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Il soldato Dalla Zuanna dal fronte a Sindaco dal fronte a Sindaco

Antonio Dalla Zuanna (a Camposampiero era Antonio per l’a-nagrafe e Tarcisio per gli amici) e Antonio Prezioso sono rimasti le-gatissimi fin da ragazzi. La loro amicizia si è rinsaldata ancor più durante i lunghi anni della seconda guerra mondiale. Dalla Zuanna, nel 1943, era sottotenente a Trieste, dapprima alla Compagnia Co-mando del IV Battaglione Reclute, 73° Reggimento di Fanteria, poi alla Compagnia cannoni sempre dello stesso Reggimento. Prima, nel 1942, ha frequentato la scuola allievi ufficiali a Campobasso.

Una corrispondenza quella fra Dalla Zuanna e Prezioso che è proseguita negli anni. I due sono sempre in contatto. La lontananza non scalfisce la loro amicizia.

Il 17 maggio del 1942, Dalla Zuanna scrive una lunga lettera all’a-mico a Camposampiero: “Antonio carissimo ti rispondo con una lettera che forse sarà lunga, così soddisfo ai tuoi desideri, espressimi nelle diverse tue cartoline. Ringrazio prima di tutto il papà tuo per la premura con cui mi ha indirizzato a quel sacerdote, il quale mi accolse cordialmente e si offrì di aiutarmi in qualunque mia necessità. La mia salute è come al so-lito ottima. Ho un appetito formidabile. Figurati che ogni sera alla libera uscita vado a prendere mezzo litro di latte e pane e formaggio. Di latticini qui a CBasso c’è abbondanza. Vuoi sapere un po’ di cronaca della mia vita militare in codesta cittadina? Eccotela. Ogni giorno, esclusi il sabato e la domenica, c’è ginnastica, cioè esercizi a corpo libero e salti mortali. Ti puoi figurare come riesco io nei salti! Hanno costituito tre categorie di saltatori:

ottimi, medi e scadenti, io, naturalmente appartengo a questi ultimi”.

“ La ginnastica – prosegue la lettera- si fa al mattino, nel pomeriggio c’è l’addestramento, cioè tattica militare: ci si esercita nel modo di condurre

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una squadra all’assalto, di appostare le armi, ecc. Al sabato c’è la marcia:

ieri abbiamo percorso 25 km dalle 6 alle 11.30; nel pomeriggio poi non si è fatto nulla. Il momento più bello della giornata, lo puoi pensare anche tu, è l’ora in cui si esce in libera uscita, la quale dura dalle 17.30 alle 20.30.

Io approfitto di questo tempo per studiare un po’, far la pulizia del corpo umano e per qualche visitina in chiesa. Come ti ho già detto abbiamo costi-tuito qui un gruppo di A. C.; ci troviamo ogni domenica per una lezione di cultura religiosa: nei primi giorni abbiamo preparato una Messa cantata che poi si è eseguita il giorno dell’Ascensione.”

“Secondo ‘radio fante’- continua la lettera – ai primi di giugno si parte per il campo, fisso questa volta, il quale durerebbe fino al termine del corso.

Sarà una cosa un po’ duretta giacché bisogna rimanere all’aperto sotto la tenda giorno e notte. Ma dato che la vita militare è così monotona si aspetta anche questo campo con un po’ di curiosità. Se tu sapessi com’è monotona e noiosa la vita di caserma quale facciamo noi! Tutto dipende dal fatto che c’è un orario segnato, il quale ritorna ogni settimana: orario che si ripete e che si osserva scrupolosamente ogni settimana. Così si sa che al lunedì c’è il riso, al martedì pasta, che quattro giorni su sette alla sera c’è brodo;

e puoi star sicuro che non avverrà altrimenti. Poi tu comprendi il mio di-sagio morale, sminuito però dalla disinvoltura che ho acquistato nell’udire ormai da sei mesi gli stessi discorsi luridi e le più sconce bestemmie. Ti posso confessare che un grande frutto ho tratto dalla convivenza con simili compagni, cioè un gran disprezzo per ciò che sa di immorale. Quando vedi certi giovani che si livellano alle bestie si prova una nausea e un disgusto profondi”.

“Caro Antonio sii fiero della tua fede e dei tuoi ideali; solo un uomo retto moralmente può essere soddisfatto di sé ed è degno del grande nome di uomo (con tutti i suoi significati). Sento dei tuoi progressi nelle scienze e mi congratulo con te. Il mio augurio è che il terzo trimestre sia così e me-glio, così le tue vacanze saranno liete e piene di sole. Quando ritorneremo a

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vivere tranquilli insieme, tra i libri e il verde di campi? È un segreto della Provvidenza. E Beppi? Mi raccomando eh di non far la parte del diavolo.

Salutamelo tanto … Ti prego, quando chiuderai i libri, di aiutarlo un po’

nell’Associazione; farai un po’ di bene che c’è un gran bisogno di buoni giovani. Io ho lavorato poco e me ne pento. Ti abbraccio , Tarcisio”.

Da Campobasso, il neoufficiale Dalla Zuanna passa a Trieste. E la corrispondenza con l’amico Antonio Prezioso continua. Nel futuro sindaco di Camposampiero si avverte un po’ di nostalgia.

“Antonio carissimo – scriveva Dalla Zuanna in data 22 marzo 1943 – voglio prendermi questa mezz’ora per scrivere anche a te. A dirti la verità sono occupatissimo. Pensa che in questa settimana sono unico ufficiale subalterno assieme al comandante di compagnia; ogni mattina dovrò essere

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in caserma prima delle 7 e la sera dovrò tornarvi alle 20.45 per il contrap-pello”.

“In questi primi giorni dopo la licenza – aggiungeva – ho sofferto un po’ del mal di casa, un non so che che mi faceva ripensare con intensa no-stalgia ai brevi giorni passati con i miei. In così stretto periodo m’ero abi-tuato alla nuova e antica vita e avevo dimenticato tutto; ad ogni modo sono qui per fare il mio dovere e tu aiutami con le tue preghiere”.

“Sto istruendo le reclute – continuava la lettera – del 1907 e 8; pensa con quale delicatezza devo trattare questi uomini sposati e pieni d’affari; ad ogni modo, sapendoli comandare, sono docili come bambini. Credo però che in aprile mi passeranno all’istruzione delle reclute del 1924, da un estremo all’altro. Di salute sto ottimamente e tu? Ti sei rimesso dalla tua indisposi-zione? Di una cosa solo sento la privazione: di qualche amico con cui pas-sare assieme qualche ora. Lo sai anche tu quant’è difficile trovare qualcuno le cui idee concordino con le nostre”.

“In questi giorni che precedono la Pasqua – concludeva la lettera – ho particolarmente bisogno delle tue preghiere per poter preparare un po’ i miei soldati a soddisfare il santo obbligo. Mi son dimenticato di scrivere a Bepi per il suo onomastico, scusami e salutalo per me… Un abbraccio dal tuo Tarcisio”.

Una seconda lettera porta la data del 18 giugno 1943 e si apre con un rimprovero all’amico: “Antonio carissimo, da qualche tempo a questa parte mi sembra che la tua mano si sia indolenzita nello stringere la pen-na… Quando ti muovi a scrivermi? Lo sai con quanto desiderio attendo tue notizie. Laonde regolati in merito e non vantarti perché sei una luridissima matricola … Come procedono le tue vacanze? Pensi di salire ai monti?

Domani ci salirò anch’io, non però per godere l’aria fresca o i bei panorami ma per studiare le nuove armi e il loro impiego. Resterò lontano da Trieste fino al 4 luglio poi ritornerò qui in attesa di ripartire per i vecchi paesi che mi ebbero recluta”.

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“Fortunatamente – scriveva il sottotenente Dalla Zuanna – sono abituato a vivere in brulli paesi e perciò non mi turbo. Quando sarò là chissà sognerò il momento del ritorno: addio università ed esami, vorrà dire che una volta congedato farò il perito armaiolo o l’addetto militare, intanto imparo l’arte e la metto da parte”.

“Come va la nostra associazione studenti? È inutile che ti raccomandi di lavorare per l’Azione Cattolica, è l’unico modo di fare un po’ di bene e cooperare al miglioramento della società. Prega anche per me, perché questo ormai lungo periodo della mia vita non trascorra senza vantaggio spiritua-le. Dunque scrivi! Un abbraccio dal tuo affezionatissimo Tarcisio”.

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