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LA VISIONE DEL TEMPO IN WONG KAR-WA

Wong Kar-wai è considerato il “poeta del tempo” e nei suoi film esso si manifesta in varie forme, come un tempo della velocità, del ricordo, della memoria, dell’attesa.55 Il segno più evidente dell’importanza del tempo è rappresentato dai titoli dei suoi film. Alcuni di essi, infatti, enfatizzano aspetti temporali ed eventi transitori, come As Tears Go by, Days of Being Wild. Altri mettono in rilievo la questione della velocità, come Hong Kong Express, o includono semplicemente la parola “tempo”, come in Ashes of Time. I film di Wong Kar-wai si caratterizzano per la presenza di grandi orologi presenti negli uffici di Chow e di Su Lizhen in In the Mood for Love, o nella stanza di Su Lizhen e nella strada in cui la ragazza incontra il poliziotto di Days

of Being Wild, nonché di calendari, che non sono solamente parte dell’immagine

scenica, ma sono elementi importanti dal punto di vista narrativo e simbolico dei film.56 Lo sguardo dei personaggi è rivolto a questi soggetti che portano a una serie di

commenti, spesso in voce fuori campo sulla questione del tempo, come accade, ad esempio, in Days of Being Wild, in cui si vede una donna che, con cura, strofina un orologio: con questa immagine, il regista vuole manifestare l’importanza del tempo.

Nelle pellicole di Wong Kar-wai, il tempo diviene, fin da subito, il vero protagonista: si tratta di un tempo alterato, frantumato, rielaborato secondo una cadenza e una scansione soggettive. L’attenzione è rivolta verso il tempo che è stato e che si cerca in tutti i modi di riafferrare, ma è anche, l’ossessione per il tempo che sarà, per il futuro che scorre via, prima ancora di essere arrivato.

Ad esempio In the Mood for Love e Happy Together si basano sul concetto del “momento”, ma descritti in maniera diversa. Il primo è ispirato al romanzo Un

incontro di Liu Yichang, i cui protagonisti vagano per le strade di Kowloon,

incontrandosi per un solo istante. La stessa cosa accade, in un certo senso, per il giornalista Chow e Su Lizhen, le cui strade si incontrano ma, non riuscendo a manifestare la propria passione, rimpiangeranno quel momento mancato. Nel secondo, i protagonisti, verso la fine del film, comprendono la verità su se stessi e sul mondo. Mentre Lai Yiu-fai fissa le cascate di Iguaçu, dall’altra parte Ho Po-wing, introdottosi nell’appartamento di Lai, gioca con la lampada-souvenir e poi scoppia in lacrime, rendendosi conto che non vedrà mai più Lai.

                                                                                                               

55 Janice Tong, “Chungking Express: Time and its Displacements”, op. cit., pp. 47-54.

56 Elizabeth Wright, “Wong Kar-wai”, Senses of Cinema, http://sensesofcinema.com/2002/great-

Questo tema diventa un elemento attraverso cui Wong Kar-wai può modellare i personaggi delle sue storie. Ciò che interessa al regista, infatti, è descrivere le percezioni del tempo di ogni personaggio e il suo significato impresso nella loro vita, attraverso la rappresentazione del tempo con strumenti di misurazione. La maggior parte di loro vive a Hong Kong, una metropoli sempre affollata da persone che, di corsa, si muovono per la città. Essi appartengono a ciò che Alvin Toffler definisce come “una società usa e getta”.57 I personaggi dei film di Wong spesso mangiano in

fast food o per la strada, mentre quando sono a casa lo fanno direttamente dai barattoli. Inoltre, non hanno mai un posto dove vivere, ma solitamente affittano un piccolo appartamento, condividendo il bagno e la cucina con altri residenti. Il possedere qualcosa di valore per i personaggi di Wong, non è del tutto importante: è Yuddy che, in Days of Being Wild, regala all’amico la sua macchina prima di partire per le Filippine, nella speranza di ritrovare la sua vera madre. In seguito l’amico, mostrando la stessa indifferenza di Yuddy per le cose costose, vende la macchina e il denaro ricevuto lo dona alla ragazza di cui è innamorato, Mimi, affinché lei possa raggiungere il suo amato nelle Filippine. Il poliziotto 663 nella seconda storia di Hong

Kong Express e Wong in Angeli Perduti non sanno nemmeno che cosa possiedono.

Quando sono fuori, le loro case vengono “invase” dalle donne innamorate di loro: esse puliscono e riorganizzano i mobili, riposizionano vestiti, scarpe, oggetti. Al loro rientro, essi si accorgono che qualcosa è cambiato, come la forma del sapone e il colore del portafortuna del poliziotto 663, tutto questo per dire che le cose, come le persone, cambiano sempre e niente è permanente.

Ogni cosa è in continuo cambiamento, come la cameriera del fast food in

Hong Kong Express che diventa hostess, l’ex detenuto Wong che, in Angeli Perduti,

inizia a lavorare in un ristorante giapponese. In In the Mood for Love, il giornalista Chow lascia Hong Kong per andare a Singapore, mentre l’amante della moglie e il marito della signora Chan sono sempre in Giappone per lavoro. Yuddy e Mimi in

Days of Being Wild partono per le Filippine; Happy Together, infine, è ambientato tra

gli immigrati di Hong Kong e Taiwan a Buenos Aires. Nessuno di loro ha un lavoro fisso o un posto sicuro dove vivere e si muove da un posto all’altro.

Molti personaggi, soprattutto i maschi, evitano anche delle relazioni stabili,                                                                                                                

57 Alvin Toffler, Future Shock, London: The Bodley Head, 1970, cit. in Ewa Mazierska e Laura

Rascaroli, “Trapped in the Present: Time in the Films of Wong Kar-wai”, Film Criticism, Vol. XXV, No. 2, 22 dicembre 2000, p. 5.

come nel caso di Yuddy in Days of Being Wild, il quale abbandona le due donne innamorate di lui, per imbattersi in un lungo viaggio solitario alla ricerca della madre, Wong in Angeli Perduti che rifiuta l’amore della sua agente, Lai Yiu-fai e Ho Po- wing in Happy Together iniziano a vivere insieme, intraprendendo un viaggio verso l’Argentina, ma subito si divideranno. Il risultato, quindi, di questo continuo cambiamento deriva da due fattori: il primo riguarda la professione dei personaggi, come nel caso di Wong, un killer professionista, il quale non riesce a mantenere una relazione stabile, perché costretto a vivere costantemente nel rischio. Il secondo, invece, deriva dalla paura della noia, come per Ho Po-wing in Happy Together, il quale rivolgendosi a Lai Yiu-fai dice: “La vita con te è così noiosa”. La paura della noia spesso si nasconde dietro alla paura di scoprire la vera identità della persona amata.

Un’altra forma che assume il tempo è quella di un punto limite sul percorso delle vite umane, vale a dire che tutte le azioni dei personaggi si spiegano e hanno un senso in virtù di una data, che è quella di scadenza. In Hong Kong Express, che riflette in modo più dettagliato sull’alterabilità dei rapporti tra individui, il soggetto si rapporta all’universo dei fast-food, dei chioschi di bibite e prodotti, che sono rapidamente preparati e altrettanto consumabili. In altri termini, si rapporta a una cultura dell’“usa e getta”, dove i rapporti sono violati, e, quando perdono il loro valore, vengono gettati via. Nelle prime sequenze del film la matricola 223 e la donna con la parrucca bionda si scontrano, sospendendo quell’istante per un lungo attimo con lo sguardo rivolto verso l’orologio che scatta segnando le ore 9:00 del 28 aprile. Per ben tre volte quell’orologio ritornerà in dettaglio, facendo scattare ogni nuovo giorno del tempo della storia. Tutto l’episodio è retto da una sola data di scadenza: il 1° maggio, il giorno del venticinquesimo compleanno di 223.58 Se entro tale data la sua amata non sarà ancora tornata, egli allora considererà scaduto il loro amore. Lo stesso giorno è il termine ultimo della donna bionda per completare il traffico di droga. Dopo che l’affare è andato in fumo, il 1° maggio diventa, quindi, un “giorno- limite” per lasciare Hong Kong. Alle 6 in punto di quel giorno, la donna lascia un messaggio di auguri al poliziotto 223, e in quell’istante egli si sentirà innamorato di quella misteriosa donna, anche se in modo forzato, a dimostrazione che la sua                                                                                                                

58 Il 1° aprile Ah Mei, la fidanzata della matricola 223, lo lascia senza una motivazione. Da quel

momento, per superare il lutto della separazione, 223 ogni giorno comprerà un barattolo di ananas (il frutto preferito della sua ragazza) con scadenza il 1° maggio, data del suo compleanno.

relazione con la sua ex fidanzata è ormai “scaduta” e appartiene al passato.

Un altro esempio di dipendenza dalle date si ritrova anche in Days of Being

Wild. All’inizio del film, Yuddy chiede a Su Lizhen di guardare il suo orologio per un

minuto, e poi dice: “Un minuto prima delle 3 p.m. del 16 aprile 1960 tu eri con me. Grazie a te, ricorderò questo minuto. Da ora siamo amici per un minuto, questo è un fatto che non si può negare.” Yuddy dimostra di essere una persona molto ansiosa e molto legata a degli eventi particolari, che cerca in tutti i modi di ricordare. L’ossessione per le date trasmette ai personaggi il desiderio di cercare una coerenza nel mondo che cambia velocemente.

Il tema del tempo caratterizza anche il legame tra vicende personali e realtà politiche e sociali, ad esempio in Happy Together, al suo rientro a Hong Kong, Lai Yiu-fai apprende dalla televisione la notizia della morte di Deng Xiaoping, nel febbraio del 1997.59 In In the Mood for Love, la didascalia iniziale recita “È un momento di tensione. Hong Kong, 1962”. Le ultime sequenze del film riprendono l’inserto di un cinegiornale d’epoca che documenta la visita ufficiale del generale francese Charles De Gaulle nel 1966 a Phnom Penh, in Cambogia. Il titolo 2046 richiama l’anno in cui Hong Kong cesserà di essere una Special Administrative

Region per diventare un territorio di piena sovranità della Repubblica Popolare

Cinese. La data viene citata nei titoli di coda, in cui vengono spiegati gli accordi sino- britannici del 1984. Durante questo cinquantennio il governo cinese si impegna a non cambiare nulla all’interno dell’ex colonia britannica.

Strettamente legato al tempo è il tema della memoria, presente in maniera diversa in tutta la produzione di Wong Kar-wai, soprattutto In the Mood for Love e

Days of Being Wild ambientati in una Hong Kong degli anni ’60 che, per il regista,

rappresenta l’epoca dell’adolescenza e della giovinezza. Ciò che interessa a Wong Kar-wai è ritornare agli anni Sessanta, rievocando il mood di un’epoca perduta, come poi avverrà in In the Mood for Love, 2046 e La mano, quest’ultima ambienta, invece, nella Shanghai degli anni ’30. Days of Being Wild suggerisce una nostalgia per i tempi passati e per i legami con Shanghai, la città dove in parte è ambientata la storia. In questi anni, il regista visse con la madre a Hong Kong, mentre il padre e i tre fratelli erano rimasti a Shanghai. La rievocazione di questo periodo finisce per essere la ricreazione di un tempo trasfigurato nella memoria, attualizzato attraverso la sfera                                                                                                                

59 Il 30 giugno 1997 avrebbe segnato la data di riconsegna ufficiale di Hong Kong alla madrepatria

dei sentimenti e delle emozioni private.

2046 è, apparentemente, la continuazione di In the Mood for Love, che a sua

volta sembra riprendere l’ultima scena di Days of Being Wild, in cui si vede un personaggio misterioso, interpretato da Tony Leung, che si prepara a uscire da un appartamento. È un film ossessionato dal passato e dai ricordi, e ciò è dimostrato dal suo rivolgersi costantemente al film precedente, il suo “aggrapparsi” a nomi, luoghi e situazioni. La signora Chan scompare e rimane Chow che, tornato da Hong Kong dopo aver fatto il corrispondente a Singapore, ci racconta il srapporto con le donne, diventato ormai effimero, provvisorio. Il personaggio di Bai Ling, interpretato da Zhang Ziyi, diviene l’emblema della carnalità della donna, diversa dalla figura elegante e retrò della signora Chan in In the Mood for Love. Con il procedere della narrazione, si scoprono tutta l’amarezza e la superficialità di questa nuova dimensione di Chow, il suo essere vittima del tempo. Con Wang Jingwen (interpretata da Faye Wong 王菲) si illude di poter vivere un nuovo amore e il romanticismo sembra avere il sopravvento. Tuttavia, questa opportunità gli viene negata: la ragazza, simbolo della purezza e della passione, ama un altro. Impossibile si rivela, anche, la storia con la misteriosa Su Lizhen (interpretata da Gong Li 巩俐), avendo lo stesso nome della sua amata, incarna perfettamente l’ossessione per il passato. In ogni donna che incontra, Chow rivede la signora Chan, spettro del suo ricordo: egli è intrappolato dal ricordo dell’amore fallito anni prima, e, incapace di impegnarsi in una relazione stabile, si rivela vittima della sindrome del cosiddetto “momento mancato”.60 Chow è ormai incapace di liberarsi dal passato e il suo costante guardarsi indietro non gli permette di cogliere il presente, che viene a configurarsi come un tempo mancato.

L’importanza collegata al tempo presente si esprime nella differenza tra quello che si rivela allo spettatore e quello che si nasconde. Nel cinema d’azione tradizionale, lo spettatore conosceva il presente, mentre era del tutto ignaro riguardo al futuro. Nei film di Wong Kar-wai, invece, il futuro ci viene rivelato fin dall’inizio, in voce fuori campo o con la presenza di immagini. Ad esempio la stessa immagine iniziale della foresta tropicale in Days of Being Wild è riproposta alla fine del film, nella scena della morte di Yuddy; in Hong Kong Express, il protagonista ci rivela, fin

                                                                                                               

60 Per il rapporto tra tempo e memoria si veda l’articolo di Stephen Teo, “2046: A Matter of Time, A

dall’inizio, che “55 ore dopo ero innamorato di questa donna”.61

I film di Wong Kar-wai, in conclusione, raffigurano fenomeni postmoderni, come il ritmo di vita accelerato, la mancanza di stabilità e permanenza, il totale dominio del presente sul passato e sul futuro. Il fascino del suo cinema è caratterizzato dal suo gusto per la cultura popolare, per la cura del dettaglio estetico, per la “leggerezza” delle trame, ma soprattutto per la capacità di abbinare immagini e musica. In 2046, il tema di Wang Jingwen, la figlia del gestore dell’albergo in cui Chow alloggia, è Casta Diva di Vincenzo Bellini. Questa musica accompagna la sequenza in cui la ragazza si sporge dal terrazzo del Grand Oriental Hotel mentre studia il giapponese, la lingua del suo innamorato lontano. In questo caso si ha la sensazione che le note acute del brano pervadano letteralmente il cielo di Hong Kong, e che la ragazza si sporga nel vano tentativo di afferrarle.

In In the Mood for Love, le musiche che s’imprimono nella mente dello spettatore sono quelle extradiegetiche62, come il tema principale Yumeji’s Theme, un valzer scritto dal giapponese Shugeru Umebayashi per un film del ’91 di Suzuki Seijun, intitolato appunto Yumeji. Questo valzer sensuale e malinconico ricorre, infatti, in sequenze sottoposte a ralenti, una tecnica usata dal regista per creare un’equivalenza tra il tempo della musica e l’andamento della colonna visiva, in cui Chow e Su Lizhen sono insieme ma non scambiano nemmeno una parola, come i numerosi incontri fugaci negli stretti vicoli e nelle scale, oppure nella scena in cui, per non destare pettegolezzi, Su Lizhen decide di non andare a trovare Chow in albergo. La donna, “prigioniera” nella stanza dei vicini, dà loro le spalle e si ferma davanti alla finestra aperta, sorseggiando un bicchiere d’acqua. Il movimento lento della macchina da presa e la musica non lasciano dubbi su quale sia l’oggetto dei pensieri di Su in quel momento.

Inoltre, l’immagine finale in cui Chow sancisce l’eternità del suo amore, confessandolo dentro la fessura di un muro al tempio di Angkor Wat, è accompagnata da una musica lenta e funebre composta dall’americano Michael Galasso. In questo film, la colonna sonora riveste un ruolo importante, non solo perché fattore necessario per la ricostruzione spazio-temporale del racconto, ma anche per la sua capacità di                                                                                                                

61 Per l’importanza del presente si veda l’articolo di Ewa Mazierska e Laura Rascaroli, “Trapped in the

Present: Time in the Films of Wong Kar-wai”, op. cit.

62 Il suono extradiegetico è quel tipo di sonoro che udiamo noi spettatori, ma non i personaggi del film,

che non si colloca nello spazio della storia narrata, bensì in quello ideale della sua narrazione: in questo caso si riferisce alla cosiddetta musica d’accompagnamento.

accompagnare le immagini, facendo trasparire i sentimenti dei personaggi.

Le canzoni nei film di Wong Kar-wai, sentite più volte nel corso del film, creano un’atmosfera memoriale, prima ancora che la storia sia finita. La musica diviene uno strumento attraverso cui i personaggi evocano e svelano i propri sentimenti, senza il bisogno di ricorrere al linguaggio parlato.