• Non ci sono risultati.

IL MECCANISMO DI RISOLUZIONE DELLE CONTROVERSIE

IL NAFTA E L’AMBIENTE

2.2 LACCORDO SULLA COOPERAZIONE AMBIENTALE

2.2.3 IL MECCANISMO DI RISOLUZIONE DELLE CONTROVERSIE

Il NAAEC stabilisce, sotto la protezione della CEC, una procedura di risoluzione delle dispute per assicurare che le parti rispettino in

maniera effettiva le loro leggi ambientali. Questa procedura

stabilisce che le parti possano richiedere che sia istituito un panel arbitrale la cui costituzione è di competenza della Commissione stessa laddove presunti casi di persistente inadempienza di una parte denuncino che l’effettivo rispetto delle sue leggi ambientali sia responsabile di una situazione che danneggia l’occupazione, le aziende, le compagnie o i settori che 1) producono beni e servizi commerciati all’interno dei territori delle parti; 2) sono in concorrenza, nel territorio della parte che si è lamentata, con beni e servizi prodotti o forniti da altri paesi. C’è da ricordare che i provvedimenti riguardanti l’amministrazione delle risorse naturali sono eccettuati da queste procedure.

La richiesta per il ricorso all’istituzione del panel richiede il voto favorevole dei due terzi della CEC.

I panel sono composti da cinque membri selezionati da una lista di esperti indipendenti con esperienza in leggi ambientali e nella loro

applicazione o nella risoluzione di dispute internazionali . Una volta formato il panel, questo analizzerà le informazioni fornitegli dalle parti in disputa e da qualsiasi altra parte all’interno del NAAEC.

Dopo aver vagliato le evidenze, il panel fornirà alle parti un primo rapporto . Se, dopo aver ricevuto ed analizzato il rapporto iniziale le parti sono ancora incapaci di risolvere la disputa, allora il panel preparerà un rapporto finale per le parti e la CEC.

Dopo cinque giorni dalla presentazione alla CEC questo rapporto sarà reso pubblico. Se il rapporto finale del panel riscontra una persistente violazione nell’applicazione delle normative ambientali da parte della parte citata in giudizio, allora le parti possono accordarsi per un piano di azione correttivo ; se le parti non trovano un accordo su questo

piano, allora il panel ne impone uno $.

Anche se i provvedimenti di risoluzione delle dispute del NAAEC sono fortemente innovativi essi mostrano anche grossi limiti. Il primo e più evidente è dato dal fatto che questi procedimenti sono esclusivamente intergovernativi; i privati cittadini non possono in alcun modo partecipare a questi provvedimenti né hanno il titolo di ottenere informazioni circa questi procedimenti. In secondo luogo, la gamma di dispute che può essere portata davanti ad un panel arbitrale è limitata; infatti, la definizione di applicazione effettiva elimina tutta

2 ; 2 ;

2 ; 2 ;

una gamma di potenziali dispute. Terzo, lo standard per il quale le dispute possono essere prese in considerazione è alto per il fatto che richiede una persistente configurazione di non applicazione. Quarto, l’interpretazione della definizione di “effettiva applicazione” permette ampi margini per evitare che una disputa arrivi al panel. Infine, l’intero processo risolutorio è piuttosto complicato e comporta un impegno di tempo che crea dei seri dubbi circa il valore che questo processo avrà per un miglioramento concreto della situazione ambientale.

In aggiunta alle procedure di risoluzione delle dispute definite sotto il NAAEC, il Segretariato è anche investito del compito di assicurare l’applicazione delle norme ambientali. Egli,come stabilito dall’articolo 14.1 del NAAEC, può considerare le indicazioni di qualsiasi organizzazione non governativa o persona che asserisce che una parte non sta effettivamente applicando le sue leggi ambientali , e

determinare, sulla base di alcuni criteri esplicitamente delineati ,

quando esistono i presupposti per una richiesta di spiegazioni dalla parte citata. Qualora vengano riscontrati tali presupposti, sarà il Segretariato stesso a chiedere una risposta alla parte sotto accusa fornendogli il testo con le indicazioni accusatorie ed il materiale di supporto. A quel punto la parte sarà obbligata a dare una risposta al Segretariato. Se, dopo questa risposta, il Segretariato ritiene che la denuncia necessiti di ulteriori delucidazioni, potrà richiedere autorizzazione alla CEC per preparare “una documentazione completa dei fatti” (NAAEC, art. 15);tale autorizzazione richiede il voto

favorevole dei due terzi della CEC. Ricevuta l’approvazione, il Segretariato prepara un rapporto basato sulle informazioni pubblicamente disponibili, portate dal pubblico, sviluppate da e per il Segretariato, e fornite dalle parti. A completamento dei propri sforzi, il Segretariato redige una bozza e successivamente una relazione finale per la CEC che può essere resa pubblica con il voto dei due terzi della CEC. Questa relazione non prevede alcun provvedimento conseguente e non implica necessariamente l’impulso per un processo di correzione dei problemi identificati costituendo, per questo, una significativa mancanza nella struttura della CEC.

Sebbene questi documenti non conducano di norma ad altro che ad un rapporto, essi offrono due vantaggi per la protezione ambientale connessa al NAFTA. Per prima cosa, permettono al pubblico di focalizzare l’attenzione sul comportamento delle parti del NAFTA facilitando in questo modo un aumento di consapevolezza nell’opinione pubblica; in secondo luogo, essi possono essere utilizzati per identificare situazioni di persistente non applicazione che possono portare a provvedimenti formali, come descritto sopra.

Inoltre la parte sotto inchiesta può precludere ulteriori inchieste da parte del Segretariato dichiarando che “l’argomento è soggetto di una pendenza giudiziaria o di un procedimento amministrati …”(NAAEC, art. 14.3(a) ). Certamente questi limiti ridimensionano la rilevanza del Segretariato nell’assicurare l’applicazione delle leggi ambientali.

Uno strumento molto importante di cui si serve la CEC per lo svolgimento dei suoi compiti è il piano programmatico triennale, che consente di pianificare ed attuare il programma di lavoro della

Commissione stabilendo una serie di obiettivi strategici ed un approccio disciplinare per la loro realizzazione.

Dal momento che si tratta di un documento strategico piuttosto che prescrittivo, esso viene revisionato annualmente al fine di affinare e migliorare continuamente l’intero programma. Lo sviluppo di questo piano triennale, infatti, risponde alla necessità di stabilire una strategia di medio termine che indirizzi il lavoro della CEC con la flessibilità necessaria ad affrontare nuove sfide e a sfruttare nuove possibilità.

Il lavoro è incentrato su quattro aree programmatiche:

• Ambiente, economia e commercio

• Conservazione della biodiversità

• Inquinanti e salute

• Legge e politica

I contenuti derivano da un documento del Consiglio, la “Shared Agenda for Action” in cui sono confluiti tutta una serie di input provenienti dai gruppi di lavoro della Commissione e dalle consultazioni pubbliche svolte dalla JPAC. Inoltre il piano tiene conto delle proposte di altri corpi consultivi come i NAC e i GAC mentre a livello non governativo incorpora i suggerimenti di ampie fasce dei settori produttivi privati sulla base di consultazioni su temi specifici come l’utilizzo di sostanze inquinanti e la qualità dell’aria.

La realizzazione degli obiettivi esposti nel piano programmatico triennale e nel programma annuale di lavoro sono conseguiti

attraverso la realizzazione di specifici progetti che, a loro volta, richiedono l’utilizzo di strumenti di volta in volta diversi.

Ogni nuovo progetto è preceduto da una “fase di ricerca delle informazioni”, volta a valutare i più promettenti percorsi di lavoro da compiere all’interno di una determinata area di lavoro, e ad evitare che il progetto vada a sovrapporsi al lavoro già svolto da altri. Dopo questa fase segue spesso una “fase pilota” usata per testare un modello o una strategia in un determinato contesto. L’utilizzo di questi test permette di affinare e migliorare i modelli o le strategie prima di applicarli su più ampia scala con un conseguente risparmio di energie e risorse.

Il piano programmatico triennale include, in linea di massima, una varietà di progetti che abbracciano l’intero spettro di azione, dalla fase iniziale di raccolta delle informazioni fino all’ultima fase di miglioramento del progetto.

2.3 LE ALTRE INIZIATIVE AMBIENTALI PORTATE AVANTI