• Non ci sono risultati.

PARTE SECONDA

I. I GENERI LETTERAR

II. 2. Il postmodernismo in letteratura

In letteratura la nozione di "postmoderno" è abbastanza morbida e quanto detto sinora è tanto valido quanto insufficiente a descrivere la produzione contemporanea.

Come per le altre discipline, lo scrittore ha la coscienza di aver ricevuto un'eredità importante ma non c'è né volontà d'imitazione (come nell'estetica classica), né volontà di distacco o formalismo (come poteva essere nella prospettiva modernista); la tradizione, l'eredità sono utilizzate per conoscersi, per creare qualcosa di nuovo che meglio si adatti ad una società sconvolta da un secolo segnato da incessanti conflitti, internazionali, nazionali ed individuali. La letteratura contemporanea entra in dialogo con i libri delle biblioteche ma si ricorda perfettamente delle rotture della modernità. Gli scrittori contemporanei sono quelli che hanno ereditato la grandezza delle forme classiche e riescono a conciliarle con il sospetto ereditato dalla fine del XIX secolo, che agiscono con nostalgia e lucidità al contempo.

La letteratura postmoderna è una letteratura colta. Essa s'interroga sul passato e si preoccupa del suo patrimonio, di cui cerca costantemente di rivisitare i vari elementi. In questo senso si distingue radicalmente dalla modernità che lodava la pratica della tabula rasa e privilegiava un'estetica della rottura. Non si deve, tuttavia, fraintendere: né sull'immagine della modernità né su quella velocemente attribuita al periodo postmoderno e poi contemporaneo. La maggior parte degli autori "moderni" furono persone molto colte. Il loro rigetto delle forme tradizionali e degli accademismi, riposava su un'approfondita conoscenza delle opere antiche e, molti testi moderni sono farciti di riferimenti intertestuali. Oggi, si suddivide, però, per convenzione, la storia della letteratura in tre macro-periodi: il periodo classico, che voleva il rispetto e l'imitazione dell'antico, il periodo moderno che prevede la rottura in ogni ambito dell'arte per potersi staccare dai modelli, senza tuttavia disconoscerli; e il periodo postmoderno, che è quello che segna il finire del XX secolo e che è caratterizzato da quanto detto sinora. Questo periodo, a livello cronologico ed artistico, è già stato superato ed in letteratura viene, oggi, definito come extrême contemporain63: non si tratta che di un'ulteriore lettura e sintesi degli altri periodi.

Ciò che è cambiato radicalmente rispetto al passato nel mondo culturale in genere, è l'aspetto commerciale dell'arte. L'evoluzione economica ha reso la vita letteraria un sistema dove gli scrittori, le case editrici, la critica sono legati in maniera indissolubile. La letteratura si trova a doversi confrontare con un mercato sempre più

esigente, ancor più complicato dalla trasformazione delle reti di diffusione. Le piccole librerie sono in crisi e le case editrici indipendenti devono assemblarsi a gruppi più grandi; gli acquisti dei testi passano spesso dalle piattaforme di commercio on-line o dalle catene di negozi. Ciò che preoccupa lo scrittore ed i suoi editori è la questione della visibilità: molte opere vengono pubblicate e gli autori non hanno che pochi giorni a disposizione per restare sugli scaffali delle librerie. La rotazione delle opere è estremamente rapida e selettiva. Anche il sistema dei premi (prix Décembre, prix France-Inter, prix Goncourt, Goncourt des Lycéens, prix du Premier Roman, prix Femina, prix Interallié, prix Médicis ed altri ancora) concorre a questo meccanismo di competizione e talvolta, anziché aiutare i testi ad uscire dall'anonimato, crea scandali64. Insomma, una sorta di vita sociale si organizza attorno alla letteratura, una vita che è un po' come la versione moderna e capitalista di quelli che erano i salotti parigini ottocenteschi. Anche la critica si muove in questo mondo accelerato, creando o distruggendo la fama di un autore in poche parole attraverso i grandi canali di diffusione televisiva, radiofonica ed informatica.

Ma il quadro, fortunatamente, non è totalmente nero. Viart e Vercier sostengono che alcune case editrici stanno lavorando per rispondere alle esigenze creative e non agli interessi economici, anche se probabilmente non hanno vita facile. L'interesse per la lettura si mantiene ancora alto e certe istituzioni, come France Culture, lavorano contro l'uniformazione dell'informazione, o, ancora, certe riviste storiche, come la Revue des Deux Mondes o la Nouvelle Revue Française, rinascono dalle proprie ceneri per esprimere una voce fuori dal coro, insieme ad altre più radicali come L'Atelier du roman o Prétexte65. La situazione è complicata ma non tanto da un punto di vista creativo, visto che gli artisti di valore hanno consapevolezza dei propri mezzi così come il pubblico francese che sa esattamente cosa vuole ricevere, quanto da un punto di vista socio-politico ed economico, visto che è sempre più difficile considerare un'opera nel suo valore intrinseco, slegandola dal contesto in cui viene ricevuta.

64 Per il caso di Michel Houellebecq, cfr. Contesto di ricezione, supra, p. 16.

65 D. Viart, B. Vercier, La littérature française au présent, Héritage, modernité, mutations, Paris, Éditions Bordas, 2005, pp. 22-23.

La nozione di postmodernismo continua, oggi, a mantenere la sua ambiguità. La categoria del postmoderno sembra a molti appartenere già al passato. In realtà la maggior parte delle questioni epistemologiche, estetiche e culturali sollevate dal dibattito che l'ha vista protagonista, tra la fine degli anni Settanta e quella degli anni Ottanta, rimangono di grande attualità. Questa nozione non nasce con l'idea di dare origine ad uno o più movimenti; al di là delle ambiguità del concetto, al di là degli esiti discutibili a cui sono giunte molte delle correnti di pensiero da esso veicolate, essa nasceva per identificare un mutamento prospettico profondo, una trasformazione epocale nella concezione della vita contemporanea. Sicuramente il postmodernismo è superato in quasi tutte le discipline artistiche, ma la nozione di postmoderno, o meglio l'orizzonte postmoderno, è ancora lì, sostanzialmente intatto. Lyotard apre le prospettive del postmoderno, definisce un concetto; questi centra quella che è, forse, la questione primaria ovvero quella dei rapporti tra la razionalità e il sapere tecno- scientifici, da una parte, e la razionalità e il sapere non-scientifici o “narrativi”, dall'altra, i quali rispondono a logiche e linguaggi rispettivamente diversi e sostanzialmente incommensurabili. La questione è ancora aperta. Per cui parlare di postmodernismo, oggi, non è del tutto anacronistico: il movimento postmoderno sarà ormai esausto ma il concetto è quello che meglio definisce, a mio avviso, la condizione della società contemporanea che ha ormai radicalmente mutato la sua prospettiva in questa direzione. Il movimento postmoderno, che ha avuto sicuramente un impatto fondamentale in tutte le discipline dell'arte, si esaurisce nell'arco di un ventennio mentre il concetto di postmoderno, con tutto ciò che comporta, si protrae giorno dopo giorno ed è quello che stiamo vivendo anche in questo istante. Ciò che era mio interesse sottolineare è il fatto che la nozione di postmoderno ha cambiato la prospettiva rispetto alla modernità, ed è questa nuova prospettiva che ho preso come punto di riferimento per fare un'ulteriore analisi de La carte et le territoire: questo testo andrà ad esemplificare alcune tra le tendenze dominati della letteratura contemporanea in Francia e non solo.

II. LA SITUAZIONE LETTERARIA CONTEMPORANEA IN