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Il turismo e la domanda di natura

Capitolo 1 Turismo e Ambiente

1.4 Il turismo e la domanda di natura

Negli ultimi decenni, nonostante la crisi economica globale, il turismo è cresciuto così tanto rapidamente da divenire una tra le attività economiche più importanti a livello mondiale. Per avere un’idea numerica del’importanza di questo settore, si può considerare che in media rappresenta ormai più del 10% del PIL e che circa il 6% della popolazione mondiale è impiegata nel settore turistico. Stiamo infatti parlando di un settore economico che prevede l’interazione di più specialità, il coinvolgimento di diverse attività economiche e sociali e l’utilizzo di più tipi di risorse. Proprio per questo suo status multisettoriale il turismo può definirsi un sistema in cui la cooperazione tra tutti gli attori coinvolti e la sincronizzazione delle attività interessate sono elementi fondamentali. Pur considerando il turismo uno degli strumenti moderni più efficaci per aiutare la crescita e lo sviluppo anche di aree poco industrializzate, non bisogna dimenticare che, oltre a benessere e benefici economici, può avere conseguenze estremamente negative a livello economico, sociale ed ambientale tanto più se l’attività turistica in questione non è stata pianificata e gestita seguendo i giusti criteri19. Quindi anche per il settore turistico si è rivelata necessaria l’elaborazione di un programma che ne preveda lo sviluppo tenendo in alta considerazione l’importanza della tutela del territorio, il rispetto della biodiversità e soprattutto il coinvolgimento, con conseguente beneficio, delle popolazioni locali in cui si sviluppa. Nasce così il concetto di ciò che oggi viene definito turismo sostenibile.

Nel 1988 l’Organizzazione Mondiale del Turismo20 definisce in questo modo il turismo sostenibile “Le attività turistiche sono sostenibili quando si sviluppano in modo tale da

mantenersi vitali in un’area turistica per un tempo illimitato, non alterano l’ambiente (naturale, sociale ed artistico) e non ostacolano o inibiscono lo sviluppo di altre attività

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L’Unesco ha deciso di pubblicare una lista contenente i 46 siti Patrimonio dell’Umanità oggi considerati in pericolo sia a causa di guerre e instabilità politiche ma anche a causa del cosiddetto turismo di massa. Tra questi 46 siti spicca la presenza di numerosi Parchi e Riserve Nazionali dislocati in ben 32 Paesi. Per maggiori informazioni si può consultare il sito dell’Unesco http://en.unesco.org/

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L’Organizzazione Mondiale del Turismo, con sede a Madrid, è stata creata nel 1975 con l’obiettivo di promuovere e sviluppare il turismo, al fine di contribuire all’espansione economica, stabilire e

mantenere rapporti di cooperazione, stimolare e sviluppare collaborazioni tra i settori pubblico e privato, con particolare attenzione agli interessi dei Paesi in via di sviluppo. L’Italia è un membro effettivo dell’Organizzazione a partire dal 1978. Per maggiori approfondimenti www.unwto.org

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sociali ed economiche”. Si può quindi affermare che le caratteristiche necessarie per

l’attuazione di un turismo sostenibile siano l’effettiva realizzabilità sul piano economico, l’equità a livello sociale ed economico per le popolazioni locali ed infine la tollerabilità a lungo termine.

A partire dagli anni ’90, più precisamente dopo la Conferenza di Rio del 1992, lo sviluppo turistico sostenibile diventa un obiettivo fondamentale nelle politiche trasversali internazionali. Il punto cardine dello sviluppo sostenibile riguarda il consumo delle risorse entro i limiti della capacità di carico del pianeta. La sostenibilità potrebbe essere riassunta grazie al modello elaborato da Giaoutzi e Nijkamp21 nel 1993, il quale rappresenta la ricerca dell’equilibrio dinamico e perfetto tra le tre dimensioni necessarie per uno sviluppo sostenibile : dimensione economica, dimensione sociale e dimensione ambientale (vedi figura 2).

Figura 2 – Rappresentazione grafica del concetto di sviluppo sostenibile

Fonte: Riadattato dal modello Giaoutzi e Nijkamp (1993)

Agli inizi del XI secolo aumenta in maniera esponenziale quello che prenderà il nome di ecoturismo che può essere definito come un segmento del turismo sostenibile in cui, per la scelta della destinazione, ha un ruolo fondamentale il patrimonio naturale. L’ecoturismo è un segmento del mercato turistico nato alla fine del ‘900 all’interno del

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Maria Giaoutzi è professoressa di Economic Geography and Regional Planning al Dipartimento di Geografia della National Technical University di Atene; Peter Nijkamp è professore di Regional Economics e Economic Geography all’ Università Vrje di Amsterdam.

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movimento ambientalista. Lo scopo dello sviluppo del turismo sostenibile consiste nel permettere che tutte le attività turistiche, a prescindere dal fine ultimo della vacanza, si possano praticare utilizzando servizi ed infrastrutture che rispecchino criteri di sostenibilità. Lo scopo assoluto dell’ecoturismo è il mantenimento, la conservazione e la salvaguardia dell’ambiente. L’ecoturismo è principalmente legato al turismo rurale e culturale in quanto l’ecoturista è alla continua ricerca del contatto con la natura e anche nel caso del turismo d’avventura l’ambiente/la natura diventa il contesto dove poter praticare uno sport, un’ attività fisica che a volte raggiunge i caratteri di una sfida. Agli inizi del 2000 l’OMT e il Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite hanno stabilito le caratteristiche principali dell’ecoturismo, definendolo come una tipologia turistica strettamente collegata alla natura dove il principale scopo degli ecoturisti è lo studio e l’osservazione della stessa, definendolo inoltre come quell’attività turistica a carattere educativo che contribuisce alla protezione delle aree naturali e che permette uno sviluppo delle comunità locali, cercando di ridurre al minimo il suo impatto sia sull’ambiente naturale sia sull’ambiente socioculturale. La nascita e lo sviluppo così rapido dell’ecoturismo possono essere collegati a molteplici motivi tra i quali possiamo citare la voglia di nuove tipologie di turismo meno convenzionali rispetto al turismo balneare, l’ aumento di popolarità e visibilità di luoghi incontaminati sconosciuti fino a pochi anni fa e la presa di coscienza che la salvaguardia ambientale può portare benefici non solo turistici ma anche economici. Visto lo stretto legame con la natura le principali attività eco turistiche saranno tutte a bassissimo impatto ambientale. Le più conosciute e praticate riguardano osservazione e contemplazione della fauna, soprattutto di animali rari, il soggiorno in luoghi incontaminati, quasi selvaggi, di cui alcuni esempi sono birdwatching, safari fotografico, trekking, snorkeling, diving, escursioni, fino ad arrivare ad attività con delle peculiarità uniche come per esempio l’osservazione delle balene o della deposizione delle uova delle tartarughe marine. L’ecoturismo offre una vasta gamma di alternative capace di soddisfare il bisogno di diversi target e molte delle attività proposte possono essere praticate all’interno di Parchi e Riserve Naturali. La presenza di corsi d’acqua

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può aumentare in modo significativo le potenzialità turistiche di una zona e proprio per questo per il settore turistico è necessario capire l’importanza dell’acqua e dei corsi interni, non solo dei bacini marittimi.

1.5 Il rapporto tra uomo e acqua

22 . L’acqua, elemento vitale, essenziale.

Simbolo di purezza e di fertilità e allo stesso tempo di emergenza e devastazione. L’acqua, costantemente al centro di molteplici opposizioni , un soggetto a cui collegare infinite dicotomie, portatrice di sviluppo e crescita o causa di conflitti e disequilibri. Da sempre al centro dell’economia locale e mondiale, negli ultimi tempi sembra aver perso quella valenza simbolica, fondamentale nelle culture del passato, per arrivare ad essere considerata esclusivamente come un “bene”, una “risorsa economica”.

Lo sviluppo tecnologico ha fatto si che si perdesse di vista l’importanza del legame tra uomo e acqua.

Inammissibile pensare di rimanere anche solo un giorno senza acqua corrente, assurdo immaginare che in alcune zone del mondo è ancora in corso la pratica della razionalizzazione dell’acqua, impensabile l’idea di non avere sempre a disposizione acqua potabile, illogico dover fare affidamento solo sull’acqua piovana per agricoltura e allevamento. L’acqua non è più percepita come un bene pubblico ma come un bene economico, un diritto di tutti e quindi capace di dare potere a chi la controlla.

Dov’è finito il valore sociale dell’acqua? Sono davvero scomparse tutte quelle pratiche mistiche/religiose in cui l’acqua era la protagonista principale? Si prega ancora per scongiurare la siccità? Si crede ancora nel potere salvifico e rigeneratore dell’acqua? Ma soprattutto abbiamo ancora voglia di vivere l’acqua?

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Tra i molti testi ho considerato V. Teti Storia dell’acqua. Mondi materiali e universi simbolici, Roma, Donzelli Editore, 2003; P. Sorcinelli Storia Sociale dell’acqua. Riti e culture, Milano, Mondadori 1992;D. Cosgrove Realtà sociale e paesaggio simbolico, Milano, Unicopli, 1990.