3. IL MONDO CINEMATOGRAFICO DI WONG KAR-WA
3.2 Il “metodo” Wong Kar-wa
Wong Kar-wai è un regista con uno stile esecutivo davvero unico. Ogni suo film è riconoscibile e rappresentativo del suo metodo di lavoro. Ha la capacità di fondere linguaggi e generi diversi (melodramma, film d’azione, commedia) in uno stile sperimentale, proprio di quei registi della Seconda Nuova Ondata.45 La sua fama nel mondo cinematografico contemporaneo si deve in gran parte al suo talento pittorico, alla sua capacità di trascinare lo spettatore all’interno delle proprie opere, grazie anche all’uso suggestivo delle immagini.
Una delle tecniche usate da Wong Kar-wai nei suoi film consiste nel creare una rete immaginaria tra due personaggi e poi intrecciarne i loro destini con altri due personaggi, fino a esaurire possibili accoppiamenti e relazioni: basti pensare a Hong
Kong Express, in cui vengono sviluppate due storie, due incontri probabili nella
metropoli di Hong Kong, quello tra il poliziotto in borghese e la trafficante di droga e quello tra il poliziotto in uniforme e la cameriera; in In the Mood for Love viene narrata la relazione tra un uomo e una donna, entrambi sposati; in Happy Together si vede una coppia di omossessuali in esilio a Buenos Aires. La coppia è la vera protagonista nei film di Wong Kar-wai. La narrazione nel film del regista, quindi, è fondata su un incastro di storie, su un intreccio fra due o più episodi che vanno a costituirsi in modo sia autonomo sia complementare.
Importante per Wong Kar-wai è stata l’influenza della letteratura ispano- americana, in particolare lo scrittore Gabriel García Márquez46 e Manuel Puig.
Quest’ultimo è stato letto e ammirato da Wong, il quale ha apprezzato il suo caratteristico modo di scrivere. La costruzione della storia, in Puig, è basata non sulla presenza di un narratore onnisciente, ma sull’utilizzo di materiali diegetici diversi che contribuiscono alla comprensione del testo.47 Wong Kar-wai eredita da Manuel Puig
45 I film dei registi della Seconda Nuova Ondata sono dominati dal tema della preoccupazione del
futuro politico e sociale dell’ex colonia, dal tema dell’identità di Hong Kong.
46 Gabriel García Márquez (1927-2014) è stato uno scrittore e giornalista colombiano, che nel 1982 ha
vinto il Premio Nobel per la letteratura. Wong Kar-wai ha riconosciuto di essersi ispirato nella stesura di una sceneggiatura. Con la lettura di Cronaca di una morte annunciata (1981), il regista ha riproposto il metodo di raccontare storie dello scrittore, presentando un evento così come viene percepito da più punti di vista.
47 La diegesi va intesa come un costrutto che nasce da una forma di cooperazione fra un racconto e il
suo destinatario: il primo presenta degli elementi sparsi di un mondo, il secondo li congiunge fra loro allargando il campo anche a tutto quello che non è espressamente indicato, ma è implicito. Si definisce, quindi, diegetico (o intradiegetico) tutto ciò che fa parte del mondo della diegesi. Per esempio la musica: essa è intradiegetica quando è dentro il mondo diegetico (trasmessa da una radio, prodotta da un’orchestra), quella musica che sentono, o possono sentire, anche i personaggi del film; la musica è
l’uso dei dettagli e di indizi, che sono rintracciabili nelle opere, frammenti di emozioni, gesti, parole e avvenimenti importanti. L’influenza dello scrittore spinse Wong a girare un film negli ambienti e nel paesaggio umano che il regista conosceva tramite la letteratura: l’Argentina.48
Un’altra tecnica usata dal regista è la voce-off omodiegetica, in cui un personaggio che appartiene alla storia la racconta allo spettatore dopo molto tempo. La voce-off proviene sempre dall’interno della storia, i personaggi raccontano le loro storie, nella mancanza di un altro personaggio in grado di ascoltarli, essi parlano a loro stessi. In Happy Together viene riscontrata questa tecnica narrativa, con i due personaggi Lai Yiu-fai e Chang che raccontano in voce-off malinconica; in In the
Mood for Love viene abbandonata totalmente, lasciando spazio ai gesti, agli sguardi,
all’andatura dei personaggi. La voce-off era una tecnica narrativa poco in uso nel cinema di Hong Kong prima di essere utilizzata nei film di Wong Kar-wai, era considerata una “figura troppo letteraria e rischiosa”.49 Prendiamo come esempio i due finali di Happy Together e In the Mood for Love. Nel primo viene raccontata la leggenda che andando nel luogo più a sud per scacciare il proprio dolore e i propri dispiaceri, la persona potrà riprendersi indietro la sua vita. Ecco che la voce di Lai Yiu-fai (il suo singhiozzo) registrata dall’amico Chang, viene liberata al faro di Ushuaia.50 In In the Mood for Love, invece, troviamo un’altra tradizione secondo cui se un uomo ha un segreto che non vuole rivelare, deve sussurrarlo nel foro del tempio di Angkor Wat, perché sia custodito fino all’eternità. Il messaggio in entrambe le sequenze è lo stesso: l’uomo deve imparare dalle proprie sofferenze a diventare migliore. Nel caso di Happy Together l’uomo doveva liberarsi dal passato e dimenticare, mentre in In the Mood for Love l’uomo conserva il suo passato nel tempo della memoria. La funzione di questi monologhi dei personaggi, quindi, è quella di sostituire i dialoghi.
extradiegetica, quando è solo di commento e non interna alla diegesi, ma si sovrappone ad essa e che solo gli spettatori possono sentire (si veda in Happy Together quando la voce di Tony Leung narra le sue emozioni accompagnato dalla musica in sottofondo). Gianni Rodolino, Dario Tomasi, Manuale del film. Linguaggio, racconto e analisi, Torino, 1995, pp. 15-16.
48 Il libro di Manuel Puig a cui si fa riferimento è The Buenos Aires Affair del 1973, un romanzo
poliziesco con forte valenza psicologica. È un romanzo, infatti, che racconta il disagio di vivere che accomuna i due protagonisti. Sono un uomo e una donna smarriti che ricercano l’amore, incapaci di allontanarsi dal passato, un passato che è stato segnato anche da un episodio buio e sanguinoso, che non cessa di agire e che diventa un’ossessione. Manuel Puig, The Buenos Aires Affair, a cura di Angelo Morino, Palermo, Sellerio, 2000.
49 Leonardo Gliatta, Wong Kar-wai, Roma, Dino Audino Editore, 2004, p. 55.
50 Ushuaia, capoluogo della provincia Argentina, è la città più australe del mondo. Si trova sulla costa
La colonna sonora nei film di Wong Kar-wai è un fattore rilevante. Di volta in volta il regista ha dovuto porsi un duplice obiettivo: studiare un accompagnamento che, da una parte ricreasse la realtà musicale e culturale degli anni Sessanta, e dall’altro stabilisse un rapporto di sintonia, un dialogo con lo spettatore e i personaggi. Stupisce, nel caso di In the Mood for Love e 2046, che Wong abbia fatto realizzare solamente un paio di brani, mentre per il resto si è servito di musiche preesistenti. Quasi tutte le canzoni che accompagnano i due film non sono infatti originali. Ne risulta un effetto di “già visto”, dato che il regista gioca a mettere insieme materiali musicali provenienti da ambiti diversi, da un altro paese, da un’altra epoca. Wong Kar-wai mescola, quindi, generi musicali diversi. Sempre in In the
Mood for Love e in 2046, per esempio, affianca il valzer a ritmi sudamericani, canzoni
in lingua straniera (inglese e spagnolo) a brani della tradizione locale.
Questa mescolanza di generi musicali rimanda alla natura multiculturale di Hong Kong, in cui il pensiero orientale e occidentale si combinavano. Oltre alle canzoni in mandarino, negli anni Sessanta, non mancavano quelle in lingua inglese, interpretate da artisti locali e diffuse soprattutto tra i giovani.51 La scelta di numerose canzoni in spagnolo deriva da fattori autobiografici e affettivi52, come avviene in In
the Mood for Love, oltre che da un fattore storico, in cui Wong ha spiegato molte
volte nelle sue interviste che la musica latina costituisce un “riferimento temporale” nel film.53 Infatti, negli anni Sessanta le musiche latine erano molto popolari a Hong
Kong, sia nelle radio sia nelle sale da ballo, perché molti degli artisti attivi nella colonia provenivano dalle Filippine, dove l’influenza ispanica era molto forte. In
Happy Together i brani Tango Apasionado di Astor Piazzolla e Cucurrucucù Paloma
di Caetano Veloso sono giustificati dal momento che la vicenda si svolgeva per grande parte a Buenos Aires.
51 Bengwan solo (titolo inglese By The River Of Love) eseguita da Rebecca Pan all’inizio degli anni ’60
a Hong Kong e suonata brevemente nel film In The Mood For Love, nel quale interpreta l’affittuaria di Su Li-zhen, Mrs. Suen.
52 La presenza di alcune canzoni del repertorio spagnolo di Nat King Cole, nome d’arte di Nathaniel
Adams Coles (1919-1965), come Aquellos Ojos Verdes, Quizas, Quizas, Quizas e Te Quiero Dijiste, deriva da fattori affettivi, perché era il cantante preferito dalla madre di Wong Kar-wai.
53 David Schwartz, A Pinewood Dialogue with Wong Kar-wai,
http://www.movingimagesource.us/files/dialogues/3/71112_programs_transcript_html_303.htm, 3 aprile 2008 (consultato il 5 febbraio 2013), Scott Tobias, “Wong Kar-wai”, The Onion A.V. Club, http://www.avclub.com/article/wong-kar-wai-13700, 28 febbraio 2001 (consultato il 28 febbraio 2013).
Ciò che contraddistingue tutta la produzione di Wong Kar-wai dagli altri registi riguarda proprio il suo metodo stilistico, uno stile sperimentale, innovativo, non si accontenta della soluzione più semplice, ma è sempre in cerca di nuovi modi di raccontare per immagini. Assegna un ruolo primario alle riprese, non c’è una sceneggiatura ben precisa, o meglio, come dice Silvio Alovisio, “non prevede una dettagliata sceneggiatura ma solo poche pagine di appunti da modificare durante il tournage, in base alle suggestioni delle location e al lavoro di direzione degli attori”.54
I dialoghi vengono modificati continuamente, come anche alcuni personaggi che cambiano identità. Spesso il regista lascia spazio all’improvvisazione sul set. L’effetto che permette di rappresentare visivamente lo stato psicologico dei diversi personaggi avviene attraverso una serie di tecniche, quale il ricorso a riprese accelerate e rallentate, l’uso dei fermi immagine e step-framing, che crea una specie di illusione di rallentamento, pur mantenendo la durata reale dell’azione, quest’ultima bloccata in una serie di freeze frames, che servono a dare un ritmo più lento e serve a far vedere di meno (come avviene, ad esempio, in Angeli Perduti nella scena in cui si vede una fiamma provenire da una pistola, ma non il momento in cui è stato premuto il grilletto), la differenza tra azione e staticità che separano i diversi elementi e i personaggi che sono presenti nella scena, basti pensare a Hong Kong Express in cui il poliziotto Tony Leung beve un caffè sullo sfondo, con l’uso del ralenti, mentre in primo piano vediamo una serie di passanti che attraversano a grande velocità lo schermo. Il tempo è l’altro fondamentale del cinema di Wong Kar-wai che andremo a
discutere più dettagliatamente nel capitolo successivo.