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PARTE SECONDA

IV. LA CARTE ET LE TERRITOIRE OVVERO UNA MOLTEPLICITÀ DI GENER

IV. 1. Roman e roman policier

Il romanzo è una narrazione in prosa di ampio respiro, caratterizzata da un intreccio nel quale intervengono vari personaggi, e spesso suddiviso in episodi, o capitoli. Si

colloca nell'ambito della finzione. La sua definizione è piuttosto complicata per vari motivi. Innanzitutto è un genere nato in epoca piuttosto recente rispetto ad altri generi ed è fortemente influenzato dal contesto storico e per cui soggetto a continue mutazioni. Inoltre, è un genere misto, per cui, a seconda dell'argomento trattato, si suddivide in categorie minori (romanzo epistolare, romanzo giallo, romanzo storico, romanzo di formazione, ecc.).

Quando un lettore acquista La carte et le territoire è consapevole che sta acquistando un romanzo. Dalla prima all'ultima pagina è impossibile dimenticarsi che siamo di fronte a questo genere. Non si tratta soltanto dell'indicazione roman del frontespizio. Houellebecq ci porta per mano sino all'ultimissima pagina, che è addirittura "fuori" dalla storia, sino ai ringraziamenti, dove dice: «Il va de soi que je me suis senti libre de modifier les faits, et que les opinions exprimées n'engagent que les personnages que les expriment; en somme, que l'on se situe dans le cadre d'un ouvrage de fiction» (C&T, 415).

Effettivamente, il testo può esser letto tranquillamente come un romanzo: abbiamo un personaggio inventato, un artista, figura che nell'immaginario collettivo si presta bene a vivere qualunque genere di peripezia romanzesca, e un intreccio, a tratti piatto a tratti sorprendente. E' interessante la scelta dell'autore di mettere in scena la figura di un artista perché questo gli dà la libertà di descrivere la realtà sociale e politica contemporanea senza correre il rischio d'imbattersi in inutili polemiche. Poi, nella terza parte del testo, come già accennato precedentemente, il tono cambia nettamente e abbiamo immediatamente l'impressione di trovarci di fronte ad un romanzo poliziesco, ad un giallo:

Dès qu'il ouvrit la porte de la Safrane, Jasselin comprit qu'il allait vivre un des pires moments de sa carrière. Assis dans l'herbe à quelques pas de la barrière, la tête entre ses mains, le lieutenant Ferber était prostré dans une immobilité absolue (C&T, 263).

Chi sono Jasselin e il luogotenente Ferber? Perché sarà uno dei peggiori momenti della loro carriera? Si capisce che qualcosa di atroce è successo sin dalle prime righe. Il tono piatto e lineare delle prime parti, lascia spazio alla suspense, al mistero:

Lentement, comme un gosse puni, Ferber leva les yeux, lui jetant un regard de rancune plaintive.

‒ C'est à ce point? Demanda doucement Jasselin.

‒ C'est pire. Pire que ce que tu peux imaginer. Celui qui a fait ça... ne devrait pas exister. On devrait le rayer de la surface de la terre (C&T, 264).

Cosa può esser successo di così atroce da non poter essere neanche immaginato? Il lettore si trova spiazzato. Il patto autore/lettore sembra infrangersi. Dalla storia dell'ascesa sociale e artistica di Jed Martin ci troviamo ora di fronte ad un romanzo "altro" in cui, almeno apparentemente, non troviamo punti di riferimento. Ci troviamo con personaggi che non abbiamo mai incontrato e sotto una luce completamente nuova da un punto di vista stilistico. Pian piano la questione si chiarifica e la storia dell'assassinio si riconduce a quella principale: la vittima è illustre perché si tratta di Michel Houellebecq, e, avendo questi avuto relazioni soltanto con Jed Martin nell'ultimo periodo della sua vita, l'intreccio ci riporta al nostro protagonista, che si trova quindi immerso in ricerche poliziesche. Il lettore tira a questo punto un sospiro di sollievo, ritrovandosi in un territorio che stava imparando a conoscere.

A fine lettura, rimane, comunque, il fattore "straniamento" dovuto alla compresenza di due forme diverse, di due generi diversi.

Del resto, scrivere un romanzo, oggi, non è cosa semplice. Il dibattito sulla letteratura romanzesca è più che mai vivo. Bruno Blanckeman, nel suo saggio Les fictions singulières – Étude sur le roman français contemporain, sostiene che, in effetti, negli ultimi decenni il romanzo si è indebolito, tanto che la critica prende continuamente in prestito termini dall'ambito medico per definirne la condizione incerta:

Le débat sur la littérature romanesque au présent emprunte volontiers ses figures à l'univers médical. Hésitant sur le choix du traitement (potion vitaminée ou bouillon de onze heures) comme du médecin (Schweitzer ou Mabuse), ses thérapeutes tantôt en diagnostiquent l'agonie, tantôt entendent lui administrer quelque cure de choc. Des légistes expertisent sa disparition: le roman français est mort depuis..., depuis...,depuis... [Au choix: Jean-Paul Sartre, Honoré de Balzac, Chrétien de Troyes]. Le service des urgences tente une réanimation: il est au plus mal mais il respire encore, voyez... [Au choix: Michel Houellebecq, Marie Darrieussecq, Laurent Mauvigner.]; quelques spécialistes suspendent les glas des uns, les tensiomètre des autres: le roman se porte bien, il est au mieux de sa forme, lisez... [Au choix: Jean Échenoz,

Pierre Michon, Pascal Quignard.]. Le tempérament littéraire du temps frôle l'hypocondrie, et ses humeurs un brin languides trahissent une afféterie un rien "changement du siècle"74.

Effettivamente, il romanzo nella sua forma pura, quella di stampo ottocentesco, sicuramente si è indebolito, o forse si è semplicemente trasformato in qualcosa di diverso, in qualcosa che risponda meglio alle esigenze della nostra epoca, e, negli ultimi anni, sembra aver messo insieme le sue forze per poter rinascere dalle proprie ceneri. Adotto la definizione di Blanckeman, fictions singulières, per definire il romanzo di oggi e l'opera di Houellebecq. La carte et le territoire si colloca esattamente nel punto di rottura tra l'impossibilità del romanzo e l'esigenza di scriverne uno: per questo la sua forma è così particolare, così singolare, appunto. I romanzi di oggi traggono le proprie energie dal tempo presente; si adattano ai dati del mondo, captano l'attualità, misurano il quotidiano, interrogano l'intimità, convertono le impressioni su un'epoca in coscienza di massa. La singolarità sta nel fatto che lo scrittore si trova a trasferire la propria esperienza di individuo sulle pagine scritte, d'individuo ancorato ad una società che vive e che osserva, ad una civiltà di cui conosce i difetti e i pregi e di cui evidenzia le rotture, le cicatrici, le indignazioni. E "finzioni singolari" anche perché molte opere coltivano una certa singolarità letteraria: fictions singulières sono i racconti della distrazione linguistica, dell'inversione dei codici, dell'autoriflessione, della messa in discussione dei dogmi prestabiliti. Molte scritture portano così ad una mutazione delle forme narrative usuali e ad una ricerca di regole nuove che sappiano produrre delle risorse alternative. La carte et le territoire materializza tutto questo. È una lunga finzione totalmente ancorata alla sua epoca e di questa mostra i retroscena; lo fa in una forma nuova che, come vedremo, prende spunto da molteplici generi. Quindi, La carte et le territoire è un romanzo a tutti gli effetti, ma è un romanzo di oggi:

Entre la fiction d'hier et celle d'aujourd'hui, la relation de modernité ne relève pas de l'interdit mais de l'interface. Les représentations, les philosophies de la fiction surajoutées de siècle en siècle se combinent dans un imaginaire romanesque des plus plastiques et une veine de création des plus labiles. L'avant ne contraire plus l'arrière, mais en fait sa ligne propulsante et lui ménage un tracé d'échappées. De cette façon, le roman

semble en phase avec des phénomènes de société et des réalités de civilisation multiformes, eux-mêmes travaillés par des acquis culturels différenciés75.

Per quanto riguarda il roman policier, la scelta di Houellebecq è interessante. Abbiamo potuto osservare nella sezione precedente che il romanzo poliziesco e il giallo, in epoca contemporanea, acquisiscono un'importanza e un'influenza mai avuta prima: essi costituiscono uno dei massicci centrali della letteratura francese in quanto a vendite e pubblicazioni, e il genere rientra ormai nel filone della cosiddetta "letteratura impegnata" contemporanea. Insomma, è un'arma potente e Houellebecq lo sa. Non solo il roman policier è un genere accattivante che il pubblico francese ama, ma, nella situazione attuale, legittima il testo nella sua interezza, lo rende un veicolo di trasmissione ancora più influente ed accettato. Houellebecq sta trasmettendo concetti ed ideali, per lo più legati all'arte, alla politica, alla filosofia, e per farlo sceglie una forma mista che per ora unisce romanzo e roman policier, ma che, come vedremo, si mostrerà sotto diverse spoglie. Del resto, come ho sottolineato nelle pagine precedenti, lo stile s'impone a Houellebecq, preesiste all'opera, così come la forma che l'opera stessa prenderà: a volte sembrerà che i vari generi compresenti entrino in contraddizione fra loro, che si annullino l'un l'altro, altre volte sembreranno unirsi in un continuum spontaneo. Si legge in un articolo di Frédéric Beigbéder a proposito di Houellebecq: «Houellebecq n'a aucun goût pour l'extravagance. C'est juste qu'il est libre, donc il se fiche des conséquences. [...] Il me fait penser à ces droits de l'homme fondamentaux, selon Baudelaire: le droit de se contredire et le droit de s'en aller»76.

E vedremo in seguito quanto, in effetti, ami sia contraddirsi, sia andarsene – magari facendosi uccidere e ridurre a brandelli.

75 B. Blanckeman, Les fictions singulières – Étude sur le roman français contemporain, cit., pp. 13- 14.

IV. 2. Biografia dell'artista Jed Martin e saggio sull'arte contemporanea