FAM: FONDO ANTICO LIBRARIO DI MONSELICE
1. Il nucleo originario del Gabinetto di lettura
Il patrimonio librario del Gabinetto di lettura, oltre che con acquisti, fu notevolmente accresciuto da lasciti e donazioni di privati e dalle acquisizioni di biblioteche religiose e
conventuali verificatesi a seguito delle soppressioni napoleoniche. Attraverso la puntuale rilevazione delle note d’esemplare è stato possibile individuare volumi un tempo appartenenti a 18 dei soci fondatori e 38 conventi.
Sappiamo che il nucleo iniziale della biblioteca annessa al Gabinetto di lettura era costituito da libri donati dai soci fondatori e che, nel gennaio del 1858240, a soli sette mesi dalla sua apertura, contava circa tremila volumi. Difficile dire con esattezza quanti di essi sono ancora presenti nel Fondo Antico ma, confrontando l’elenco dei soci al momento dell’atto costituivo del
240 «Rivista Euganea», 28 gennaio 1858
Monsignor Evangelista De Piero
Gabinetto di lettura con gli ex libris presenti nei volumi presi in esame, sicuramente la maggior parte di essi provengono dal lascito dell’arciprete Evangelista De Piero (1820-1898)241, titolare per 42 anni, dopo Don Andrea Maggia (1714-1770)242 (il Fondo Antico conserva due vol. con l’ex libris del Maggia: Esercizi spirituali di S. Ignazio, di Giovanni Pietro Pinamonti, impresso nella stamperia del Seminario di Padova, 1738 e L'Eneide di Virgilio del 1581), di S. Giustina, la prima parrocchia monselicense e del vicariato. Professore e Prefetto della Biblioteca del Seminario di Padova recita inoltre l’epitaffio presente a S. Giustina243. Si legge nel suo testamento del 2 maggio 1898 «… se tra i miei libri se ne trovassero alcuni che potessero servire a completare le opere da me già donate al Gabinetto di Lettura di qui, si consegneranno senz’altro a quel Sig. Bibliotecario…»244. Si contano ben 626 volumi con l’ex libris di Evangelista De Piero, quasi tutti timbrati dal Gabinetto di lettura, tranne 87 opere. Degni di nota sono: i Dialoghi di Platone nella celeberrima versione di Marsilio Ficino, del 1533, la Summa di tutti i Concili e i pontefici da san Pietro a Paolo III del 1573, la Descrizione del teatro dell'Italia, Venezia, 1551 di Leandro Alberti, l’Iconologia del Ripa nell’edizione padovana di Paolo Tozzi, 1618, molte opere di Cicerone, e poi opere di autori minori come Lucilio, la raccolta dei frammenti delle satire operata da Francesco Dousa, seconda edizione di Lione stampata a Padova nel 1735, i quattro tomi delle poesie di Gabriello Chiabrera, i quattordici volumi, dei quindici, delle Opere dell’abate Giambattista Roberti, miscellanea di ogni genere prosastico e poetico data alla luce in Bassano a spese del Remondini nel 1789, ma anche opere di scrittori d’oltralpe come Alexander Pope ne I principi della legge morale o sia saggio sopra l'uomo del 1761 o I principi del gusto, impresso nel seminario di Padova, 1792 e infine le Sententiae et exempla ex probatissimis quibusque scriptoribus collecta et per locos communes digesta a cura del portoghese Andrea da Évora (Venezia, 1586), diviso in due tomi, in cui è presente l’ ex libris dell’arcirete De Piero ma anche di Bernardi Sanctini Monscilicensis. Di Bernardo Santini, vissuto nel XVIII, non si hanno notizie biografiche; è citato tra i poeti e scrittori monselicensi perché scrisse Ammaestramenti per dirigere le azioni della vita, raccolti dall’esperienza per erudire i miei carissimi figli, di cui il Fondo Antico conserva una copia, recante
241 Notizie in G. BELLINI, Sacerdoti educati nel Seminario di Padova distinti per virtù scienza posizione sociale,
Padova, 1951, p. 148; L. CARLESSO, “Monselice dall’Unità alla Repubblica” in Monselice nei secoli, a cura di A. Rigon, Monselice, 2009, p. 101; C. CARTURAN, Memorie di storia monselicense…op. cit., p. 35
242
Laureato in teologia, insegnò nel Seminario di Padova storia ecclesiastica, sacri riti e teologia morale. Per un certo periodo presiedette alla biblioteca del Seminario e ebbe anche l’incarico di Esaminatore sinodale. Dei suoi scritti rimane solamente l’opera Theses teologico morales quas in publicam certamen expo nit Franciscus Boaretti, praeceptore et
adiutore Andrea Maggia stampata a Padova nella Tipografia del seminario nel 1769. il resto dei suoi manoscritti furono
bruciati da lui stesso. Notizie in G. BELLINI, Sacerdoti educati nel Seminario di Padova distinti per virtù scienza
posizione sociale, Padova, 1951, p. 234; G. P. FERRARI, Vitae illustrium virorum Seminarii Patavii, Padova, 1799, p.
414 (Tale volume è presente nel Fondo Antico di Monselice coll. 1787)
243 A. LUCIETTO, Gli epitaffi dell’antica pieve di Santa Giustina, Monselice, 2011, p. 37 244
C. CARTURAN, Congregazione di carità, ospitale civile, casa di ricovero Monselice : studio storico-
anch’essa l’ex libris di De Piero Evangelista. Altre cinque opere appartenute allo scrittore sono pervenute al Fondo Antico di cui quattro recano il timbro del Gabinetto e tre l’ex libris di De Piero Evangelista. Ecco quindi uno dei tanti esempi che mostrano gli spostamenti del materiale librario.
Se si prende in esame il volume Isocratis rhetoris atheniensis orationes et epistolae grauitatis & suauitatis plenae de Greco in Latinum pridem couersae ... stampato a Lutezia nel 1553 (coll. 149), attraverso le note manoscritte si può tentare di ricostruire il percorso del libro stesso. In esso compaiono due note manoscritte: sulla sguardia anteriore Ex libris De Piero Evangelista, sul frontespizio Ex libris Bernardi Sanctini Monscilicensis, il timbro del Gabinetto di lettura di Monselice e una vecchia segnatura sulla I carta di guardia verso in C°. n°. 10 Lib. IX. Dal momento dell’uscita dall’officina tipografica nel 1553 è possibile che il volume, prima di entrare in possesso di Bernardo Santini nel corso del Settecento, facesse parte di una biblioteca, vista la vecchia segnatura posta sulla prima carta di guardia e le altre numerose opere presenti nel Fondo Antico di Monselice che riportano lo stesso tipo di segnatura. Grazie
alla pratica di molte biblioteche, in particolare dei conventi, di registrare la collocazione assegnata a un determinato testo è possibile infatti, attraverso lo studio in fase di catalogazione, ricostruirne virtualmente le loro consistenze. Attraverso il controllo incrociato con i dati contenuti nei cataloghi manoscritti e i volumi recanti le collocazioni originarie che si sono conservati delle biblioteche conventuali è possibile attribuire un volume alla libraria del convento di appartenenza. Potrebbe trattarsi quindi di una biblioteca conventuale e ciò sarebbe confermato dal fatto che in un caso il Santini è nominato come Fratris245. Il libro comunque passa poi in possesso di Bernardo Santini nel
245 Cfr. nota manoscritta del volume conservato in FAM Philippi Cluverii Introductionis in vniuersam : geographiam
tam veterem quam nouam libri 6. accessit p. Bertij Breuiarium orbis terrarum / Philippi Cluverii. - Venetis : apud
Balleonium, 1674. - 465 p. ; 13 cm. COLLOCAZIONE: 320
Isocratis rhetoris atheniensis orationes et epistolae grauitatis & suauitatis plenae…, frontespizio, coll. 149
corso del Settecento e successivamente di De Piero Evangelista tra il 1820 (anno della sua nascita) e il 1857 anno in cui lo dona al Gabinetto di lettura. Da quanto esposto si evidenzia quanto importanti siano le note manoscritte, in quanto possono condurre chiunque se ne accosti allo studio a conoscere i numerosi passaggi che hanno avuto per oggetto un determinato volume.
Tornando al nucleo originario del Gabinetto di lettura di Monselice, ai volumi dell’arciprete Evangelista De Piero si aggiungono le opere con gli ex libris degli altri soci fondatori: il possidente liberale Giacinto Bianchi Baggiani (un vol., le Epistole di Cicerone246), Binello Gio Maria (il Codice civile pel regno d'Italia di Napoleone247 in due voll.), il dottor Giuseppe Carleschi (1826- 1894)248 (dieci voll., in cui compaiono i latini Terenzio e Seneca e il greco Diogene), lo scrittore Andrea Cocchi249 (due voll. di ambito locale, Stanze per l'incendio seguito nel tempio di S. Antonio di Padova250 e la Vita del beato Gregorio Barbarigo251 cardinale e vescovo di Padova), il dott. Antonio De Pieri252 (tre voll. di ambito locale, tra cui il romanzo storico di Cecilia di Baone nella sua prima edizione veneziana del 1829 e 17 fascicoli del Gabinetto scelto di novellieri italiani e stranieri del secolo decimonono253), Don Luigi Faccioli (cinque voll. di carattere religioso), l’appassionato cultore della storia di Monselice Giuseppe Gambarotto (cinque voll. tutti di carattere locale, tra cui un manoscritto compilato dallo stesso Gambarotto e due volumi di Giacomo Ferretto ecclesiastico presso la Collegiata di S. Giustina di Monselice e benemerito ricercatore di antiche memorie), Don Luigi Gottardi (12 voll. della Istoria d’Inghilterra di David Hume254 e i sette tomi dell’ Amadigi di Gaula del Tasso), il prete Pietro Mabellini (tre voll., tutti di uso pratico, tra cui l’opuscolo per costruttori di orologi Horologi elementari, divisi in quattro parti. Nella prima parte con l’Acqua. Nella seconda con la Terra. Nella terza con l’Aria. Nella quarta col Fuoco. Alcuni muti, & alcuni col suono. Tutti facili, e molto comodi, di Domenico Martinelli spoletano, Venezia, per Bortolo Tramontino, 1669), il sindaco Giovanni Pertile (1817-1898)255 (21 voll. non
246 Stampato nella Tipografia del seminario di Padova nel 1740 247
Milano : Reale Stamperia, 1806
248 Fervente patriota, allievo ginnasiale di Stefano Piombin, disinvolto verseggiatore d’occasione, autori di alcuni
opuscoli commemorativi o di sapore polemico…espresse la propria fede liberale dando un’adesione fattiva per la fondazione del Gabinetto di lettura nel 1857 e della Società operaia nel 1864. Notizie in R. VALANDRO, Monselice e
gli anni del Risorgimento 1848-1866: i fatti e i protagonisti di un evento epocale, Monselice, 2011, Pp. 35-36
249 Di ingegno versatile , si dilettava di lavori di vario genere. È noto per i suoi scritti inediti sulla storia di Monselice.
Fu uomo di noteveole importanza a Monselice, promotore e animatore di feste in occasione delle solennità. Notizie in C. CARTURAN, Memorie di storia monselicense : dall’Unificazione alla Seconda Guerra Mondiale, a cura di F. Rossetto, Monselice, 1990, p. 60
250 Padova : nella stamperia Conzatti, 1749 251 Padova : presso Carlo Scappino, 1761
252 Podestà a Monselice negli aultimi anni della dominazione austriaca e poi sindaco. Notizie in M. CARNIELLO,
“Monselice tra Sette e Ottocento” in Monselice: storia, cultura e arte di un centro “minore” del Veneto, a cura di A. Rigon, Monselice, 1994, p. 315
253 Venezia : T. Fontana, 1839
254 Venezia : Giuseppe Picotti, 1819-1826 255
Coprì molte cariche cittadine e fu sindaco per 24 anni in varie riprese. Notizie in C. CARTURAN, Memorie di
tutti pervenuti al Gabinetto di Lettura all’atto della sua costituzione, dato che molti sono stati stampati dopo il 1857. Si tratta comunque di libri dei più svariati generi, come la Gerusalemme liberata del Tasso o la Relazione dello scavo esguito dal Municipio di Padova su la Piazzetta Pedrocchi l'estate dell'anno 1877 e il catalogo delle Iscrizioni romane del museo di Este donato al Pertile dal sindaco di Este), l’ingegnere architetto Dott. Lorenzo Pollettini (un vol., Le prime storie di Aleardo Aleardi nella sua prima edizione del 1857 con immagini ispirate a vicende bibliche), il possidente Diomiro Spasciani (due seicentine), l’abate Tommaso Tosi256 (41 voll., tra cui alcuni di carattere pratico/religioso, come il Confessore diretto per le confessioni della gente di campagna di Alfonso Liguori, Fuligno, 1821, La redenzione del genere umano annunziata dalle tradizioni e dalla fede religiosa e adombrata dai sacrifizj di tutti i popoli, Venezia, 1829, Gli apologisti involontarj della religione cristiana, Venezia, 1829, due copie dell’ L'Emilio disingannato dello scrittore ascetico Alfonso Muzzarelli e altri di carattere storico, come Della Historia d'Italia di Girolamo Brusoni, Venezia, 1671 o l’incompiuta Istoria universale di Francesco Bianchini), Don Evangelista Toffoletto (45 voll. di carattere religioso, ma non solo; c’è un Omero che spunta, in greco, da Amsterdam nel 1707 e ben cinque opere dello scrittore britannico Walter Scott) e Giuseppe Zorzi (un vol.).
Anche il dott. Giovanni Rezzente e l’abate Stefano Piombin compaiono tra i soci fondatori del Gabinetto di lettura ma non contribuiscono alla formazione del nucleo iniziale della biblioteca perché il primo“deposita” le sue 150 opere al Gabinetto di lettura nel 1860 per poi donarle allo stesso definitivamente nel 1876 e il secondo lascia, per volontà testamentaria, la sua ricca libreria all’istituzione monselicense nel 1887257. Di Giovanni Rezzente258 si sa poco o nulla; è l’autore di due opere in versi nelle quali si mostra apertamente schierato a fianco dei volontari combattenti. Nel 1874 edita in Adria un Carme dedicato al Petrarca. Il secondo componimento invece compare a Monselice nel 1879 e offre alcuni Saggi di eroismo matermo, nei quali l’autore immagina di rivolgersi alle madri dei giovani morti in battaglia per un’Italia che stava tornando libera e unita. Il Rezzente fu sicuramente un monselicense, medico di professione, come dimostra l’opuscolo diffuso da Giuseppe Carleschi In risposta alla pubblicazione del dott. Giovanni Rezzente in causa del concorso Tassello di Monselice. Il medico Antonio Tassello morì nel 1629 lasciando i propri beni al ‘Collegio degli Ecc. Signori Medici di Padova’ con l’obbligo di eleggerne uno da inviare a servire la comunità di Monselice. Fu in occasione della nomina di Stanislao Carazzolo che il
256 Di lui non abbiamo notizie, ma potrebbe trattarsi dell’abate di Conselve, in quanto è nominato nell’elenco degli
associati all’edizione della Storia Universale provata con monumenti di Francesco Bianchini, pubblicata da Giuseppe Battaggia di Venezia tra il 1855 e il 1827 di cui il Gabinetto possiede la copia donata proprio da Tommaso Tosi.
257 Eredità Piombin ab. Cav. Stefano in: C. Carturan, Congregazione di Carità, Ospitale civile, Casa di Ricovero,
Monselice, Studio storico amministrativo, Monselice, 1911, pp. 405- 410
258
Notizie in R. VALANDRO, Monselice e gli anni del Risorgimento 1848-1866: i fatti e i protagonisti di un evento
Carleschi pubblicò l’opuscolo sopra citato, forse per chiarire le corrette procedure burocratiche espletate, oggetto della critica del Rezzente. Un’ulteriore conferma delle origini monselicensi e della professione di medico del Rezzente è data dalla lettera con cui dona parte della sua raccolta libraria al Gabinetto di lettura259, e soprattutto dall’inventario stilato dall’allora bibliotecario del Gabinetto di Lettura Don Luigi Gottardi, nel quale elenca per ogni opera l’autore, il titolo, lo stampatore, il luogo di stampa, l’anno di stampa, il formato e il numero dei volumi. Ad un attento raffronto di tale inventario con i titoli, che oggi formano il patrimonio dell’antico Gabinetto di lettura, e con gli ex libris contenuti all’interno dei volumi, risulta che 104 di essi (per un totale di 310 voll.), su 150 donati, è ancora presente. Si tratta di libri di ogni genere: molti sono i manuali di medicina e anatomia patologica e descrittiva del corpo umano (es.: Ostetricia teorico-pratica con atlante di figure tratte dai più pregiati autori e migliorate secondo i progressi della scienza di Giovanni Raffaele260, Sulla struttura del corpo umano di Samuelet T. Sommerring261, Manuale di anatomia descrittiva del corpo umano di Antoine Laurent Jesse Bayle262 ecc…), ma anche di storia, in particolare della storia d’Italia (Storia d'Italia di Francesco Guicciardini, Milano, 1850), di legislazione, di arte e non mancano i classici del Tasso, di Leopardi, del Petrarca, del Boccaccio e così via.
Dell’abate Stefano Piombin e del suo testamento si è già ampliamente parlato nel capitolo di questa tesi sullo Sviluppo del patrimonio librario del Gabinetto di lettura e l’eredità Piombin, quindi qui mi soffermerò ad analizzare la consistenza del lascito. Si contano 98 volumi in cui compare il nome del Piombin e in ben 27 di essi anche l’ex libris Balthassaris Bellati. Baldassare Bellati263 fu arciprete della pieve di Santa Giustina di Monselice dal 1783 al 1808, conosciuto per aver riscattato, a proprie spese, i preziosi reliquiari della Collegiata requisiti dai francesi e dalla loro ondata rivoluzionaria che investì Monselice sul finire del Settecento264. Cospicuo, ma non identificato, dovette essere il lascito dell’arciprete Bellati a Santa Giustina265 ed è probabile che molte delle sue opere librarie siano successivamente entrate a far parte della ricca libreria dell’abate e collezionista Piombin. In che modo la sua collezione si sia arricchita nel corso degli anni lo dimostra un’attendibile testimonianza di Celso Carturan:
259 Vd. Appendice, Donazione Giovanni Rezzente 260 Napoli : C. Batelli, 1841-1843
261 Crema : A. Ronna, 1818-1823 262
Firenze : Tip. Catelacci, 1839
263 A. MAZZAROLLI, Monselice. Notizie storiche, Padova, 1940, p. 101
264 M. CARNIELLO, “Monselice tra Sette e Ottocento” in Monselice: storia, cultura e arte di un centro “minore” del
Veneto, a cura di A. Rigon, Monselice, 1994, p. 301
265
C. CESCHI, “Una rassegna del patrimonio artistico tra Settecento e Ottocento” in : storia, cultura e arte di un centro
A quanto mi hanno sempre raccontato i vecchi monselicensi contemporanei del Piombin, questi effettuò la sua raccolta con molta furberia approfittando dell’ignoranza e della inesperienza di chi possedeva oggetti di valore artistico facendoseli consegnare gratuitamente o mediante insignificante compenso. Qualche sacerdote ebbe poi facilitata la possibilità di ottenere, in quei tempi in cui non si andava tanto per il sottile, dalle chiese vari arredi artistici sotto il pretesto di arricchire il Museo e promettendo di mantenere inviolata, a favore delle chiese, la proprietà degli oggetti stessi. Ma, passati alcuni lustri, cambiati i preposti alle chiese, il diritto di proprietà andò man mano sfumando e mancarono comunque le prove per farlo valere. Se vogliamo, il Piombin non fece che quello che comunemente viene praticato dagli antiquari furbi e intelligenti ...266.
Accanto a numerose opere di carattere religioso (come il testo fondamentale dei Canoni e i Decreti del Concilio di Trento, nel fondo monselicense in due copie stampate subito da Paolo Manuzio nel 1563 e ’64) e teologico si trovano opere che rappresentano la letteratura italiana cinquecentesca (come l’Arcadia del preclarissimo poeta Messer Iacobo Sannazaro, stampata a Venezia da Giovanni Tacuino de Trino nel 1519) e di carattere scientifico (la Piazza del Garzoni di tutte le professioni del mondo in una stampa di Venezia, Pietro Maria Bersano, 1638).
Stupisce l’assenza di volumi che attestino la presenza dell’abate Francesco Sartori considerato, insieme al De Piero al Piombin, uno dei personaggi di maggior rilievo della società ottocentesca monselicense. La presenza invece di numerosi volumi appartenuti all’arciprete Evangelista De Piero, ma anche agli arcipreti Baldassarre Bellati e Andrea Maggia che l’hanno preceduto nella reggenza di Santa Giustina, la prima parrocchia di Monselice, mostra come l’antica pieve fosse il vero centro politico, economico e culturale di Monselice fino al XIX secolo. Fin dal Duecento infatti la Collegiata di Santa Giustina è stata la sede in cui risiedevano importanti letterati e i più colti religiosi provenienti dal Seminario di Padova, come De Piero Evangelista o Andrea Maggia considerato dal Ferrari267 uno degli illustri virorum Montissilicis, nobilitando la diocesi di Padova e trasmettendo fecondi impulsi culturali a tutta la popolazione monselicense con le loro pubblicazioni. Purtroppo l’archivio della Collegiata è stato danneggiato nel 1513 ma la documentazione esistente presso altre istituzioni culturali lascia intravedere un passato glorioso. Gianfranco Folena ipotizza addirittura che S. Giustina fosse sede di uno Scriptorium268. In essa infatti maturano opere di grande valore, rari codici miniati oggi conservati presso la biblioteca Capitolare di Padova. La collegiata è stata soppressa nel 1810 e il rimanente archivio è stato asportato da Napoleone. Terminata l'ondata rivoluzionaria francese, l'archivio fu collocato nel Museo civico di Padova e successivamente trasferito all'archivio di stato269.
266
R. VALANDRO, Monselice strada per strada: note di toponomastica, Monselice, 1997, p. 218
267 G. P. FERRARI, Vitae illustrium virorum Seminarii Patavii, Padova, 1799 268 Cfr. http://www.provincia.padova.it/.../poeti_scrittori_secoli.htm
269 Per maggiori approfondimenti si rinvia a S. BERNARDINELLO, “I codici della Collegiata di Santa Giustina presso
la Capitolare di Padova” in Monselice: storia, cultura e arte di un centro “minore” del Veneto, a cura di A. Rigon, Monselice, 1994, pp. 547-563