp Erdoğan. Le manifestazioni hanno avuto inizio subito dopo la decisione del governo di trasformare il parco pubblico di Gezi, in piazza Taksim a Istanbul, in un centro commerciale. In breve tempo le proteste divennero massicce e si diffusero in tutto il paese, soprattutto tramite l’uso dei social networks, tanto che il governo ordinò alla polizia di lasciare il parco. Durante le giornate di occupazione del parco di Gezi si tennero seminari, dibattiti politici e workshop da parte dei più differenti gruppi e organizzazioni, tra cui le associazioni LGBTQ.

https://www.glaad.org/blog/lgbt-organizations-turkey-participate-and-are-accepted-gezi-park-

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protests, [ultimo accesso 26/05/2017]

https://www.awid.org/news-and-analysis/her-yer-taksim-feminist-and-lgbtqi-engagement-gezi-park- protests, [ultimo accesso 26/05/2017]

Il termine ayol è una parola esclamatoria, associata alla femminilità, usata in turco con il significato

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di ‘hey’, ‘tu’, ‘beh’ e molto popolare e utilizzata all’interno della cultura LGBT turca. A partire da Gezi il termine ayol è conosciuto anche al di fuori dell’ambiente LGBT ed è generalmente associato alla lotta

uomini eterosessuali, adesso la utilizzano e questa davvero è una cosa che è dipesa dall’attivismo, dalle proteste”.

Informatore I: “Negli ultimi decenni e sopratutto dopo Gezi, lubunca è diventato famoso…”

Ma perchè dunque gli attivisti hanno cominciato ad usare lubunca nella loro vita quotidiana?

In base alle interviste effettuate, possiamo individuare due motivazioni principali che si ricollegano alle funzioni (simbolica/identitaria e stilistica/estetica) che un argot/ slang può avere all’interno della comunità linguistica di riferimento.

In entrambi i casi, l’utilizzo del lubunca è un fenomeno intenzionale e performativo. L’utilizzo di parole ed espressioni lubunca (in un numero più limitato rispetto all’uso che ne fanno i sex workers) fa parte di quella serie di azioni che portano all’esistenza di un’identità queer turca.

In questo senso il lubunca è inteso come uno strumento di costruzione identitaria e comunitaria.

Nel secondo questionario, inoltre, il 46% degli informatori afferma che il lubunca ha un ruolo nella costruzione della propria identità, soprattutto come mezzo per sentirsi parte della comunità LGBTQ e in misura minore per esprimere apertamente la propria identità sessuale o come gesto di protesta verso la società.

Anche coloro tra gli intervistati che sono più coinvolti e appassionati al movimento LGBTQ, percepiscono un forte valore identitario legato all’utilizzo del lubunca. Essi sono anche coloro che usano lubunca assiduamente e conoscono più parole (Informatore A, B e C).

Informatore C: “La storia degli omosessuali in Turchia è una storia di invisibilità e discriminazione e lubunca rappresenta questo. Come non ci sarebbe la Turchia

senza il turco, così se non ci fosse il lubunca non ci sarebbero gli LGBT turchi, per me lubunca è una cosa importante e meravigliosa”.

Informatore A: “Credo che, nella lotta del movimento LGBTQ, il lubunca sia diventato anche un simbolo ormai, molti attivisti ne parlano spesso, ne discutono le regole e le parole giuste su internet”.

Informatore D: “Lubunca è totalmente parte della lotta (mücadele) dell’organizzazione ed è un elemento importante di ciò che vuol dire essere queer,

lubunya, in Turchia. Per questo mi piace e mi piacciono tutti i concetti ad esso

collegati”.

Informatore H: “Lubunca è un modo per dire “noi ci siamo”, qualcosa che ci da’ forza, è un’affermazione forte di esistenza e visibilità. Usare lubunca è come dire “abbiamo anche una lingua, non siamo soli, siamo parti di una grande comunità, lo vedi?”

Allo stesso, come è evidente anche dagli esempi di cui sopra, anche la dimensione estetica e stilistica ha la sua parte nell’uso del lubunca. Nel secondo questionario almeno 10 persone affermano di usare lubunca perchè “è bello e fa parte della mia lingua!”. Tra gli intervistati, coloro che sono vicini alla comunità di pratica del movimento LGBTQ ma non sono (o non sono più) attivi in prima linea, mettono in secondo piano l’aspetto identitario nell’uso del lubunca e, in particolare in quanto artisti e performer, sottolineano invece l’aspetto estetico del lubunca. E’ evidente, come vedremo anche nel paragrafo successivo, che in un certo ambiente legato al mondo dell’arte e della queerness, a Berlino come a Istanbul, il lubunca sia diventato anche una moda e un elemento che fa parte di un certo di stile di vita.

Informatore E: “Ora il lubunca è qualcosa di più organico e più visibile, è diventato di moda in certi ambienti e non è più solo qualcosa che appartiene alla alt kültür (subcultura)”.