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Il senso dell’interpretazione nietzscheana dei presocratici in

Capitolo 2. Il tempo ovvero il divenire

2.2. Eraclito precursore delle teorie della scienza moderna

2.2.3. Il senso dell’interpretazione nietzscheana dei presocratici in

Nelle lezioni ci troviamo di fronte alla volontà da parte di Nietzsche di fornire una conferma scientifica alle dottrine dei filosofi preplatonici. Ciò può sembrare in contraddizione con la considerazione estetica della grecità che caratterizza gli altri scritti che abbiamo preso in esame, in particolare La

nascita della tragedia e La filosofia nell’epoca tragica dei greci. E’ indubbia la

presenza di uno scarto nella forma della trattazione e anche nella considerazione delle dottrine prese in esame. Tuttavia, pare che Nietzsche

141 Zeitatomenlehre : “E’ possibile 1) ricondurre il mondo dato ad una concezione atomistica

puntuale dello spazio, 2) ricondurre questa concezione temporale ad una atomistica temporale, 3) la concezione atomistica temporale alla fine coincide con una teoria della sensazione. Il

punto temporale dinamico è identico al punto della sensazione. Non esiste infatti

intenda fornire una giustificazione teorica della validità di quelle dottrine, attraverso un linguaggio più convincente, più adatto al lettore contemporaneo, in questo caso allo studente.

Come vedremo nella seconda parte del nostro lavoro, si tratta di una doppiezza comunicativa caratteristica di Nietzsche. Nel periodo della maturità, la forma aforistica delle opere pubblicate è spesso accompagnata da un discorso più chiaro e rigoroso dal punto di vista stilistico in sede privata. Pertanto, attraverso la lettura dei frammenti è possibile seguire lo sviluppo di alcuni temi centrali che, nel testo pubblicato, si presentano sotto forma di immagini poetiche.

In un appunto del 1873, Nietzsche individua i concetti fondamentali dei filosofi presocratici e indica per ciascuno alcune letture di carattere scientifico da lui intraprese in quegli anni. Il concetto fondamentale di Eraclito è il “divenire” inteso come “creare”. Accanto al suo nome viene indicato quello dello scienziato Hermann Kopp142. Il suo libro, Geschichte der Chimie, forniva un’esposizione generale dello sviluppo delle principale concezioni relative alla struttura della materia che erano state elaborate nell’ambito della chimica, oltre che un’idea del metodo scientifico di questa disciplina. Nell’ultima parte della sua opera, lo scienziato forniva una storia della chimica partendo dai risultati degli antichi greci. E’ dunque lecito pensare che quest’autore abbia contribuito all’idea di Nietzsche di operare un confronto tra le teorie scientifiche moderne e le dottrine dei preplatonici143.

Oltre che nelle lezioni, questo tipo di approccio è evidente in una serie di appunti che risalgono all’inverno 1872, dove Nietzsche utilizza un linguaggio proprio della scienza moderna per descrivere alcuni concetti del pensiero dei greci. Ad esempio in riferimento a Empedocle e alla sua “semplificazione”

142 OFN III/3, FP 26[1] 1873: “Eraclito. Divenire come creare, p. 347 e precedentemente

Kopp”. Il riferimento è a H. KOPP, Geschichte der Chimie, Braunschweig, 1844.

della dottrina di Anassagora, Nietzsche sviluppa il discorso basandosi sul principio newtoniano di attrazione e repulsione:

Anassagora intendeva gli atomi chimici. Empedocle tentò di assumere quattro specie chimiche di atomi. Egli considerò gli stati di aggregazione come essenziali, e il calore come coordinato. Si hanno dunque stati di aggregazione, mediante repulsione e attrazione; la materia si presenta in quattro forme144.

Il suo studio dei filosofi greci doveva essere uno “Sguardo retrospettivo sulle scienze naturali”, che comprendesse una “teoria degli stati di aggregazione” e una “teoria della materia. Quindi mescolanza di problemi fisici e metafisici. Il divenire e l’essere- ne risulta una totale differenza”145.

Le questioni scientifiche dell’epoca si prestavano particolarmente alla riflessione filosofica. La formulazione dei primi due principi della termodinamica e la loro applicazione cosmologica suscitavano una serie d’interrogativi sullo stato del cosmo. L’ipotesi di una “morte termica” si aggira come uno spettro nell’Europa del XIX secolo e genera un dibattito scientifico e filosofico sui limiti temporali e spaziali dell’universo. Nietzsche stesso entrerà nel merito della questione.

Come vedremo nella seconda parte del nostro lavoro, l’ipotesi dell’eterno ritorno dell’identico si costruisce attraverso un dialogo con i principali esponenti di coloro che entrarono nel merito della questione. Il filosofo riprende e approfondisce la lettura di alcuni autori di ambito scientifico, tra cui Helmholtz e Boscovich, fondamentali nell’interpretazione del divenire eracliteo.

144

OFN III/3, FP 23[33] 1872.

Il recente studio di Pietro Gori146 ha ampiamente dimostrato l’importanza di Boscovich nella riflessione nietzscheana, al di là della mancanza di riferimenti espliciti. La teoria dei puncta proposta dal dalmata, è fondamentale, negli anni ’80, nell’elaborazione del concetto di forza. Inoltre, le riflessioni di Helmholtz e degli altri scienziati intorno ai principi della termodinamica e alle conseguenze di una loro applicazione cosmologica, sono centrali nell’elaborazione dell’ipotesi dell’eterno ritorno dell’identico.

Ma, ciò che più importa ai fini della nostra trattazione, è che l’Eraclito delle lezioni, presentato come un precursore delle teorie della scienza moderna, prefigura alcuni aspetti della riflessione di Nietzsche degli anni ‘80. Nell’aforisma 117 di Aurora, viene espressa la stessa concezione della temporalità derivata dalla lettura di Bär.

[…] Secondo la quantità di eventi interiori e di emozioni che ci sono in media possibili in un determinato periodo di tempo, misuriamo la nostra vita come breve o lunga, povera o ricca, piena o vuota; e secondo la media della vita umana misuriamo quella di tutte le altre creature […] D’altro canto certi organi potrebbero essere costituiti in modo tale, che certi sistemi solari risultassero alla percezione contratti o connessi insieme come in una sola cellula; e per esseri di ordine opposto, una cellula del corpo umano potrebbe presentarsi come un sistema solare in movimento, come un’armonica costruzione147.

Dalla lettura dei frammenti postumi degli anni ’80, emerge lo sforzo di Nietzsche di trovare una conferma scientifica alle proprie teorie. Tuttavia, come si vedrà più avanti, le implicazione strettamente filosofiche della “nuova concezione del mondo” e dell’eterno ritorno rimandano a Eraclito.

146 P. GORI, La visione dinamica del mondo, op. cit. 147

F. NIETZSCHE, Aurora. Frammenti postumi 1879-1881, Adelphi, Milano 1987, af. 117. D’ora in poi indicato con la sigla M seguita dal numero dell’aforisma a cui ci si riferisce.