Le notizie sulla vita del Gabinetto di Lettura nei successivi decenni sono nulle, a parte un trafiletto comparso nel Supplemento mensile illustrato del Secolo, Le cento città d’Italia del 1895 dal quale sappiamo che il Gabinetto di lettura «…conta annualmente in media 40 soci, […] serve unicamente alla lettura, ed è ben provvisto delle più importanti riviste e giornali politici e letterari nazionali.
135 A.C.M, Piombin – Oggetti di provenienza dell’eredità – Vendita, categoria 15, Monselice 12 ottobre 1894 136 A.C.M, Piombin – Oggetti di provenienza dell’eredità – Vendita, categoria 15, Monselice 26 ottobre 1894 137
A.C.M, Piombin – Oggetti di provenienza dell’eredità – Vendita, categoria 15, Monselice 7 novembre 1894
Possiede una biblioteca di circa 10.000 volumi […tra i quali] si conservano pregevolissime pergamene con miniature dell’epoca migliore. Un esemplare manoscritto del trattato De Civitate Dei, di Sant’Agostino, in bellissimi caratteri del 1400. Incisioni e stampe di valore dei secoli XVI e XVII […]»139. A giudicare da queste poche righe, non dovettero essere anni di ampia adesione e di grande vigore, come ci conferma lo stesso Carturan che con poche ma efficaci parole descrive bene lo stato delle cose: «… i soci si aggiravano dalla trentina alla quarantina, la maggior parte di questi si valeva soltanto del diritto della lettura a domicilio dei romanzi e libri del genere, mentre tutt’al più una decina accedeva alla sala di lettura per beneficiare dei giornali e riviste. Erano costoro i soliti vecchi abitudinari esponenti del partito liberale moderato, eterni componenti l’Amministrazione del sodalizio…»140; «… i giornali eran tutti di tinta politica conforme alla mentalità di quel sinedrio e l’acquisto dei libri per l’aggiornamento della biblioteca, seguiva lo stesso metodo»141. Furono anni quindi di stagnazione; pesarono sul mancato sviluppo del Gabinetto di Lettura sicuramente le ristrettezze di bilancio, ma anche i criteri adottati negli acquisti e l’inadeguatezza dei servizi forniti ai soci.
E’ a questo punto che emerse chiaramente l’esigenza di uno «svecchiamento del sodalizio per riportarlo alla sua vera essenza di istituto di cultura per la generalità dei cittadini»142. Il vecchio statuto apparve evidentemente a molti troppo limitativo e superato dall’evoluzione dei tempi, e forse fu la causa della diminuzione del numero dei soci che allarmò chi aveva veramente a cuore la vita del Sodalizio. Il 28 febbraio 1902 fu così nominata una commissione composta da Celso Carturan (che assunse nello stesso anno la carica di Consigliere e vice presidente, mantenute fino al 1911), dal Cav. Dott. Alvise Tortorini e dal Prof. Avv. Angelo Galeno, i quali proposero un progetto di riforma dello statuto conforme alle nuove esigenze della vita sociale del tempo. Nel luglio dello stesso anno fu approvato il nuovo statuto; purtroppo di esso non rimane traccia, ma sappiamo da Celso Carturan143 che rimase quasi inalterato fino allo scioglimento del Gabinetto di Lettura, avvento nel 1939.
Scopo della società del Gabinetto di Lettura, recita lo statuto di pochi anni più tardi e precisamente del 1925, è «la conservazione e l’incremento progressivo della Biblioteca, la lettura di riviste e giornali che offrano ai soci mezzo di sano diletto, di educazione e di istruzione»144. Ma la vera novità consiste «nell’effettuazione di conferenze e manifestazioni di carattere intellettuale e di
139
Le cento città d’Italia, Milano 1895, lunedì 25 novembre, p. 86
140 C. CARTURAN, Origine e fondazioni…, op. cit., p. 1592 141 Loc. cit.
142 Loc. cit. 143
Loc. cit.
coltura popolare»145. Esse, si tenevano nella Sala Garibaldi, annessa al Gabinetto di Lettura. Nel 1923 il Gabinetto di Lettura organizzò tre conferenze in materia di storia locale con interventi del prof. Angelo Main, dell’archeologo Callegari e del prof. Antonio Simionato146 , quindi già lo statuto del 1902 doveva prevedere tra gli scopi quello di organizzare manifestazioni e conferenze.
Gli anni dopo la grande guerra furono comunque i più fervidi e operosi nell’organizzare questi cicli di conferenze e anche qualche concerto, in particolare sotto l’azione prima di Ildebrando D’Agnolo e poi di Celso Carturan che riporta nel suo dattiloscritto, nel capitolo delle Conferenze, alcuni programmi costituenti il ciclo annuale di conferenze organizzati da lui stesso tra il 1927 e il 1928147. Tra aprile e maggio del 1927 ad esempio si è svolto il settimo ciclo di conferenze così organizzato: Dei fasci all’estero – La gloria di Venezia e di Roma con l’intervento dell’avvocato G. L. Cerchiari; Delle Università di Pavia e Milano “Quarta Sponda” visioni della Tripolitania (con proiezioni) con l’intervento del dott. Lino Zecchettini; L’anima di Giuseppe Verdi nell’arte, nella storia e nella gloria, coordinato dall’avv. Cav. Mario Romanelli; Sost. Prov. Del re di Padova – Terra trentina, Rovereto – (con proiezioni) con l’intervento del dott. Cav. Ezio Dusini; La mattina dopo un trionfo con il Maggiore Giannino Antona Traversi; Deputato al Parlamento – “Italia colonica” presieduta dall’onorevole Franco Ciarlantini, e così via per gli anni successivi che vedono susseguirsi concerti sinfonici e conferenze di ogni genere, che disquisiscono sull’identità di Dante Alighieri, di Paolo Veronese e di Napoleone Bonaparte, o sul problema demografico italiano, nonché sui problemi di medicina, come la tubercolosi o addirittura sulle radiazioni luminose nella biologia degli organismi viventi. E infine, degna di nota fu senz’altro la presenza di Filippo Tommaso Marinetti al Gabinetto di Lettura che presenziò all’inaugurazione della prima mostra dei Savarè, un gruppo futurista sorto a Monselice grazie all’entusiasmo di Corrado Forlin e alla collaborazione di Italo Fasolo, allestita proprio al Gabinetto di Lettura il 16 novembre 1936148.
Quella delle conferenze e dei concerti fu dunque un’utile iniziativa che animò la vita del Gabinetto di Lettura; accanto a tali iniziative, un’altra portò ad un incremento strepitoso dell’iscrizione dei soci al Gabinetto di Lettura, passati da una trentina a una sessantina149. Ildebrando D’agnolo infatti, nel 1922, divenuto segretario del Gabinetto di Lettura, diede un forte impulso alla vita del Gabinetto proponendo una fusione di esso con il Circolo Unione, costituito per passatempi serali. Alcuni dei soci iscritti al Circolo Unione si iscrissero così anche al Gabinetto di Lettura; fortunatamente la fusione però non avvenne, perché il Gabinetto di Lettura di Monselice
145
Loc. cit.
146 L. CARLESSO, “Monselice dall’Unità alla Repubblica”, in Monselice nei secoli, Monselice, 2009, pp. 112-113 147 C. CARTURAN, Origine e fondazioni…, op. cit., pp. 1615-1616
148 C. BELTRAMI, “Il gruppo futurista Savarè alla Biennale di Venezia”, in “Quaderni della donazione Eugenio da
Venezia”, p. 47
avrebbe potuto inceppare nella stessa sorte che capitò al vicino Gabinetto di Lettura di Este pochissimi anni prima. Ad Este infatti, nel 1877, si fece la scelta di affiancare alla lettura dei giornali e dei libri un vero e proprio Casino per conversazioni, giochi e intrattenimenti, il che produsse «… un lento ma inarrestabile appannamento delle finalità originarie dell’istituzione»150, in quanto l’impegno degli amministratori e delle risorse economiche da quel momento furono riservate prevalentemente all’organizzazione e alla gestione delle feste e del gioco, dato che i soci, potendo iscriversi o solo al Gabinetto di Lettura, o contemporaneamente al Gabinetto e al Casino, propendevano di gran numero per la seconda opzione151.